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martedì 24 febbraio 2015

Portami a casa di Elena Leoni (Lupo Editore) alla libreria Bookish di Lecce



Fucine Letterarie, in collaborazione con Lupo Editore e con la Libreria Bookish, presenta “Portami a Casa” (Lupo Editore, 2014) di Elena Leoni, Venerdì 27 Febbraio 2015 alle ore 18.00 presso la Libreria Bookish, in via Cesare Battisti n.22 a Lecce. L’azione letteraria sarà curata da Stefano Donno.
Portami a casa è romanzo mozzafiato, perché unisce, senza nulla snaturare, un’anima da libro sentimentale ad un andamento da ‘giallo’. Sullo sfondo della campagna barese, tra masserie con frantoi ipogei, costruzioni a pignon, grandi ulivi, contrade e paesini, un omicidio efferato scuote il normale andamento delle cose, coinvolgendo forze dell’ordine e sospettati, in indagini crescenti e tentativi, a volte involontari, di depistaggio. Tutto ciò in un’atmosfera crescente di tensione e perenne mutazione di ipotesi e di tracce, dove un’umanità piccola e provinciale vivrà per alcuni mesi l’incubo di un arresto, ma anche il desiderio di conoscere la verità. Nello stesso scenario una donna e suo figlio cercano le parole che non hanno mai trovato per dirsi “ti amo”. La donna è Annalaura, psichiatra afflitta da sensi di colpa e stati di panico, perché è anche la sorella della vittima, Claudia, donna in carriera e senza scrupoli, assessore ai Lavori Pubblici di Casalana, del cui destino si è sempre sentita responsabile. Ma anche perché è desiderosa di confessare al figlio Riccardo un’insospettabile verità che insiste sulla loro famiglia. Riccardo, studente di Farmacia, svogliato e perso tra spinelli e donne, cerca solo di recuperare l’amore per l’unica donna che davvero ama, la madre. Dopo una breve esperienza in carcere, per detenzione di ingenti dosi di droga, il ragazzo subisce una sorta di iniziazione alla vita reale, da parte di un mentore improbabile, un boss della malavita, che lo porterà a trovare se stesso e anche a chiarire il rapporto di amore con sua madre. L’amore ritrovato, la confessione della verità inaccettabile e la soluzione del delitto avvengono simultaneamente, in un finale culminante, come in una tragedia greca.
Elena Leoni, castellanese da parte di madre, è un avvocato e vive a Monopoli con i suoi figli, Giorgio ed Edoardo. È cresciuta tra la Puglia, Ancona e Roma, dove si è laureata in Legge e ha lavorato come redattrice del telegiornale presso l’emittente televisiva GBR del circuito Cinquestelle. Da sempre appassionata di letteratura, soprattutto russa, femminile d’introspezione e poliziesca, ama indagare l’animo umano e le connessioni tra psiche ed emozioni. “Portami a casa” è il suo romanzo d’esordio.
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telefono  0832-306676 mail -  bookishlecce@virgilio.it
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lunedì 23 febbraio 2015

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venerdì 20 febbraio 2015

Le figlie dello speziale di Giancarlo Picci (Kurumuny) alla Libreria Bookish di Lecce il 22 febbraio 2015



Le figlie dello speziale di Giancarlo Picci (Kurumuny) sarà presentato il 22 febbraio 2015 ore 18,00 presso la libreria Bookish di Lecce in via Cesare Battisti 22 a Lecce. Interverranno con l’autore Alessandra Peluso (critica letteraria e collaboratore di Affari italiani), e Giovanni Chiriatti (editore Kurumuny)
È una mattina assolata, come ce ne sono tante nell’estate salentina. Ora come negli anni Settanta, quando il Perugino, vicecommissario di origine umbra, fa il suo arrivo nella piccola stazione di Cursi. Con sé porta una valigia di cartone e un carico di nostalgia: il ricordo delle estati passate a Todi in casa dei nonni, la dolcezza delle sue colline, l’amore per Chiara, la promessa sposa che lo attende a casa. È in una mattina come ce ne sono tante che nelle cave, appena fuori paese, lu ‘Ntoni Sparapuddhasci viene ritrovato morto ammazzato. Affiancato dall’instancabile ed esuberante ispettore Nino Sanscitarra, il Perugino si getta a capofitto nelle indagini, con l’equilibrio incerto di chi è ‘nuovo’. Dovrà confrontarsi con usanze inconsuete e scoprire il sapore del mare, districarsi fra soprannomi impronunciabili e guadagnarsi il rispetto del brusco commissario Vercelli, imparare a ridisegnare la geografia degli affetti e dei sensi, imbattersi nelle personalità del paese: il dottore e sua moglie, il veterinario di zona, il giovane parroco, la locandiera Marcella e il suo dolore. Soprattutto, farà la conoscenza dello speziale e le sue figlie, della loro bottega e del terribile segreto che custodisce. Velati da impalpabili foulard di seta, lo attendono un sospetto al profumo di zenzero, un amore al profumo di salvia, un segreto al profumo di alloro.
Salentino di nascita e formazione, Giancarlo Picci si avvicina alla recitazione all’età di quindici anni. Fino ai diciotto frequenta la Scuola di Teatro presso il “Teatro Antoniano” di Lecce, dove studia personaggi principalmente comici. Nel 2009 esordisce come scrittore con il romanzo La luna e il garofano rosso (Il Raggio Verde edizioni). In veste di attore e voce recitante, a diciotto anni, collabora con il gruppo musicale Khaossia per l’incisione dell’album La Rassa a Bute, un dramma in musica in vernacolo antico leccese appartenente al genere dell’opera buffa napoletana. Prosegue a Roma la carriera artistica, dove, nel 2011, si diploma presso l’Accademia d’Arte Drammatica “Scharoff” in Recitazione. Conseguito il diploma, entra a far parte della Compagnia omonima, misurandosi con vari personaggi su testi di Pirandello, Cechov, Sartre, Shepard, De Filippo. Nell’estate del 2013 viene selezionato dalla giuria artistica del Todi Festival come finalista del “Concorso Giovani Attori”, che vince con l’interpretazione “Caligola” di Albert Camus. A settembre dello stesso anno, a Lecce, gli viene conferito “Il Sallentino – Riconoscimento Particolare per l’arte”. A novembre conquista il secondo posto al Premio letterario nazionale “IoRacconto 2013” nella sezione gialli/horror/polizieschi, con il racconto breve “Le figlie dello speziale”.
Info telefono  0832-306676 mail -  bookishlecce@virgilio.it facebook.com/Bookishlibreria / twitter.com/Bookishlibreria

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giovedì 19 febbraio 2015

Argéman, di Fabio Pusterla (Marcos y Marcos). Intervento di Nunzio Festa



Lingue di neve perenni, fiori del deserto, un villaggio palestinese. Ogni, in un certo senso, traduzione del vocabolo che da il titolo all'ultimo libro di poesie di Fabio Pusterla è retroterra della poesia tutta del poeta meridiano Pusterla. Battezzato da diversi premi prestigiosi già alla sua opera poetica d'esordio nell'85, Pusterla, allievo dell'indimenticata Maria Corti, anche con questa sua nuova raccolta fa un timbro civile sfumato dall'evocazione; ove il caso della materia poetica, dove e quando questa dà il lampeggiare charissimo della presenza di conteuto più che di soggetto, s'assume il compito del contatto diretto e tangibile con la realtà quotidiana. Il muro chiude territori e i Territori, col permesso Fallaci. Gonfi di ferite. Alla stregua di quelle trovate e fatte emergere da frane e dalle terre inquinate dalla camorra. Vedi l'elenco infinito delle malattie. Più le disperazioni laceranti delle perdite per incuria complessiva nella gestione di suolo e sottosuolo ecc. Ciò detto, poi, con l'evocazione che permette la grande poesia. Attenzione alla memoria. Che spiega l'anima degli esseri umani di questo nostro turbo-ipercapitalismo/post-moderno/post-fordista. Gli scenari della metrica fanno il verso libero, "(...) Iris argeman di porpora, fitto viola / sulle alture quasi deserte, come un papavero / in lacrime in fuga, e lontano lampeggia il corso / lentissimo del Giordano, da lago / verso lago, da mar morto a mar morto, lontano / lingue di fuoco e muri chiudono i territori / feriti, in una bolla d’esclusione. Ciascuno / conta i suoi morti qui, / le sue vergogne". Sia sulle Alpi che in Giordania appunto.

Libia, è crisi diplomatica tra Egitto e Qatar

Offese contro un detenuto suicida, Orlando: "Parole inaccettabili"

Il Volo - Grande amore

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Uber, la app miliardaria che dichiara guerra ai tassisti

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mercoledì 18 febbraio 2015

Per una teoria della campionatura in prosa e poesia. Considerazioni sovversive per un multiverso possibile della letteratura e della produzione letteraria - 5 -



La Super Coscienza è Essere ed Essente e non può non Essere perché questo significherebbe Non Essere né Ente né Essente e quindi Non Essere. Essa deve il proprio manifestarsi a se stessa e a nient’altro al di fuori di Sé. Polisenziente e multicentrica non è parte di niente perché Essa è Tutto, è Potenza e Atto che si manifesta in N moltiplicazioni progressive di Perfezione in un moto di tensione perenne e costante. Non vi è pertanto alcuna separazione né vi sono momenti di depotenziamento dalla Perfezione Originaria (attribuzione della Super Coscienza), perché Essa è Perfezione in ogni dimensione e Realtà Pensabile e Potenzialmente Esistente ed Essente. Come Super Attribuzione Essa conserva e con/partecipa della vita della Super Coscienza, che risolve in Sé, trascendendo tutte le possibili e pensabili facoltà della memoria, del giudizio e della volontà che permangono, agiscono e co/esistono simultaneamente nella Super Coscienza. In questa prospettiva di unicronia e undimensionaltà spaziale e temporale della Super Coscienza, non vi sono dinamiche di ritorno, perchè non vi è alcuna molteplicità. Sarebbe, per utilizzare un'espressione cara a Eckhart von Hochheim O.P., meglio conosciuto come Meister Eckhart, un “fondo dell’anima senza fondo” (Grund und Abgrund). Ma il fondo dell’anima della Super Coscienza in cui solo Essa può accedere e in cui solo Essa può generare e riprodurre Se Stessa, può interagire e dialogare con Se Stessa, può narrare di Se Stessa senza alcuna mediazione proprio perchè infinitamente potente. In questo modo Essa riesce a liberarsi anche dei suoi stessi contenuti, per essere certamente sine modis,  ma nello stesso tempo tendente sempre verso l’Essere e verso il Conoscere Se Stessa. Dunque la Super Coscienza ha realizzato in sé la staticità massimamente produttiva di quel Suo costituirsi come Unità partecipando a N gradi di Unità e N gradi di Perfezione

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martedì 17 febbraio 2015

LA STORIA DI SAN GIUSEPPE DA COPERTINO ( I Quaderni del Bardo) a cura di Maurizio Leo alla libreria Bookish di Lecce



La STORIA DI SAN GIUSEPPE DA COPERTINO a cura di MAURIZIO LEO (I QUADERNI DEL BARDO) sarà presentata il 21 febbraio 2015 ore 19,00 presso Libreria Bookish in Via Cesare Battisti 22 (Lecce). Interverranno Maurizio Nocera, Alessandro Laporta, Mario Cazzato, Anastasia Leo (redazione I Quaderni del Bardo), Ludovica Leo (social media communications de I Quaderni del Bardo), Stefano Donno (co-direttore editoriale de I Quaderni del Bardo).
“Quasi tutte le biografie fondamentali del Santo, dal Nuti al Rosmi, dal Roncalli al Bernini, dall'Agelli al Montanari, per limitarci alle "classiche", sono opera di studio ed erudizione, testimonianze di una vita esemplare vista da uomini di fede e di chiesa, documenti tesi ad illustrare il cammino che dalla beatificazione portò alla santificazione, monumenti insomma che la cultura del tempo, quella che disponeva degli strumenti idonei e sapeva farli ben funzionare, realizzò nel migliore dei modi e ad futuram rei memoriam. Ma chi in questi 400 anni trascorsi dalla Sua nascita (1603-2003) ne ha fornito un'immagine, come dire, dalla "Sua" parte? Cioè raccontando, oltre i luoghi diventati ormai comuni del "boccaperta", dei voli e delle estasi, del patronato degli studenti, il Giuseppe visto dai suoi simili, dai contadini e dai mercanti, dai paesani e dai forestieri, dalle donne e dai bambini? Se si fa eccezione per alcuni autori, limitandoci al secolo appena finito ed al circoscritto spazio della letteratura - mi riferisco alla ormai riconosciuta triade italiana composta da Ignazio Silone, Vittorio Bodini e Carmelo Bene che rappresentano il romanzo la poesia e il teatro- ben poco rimane ed il panorama appare alquanto desolato e sconfortante, anzi il confine della dissacrazione, spesso e volentieri oltrepassato, li identifica ormai con gli scomodi, una sorta di enfer posto agli antipodi  da cui è difficile toglierli e che per essere forse eccessivamente caricato, non rende certo un buon servizio alla ricostruzione di quella particolare condizione in cui visse il Santo.  Manca insomma la controparte, manca una via di mezzo, di facile accesso per tutti ed affidabile per i contenuti, che consenta il giusto approccio e garantisca una percorrenza, se così si può dire, persino gradevole.” (dalla prefazione di Alessandro Laporta) .
E’ questo forse un piccolo ma significativo tassello che ci parla del Santo dei Voli in una maniera altra, più lirica forse, ma non meno incisiva delle altre importanti narrazioni su San Giuseppe. Una storia divisa in tre parti, che scandisce ritmicamente i fatti salienti della vita di Giuseppe: l'infanzia e la giovinezza fino alla vocazione ed all'accettazione nell'Ordine; il periodo della maturità dal primo volo al processo napoletano, ai due incontri col Papa; gli ultimi eventi fino alla morte, introdotti dall'invocazione alla Musa da parte dell'autore ("O cara Musa mia apri li porte")
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