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giovedì 17 aprile 2014
Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupèry per La fiaba e il sogno – i laboratori di lettura per bambini alla Icaro Bookstore di Lecce. L’appuntamento è per il 18 aprile 2014
La Libreria Icaro si dimostra innovativa anche nell'ambito
dell'educazione e formazione dei bambini, dedica infatti gli appuntamenti del
mese di aprile a storie per esplorare il nostro mondo in relazione con
l’ambiente circostante: i bambini potranno vivere le storie attraverso la
meravigliosa esperienza del “Circle time”, espressione inglese che
significa “tempo del cerchio”. Una delle metodologie più efficaci
nell’educazione socio-affettiva, che facilita e sviluppa la comunicazione
circolare, favorisce la conoscenza di sé, promuove la libera espressione delle
idee, dei sentimenti, e dei vissuti personali, creando un clima di benessere e
di condivisione. Una piacevole pratica per favorire anche il piacere di
leggere.
Da non perdere:
Venerdì 18 Aprile, ore 17.30 - viale Felice Cavallotti 7/A - Lecce.
-
Venerdì 18 Aprile, ore 17.30: si viaggerà insieme a “Il
Piccolo Principe” (Bompiani) di Antoine de Saint-Exupèry, un capolavoro di
poesia narrativa in grado di appassionare grandi e bambini, dove emergono
valori come la ricerca di se stessi, la cura dell’amore, il valore
dell’amicizia e la speranza.
Il Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry (Bompiani) - È la storia dell'incontro tra un aviatore, costretto da un guasto ad un atterraggio di fortuna nel deserto, e un ragazzino alquanto strano, che gli chiede di disegnargli una pecora. Il bambino viene dallo spazio e ha abbandonato il suo piccolo pianeta perché si sentiva troppo solo lassù: unica sua compagna era una rosa. Un libro che si rivolge ai ragazzi e “a tutti i grandi che sono stati bambini ma non se lo ricordano più”, come dice lo stesso autore nella dedica del suo libro.
Antoine de
Saint-Exupéry era un pilota, proprio come l’amico del piccolo principe.
Viaggiava su piccoli aerei per portare la posta da un punto all’altro del Sud
America, e viaggiando pensava molto, e dopo aver pensato scriveva. Quando venne
la guerra, diventò pilota di guerra. Un giorno del 1944, era luglio, si alzò in
volo sul Mediterraneo e non tornò più.
INFO
Libreria Icaro
Bookstore - viale Felice Cavallotti 7/A
- 73100 - Lecce.
Tel. 0832.331999
e.mail pantealecce@libero.it
indirizzo web http://www.icarobookstore.it
e anche http://icarobookstorelecce.blogspot.it/
Asbel Dumpierre Gomez a cura Chiara Gatti e Giorgio Seveso presso LaboExpo – Galleria e Laboratorio d’Arte Contemporanea
TUTTO INVISIBILE, TRANNE GLI OCCHI
Estratto dal testo critico di Chiara Gatti
Se è vero – come si dice – che gli occhi sono lo specchio
dell'anima, le figure di Asbel devono avere un'anima complessa. Per lui, figlio
di una cultura latino-americana che, in letteratura come in pittura, ha sempre
mescolato realismo e magia, tradizione ed esotismo, plasmare personaggi fatti
di luci e ombre, difficili dentro e fuori, tortuosi come labirinti, è cosa
naturale. Dalle sue tele, colore del sangue e dell'arena, si affacciano infatti
folle di volti inquieti, che sbirciano, osservano, puntano, scrutano. I loro
occhi non battono ciglio, non cedono a colpi di sonno, sono grandi, immobili e,
soprattutto, sono tanti. Decine di palpebre e di iridi profonde si aprono sulle
guance floride come finestre, si schiudono come boccioli e si moltiplicano come
esseri alieni. Sono occhi magici, occhi spettrali di creature fantasma, come
quelli dello “stregatto” che, nei sogni di Lewis Carroll, si smaterializzava e
diventava tutto invisibile, tranne gli occhi.
ASBEL O DELL’IMMAGINAZIONE
Estratto dal testo critico di Giorgio Seveso
Giunto oggi per la prima volta assoluta in Italia, Asbel
Dumpierre, tra i maggiori esponenti della giovane pittura cubana attuale,
mostra una coerenza e una identità di mano sicure e potenti e, soprattutto, una
indipendenza di visione, una autonomia di ispirazione e di linguaggio così
totali e così sovrane da rendere pressoché unico il suo lavoro, inconfondibile,
non assimilabile ad alcuna moda o tendenza oggi dominante.
È, insomma, una grande sorpresa, un outsider, una
personalità fuori dagli schemi. È una voce che si stacca con sicurezza dal coro
un po’ monocorde della contemporaneità.
Un talento solitario, si potrebbe dire, che si invera da una
parte in uno straordinario controllo della manualità pittorica e,
dall’altra, si mostra nella complessità
di un’energia narrativa di formidabile opulenza. Energia appassionata e
incalzante, che spazia con umore e impudenza in ogni piega della storia
dell’arte e dell’immaginario visivo di questi ultimi secoli d’umanità per
attingerne materiali che si addensano tra il grottesco e l’ironico, tra il
sarcastico e l’eccesso caricaturale, aprendosi a ogni invenzione e struggimento
sentimentale, a ogni sussulto di affabulazione assoluta.
Asbel, dunque, è certamente una personalità creativa di
primordine, da tenere d’occhio proprio perché è bravissimo pittore e
formidabile esploratore delle assurdità dell’uomo.
Asbel Dumpierre
Gomez
A cura di Chiara Gatti e Giorgio Seveso
Organizzazione di Giovanni Billari e
Franco Spelta /Promozione di Franco Brianda
Opening: 8 Maggio 2014 dalle h 18,00 alle h 21,00
In mostra fino al 30 Maggio 2014
Presso: LaboExpo – Galleria e Laboratorio d’Arte
Contemporanea
Foro Bonaparte 60 – Milano
Apertura al
pubblico: dalle
h 11,00 alle h 19,00
dal martedì al sabato
mercoledì 16 aprile 2014
IL MARCHIO, di Aurora D'Evals, Runa Editrice 2014. Intervento di Alessandra Peluso
La giovanissima Aurora D'Evals
sembra incarnare lo spirito del marchese De Sade: spaventosamente libero,
trasgressivo, erotico.
“Il marchio” edito dalla
piccola casa editrice veneta Runa è una storia intensa, di un contenuto che
rasenta i limiti dell'umano oltrepassandoli e assumendo una responsabilità di
esistenze che vogliono una vita senza giudizi né pregiudizi, libera da tabù,
dogmi e quant'altro.
Una scrittura fluida come il
racconto di D'Evals, scorre lentamente e si sente, fa male, procura piacere,
crea sensazioni profonde che non hanno nulla in comune con l'aspetto razionale,
forse. Non si tratta semplicemente di un incontro di un uomo e una donna e
delle loro intime perversioni, ma di capire fin dove il piacere si può
spingere, sino a quando l'essere umano è libero di trasgredire, evadere da
categorie e sillogismi.
“Il marchio” di Aurora
D'Evals marchia a fuoco appunto, lascia un'impronta indelebile come il tatuaggio
che Sara avrà sulla caviglia e lega come
la passione ossessionante tra Sara e Ginko. E non è un caso che il tatuaggio
simboleggi “l'edera”, la pianta della passione per Bacco, che cresce rigogliosa
e sempre verde ed è legata all'idea di amare in un modo strano, non conforme al
volere della morale. Sara si oppone al suo “status symbol”, alla famiglia, alla
vita benestante per entrare in un mondo che la condurrà al limite dell'abisso e
sarà paradossalmente la sua stessa ancora di salvezza che regalerà una vita
felice, apparentemente come molte. “Dell'erotismo si può dire, innanzitutto,
che esso è l'approvazione della vita fin dentro la morte” (Georges
Bataille).
È l'incarnazione di “eros” e “thanatos”,
è un incontro che a volte rasenta l'indicibile.
Dal pretesto di un tatuaggio ad
un gioco erotico dove i due soggetti e oggetti si dominano, controllano,
legano, sottomettendo corpo e mente. Non serve dare delle riflessioni morali,
né tanto meno attuare quella che Kant definisce la “filosofia del limite”,
sarebbe riduttivo e fuorviante. Ciò che sembra necessario è leggere questa
intrigante storia narrata con una sorprendente consapevolezza e calcolante
capacità dall'autrice e tentare di sottoporre ogni sensazione fisica e psichica
alla narrazione. Il lettore alla fine né uscirà più libero o prigioniero dello
spirito de sadiano di D'Evals.
“Sara ridotta alla cruda essenza,
spogliata di ogni maschera, esposta al pubblico ludibrio”, fedele al suo dio
sempre, diventa un oggetto nelle sue mani volutamente, dà il cuore al suo
Ginko. E lui lo sapeva bene e non la deludeva mai. C'è una notevole complicità
tra i due, un amore vissuto e percepito a modo loro, che condurrà gli stessi
protagonisti ad una fine che il lettore non s'aspetta.
Sorprendente e accattivante, nessuna
sfumatura, ma colori nitidi: il rosso e il nero, tutto incredibilmente chiaro
nel libro “Il marchio”.
Nessuna banalità, ma una
sconcertante condizione esistenziale voluta da entrambi forse semplicemente per
trasgredire, per giocare, per sentirsi liberi, per evadere, provocarsi, forse
una storia di amore e sesso dove a predominare è Dioniso; mentre, Apollo giace,
sagace soccombe e tace.
«Si era fatto amare, e usava
quell'amore come un guinzaglio per condurmi, all'epoca non mi rendevo conto che
il guinzaglio ha due capi, che deve averne due per forza, o smette di essere un
guinzaglio, e che chi lo tiene in mano non è meno prigioniero di chi lo porta
al collo» (p. 177).
Per coloro che hanno voglia di
provare nuove emozioni, di leggere storie che vadano oltre ogni confine e
beneficiare della propria passione per i libri in modo inusuale, consiglio la
lettura di “Il marchio” di Aurora
D'Evals, il resto è solo da scoprire.
martedì 15 aprile 2014
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