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giovedì 16 gennaio 2014
mercoledì 15 gennaio 2014
Prima che tu mi tradisca, di Antonella Lattanzi, Einaudi (Torino, 2013), pag. 425, euro 19.00. Intervento di Nunzio Festa
Avendo letto
"Devozione", lo sconvolgente romanzo d'esordio d'Antonella Lattanzi,
con abbondante distacco dalla sua pubblicazione, ho 'rimediato', o forse, anzi,
il contrario, diciamo che almeno ho provato a leggere sempre con calma anche se
- dal primo giorno della uscita in libreria, il "Prima che tu mi
tradisca". E da subito m'ha meravigliato; ovvero è riuscito: a darmi
dall'incipit stesso: lo stupore che soltanto la letturatura riesce a dare.
L'iprite delle bombe statunitensi sconvolte, siamo al 2 dicembre del '43, da un
bombardamento dell'aviazione nazista al porto di Bari, termina praticamente
tutta (oltre che nelle almeno mille vittime provocate - a diverso titolo)
nell'anima ancora non spuntata delle sorelle Angela e Michela, figlie d'uno dei
sopravvissuti all'evento catastrofico, il barese di Bari ovvero cittadino
Japigia, Giovanni Cipriani. Dannate e dannose che poi si fan carico, ma
stavolta saran già nate, del fumo del mitico Teatro Petruzzelli. Tutto vero.
Insomma reali i fatti, cronaca per una parte. Fino a quando arrivà il
veritiero, cioé la distruzione completa d'una famiglia normale. Dalla quale
Angela, Angela J., è la prima a fuggire. Nell'altro approdo, Roma. Il luogo è
gigante, comunque. Perché Lattanzi ingrandisce fino allo sfinimento, dando
spasimi agli spazi descritti, personaggi e luoghi, luoghi e personaggi, del
capoluogo pugliese - sapientemente riportato nelle sue fattezze -, che tra
l'altro è la sua città d'origine. Il codice linguistico scelto da Antonella
Lattanzi è nuovamente il migliore possibile. Dialogo puntuale, italianizzazioni
dal dialetto, strimpellate in prosa e accenti lirici da appuntare nella mente.
Per non parlare dell'ambientazione temporale. Le scene, sostenute perfino da
cambi di voce, fanno da intervallo in vite che meriterebbero un poco di
serenità. I manichini animati assicuratici da Lattanzi, vedi quel che diventa a
un certo punto Michela, sono conseguenza delle azioni vorticanti. E assalgono
mutamenti epocali con deviazioni mentali da palcoscenico dell'iquisizione. Le
mosse di Angela Junior e di Sté quanto il vivo passato dei genitori di queste
donnine da momenti arrabbiati alternati a sofferenze volutamente sperimentate
insieme a tutto il resto della poderosa trama non sono che una composizione.
L'autrice tocca direttamente i tasti del pianoforte nell'opera di componimento
del suo prodigio. Che a ogni passo viene modellato sullo spartito. Ogni nota è
allo stesso tempo fatta e scritta. Col risultato utile di darci una lettura in
procinto di diventare un classico.
martedì 14 gennaio 2014
lunedì 13 gennaio 2014
MICHELE VITERBO 'PEUCEZIO' 1943 – 1945 (Lupo editore)
L’archivio Viterbo – dichiarato
nel 1990 di “notevole interesse storico” dalla Soprintendenza Archivistica per
la Puglia – è stato acquisito a titolo di donazione dall’Archivio di Stato di
Bari. Si deve alla sensibile lungimiranza dei figli di Michele Viterbo, Silvia,
Nicola e Donato, se le raccolte documentarie sono state donate all’Archivio
barese che in tal modo, nell’adempimento dei suoi compiti istituzionali,
arricchisce la collettività di Bari e dell’intera realtà regionale di
un’importante testimonianza relativa a vicende significative della storia
locale e nazionale.
dalla prefazione di Eugenia
Vantaggiato
(Direttore dell’Archivio di Stato
di Bari)
Michele Viterbo nasce a Castellana Grotte (BA) nell’ottobre 1890. A sedici anni scrive
il primo articolo per il Corriere delle Puglie e nel 1909 fonda, con Alfredo
Violante, la rivista Puglia Giovane. Durante la prima guerra mondiale è
decorato con la Croce di guerra. Collabora con il Corriere delle Puglie – che
diventerà in seguito La Gazzetta del Mezzogiorno – dall’ottobre del 1906 al
luglio 1943 e, successivamente, con lo pseudonimo di “Peucezio”, dall’agosto
del 1950 in
poi, scrivendo circa 1.500 articoli soprattutto di carattere storico ed
economico-sociale. Dal 1925 al 1929, per conto della Gazzetta e della Camera di
Commercio Italo-Orientale, cura con Sante Cosentino la pagina quindicinale de
La Gazzetta di Puglia intitolata “Le Vie dell’Oriente” e, dal 1926 al 1929, la
Gazeta Shqiptare, edizione albanese del quotidiano di Bari, del quale, dal
novembre 1933 al marzo 1940, sarà presidente del Consiglio di amministrazione.
Nell’arco della sua vita Michele Viterbo collabora con circa ottanta testate
(quotidiani, settimanali, riviste) e pubblica oltre settanta tra volumi e
opuscoli. Tra le sue opere più note si cita “La Puglia e il suo Acquedotto”,
medaglia d’oro del “Premio Mezzogiorno” nel 1954 (Laterza Ed. 1954, 1991,
2010). Quest’ultima edizione viene pubblicata per iniziativa dell’Assessorato
ai Lavori Pubblici della Regione Puglia, con introduzione dell’Assessore
Fabiano Amati. Di grande valore sono i tre volumi, editi sempre da Laterza,
della serie “Gente del Sud”: “Antiche civiltà” (1959), “Da Masaniello alla
Carboneria (1962), con introduzione dello storico Raffaele Ciasca, e “Il Sud e
l’Unità” (1966). La trilogia è riproposta nel 1987 con introduzione del
dantista filologo Aldo Vallone. Nel 2011 viene pubblicata una nuova edizione de
“Il Sud e l’Unità”; il volume, con postfazione del Governatore della Puglia
Nichi Vendola, rappresenta la Puglia alle celebrazioni unitarie in occasione
dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Alla fine del 1923 Michele Viterbo fonda
l’Ente Pugliese di Cultura Popolare di cui è direttore generale sino al 1943.
Nel gennaio 1924 si costituisce la Camera di Commercio Italo-Orientale di cui
Viterbo è prima segretario generale, poi direttore generale e, dal 1929 al
1943, presidente. Nel maggio 1925 viene iscritto d’ufficio al Partito nazionale
fascista dalla sezione di Castellana Grotte. È nominato dal 1927 regio
Commissario e poi, dal 1929 al 1931, Preside della Provincia di Bari. Dal 1935
all’aprile 1943 ricopre la carica di Podestà di Bari. A questi anni sono legate
le maggiori realizzazioni della città e della provincia di Bari. Alla caduta
del fascismo anch’egli è sottoposto a severo scrutinio, il cui esito mette in
risalto la sua dirittura morale e la correttezza della sua gestione. Tra i più
anziani soci della Società di Storia Patria per la Puglia, ne ricopre, durante
la guerra, la carica di presidente e negli ultimi anni quella di vice
presidente. Dal luglio 1954, sino alla fine, è presidente del Comitato di Bari
dell’Istituto per il Risorgimento italiano. Sotto la sua guida si svolgono
importanti convegni che portano in Puglia studiosi da ogni parte d’Italia.
Muore a Bari il 13 aprile 1973.
domenica 12 gennaio 2014
sabato 11 gennaio 2014
“Tra sogno e caos”. Mostra personale d’arte di Marcello Maugeri. A cura di Massimiliano Bisazza .
Opening: 19 Febbraio 2014 dalle h 18,30 alle h 21,00. In mostra fino al 4 Marzo 2014 mattino. Presso: Galleria d’Arte Contemporanea
Statuto13, Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121 Milano, Apertura al pubblico:
dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato
Marcello Maugeri riflette intensamente sul mondo
che è in fase di continua, perpetua mutazione. Il suo vuole essere un approccio
sentimentale ed emozionale, dove grazie all’azione concettuale ci dona – come
lui stesso ama spiegarci – “un fermo immagine nel processo della creazione,
attinente alla vita, straordinariamente affine a quello dei social media”. I materiali sono di uso comune, “ready
made” e sono decontestualizzati proprio con l’accezione dadaista che ri-pone
l’oggetto stesso in un habitat connotato diversamente, affinando nuovi
significati e significanti grazie all’espressione artistica. La sua è una vera intenzione di
rottura delle consuetudini (cioè il “CAOS”) e di riformulazione dei modelli
archetipici ai quali siamo abituati dall’attuale società globalizzata. Maugeri
non resta immobile grazie al solo intervento meditativo bensì con un’azione
intensa, portatrice di un possibile cambiamento e di un utile inizio plausibile
(cioè il “SOGNO”). Allora è
lì che possiamo incontrarlo, in quel lasso spazio-temporale che permette alla
nostra e alla sua mente di fondersi con il dato oggettivo, con la realtà delle
cose e con la possibilità a nostra disposizione di mutare ciò che è in
divenire. E’ in quest’atmosfera surreale e a
tratti onirica che percepisco le installazioni dotate di cinghie nere come la
metafora della vita che spesso ci obbliga all’accettazione di quanto ci è forzatamente
imposta dalle cause di forza maggiore, dagli accadimenti, dalle circostanze
della quotidianità. L’Arte si
fa portatrice di messaggi subliminali aulici ma al contempo e paradossalmente
fruibili a tutti…basta volerli vedere, imparare a leggere la realtà
circostante. L’Eros e Tanatos che a mio avviso si dipanano di fronte ai nostri
occhi nella mostra personale milanese di Marcello Maugeri, possono essere
bilanciati fino all’idea di modellare il “caos”, di cui tanto ha scritto
Baudelaire, grazie al “sogno” di riorganizzazione veicolato dal potente mezzo
cui può assurgere l’Arte.
Per
informazioni:
Cell.
+39 347 2265227
MyMicroGallery presenta IL RESPIRO DELLA FORESTA mostra personale di HELENA KAIKKONEN
Dal 16 Gennaio
al 28 Gennaio, 2014 Opening Reception: Giovedì 16 Gennaio dalle ore 18:30 alle ore 21:00. A cura di
Stefania Carrozzini
MyMicroGallery è lieta di
annunciare Il Respiro della foresta, la prima mostra personale a Milano
dell'artista finlandese Helena Kaikkonnen. La mostra è composta da sedici
opere, di cui un’installazione e da quindici lavori tra collages e tecniche
miste. L’arte delicata e silenziosa di
Helena Kaikkonen s’ispira alle stagioni della natura nordica. Esponente della
nuova arte tessile, Helena Kaikkonen lavora combinando insieme materiali
naturali e tecniche diverse. Le opere che compongono Il Respiro della foresta
sono state realizzate durante il periodo autunnale del 2013, quando l'inverno
finlandese è alle porte e la luce a poco a poco diminuisce fino a quando è
buio. L’artista cattura memorie di sole dorato che splende molto basso
all’orizzonte e illumina il paesaggio.
Il suo messaggio è semplice e profondo: alla natura si deve timore e
rispetto. La Foresta per i finlandesi è sacra. E’ un luogo di quiete e di pace,
dove si ricaricano le energie fisiche e mentali. Solo chi sa rifugiarsi nelle braccia degli
alberi può ascoltare il respiro della foresta. E’ una lenta e prolungata
inspirazione di giorno e una lenta espirazione di notte. L’arte e la natura
condividono lo stesso ecosistema a livello di coscienza planetaria, ed è una
dimensione che ci fa sentire parte del tutto. Le opere di Kaikkonen esprimono
il sentimento della natura come Eco di un divenire dinamico, dove un filo
sottile tesse il linguaggio molteplice e luminoso della vita.
Helena Kaikkonen è nata a li, in
Finlandia nel 1959. Si è laureata all'Accademia Nazionale d'Arte di Bergen, in
Norvegia nel 1992. Utilizza
principalmente materiali tessili in combinazione con elementi naturali sperimentando
tecniche diverse. La sua produzione comprende installazioni, arte ambientale e
opere pubbliche. Dal 1993 ha
esposto le sue opere in Finlandia in molte mostre personali e ha partecipato a
numerose mostre collettive nel suo paese e all'estero. Ha ottenuto molte sponsorizzazioni in Finlandia e le sue
opere sono esposte in permanenza al Museo di Oulu e in molte collezioni private. Ha lavorato in residenze in Spagna, Berlino,
Australia e in Italia a Roma. Vive e lavora a Oulu, in Finlandia.
MyMicroGallery è uno spazio
abitativo/espositivo di Stefania Carrozzini riservato agli artisti di tutto il
mondo e destinato ad accogliere idee senza confini, un luogo fisico e virtuale
per progetti e confronti dove gli artisti sono gli assoluti protagonisti.
MYMICROGALLERY
Via Giovanni Boccaccio 24,
20123 Milan, Italy
www.mymicrogallery.com
info@mymicrogallery.com
tel: + 39 3384305675
- GALLERY HOURS ONLY BY
APPOINTMENT: MONDAY – FRIDAY, 11:00 –
6:00 p.m.
venerdì 10 gennaio 2014
“Hominis imago” - Mostra personale di pittura/scultura di: Giovanni Perrone. A cura di Massimiliano Bisazza
Opening: 5 Febbraio 2014 dalle h
18,30 alle h 21,00. In mostra fino al 18 Febbraio 2014 mattino . Presso:
Galleria d’Arte Contemporanea Statuto13, Via Statuto, 13 (corte int.) – 20121
Milano
Apertura al pubblico: dalle h 11 alle h 19 dal martedì al sabato
Dopo il successo newyorkese
nell’abitazione americana della sua testimonial di fama internazionale Ivana
Trump e in seguito all’esperienza di Miami; la mostra milanese di Giovanni
Perrone si palesa davanti ai nostri occhi ricca di nuovi spunti e di un
percorso cromatico di maturazione, emancipazione artistica avvenute nel corso
dell’ultimo anno della sua produzione.
Le opere selezionate dal curatore
della mostra personale sono decisamente ascrivibili a due periodi ben distinti
del suo fare arte:
Il primo, quello dell’ eccesso
dell’ istinto dove il gesto nervoso abbozza la figura intrisa di linee spezzate
simili ad un respiro infranto. Il disegno è spezzato, istantaneo e pieno di
emozionalità; quasi a voler trasmettere un forte disagio interiore frutto di
delusioni e di sofferenza che fanno capolino sulla tela. Il secondo, invece,
dove le tele sono disegnate di una figurazione meno scultorea ma più
introspettiva, i toni sono volutamente più desaturati con bianchi, neri e
conseguentemente virano alle sfumature di grigio. La foglia d’oro si affaccia e
adorna le donne diafane e meste; i volti sono caduchi e meno intonsi, come se
il profondo desiderio dei personaggi rifranti non fosse più quello di urlare il
proprio dolore ma di chiuderlo nella propria anima. In modo silenzioso e
decisamente meno plateale. Una volontà inconscia di rifrangere la mutevolezza
dell’animo umano e dell’artista al contempo. “Hominis imago” altro non è se non
la rappresentazione delle figure - con la tecnica pittorica e con quella
scultorea - dei ritratti del vivente umano, uomo o donna che sia. E’ la
nascosta verità della paura di soccombere che può essere stigmatizzata,
depotenziata grazie al potente ausilio dell’Arte.
Per informazioni:
Cell. +39 347 2265227
OFFICINA FILOSOFICA - Lecce nuova Agorà. Castello Carlo V (Sala UTE) - 11, 18, 25 gennaio 2014 ore 18
Con il patrocinio del Comune di Lecce e di Phronesis Associazione Italiana per la Consulenza Filosofica.
Il progetto OFFICINA
FILOSOFICA intende affrontare il tema dello sviluppo sostenibile della persona all'interno dello spazio urbano e promuovere l'immagine
della città come spazio
di partecipazione e costruzione condivisa, realizzando al suo
interno un vero e proprio open
space filosofico. Uno spazio
diffuso del pensiero in cui i cittadini
avranno l'opportunità di riflettere e pensarsi come soggettivi attivi di
cambiamento.
I Dialoghi Filosofici sono pubbliche
discussioni, aperte alla partecipazione di chiunque sia interessato senza
limiti e vincoli anagrafici, culturali e sociali. Il quid filosofico di questi convivi del pensiero è
rappresentato dalla presenza di un filosofo nella veste di facilitatore del
dialogo comunitario come spazio di domanda e di ricerca, in cui esperire
dinamiche e molteplici verità. Nel laboratorio
il partecipante può fare pratica del filosofare sperimentando con gli
altri abilità di ragionamento e argomentazione in un modo abbastanza ludico e
libero, in cerca di nuove soluzioni, capace di coinvolgere la persona in ogni
sua dimensione: cognitiva, emotiva, esistenziale, esperienziale,
comportamentale.
Programma
Sabato 11 gennaio 2014 ore 18,
Castello Carlo V (Sala UTE)
Scritto e parlato. La Parola come
cantiere della realtà.
Dialogando con Leda Cesari.
Sabato 18 gennaio 2014 ore 18,
Castello Carlo V (Sala UTE)
Dalla piazza virtuale alla piazza
reale. La parola in rete.
Dialogando con Pierpaolo Lala.
Sabato 25 gennaio 2014 ore 18,
Castello Carlo V (Sala UTE)
L’impresa della parola. Il
capitale della cultura.
Dialogando con Cosimo Lupo.
Dott.ssa Erika Ranfoni, Filosofo Consulente
e Docente di Filosofia nella scuola secondaria di secondo grado, si occupa
della progettazione e della realizzazione di attività di formazione e di
consulenza nell'ambito delle pratiche filosofiche e dell'Etica della cura. Ha
realizzato a Lecce il progetto Caffè
filosofici in Feltrinelli, il percorso sull'estetica del gusto Dei filosofici sensi e ha partecipato come relatrice e curatrice ad
attività seminariali presso la Fondazione
Palmieri in occasione della Settimana Rosa e della Giornata Mondiale del
malato di Alzheimer con la Professoressa
Simona Gasparetti Landolfi dell'Università di Roma Tre, esperta in Medical
Humanities.
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