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mercoledì 24 aprile 2013

Piccola guerra lampo per radere al suolo la Sicilia di Giuseppe Rizzo (Feltrinelli)




Andrea detto Osso, Martina detta Pupetta, Marco detto Gaga, tre trentenni senza grazia di Dio, funzionano così: non sopportano le minchiate. Le minchiate e i pidocchi. E Lortica, il piccolo paese siciliano dove sono cresciuti e da cui sono andati via per inseguire studi lavori e amori, a Roma Berlino e Praga, ne è infestata. Il sindaco racconta minchiate, ma anche il comandante dei carabinieri, persino un ministro della Repubblica. Alla minchiata più grossa, una menzogna sui fratelli Bonanno, che a Lortica volevano aprire un negozio di fiori e per questo sono stati ammazzati dai pidocchi, i tre amici decidono di tornare in paese con un piano: istituire una squadra di sabotatori delle minchiate e mettere tutto a soqquadro assieme all’aiuto di Mario detto Mario, quarantenne scorbutico e idealista. Tra discoteche scalcagnate, musica elettronica rock e tarantelle, pupi cannoli e templi greci, il mare d’agosto e le campagne riarse, Montalbano e Il Gattopardo, attentati all’ordine pubblico e scazzottate indimenticabili, questa brigata di antieroi riesce a far esplodere molti luoghi comuni sulla Sicilia e sull’Italia. Fino a una rocambolesca sfida finale e una risposta tutta loro alla domanda: come li scacciamo questi pidocchi?

Più suono di Lara Carrozzo (Lupo Editore)




La raccolta poetica di Lara Carrozzo si snoda delicatamente nella ricerca di quel senso sensibile che appare smarrito in una società che guarda la poesia e quindi le emozioni da un punto di vista piuttosto “angolare”. Il titolo stesso dell’intera opera poetica sottolinea in sè un surplus “Più” che rappresenta un’invocazione alle emozioni e quindi all’arte, come d’altronde già aveva fatto nella precedente silloge "Più Luce", nella quale l’autrice faceva appello al sovrappiù di luce, che rivela quell’eccedenza emotiva, l’ispirazione luminosa, da cui nasce la poesia. In "Più Suono" la nuova ricerca e l’appello sono alla musica, al suono, in qualsiasi forma si presentino. Ora, è l’eco continuo della vita, il suono fortemente passionale, che si traduce in poesia. In un gioco armonico di versi la scrittrice riesce a fondere la luce al suono in un viscerale continuum poetico: da ‘più luce’ a ‘più suono’, aprendo la strada all’arte nella sua manifestazione più profonda, per Lara, la poesia.

Lara Carrozzo, è nata a Melendugno nel 1979. E' laureata in Lettere Moderne presso l'Università degli Studi del Salento. Svolge un'intensa attività culturale che spazia dall'ambito letterario a quello civile e collabora nei diversi settori del sociale nei quali organizza e coordina eventi e convegni. Artista a tutto campo, interprete fine, coniuga musica poesia letteratura.

La guerra lampo di Giuseppe Rizzo in Sicilia

La guerra lampo di Giuseppe Rizzo in Sicilia

Letteratura e teatro per MeravigliArti Rassegna alla Cappella San Severo - Napoli - Repubblica.it

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martedì 23 aprile 2013

Il Grande Gatsby - Extended spot

Buenos Aires, incontro su nuove tendenze della letteratura italiana - ilVelino/AGV NEWS

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In treno nella letteratura russa | Russia Oggi

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La letteratura viaggia su Italo: nel "maggio dei libri" sconti a chi visita il "Salone del libro" - InfoOggi.it

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Presentato il Festival Nazionale della Letteratura Città di Giulianova | Cultura & Spettacolo | Teramo

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√ Tsunami Edizioni taglia il traguardo dei 50 libri di grande metal e rock - Rockol

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Maggio dei Libri 2013

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Baricco: «ho sbagliato il finale di tutti i miei libri»

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Parte un concorso per valorizzare i libri universitari - Il Sole 24 ORE

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lunedì 22 aprile 2013

Chiarelettere: "Confessioni ultime" Mauro Corona - con un film di Giorgi...

Chiarelettere: "Confessioni ultime" Mauro Corona - con un film di Giorgi...

AI CANTIERI TEATRALI KOREJA DI LECCE “POST-13 STORIE DOPO L'89 CHE NON SAPEVANO DI DIVENTARE UN MITO” a cura di PAOLO PATICCHIO (Lupo Editore)




Mercoledì 24 aprile (ore 18.30 - ingresso gratuito) i Cantieri Teatrali Koreja di Lecce ospitano la presentazione ufficiale del libro POST - 13 storie dopo l'89 che non sapevano di diventare mito (Lupo Editore) a cura del ventisettenne Paolo Paticchio. Un evento a metà tra il teatro e il live musicale, con video proiezioni, performance e reading. Un incontro con i 13 autori e il curatore, una presentazione che emozionerà e farà riflettere con genuinità.

"La nostra generazione, quella che ha compiuto i vent'anni ed è prossima ai quaranta, è spesso accusata di disorientamento, di assenza di punti di riferimento", sottolinea Paolo Paticchio, impegnato nel sociale, attivo in politica, coraggioso connettore di giovani esperienze diverse tra loro ma accomunate da un sentimento: la speranza. "Ma è proprio vero che questi giovani adulti sono privi di spunti a cui attingere per interpretare, criticare, cambiare il proprio tempo? O di maestri da assumere a modello per agire? Queste tredici storie – le nostre, le prime di un libro non finito, un input da raccogliere e sviluppare – sembrano dimostrare il contrario".

Post è, infatti, un libro scritto a più mani, 13 storie raccontate da 13 under 40 di diversa formazione e con diversi ambiti d’interesse, accomunate dall’essere pugliesi e tutte cresciute nel “mondo nuovo” dopo l’89. Il progetto raccoglie, in questo primo volume, le prime 13 storie. Dalla caduta di quel muro, abitudini, visioni, schieramenti hanno dovuto fare i conti con una realtà improvvisamente mutata. Un mondo diverso, non più caratterizzato dalla costante presenza di un necessario nemico comune che fungeva anche da fattore aggregativo, si affacciò all’improvviso. Ed è da lì che si vuole partire, da quei cittadini di Berlino che finalmente si son potuti riabbracciare, da quella città che ritornava ad essere un corpo unico, simbolo di una armonica ricomposizione di un mondo.

Storie di eccellente normalità che, partendo dalla credibilità dei loro percorsi, possono permettersi il lusso di insegnare con grande umiltà che si può far politica seguendo i propri ideali, che ci può essere lo sport pulito, storie che sono state un pretesto per interrogarsi su politiche migratorie, fenomeni televisivi, inchieste giornalistiche, nuove arti,  social media, innovazione, medicina, speranza, bioetica e tanto altro ancora che questa premessa non può svelare. “Storie Post ‘89, Post boom economico, raccontate da “quelli” che non  usano  il Post solo sul web per aggiornarsi ed aggiornare. Perché questa, in fondo, è una Generazione Post e può essere un’entusiasmante sfida; basta iniziare a conoscersi”.

Dal giornalista salentino Michele Frascaro a Don Luigi Ciotti, dal “giudice ragazzino” assassinato dalla mafia Rosario Livatino a Rita Levi Montalcini, passando per gli hacker, il regista Mario Monicelli, il writer Banksy, l'esperienza di Blob, la musica di Kurt Cobain, la politica di Dubceck, la malattia "condivisa" di Salvatore Iaconesi, le Non Archi-Star e l'incredibile e struggente vicenda dell'atleta somala Saamya Yusuf Omar, "un’eroina che sfida la geopolitica, lo scenario della povertà e del conflitto in nome della passione per lo sport e della voglia di riscatto". Un libro edito da Lupo Editore che attraversa diversi mezzi di comunicazione: il cartaceo, il web con il blog in fase di realizzazione  (www.generazionepost.it) e i social network (una pagina Facebook, Generazione Post, già molto frequentata e attiva). È il primo passo verso il racconto di una generazione che non solo vuole cambiare le cose ma è anche in grado di farlo.

Molto variegata anche la squadra degli autori composta da Alberto Cazzato (esperto di marketing e comunicazione), Giovanni De Stefano (giornalista esperto di social media e pratico di comunicazione), Tatiana Giannone (giovane salentina che attualmente lavora a Roma presso la sede nazionale di "Libera - Nomi e Numeri contro le mafie"), Osvaldo Piliego (giornalista, musicista e scrittore), Patrizia Carratta (dottoranda dell'Università nel Salento nel Dipartimento di Storia, Società e Studi sull'Uomo), Alfredo Polito (giornalista e attivista nell'Arci), Matteo Serra (comunicatore e cooperatore, tra i fondatori di Pazlab e L'impaziente), Gabriella Morelli (esperta di comunicazione sociale), Juri Battaglini (architetto e fondatore dell'associazione LUA, Laboratorio Urbano aperto), Ilaria Colazzo (laureata in matematica e tra gli esponenti più attivi dell'associazione universitaria "Link - Udu Lecce"), Angelo Pansini e Stefano Fumarulo (responsabili dell'Agenzia per la lotta non repressiva alla criminalità organizzata di Bari), Laura Preite (presidente dell'associazione Culturarte e responsabile del progetto Treno della memoria), Alessandra Lupo (giornalista che si occupa anche della diffusione di pratiche partecipate per la gestione della cosa pubblica).

"Queste sono le nostre tredici storie. Le prime tredici storie. Non una hit parade, non una classifica, non un libro “finito”. Sono solo le tredici storie da cui siamo voluti partire, importanti per i percorsi di ciascuno degli autori, che hanno deciso di spendere il proprio tempo e le loro energie per questo progetto corale. Inutile dire che è solo un inizio del nostro Post", sottolinea Paticchio nel libro. "Generazione Post. Post perché i latinismi ci piacciono, soprattutto quando li usiamo su un tablet ultrasottile. Post perché non vogliamo cancellare nulla, ma semplicemente aggiungere, cercare, trovare e proseguire. Post perché abbiamo voglia di correre e non più di inseguire".




Una giornata tra i libri | Cultura | bassanonet.it

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Regione Veneto - Comunicato n.653 - LIBRI. DOMANI “FLASH MOB” IN VENETO PER PROMUOVERE LA LETTURA

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I buoni esempi offerti anche da un libro . libreriamo.it - recensioni libri

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Gaia, la baby scrittrice che ha letto mille libri - Cronaca - la Tribuna di Treviso

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venerdì 19 aprile 2013

INIQUOTOUR perché un’altra Italia è possibile. Dal 20 al 28 aprile 2013 in Puglia Giuseppe Cristaldi con il suo Macelleria Equitalia (Lupo editore)

“Conosco Cristaldi da tempo, e da tempo conosco il suo modo di far scorrere la penna su carta bianca, dando vita ad una lingua "altra". Un giovane che scrive e che, scrivendo, unisce un italiano impeccabile a quel dialetto che sa di "terra", che sa di "casa".  Credo che il talento di Giuseppe sia proprio il saper raccontare, permettendo a chiunque di sentirsi a casa, anche a chi, il dialetto pugliese, non sa nemmeno che cosa sia. 5 racconti, 5 storie, 5 vite; è il mondo al contrario, siamo noi adesso la carne equina, siamo noi la vera carne da macello.” (MICHELE PLACIDO)


Si chiama “INIQUOTOUR – perché un’altra Italia è possibile” la tournée dello scrittore Giuseppe Cristaldi in Puglia dal 20 al 28 aprile 2013 con il suo nuovo lavoro edito da Lupo dal titolo “Macelleria Equitalia”. Ecco le date degli appuntamenti: Il 20/04/2013  a BARI presso la Libreria Roma (Piazza Aldo Moro, 13 - Bari) alle ore 18.00 con Mingo (da "Striscia la notizia"); il 22/04/2013 alle ore 18,30 a FOGGIA alla Libreria Ubik  (Piazza Giordano, 75 - Foggia) dove presenterà il giornalista e direttore artistico della Libreria Ubik, Michele Trecca, e dialogheranno con l'autore  la scrittrice Roberta Pilar Jarussi e lo scrittore e ricercatore Giovanni Rinaldi, il 24/04/2013 a LECCE all’Ammirato Culture House (Via di Pettorano, 3 - Lecce) alle ore 19.30 dove coordinerà gli interventi Stefano Donno, di OverecoAgenzia, e dialogheranno con l’autore il Dott. Maurizio Toraldo, la scrittrice Simona Cleopazzo,  l'artista Paola Scialpi (leggerà alcuni brani la poetessa Marta Toraldo); il 25/04/2013 Giuseppe Cristaldi, alle ore 16.00, sarà ospite di un “dopopranzo d'autore” presso la MASSERIA STALI a CAPRARICA e dopo, sempre il 25/04/2013 a LECCE Giuseppe Cristaldi sarà ospite negli studi di Radio System Network  alle ore 21.00 con interventi dei lettori in diretta su Facebook, sms, twitter, whatsapp; il 26/04/2013 sarà a TAURISANO (LE) Casa Vanini, Via Roma 44 alle ore 19.30 dove ci sarà l’introduzione di  Claudio Scordella - vice Sindaco e la presentazione sarà a cura del prof. Luigi Guidano - insegnante di storia e italiano; il 27/04/2013 sarà a CASARANO (LE) alla Libreria Dante, Via Matino 10 alle ore 19.30 con Antonio Memmi, giornalista de IL GALLO; il 28/04/2013 Giuseppe Cristaldi sarà a RACALE (LE) all’Associazione APE “Gabriele Toma”alle ore 18.30 in Piazza Beltrano

"Recensire un libro che parla di sofferenze umane è come scorticare con una lama quella stessa ferita per farla sanguinare ancora, qualsiasi cosa si vuol dire si cerca di farlo sommessamente per non urtare la sensibilità di nessuno. Ecco sì, di sensibilità si tratta nel libro Macelleria Equitalia (Lupo Editore), di un’acuta sensibilità che hanno i protagonisti delle storie raccontate con acume intellettuale da Giuseppe Cristaldi, ma di questa singolare caratteristica umana non è certo provvista la spregiudicata macchina esattoriale italiana chiamata “Equitalia”. È un mostro gigantesco, simile alle Arpie raccontate da Omero, Virgilio e Dante o ai tanti mostri mitologici dalle sembianze umane e animali che uccidono senza pietà.

È l’incubo di moltissimi italiani del presente. E in queste pagine si tocca con mano la realtà di gente povera, semplice, contadini, imprenditori agricoli, operai che per non aver pagato le fatidiche tasse si ritrovano con l’incombenza Equitalia e le visite di ufficiali giudiziari che sembrano spregiudicati come racconta Paolino, mentre in realtà eseguono solo il loro lavoro, una professione come tante che a ben dire non devi possedere certo sensibilità nè un briciolo di cuore altrimenti sei fregato, altrimenti il lavoro non puoi eseguirlo, non puoi essere spietato contro chi disarmato si presenta nudo davanti “senza arte né parte”: nudo - disarmato. Paolino, giovane protagonista di una storia, cova rabbia parimenti determinazione per diventare un giorno anche lui funzionario Equitalia e riscattare la povera madre che si occupava di cucire le suole presso un calzaturificio salentino e il padre che distrutto dal vino e dalla miseria trascinava ogni giorno a stento il suo corpo.

Nel silenzio di questa famiglia povera ma ricca di dignità e coraggio di vivere si perpetua l’amore: un grande amore e riconoscenza che Paolino ha nei riguardi della madre che vorrebbe un giorno far vivere e non sopravvivere e attendere magari il proprio turno per diventare carne da macello.
È un libro straordinariamente reale questo Macelleria Equitalia (Lupo Editore): una metafora e un accostamento quasi simbiotico che identifica la drammatica quotidianità che vive moltissima gente attualmente in Italia.
Un’Italia misera sotto ogni punto di vista. È acuto il linguaggio utilizzato dall’autore per raccontare storie che ci appartengono, insomma chiunque prima o poi si imbatte in Equitalia, basta non pagare una tassa. È certo che le tasse è dovere di tutti i cittadini pagarle per fare andare avanti la macchina dello Stato, questo Stato però che siamo noi stessi, non dimentichiamolo, membra di un corpo che spesso tradisce e non perdona. È un libro di denuncia, come anche di testimonianza, è un libro che racconta le vite di gente sola e dimenticata e quindi vuole essere anche un modo generoso per dare voce a chi voce non ha.

Macelleria Equitalia (Lupo Editore) di Giuseppe Cristaldi lascia il segno, come un solco percorso dal letto del fiume. Così il figlio alla madre dice: «Ascolta, mamma mia beddra, ci sono cose che uno vive mentre un fiume lo passa dal buco del culo al cuore. Fiume e ommini sono due cose diverse: ci sono volte in cui lu fiume cangia ma l’uomo no. Se pure un fiume decidesse di cambiare il corso, di scorrere da un’altra parte, tralasciando ‘u bucu t’u culu e lu core, l’uomo non cambierebbe una minchia, si comporterebbe come se quel fiume lo avesse dentro. Mi capisci, ma’? Ci sono cose che segnano. L’acqua si asciuga, ma il segno rimane». (pp. 116-117).

Cosa si può dire di fronte a questa lezione di vita?

Nessuna parola sublime, eufemismo, enjambement, raffinatezza letteraria avrebbe senso e potrebbe parlare al lettore meglio della saggezza popolare. Quella sana saggezza che forse soltanto Aristotele conosce bene, una virtù che sembra appartenere ai nostri avi che hanno vissuto lasciandoci un’eredità abbondante con sacrifici anche umani e noi ahimè la stiamo sperperando. Poco è rimasto di una saggezza che insegna se pur purtroppo nel dolore, perchè è quando c’è il bisogno e si conosce la sofferenza - come dice anche il protagonista di un racconto del libro - che si aguzza l’ingegno e si impara a vivere. Leggere Macelleria Equitalia è necessario, perchè fa rivivere quei diritti e valori che appartengono ad ogni essere umano, ma che cadono nel dimenticatoio della macchina maledetta della burocrazia, della finanza e delle banche che uccidono come carne da macello e dove dignità e lavoro - chiaramente scritti nella Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo e nella cara Costituzione italiana - non esistono più e restano voci mute o peggio azzittite.

(Alessandra Peluso su “Affari Italiani”)

Giuseppe CRISTALDI - Nato nel 1983 a Parabita. Vive nelle campagne di Sassari. Ha pubblicato “Storia di un metronomo capovolto” (2007), con nota di Franco Battiato; Un rumore di gabbiani - Orazione per i martiri dei petrolchimici (2008), con cameo filmico di Franco Battiato e prefazione di Caparezza; Belli di papillon verso il sacrificio (2010), con nota di Teresa De Sio; Nefrhotel. Mi hanno venduto un rene (2011). Ha ricevuto il “Premio Kallistos – 2009” e il “Primo premio al concorso nazionale di drammaturgia contemporanea Under 30 di Roma – 2012”


Info:
Lupo Editore
Tel. 0832.94.95.10
www.lupoeditore.it

LIBRI/ L'amore (letterario) ai tempi del new adult (2)

LIBRI/ L'amore (letterario) ai tempi del new adult (2)

25 libri da leggere per renderci persone migliori | Apollodoro

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Classifica libri più venduti in Italia

Classifica libri più venduti in Italia

giovedì 18 aprile 2013

La riscrittura oltrepassante. ERNESTO DE MARTINO E LE DIALETTICHE DEL «RITORNO». CINQUE STUDI di Placido Cherchi (Kurumuny Edizioni)




Potente polo di attrazione intellettuale, l’opera di Ernesto De Martino, dopo la «riscoperta» provocata dalla comparsa de La fine del mondo, non ha più cessato di dominare la scena ermeneutica e di esigere cospicui investimenti di energia da parte dei suoi interpreti. Nel terreno della critica antropologica, il settore della «demartinologia» è ormai uno dei più estesi e non si contano più i contributi destinati ad accrescerlo. L’autore del presente volume ne è una prova:  dopo i quattro libri demartiniani fatti uscire tra la fine degli anni Ottanta e l’anno scorso, egli ci presenta ora questi Cinque studi, anch’essi demartiniani e anch’essi ostinatamente interessati a indagare oltre l’immediato apparire.

Il tema è stavolta quello del «ritorno» al Mondo magico realizzato a poco a poco dalle opere della fine, in una sorta di riappropriazione-rilancio degli allargamenti storicistici sacrificati allora. La sostanziale riscrittura delle tesi messe in crisi dai «maestri» e demolite dall’«autocritica» viene letta ancora una volta come un gesto di necessaria fedeltà alle antiche convinzioni, ma anche come la più compiuta e oltrepassante rifondazione della loro modernità. Confermando la natura quasi inesauribile della miniera-De Martino, i cinque scritti proposti qui continuano a scavare nelle sue viscere e a inseguire filoni perduti o tracce rimaste inosservate. Ne risultano approdi imprevisti e rovesciamenti di prospettiva che riescono a restituire a De Martino qualche tratto importante tra quelli lasciati in ombra dalla vulgata.

UNA FRITTATA PER DUE ALLA TENUTA MONACELLI CON MINO DE SANTIS E PIERPAOLO LALA INSIEME A LUPO EDITORE




Alla Tenuta Monacelli & Masseria Giampaolo in via Giacomo Ponticelli in località Cerrate (Lecce) il 20 aprile 2013 alle ore 20,30 ci sarà un evento speciale assolutamente da non perdere.   C’è un filo che unisce il giovane ideatore di “Fornelli Indecisi” Pierpaolo Lala al cantautore salentino Mino De Santis.  Un Filo d’Olio: l’olio del Piccolo Manuale Untologico  e l’olio di “Arbu Te Ulie” il testo simbolo della produzione artistica del “poeta rurale”.  La forza vitale del dialetto salentino di ”Caminante” (Ululati, Lupo editore), l’ultimo cd  di De Santis,  incontra le “50 sfumature di fritto” di Pierpaolo Lala (Lupo editore),  un’ode dedicata al più gustoso sistema di cottura. L’evento, in programma il 20 aprile a Tenuta Monacelli, sarà l’occasione per valorizzare la produzione dell’Olio Extravergine di Oliva che da sempre ha un ruolo fondamentale nella cucina e nella tradizione gastronomica salentina.   Un filo continuo tra parole, musica ed emozioni  per dialogare assaporando i prodotti della nostra terra. Tra fritti, fritture e frittate, i giornalisti Pino De Luca e Azzurra De Razza, l’editore Cosimo Lupo,  dialogano  con Pierpaolo Lala e Mino De Santis: dall’alchimia dell’olio bollente allo “Scarcagnizzu”, dalle ricette indecise  alla “Prucissione”, dalla pastella  al “Fidanzamentu”.  Nell’ipogeo di Tenuta Monacelli l’incontro tra l’elisir di salute e genuinità e le produzioni di Lupo Editore.  Appuntamento dunque alle 20.30. Nella prima parte della serata la presentazione di “50 sfumature di fritto”, nella seconda il Concerto di Mino De Santis accompagnato da Pantaleo Colazzo alla fisarmonica e Pasquale Gianfreda al contrabbasso. A firmare i piatti selezionati per assaporare l’Olio extravergine, lo chef di Tenuta Monacelli Gianfranco Tanzi: dagli antipasti con la parmigianina ai sapori di fumo alla cascata di frittini tra mare e terra,  per passare alle Tacozze fritte di grano saraceno in zuppetta rinascimentale, dagli spaghetti fritti al Bon Bon fritto al profumo di mela verde. Il tutto accompagnato dai Vini della Cantina SAMPIETRANA.

CAMINANTE di Mino DE SANTIS (etichetta Ululati, Lupo Editore)  - Testimone di usi e tradizioni del meridione e del Salento, di storie di vita tra il triste ed il comico, senza perdere mai l’ironia e la musicalità tipica dei cantautori italiani come De Andrè o Stefano Rosso, è questo Mino De Santis. Il suo nuovo album “Caminante”, prodotto e messo in commercio dalla neonata etichetta musicale ULULATI della Lupo Editore, è un insieme di istantanee di personaggi, vizi e virtù di un’Italia e un Sud alla continua rincorsa di un’identità. Allora si parte, come sempre, verso il nord, con il treno delle venti, in cerca di fortuna, emigrando verso la Lombardia ricca di gran lavoratori ma povera di bellezza. Basta poco a rifarsi la valigia per ritornare “al paese” anche se nulla cambia pertanto “resta la sopravvivenza e la non appartenenza” e la voglia di essere “Sempre in viaggio”. Si ritorna, quindi, tra strade delle processioni, della falsa disperazione dei funerali, dell’arsura e de “La zoccula”, una escort che difende il suo lavoro e che, come la più famosa “Bocca di Rosa”, sconvolge la quiete del paesino mettendo alla berlina i falsi moralismi a favore della sua genuina passionalità. Un dipinto a mille tinte a suon di valzer, stornelli e fanfare.   È senza dubbio un disco pieno di poesia, dove il dialetto viene facilmente tramutato in rime e versi senza mai scadere nell’ingenua poesia popolare. E allora pare di sentire un po’ di Gaber, De Andrè, Bressaine, quei cantanti-poeti che hanno influenzato la formazione musicale di Mino De Santis. La “Caminante” di Mino gira per i vicoli, per le strade, tra la gente ed è curiosità di scoprire senza più sentirsi legata a una cultura famigliare che mozza il suo sguardo. È sud: terra e bellezza.  

50 SFUMATURE DI FRITTO a  cura di Pierpaolo Lala (Lupo editore) - Vi piace la frittura nonostante il parere negativo del vostro medico? Vi piace la pastella? Vi piace impanare e “calare” qualunque cosa nell’olio bollente? Siete fan di “P per Purpetta”? Pensate che per preparare la parmigiana di melanzane servano le dovute autorizzazioni edilizie? Pensate che la frittura sia sensuale e afrodisiaca? Avete trovato il libro giusto. Il 15 dicembre esce in tutte le librerie d’Italia e in edicola con quiSalento,“50 sfumature di fritto. Piccolo manuale untologico” (Lupo Editore). Il libro, nato da un’idea del giornalista Pierpaolo Lala, patron del concorso di cucina dozzinale “Fornelli Indecisi”, raccoglie cinquanta ricette (rigorosamente fritte) pensate e scritte da una pattuglia di giornalisti e docenti universitari, casalinghe e pensionate, professori e professioniste, nonne e nipoti, mamme e figli. Cinque categorie (antipasti, primi, secondi, dolci e cibo di strada) per assaporare verdure e pesce, carne e cremose leccornie. Completano il manuale, un’introduzione di donpasta, i consigli di frittura di Giuseppe Barretta e il tentativo di Pino De Luca di rispondere all’eterno dilemma tra vino e birra. E se la frittura è un orgasmo (a volte anche multiplo) pericoloso, il libro vuole concedersi alla passione e all’eccesso con due racconti molto intensi di Osvaldo Piliego e Manila Benedetto.
Circa 100 pagine per assaporare l’olio e le sue sfumature. Fornelli Indecisi è un concorso di cucina dozzinale, nato dall’esperienza dell’omonimo gruppo su Facebook. Casalinghe disperate, single buongustai, nonne con la frittura nel sangue, mamme con la polpetta facile, zii con il vizio della crostata, nonni avvezzi alla pasta con le cozze, quelli che dicono “non so chi sia Antonella Clerici”, quelle che pensano che “la Parodi era meglio cotta e mangiata” sono i concorrenti ideali di questo concorso dedicato a tutti. La terza edizione, anticipata dalle Primarie del Centrotavola, è attesa per la primavera 2013.


Info - 0832. 382037
Mobile  - 329. 8375434

GLI AEDO CON NABIL DEI RADIODERVISH AL WOMB




Il WOMB di Lecce (Strada vicinale Bernardini snc a Cavallino in provincia di Lecce) non delude neanche questa volta le aspettative del pubblico salentino accogliendo il gruppo degli AEDO che presto diventeranno una nuova rivelazione nel panorama della musica italiana e il loro disco "Saluto al nemico" (Lupo Editore) presentato da Nabil dei Radiodervish. IMPOSSIBILE PERDERE QUESTO EVENTO! L’appuntamento è per venerdì 19 aprile 2013 alle ore 21,00 al WOMB (Strada vicinale Bernardini snc. - 73020 - Cavallino LECCE).


Molto più che interessante, anzi intrigante e molto bello questo lavoro degli AEDO. L'album si apre con ACQUA e si chiude con PENELOPE, come se nell'andirivieni delle onde nel tessere e disfare una tela ci sia un attesa di qualcosa di positivo l'arrivo anche solo di una immagine benigna. Tra il brano di apertura e quello di chiusura splendidi brani sono Le orecchie del Re e La pancia del mostro. Bellissima anche LE TUE MANI. Le sonorità sono a volte rarefatte a volte forsennate come gli stati d'animo di una società in travaglio. Belli i testi con sfumature agrodolci e le sonorità che vanno dalla ballad a brani più potenti intersecati da un'etnicità mai banale. Un disco da non perdere per nessun motivo: un disco che fa pensare sognare viaggiare sperare attraverso le splendide voci dei cantanti. (Oliviero Malaspina)


Nato nell’agosto del 2010, il progetto AEDO delinea un percorso lirico che si nutre delle radici del suono piegando il canto popolare alla riproduzione della natura. Dalla ricerca e riconsiderazione di antichi miti fino a giungere a testi di natura contemporanea, lo spettacolo proposto restituisce un ricercato immaginario arcaico che si distingue in contesti molto diversi dimostrando di possedere quella natura poliedrica tipica del Teatro Canzone. Nel 2011 e 2012 gli AEDO si esibiscono in numerosi concerti, dividono il palco con artisti di fama internazionale come i RADIODERVISH e LUCA MORINO, realizzano una tournee nazionale che li porta a suonare a ROMA e BARI, vincono il Concorso "Officine della musica" in occasione del quale viene prodotto un videoclip professionale del brano "Macarìa" realizzato dalla PUNTO EXE con la regia di Gianni de Blasi e sostenuto da diversi partner quali: UNIONE EUROPEA, PUGLIA SOUNDS, REGIONE PUGLIA, TEATRO PUBBLICO PUGLIESE, PUGLIA PER TUTTE LE STAGIONI.

Gli AEDO sono:
Giovanni Saccomanno voce e chitarra acustica
Eleonora Pascarelli voce
Mauro Pispico chitarra classica
Chiara Arcadi violino
Francesco Spada organetto
Giuseppe Donadei percussioni
Giorgio Kwiatkoswski basso


INFO

Premio svizzero di letteratura 2013 - Il Titolo

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Pasquale Chessa, ''Diventare Presidente della Repubblica rende uomini politici migliori'' . libreriamo.it - recensioni libri

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La Stampa - PendoLibro, la condivisione conquista anche il mondo dei libri

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lunedì 15 aprile 2013

PSY - GENTLEMAN M/V

ABBAZIA DI SAN MAURO SANNICOLA (Lupo editore) a cura di Sergio Ortese, gli Aedo e il progetto Archeosuoni al Monastero di S. Giovanni Evangelista a Lecce il 17 aprile 2013




Mercoledì 17 aprile 2013 ore 19,00 presso il Monastero di S. Giovanni Evangelista via delle Benedettine, 4 a Lecce è prevista la presentazione del volume edito da Lupo nella collana De là da mar a cura di Sergio Ortese dal titolo “ Sannicola – Abbazia di San Mauro. Gli affreschi sulla serra dell’Alto Lido presso Gallipoli”. Introduce Cosimo Lupo (Editore) presentano il volume Sergio Ortese (Direttore della collana ‘De là da mar’), Giuseppe M. Costantini (Restauratore di Beni Culturali). E previsto inoltre la presentazione del progetto Archeosuoni che verrà illustrato da Stefano Donno (giornalista di OverecoAgenza),  Luciano Pagano (scrittore di OverecoAgenzia); Giovanni Saccomanno (Aedo). Il progetto ‘Archeosuoni’ è un ambizioso progetto culturale che, attraverso la musica e specifici percorsi guidati, promuove la valorizzazione del patrimonio artistico meno noto della Puglia. Nel corso della serata gli AEDO* che presentano il loro ultimo lavoro dal titolo “Saluto al nemico” (Ululati, etichetta musicale di Lupo editore). 

Il libro - Il terzo volume della collana De là da mar di Lupo Editore, è dedicato ai preziosi affreschi medievali di San Mauro. La chiesa dell’antica abbazia italo-greca svetta tuttora sulla collina dell’Altolido di Gallipoli, lungo la direttrice per le marine di Nardò. L’importante monumento, per più di un secolo drammatico manifesto della marginalizzazione e dell’incuria del patrimonio storico-artistico meridionale, dopo coraggiose ed estenuanti battaglie civili, appare il protagonista di una rinascita culturale. Il risultato è da ascrivere soprattutto al Comune di Sannicola, il cui territorio comprende l’Altolido gallipolino, che ha acquisito la proprietà della chiesa di San Mauro e ne ha promosso recupero e valorizzazione, azioni emblematicamente rappresentate anche da questo libro. Questo volume, pure imperniato sulla qualità degli scritti, è dotato di un pregevole apparato iconografico, che esalta i dettagli, nonché di tavole grafiche di esemplare chiarezza. Il suo progetto editoriale conclude idealmente l’esemplare “restauro preliminare”, compiuto dal Comune di Sannicola e affidato allo Studio Costantini, dove gli affreschi sono stati sottratti a uno stato di “caduta spontanea” nonché riconosciuti nella loro reale ampiezza e scansione, e anticipa gli attesi esiti di un intervento degli Uffici periferici del Ministero BB.CC., dove, ripartendo da uno studio progettuale, si disvelano i brani pittorici inediti, già individuati, sotto agli scialbi, nel “restauro preliminare”. Gli autori del volume sono Mario Cazzato, Giuseppe M. Costantini, Manuela De Giorgi, Marina Falla Castelfranchi, Francesco Gabellone, Davide Melica, Sergio Ortese, Valentino Pace, Giovanni Quarta, Ritana Schirinzi. Il volume pubblicato da Lupo editore di Copertino ha ottenuto il Patrocinio della Provincia di Lecce, dell’Università del Salento (Facoltà di Beni Culturali), della Regione Puglia, ed ha avuto il contributo del Comune di Sannicola e della Proloco Lido Conchiglie.


AEDO - “Molto più che interessante, anzi intrigante e molto bello questo lavoro degli AEDO. L'album si apre con ACQUA e si chiude con PENELOPE, come se nell'andirivieni delle onde nel tessere e disfare una tela ci sia un attesa di qualcosa di positivo l'arrivo anche solo di una immagine benigna. Tra il brano di apertura e quello di chiusura splendidi brani sono Le orecchie del Re e La pancia del mostro. Bellissima anche LE TUE MANI. Le sonorità sono a volte rarefatte a volte forsennate come gli stati d'animo di una società in travaglio. Belli i testi con sfumature agrodolci e le sonorità che vanno dalla ballad a brani più potenti intersecati da un' etnicità mai banale.  Un disco da non perdere per nessun motivo: un disco che fa pensare sognare viaggiare sperare attraverso le splendide voci dei cantanti.” (Oliviero Malaspina)

AEDO - Nato nell’agosto del 2010, il progetto AEDO delinea un percorso lirico che si nutre delle radici del suono piegando il canto popolare alla riproduzione della natura. Dalla ricerca e riconsiderazione di antichi miti fino a giungere a testi di natura contemporanea, lo spettacolo proposto restituisce un ricercato immaginario arcaico che si distingue in contesti molto diversi dimostrando di possedere quella natura poliedrica tipica del Teatro Canzone. Nel 2011 e 2012 gli AEDO si esibiscono in numerosi concerti, dividono il palco con artisti di fama internazionale come i RADIODERVISH e LUCA MORINO, realizzano una tournee nazionale che li porta a suonare a ROMA e BARI, vincono il Concorso OFFICINE DELLA MUSICA in occasione del quale viene prodotto un videoclip professionale del brano “MACARìA” realizzato dalla PUNTO EXE con la regia di GIANNI DE BLASI e sostenuto da diversi partner quali: UNIONE EUROPEA, PUGLIA SOUNDS, REGIONE PUGLIA, TEATRO PUBBLICO PUGLIESE, PUGLIA PER TUTTE LE STAGIONI.

Gli AEDO sono: Giovanni Saccomanno (voce e chitarra acustica); Eleonora Pascarelli (voce); Mauro Pispico (chitarra classica); Chiara Arcadi (violino); Francesco Spada (organetto); Giuseppe Donadei (percussioni); Giorgio Kwiatkoswski (basso).


Info Lupo editore - http://www.lupoeditore.it/lupo/

Dancalia. Camminando sul fondo di un mare scomparso di Andrea Semplici (Terre di Mezzo). Intervento di Nunzio Festa



Il nuovo viaggio del "lucano" Semplici. Premesso che in realtà il giornalista e fotografo Andrea Semplici appartiene anagraficamente, per così dire, al capoluogo della Toscana, e quindi non alla Lucania dei boschi e del terziario che con la Fiat ha sostituito pezzi importanti dell'agricoltura, diciamo che "Dancalia. Camminando sul fondo di un mare scomparso", ultimo libro edito presso Terre di Mezzo, un po' comunque alla Basilicata appartiene. In quanto, in definitiva, prima che l'autore tornare a vedere la Dancalia, ovvero rimettesse anima e corpo nel nuovo peso, moderno assai e turistico persino, della lontana e davvero geograficamente marginale terra conficcata in uno sprofondo fra Etiopia ed Eritrea, il viaggiatore ha dimorato diversi mesi a Matera; ma eleggendo anche la città dei Sassi, oltre che come possibile domicilio pure a venire, punto di transito verso piccole marginalita nostre: da Castelmezzano a Pomarico, per dire. A scoprire, insomma, più usi e costumi. In un poco di tradizioni ancora in vita delle terre lucane. Semplici di libri di viaggio comunque ne ha scritti molti. E, per esser più puntuali possibile, dobbiamo aggiungere che "Dancalia" nasce soprattutto da viaggi dadati dell'esploratore fiorentino, che, tra le altre cose, dirige la rivista online Erodoto108. Legato idealmente a Kapuściński, Andrea Semplici ha visitato e vissuto, seppur solitamente per tempi non lunghissimi, in tante luoghi del vasto mondo. Da Cuba, per fare un piccolo esempio, alla Dancalia che adesso troviamo nella pagine pubblicate. Per Semplici, preme dire, e lo ricordiamo a leggere e parlare delle storie di transiti nel Pianeta a Matera e nella sua provincia, gli spostamenti sono sempre incontri. Coi luoghi. Con le persone. Dove la storia e le origini sono, appunto, tanto quelle delle lande vere e proprie quanto quelle dei popoli che fanno vita e morte nelle loro patria. Tra, per aggiungere solamente postille forse banali, rivoluzioni e sofferenze. La Dancalia, ricorda oggi l'apolide Semplici, è un deserto di sale che fa da calamita agli uccelli: uccidendoli. La Dancalia, sottolineerà Andrea Semplici con la sua scrittura odorosa di contatto con immagini e realtà diverse, è rocce che t'attirano coi loro psichedelici colori, e poi ti porta nella sabbie morte. Sarai fortunato, insomma, a trovare "la locanda di Madame Kiki" (approdo spuntato quasi in forma di miraggio - ai bordi del deserto).  "Ma la Dancalia è degli afar - si preoccuperà di spiegare appunto l'autore -, un popolo enigmatico e 'feroce' (così dicono cronisti e studiosi), che schiude la propria straordinaria umanità solo a chi, mettendo da parte gli stereotipi sull'Africa, sa stare 'fianco a fianco con la diversità'. Volti e scenari da scoprire oggi, prima che il turismo e le multinazionali minerarie stravolgano definitivamente la bellezza desolata di queste terre e dei loro abitanti". Perché il processo è in atto. Ché, sappiam bene noi, dove gli spazi sembrano o sono veramente incontaminati, si tratti della Dancalia dei fuochi infernali come del Pollino degli alberi in resistenza, gli appetiti e il consumo si fanno proposta indecente. Oppure addirittura presa d'assalto. 

Un maestro su tre ruote carico di libri

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Vampiri e copertine: 5 libri fra tendenze minimal e vintage - Foto - Panorama

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La recensione/ "Restare, partire" di Massimo Stragapede - Affaritaliani.it

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sabato 13 aprile 2013

MASSIMO STRAGAPEDE CON IL SUO “RESTARE, PARTIRE” (Lupo editore) ALLA FELTRINELLI POINT DI LECCE




MASSIMO STRAGAPEDE, autore di RESTARE, PARTIRE (Lupo editore)  incontra i suoi lettori lunedì 15 aprile 2013 alle  ore 18:30 alla FELTRINELLI POINT LECCE in VIA CAVALLOTTI 7 a Lecce.

Un interrogativo, un dilemma, un punto di partenza o di arrivo.Taranto, Italia del sud. Un territorio impoverito per decenni da un'industria parassita e da uno stato assistenzialista. Sospesa tra due mari, la città. Sospesa tra i suoi vicoli, la storia di due ragazzi qualunque. Mimmo, come in alcuni film, sogna di partire e andare via. Miriam, come in alcune canzoni, pensa di restare e cambiare le cose. Intorno a loro un sottobosco di personaggi di varia umanità: ignavi fancazzisti, spacconi del sabato sera, pseudo intellettuali, matrone da pianerottolo, aspiranti veline, filosofi in tuta blu. Personaggi e interpreti sul palcoscenico di un microcosmo ordinario e talvolta grottesco, sotto un cielo povero di aspettative e dai confini sempre a portata di sguardo. Su tutti, ansima il gigante siderurgico, disseminando veleni a norma di legge e promesse effimere di un futuro non sostenibile. Intorno, una meravigliosa natura che, nonostante tutto, resiste. Taranto. Italia del sud. Ma che potrebbe essere Danzica, Mumbai, l'Avana o Jakarta. Il dilemma resta universalmente identico. Oggi come ieri. Come probabilmente domani.

Gli Stagisti - Trailer Italiano - Dal 26 Settembre al cinema

La Gazzetta del Mezzogiorno.it | Libri: Gatti infiltrato in narcotraffico

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I primi libri di papa Francesco - Europa Quotidiano

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venerdì 12 aprile 2013

Baby K feat. Marracash - Non cambierò mai

Una vita ecologica per tutti, intervento di Vander Tumiatti*




Nel corso delle mie ormai note incursioni nel mondo dell’editoria, ho di recente scoperto un interessante casa editrice che consiglio di conoscere e approfondire, soprattutto per una certa qualità dei libri prodotti, ma anche per un non so che di eccentrico e intrigante, sia nella scelta della carta, sia nelle impostazioni grafiche: parlo della Lod Edizioni di Milano  http://www.logedizioni.it/). La mia attenzione, al di là del buon catalogo che viene proposto dall’azienda editoriale, è caduta su “Ecologica. La vita a basso impatto ambientale alla portata di tutti, a cura di Johanna Rossi Mason, Paola E. Cicerone e Sonia Minniti”.
Più volte ho toccato diverse tematiche prettamente “green” e non è la prima volta che mi occupo di un testo che trova il suo nucleo di ricerca sulle questioni di natura ecologica. Ma quest’opera ha non solo un suo appeal differente, ma anche un approccio sicuramente più innovativo. Lasciate che io entri da subito nel merito del libro, ne vale la pena. Siamo un paese di cui si può dire che, tra blog, riviste specializzate, e/zine settoriali, e programmi tv, l’argomento ecologia è ampiamente trattato, perfino troppo.
Dunque si presupporrebbe un’alta coscienza civile in tal senso – e utilizzo non a caso il condizionale – perché c’è ancora molta strada da fare e non solo in ambito prettamente eco/tecnologico ed eco/sofico, ma anche in altri aspetti, che incrociano percorsi adiacenti alla ecologia come la tutela del patrimonio storico/artistico/ambientale. Un ambito in cui persistono pesanti e rovinose lacune, che hanno prodotto e continuano a produrre innumerevoli danni. Ad ogni modo, nonostante un aumento significativo della coscienza ecologica, le persone continuano a ritenere i loro gesti quotidiani, o troppo piccoli o troppo insignificanti per l’ambiente, covando così frustrazione e un paludoso immobilismo.
A mio parere, il pregio principale di questo libro è quello di sottolineare, e in maniera forte, come molti comportamenti siano non solo facilmente accessibili, ma anche utili e creativi per l’ambiente, addirittura capaci di innescare un poderoso effetto di reazione a catena che conduce alla sensibilizzazione e alla diffusione di good practices, e quindi ad ottime soluzioni per il portafogli di ciascuno di noi. Un testo facile, pratico, direi indispensabile al giorno d’oggi, ricco di curiosità e di suggerimenti utili, trasformabili in atti concreti da chiunque.
Il libro è suddiviso in 13 capitoli che sanno sollecitare la curiosità del lettore: Eco-igiene, Eco-fashion, Eco-casa, Eco-mamme, Eco-matrimonio, Eco-feste, Eco-spesa, Eco-salute, Eco-turismo, Eco-beneficienza, Eco-ufficio, Eco-pet, Eco-filosofia.

Ecologica. La vita a basso impatto ambientale alla portata di tutti a cura di Johanna Rossi Mason, Paola E. Cicerone e Sonia Minniti (Editore LOG – Milano) – €14.90, pagine 303
(* Imprenditore e fondatore di Sea Marconi Technologies)



LIBRI: "Alla Corte Napoletana", di Mafrici - Napoli Magazine

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Al via ''Fiera del libro della Romagna'' . libreriamo.it - recensioni libri

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giovedì 11 aprile 2013

Le streghe di Salem - Trailer Italiano Ufficiale HD

VITA DI BORGATA. STORIA DI UNA NUOVA UMANITA’ TRA LE BARACCHE DELL'ACQUEDOTTO FELICE A ROMA di Roberto Sardelli (Kurumuny Edizioni)




Nell’ambito della rassegna “Periferie romane: ieri, oggi” venerdì 12 aprile 2013 alle ore 17,00 ci sarà la presentazione presso il CONSIGLIO METROPOLITANO di ROMA nella Casa della Città Autogestita in Via Giovanni Giolitti, 231 a Roma, la presentazione del volume “Vita di Borgata. Storia di una nuova umanità tra le baracche dell’Acquedotto Felice a Roma” di Roberto Sardelli edito dalla casa editrice salentina Kurumuny. Interverranno Roberto Sardelli autore del volume Vita di borgata; Enzo Scandurra autore del volume Vite periferiche. Solitudine e marginalità in dieci quartieri di Roma. Discutono con gli autori, Gualtiero Alunni, Gaia Pallottino, Lorenzo Romito.

Alla fine degli anni Sessanta (1968) un giovane prete, don Roberto Sardelli, fresco di seminario, formatosi poi alla scuola di don Milani, si è battuto per il riscatto esistenziale e morale dei baraccati di Roma. Coerente con la sua scelta di vita decise di andare a vivere nelle baracche vicino all’Acquedotto Felice proprio perché tra i baraccati, i suoi veri parrocchiani, più autentica sentiva la sua missione: don Roberto abbandonò ogni tipo di copertura clericale, ogni privilegio, e testimoniò una condivisione della loro esistenza, delle loro incertezze, delle loro speranze, delle loro lotte. Scrive don Sardelli “occorreva aprire una pagina completamente nuova che restituisse dignità alla scelta di un prete e dignità alle persone cui egli si rivolgeva” e “incidere su una coscienza narcotizzata dallo stigma dell’esclusione. Ridestare dal sonno la coscienza e condurla a mostrare con orgoglio quello che si era nella realtà e a non nascondersi umiliati, coperti di vergogna”.

Così animato da “un lampo di follia creativa” Roberto Sardelli fondò la Scuola 725, cosiddetta dal numero civico della baracca che la ospitava, e propose lo studio come leva per uscire da una situazione umiliante in cui la città li aveva gettati. Studio a tempo pieno: non solo per recuperare gli anni perduti in una scuola pubblica che li considerava ragazzi perduti ma aiutare quei giovani a prendere coscienza della situazione che li aveva discriminati con l’obiettivo di riconquistare dignità e umanità a chi era stato relegato ai margini della società.

Questo obiettivo fu recepito e un giorno i ragazzi della Scuola 725 scrissero una lettera aperta al sindaco Clelio Darida per denunciare la grave situazione abitativa per la quale la loro comunità soffriva da troppo tempo. Uno dei paragrafi di questa lettera recita così: “Il luogo dove viviamo è un inferno. L’acqua nessuno può averla in casa. La luce illumina solo un quarto dell’Acquedotto. (Dopo venticinque anni, nel 1970, è arrivata la luce elettrica. L’abbiamo presa con un attacco abusivo. Per questo siamo stati tutti denunciati dal Comune). Dove c’è la scuola si va avanti con il gas. L’umidità ci tiene compagnia per tutto l’inverno. Il caldo soffocante l’estate. I pozzi neri si trovano a pochi metri dalle nostre cosiddette abitazioni. Tutto il quartiere viene a scaricare ogni genere di immondizie a cento metri dalle baracche”. Nonostante siano passati anni dall’esperienza della Scuola 725, Vita di Borgata è un libro attuale, che, mutatis mutandis, ci racconta quelli che sono ancora oggi i problemi di un Paese che annaspa e fatica a trovare una via d’uscita da una crisi che non è solo economica ma soprattutto culturale, etica e sociale. Don Roberto ci insegna che la scuola è prioritaria sempre, anzi maggiore è il disagio socio-economico e maggiore è la necessità di un luogo dove si formino le coscienze, dove acquisire gli strumenti per la propria emancipazione, per costruire il proprio futuro, dove imparare a declinare la propria libertà. E quelle baracche dove vivevano cittadini italiani, in buona parte abruzzesi di origine, sono state sostituite altrove da altre baracche, dove vivono altri cittadini italiani ma di un’etnia diversa: i rom. E dalla parvenza di legalità delle murature realizzate tra gli archi dell’Acquedotto Felice si è passati all’illegalità da sgomberare delle lamiere messe insieme a ridosso delle sponde dell’Aniene o nei vuoti urbani, negli spazi abbandonati al degrado, da ripulire senza troppi scrupoli. “Proprio ora occorrono lampi di follia creativa. Purtroppo noto in giro troppe braccia penzoloni e altre pronte a rattoppare i guasti isolati e moltiplicati dalla crisi… Addormentati dalla cultura amnestica, non siamo più in grado di attingere dal “fu” e di raccogliere quel filo rosso che abbiamo lasciato cadere, ma che solo ci permetterebbe di ritrovare la follia là dove, impaurita, si è annidata. Ci resta difficile capire che la profezia ha il suo terreno di cultura nella privazione. Insomma viviamo un tempo triste, ma è anche l’occasione buona per costruire, e la scuola resta lo spazio principe per dare radici al progetto”.

Info

Torneo di scopa a coppie con “Le Salentine” e presentazione del progetto il 13 aprile 2013 al Porticciolo Roots Bar a Torre Sant’Andrea



Sabato 13 aprile, Il Porticciolo roots bar, organizza a partire dalle 17.30, il torneo di scopa a Coppie con “Le Salentine” le nuove carte da gioco che raccontano storie, personaggi, riti e miti del Salento! Sabato 13 aprile 2013 dalle 17.00, presso il Porticciolo roots bar a Torre Sant’Andrea. L’iscrizione al torneo è gratuita, per partecipare basterà presentarsi al locale, oppure chiamare il numero 334 7701620, o anche inviare un messaggio di partecipazione col nome della coppia alla pagina facebook del Porticciolo (https://www.facebook.com/ilporticciolo.rootsbar)
 In occasione del torneo, Kurumuny e B22 presenteranno il progetto delle carte da gioco “Le Salentine”, un progetto artistico che ha portato alla creazione del primo mazzo di carte da gioco del Salento. I premi previsti per i primi tre classificati consistono in: Primo premio: Cena x 2 presso il Ristorante Il Porticciolo comprensiva di: Antipasto, primo e secondo (Frittura); Secondo premio: Buono carburante del valori di 20 €; Terzo premio: Una bottiglia di prosecco.

Per info sull’evento:


«Il laboratorio creativo B22, costituito da Francesco Cuna e Alessandro Sicuro in collaborazione con la casa editrice Kurumuny, ha realizzato e promosso un inedito recupero figurativo, che ha condotto a una rilettura iconografica delle tradizionali carte da gioco napoletane. Un progetto stilisticamente genuino, che ricorda e riporta gli elementi della cultura contadina sul tavolo della contemporaneità e in particolare pone l’attenzione delle giovani generazioni attraverso l’antico e sempre vivo gioco delle carte. I peculiari elementi decorativi de “Le salentine” riguardano le brocche che sostituiscono le coppe, i lecci inseriti al posto dei bastoni, le tarante con i denari e le zappe al pari delle spade. Per quanto riguarda le figure dell’otto e del nove invece, i curatori del progetto B22, hanno ripreso e rielaborato negli abiti delle donne i costumi tradizionali di Cutrofiano, Calimera e Gallipoli mentre per quelli dell’uomo si sono rifatti all’abbigliamento degli antichi abitanti di Martano, Gagliano del Capo e Otranto; in tutti spiccano le minute ed eleganti rifiniture di fazzoletti bianchi, corpetti di color cremisi, gonnelle scure, coppole, calzette e scarpe con fibbie d’ottone. Nelle figure dei dieci vengono riproposte le immagini dei santi più popolari come san Giuseppe, sant’Oronzo, san Martino e san Paolo.
Quest’accurato e brillante intervento di sintesi figurativa, realizzato interamente a mano dopo una lunga serie di bozzetti, interessa un vasto repertorio culturale illustrativo, dal quale emerge un segno grafico agile e immediato che ben si attiene sia al valore simbolico della tradizione, che alla fedeltà stilistica del mero oggetto rappresentato come nei casi della zappa, della brocca con il simbolo del galletto o del ferro di cavallo. Il rinnovamento dell’immagine, il dinamismo pizzicato di alcune figure e l’attenzione per il dettaglio impresso in quei simboli arcaici come quelli del Dio che danza nella Grotta dei Cervi a porto Badisco, il volto barocco e antropomorfo del tre di lecci, la taranta o l’uroboros, danno rilievo ed eloquio a un codificato linguaggio figurativo, che lentamente è emerso dalle vicissitudini del tempo e della storia. Racchiuse sul retro dal monocromatico e stilizzato soffitto a cassettoni della Cattedrale di Otranto, le carte salentine si presentano come un piccolo teatrino tascabile, dove in pochi centimetri plastificati sono racchiuse storie, personaggi e territorio che a nostro piacimento potremo raccontare in qualsiasi momento».
(Giuseppe Arnesano sul Blog “L’arte tra le righe” CoolClub.it).

Letteratura del sud nel licei, se ne discute al circolo della stampa » ilCiriaco

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