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domenica 30 dicembre 2012

Vittoria Coppola a Overeco Academy a Lecce il 4 gennaio 2013



Vittoria Coppola è da poco più di un mese tornata nelle librerie di tutta Italia con un nuovo romanzo intitolato “Immagina la gioia” edito da Lupo editore. L’autrice sarà ospite, il 4 gennaio 2013 ore 18,00 di Overeco Academy and Workshop in via Casetti 2 a Lecce. L’appuntamento promosso da Overeco Agenzia (http://www.overeco.it/) e dall’Ordo Equestris Templi Arcadia di Lecce (http://ordoequestristempliarcadia.it/), vedrà coinvolti l’artista Paola Scialpi che dialogherà con l’autrice ed una performance musicale di Andrea Caputo che per l’occasione eseguirà la Sonata n.3 opera 2 di Antonio Vivaldi trascritta per viola.  L’autrice è stata la vincitrice con “Gli occhi di mia figlia” (Lupo editore/EdizioniANordest) del concorso del 2011 indetto dalla rubrica del Tg1 (Rai), che ha decretato il suo libro come il più bello dell’anno, dopo averlo selezionato proprio come “Libro sotto l’albero”. È stato un anno, quello trascorso dal Natale del 2011 a oggi, in cui Vittoria Coppola ha avuto modo di incontrare i suoi lettori in decine e decine di presentazioni, organizzate in tutta la penisola, continuando a essere apprezzata per la sua scrittura e coltivando la sua grande passione, che l’ha portata a scrivere un romanzo maturo, degno di attenzione, che sta ottenendo già ottimi giudizi da parte dei lettori.

“Immagina la gioia” (Lupo Editore) – La trama

L’inquietudine fa di Eva una giovane donna schiva ma curiosa del mondo, abituata ad esprimere la propria creatività nella scrittura e a mascherare la fragilità sotto l’abbigliamento colorato che sceglie con attenzione quasi maniacale. Cresciuta nella adorata Mira e nel calore di una famiglia siciliana, tra le marmellate di nonna Annina ed esperienze di viaggio, a dispetto di tali certezze Eva nutre un’intima lesione affettiva che la rende gelosa di Pietro, il fratello minore che – dieci anni dopo di lei – ha allietato i genitori con la sua attesissima nascita. Contrariamente alla sorella, il ragazzo ha un carattere solare, sostenuto da una sfrenata passione per il calcio e arricchito dal primo amore adolescenziale. Forse è anche la percezione di questa sua forza interiore a suscitare in Eva un bisogno quasi competitivo di riscatto, il desiderio di riuscire a completare il suo romanzo, a trovare il colpo di scena, il finale perfetto che convinca un editore a pubblicarlo. È nella casa avita di Sciacca, su suggerimento di nonna Annina, che la ragazza cerca la giusta ispirazione per portare a termine la sua fatica. Ma la vita spariglia le carte e nel giro di pochi mesi la realtà si impone sulle fantasie e sul tranquillo scorrere del tempo, mentre nuove presenze e vecchi segreti spuntati da cassetti polverosi aprono gli occhi e il cuore di Eva. Dall’autrice di Gli occhi di mia figlia un’altra storia familiare, una vicenda di unione autentica, fatta di parole non dette e verità dolorose che fanno crescere.

Vittoria COPPOLA. Ha 26 anni, vive a Taviano (Le). Laureata in Lingue e Letterature Straniere, Comunicazione Linguistica Interculturale  (Università del Salento, luglio 2010). Attualmente lavora come receptionist presso un albergo di Gallipoli (Le). La passione assoluta che muove le sue giornate è la scrittura. Di questo dice: “Lo scopo che mi prefiggo nel momento in cui inizio a riempire pagine di parole e sentimenti, è quello di emozionare, regalando a chi mi privilegia “leggendomi,” attimi personalissimi di evasione dalla realtà, ma anche, perché no, arricchimento della stessa. Confido sempre nella bellezza dei sentimenti e perciò, quando qualcuno reputa banale il parlare d’amore, io sorrido, e vado avanti per la mia strada”.

Info

Lupoeditore.it






Confiteor. Potere, banche e affari. La storia mai raccontata a cura di Cesare Geronzi e Massimo Mucchetti (Feltrinelli)

Il giornalista e il banchiere. Un duello fatto di domande e risposte, di ricostruzioni incrociate, retroscena confidenziali, analisi a volte contrapposte sui personaggi, i conflitti, le congiure, i denari di trent'anni della nostra storia. Dalla Banca d'Italia di Guido Carli al Banco di Napoli, dalla Cariroma a Capitalia, fino a Mediobanca e alle Generali, Cesare Geronzi è stato un protagonista assoluto della finanza italiana. Hanno fatto discutere le sue relazioni con Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema e Antonio Fazio, le grandi operazioni bancarie culminate con la fusione del polo romano in UniCredit suggerita da Mario Draghi. E ancor più ha suscitato reazioni la sua ascesa alla presidenza dei templi della finanza del Nord. Nel dialogo serrato con Massimo Mucchetti, l'autore di "Licenziare i padroni?" e "Il baco del Corriere", prende corpo la "confessione" di un banchiere non pentito. Sono innumerevoli gli episodi mai raccontati che restituiscono la trama dei grandi affari: un continuo gioco di specchi che rimanda le mutevoli immagini dei vincitori. Indicato da Ciampi in Cariroma, Geronzi prese poi il potere sponsorizzando la Lazio come chiedeva il romanista Andreotti. Si sentì domandare da Enrico Cuccia, che nei suoi ultimi giorni voleva consolidare il suo delfino Maranghi in Mediobanca: "Vuol sempre bene a Vincenzino?". Ottenne da Giovanni Agnelli un soave: "Ma caro Geronzi, se lei non vuole, non si fa" con cui liquidare l'assalto alla Banca di Roma.

sabato 29 dicembre 2012

L’alba dei popoli con Admir Shkurtaj e Milena Magnani a Otranto



Il concerto di Capodanno per piano solo proposto da AnimaMundi per l'Alba dei Popoli del Comune di Otranto è ormai una tradizione. Per la terza edizione siede dietro la tastiera il musicista albanese italiano Admir Shkurtaj per eseguire Mesimér, album prodotto e pubblicato a luglio dall'etichetta salentina. Prima del concerto, inoltre, la scrittrice Milena Magnani presenterà il suo romanzo Delle volte il vento (Kurumuny, 2012), con il reading a cura di Marzia Quartini accompagnata da Antonio Corsano all'organetto diatonico. In Mesimér Admir Shkurtaj smonta e ricostruisce suono su suono sul suo pianoforte mezzacoda ("preparato" con portacandele e giornali) le arie popolari salentine, con la sua poetica centrata sul “gesto” sonoro, sulla “fluidità” del pensiero musicale e sulla “sceneggiatura sonora”. Le semplici e ammalianti melodie assumono di colpo sembianze insospettate, in un viavai continuo di travestimenti e rivelazioni. Ambientato duranti i primi sbarchi degli anni '90 sulle coste pugliesi Delle volte il vento ci svela l’altro, così vicino eppure così lontano per decenni. Il muro di confine naturale fra i due Paesi all'improvviso si sgretola e diventa al contempo lo specchio di virtù e chiusure del sud Italia, riflesse in Carmela che incontra Lume, un'albanese che non si lascia incantare dalla società del benessere e pur di non scendere a compromessi si barrica dietro una fragile barriera di cartoni e bivacca davanti al mare.

1 gennaio 2013 – alle 17:00 ci sarà la presentazione Delle volte il vento di Milena Magnani (Kurumuny) alla presenza dell'autrice. Lettura scenica MARZIA QUARTINI, organetto diatonico  ANTONIO CORSANO Alle 18:00 è previsto il concerto di Admir Shkurtaj presso il salone Maestre Pie Filippini (di fronte al Castello) nel centro storico di Otranto (ingresso libero)

Da quando nel 1991 è arrivato nel Salento, Admir Shkurtaj, strumentista e compositore albanese, ha rivoluzionato la scena musicale salentina. Grazie alla sua formazione classica e contemporanea, iniziata a Tirana e terminata a Lecce, all'originalità nell'approccio al jazz e alla conoscenza delle tradizioni musicali albanesi e balcaniche, è oggi tra i più rispettati musicisti pugliesi e italiani. Dalla fine degli anni Novanta, ha avuto un ruolo centrale nella nascita e e nell'affermazione di un filone di balkan salentino con gli Opa Cupa, i Ghetonìa e i suoi Talea. Con questi ultimi si è fatto conoscere a livello internazionale come tra i più originali interpreti di balcan jazz, mentre i salentini Ghetonìa sono espressione naturale di quell'incontro tra Salento e Albania, terre divise da pochi kilometri di mare ma culturalmente molto diverse, ricominciato agli inizi degli anni Novanta dopo la caduta del Muro di Berlino e del regime albanese. Con loro, Shkurtaj ha reinventato la tradizione musicale salentina, in particolare quella della Grecìa Salentina, divenendone uno dei più profondi conoscitori.
È per questa sua particolare storia artistica e umana che AnimaMundi ha voluto affidargli l'interpretazione di alcune melodie tradizionali o d'autore, ma riconosciute ormai come salentine.

Mesimér è l'incontro su un pianoforte mezzacoda delle diverse idee che costituiscono l'articolato e visionario pensiero musicale di Shkurtaj. Le arie popolari vengono smontate e ricostruite attraverso i linguaggi del jazz d'avanguardia, la sensibilità balcanica nell'articolazione del suono e nei ritmi e il pensiero destrutturato contemporaneo. Quest'ultimo vuole conquistare una “fluidità” del discorso musicale, liberandola dalla retorica delle strutture ormai decantate nella cultura classica e pop occidentale. Così, in “Pizzica di Santa Lucia”, Shkurtaj segue un processo creativo basato sul concetto di “gesto”, movimenti casuali sulla tastiera, che si rincorrono come le idee nel fluire naturale e non lineare del pensiero umano. In “Pizzica di San Vito” si fa strada invece un'altra visionaria idea di Shkurtaj, quella della “sceneggiatura sonora”: cinque personaggi “in scena”, interpretati da cinque gesti/eventi sonori che si alternano fino ad assumere la loro fisionomia compiuta.

la critica:

Admir Shkurtaj smonta e rimonta sui tasti la Puglia della tradizione. Con rispetto e coraggio (Guido Festinese, Alias-Il Manifesto)

Mesimér ci ricorda che la tradizione non appartiene solo al passato [...]. Shkurtaj apre molte porte. Questa musica non è solo un altro timbro per i nostri passaporti. Essa stessa è il viaggio. (Tyran Grillo, RootsWorld)

le note, come gli ingredienti di una pietanza, vengono scomposte negli elementi primari e poi rimescolate, reimpastate per dare un risultato finale che, in qualche modo, ha a che fare con la pietanza originaria, pur non essendo più la stessa. [...] Colpisce in Mesimér il senso di esplorazione di insolite sonorità. (Carla Visca, FolkBulletin)

Admir Shkurtaj con Mesimér ha dato vita ad un disco fascinoso ed originale da cui traspare non solo tutto il suo percorso musicale, ma anche la sua ricerca tra i suoni della musica contemporanea e del jazz. (Salvatore Esposito, BlogFoolk)


Tutto bene di Paolo Ruffini (Tea)



Per tutta la vita Stefano ha evitato di prendere impegni, di assumersi responsabilità. Non ha mai voluto nulla che fosse "per sempre": né tatuaggi sulla pelle, né tantomeno legami personali. Si è limitato a galleggiare in una duplice esistenza. Davanti alla macchina da presa è "Steve" Nigiotti: attore brillante in rapida ascesa, disinvolto, esuberante. La sua vita di tutti i giorni, invece, è piuttosto squallida, solitaria e minata da ricorrenti attacchi di panico che lo paralizzano. Una sera qualcuno suona alla sua porta, ma non è la ragazza che Stefano stava aspettando: grandi occhi azzurri, faccino serio e trolley di Hello Kitty al seguito, Sara ha sette anni ed è... sua figlia. Peccato che lui non ne avesse idea. Non aveva mai nemmeno sospettato che dalla sua storia di una notte con la cubista Michi+ fosse nata una bimba, perché lei l'aveva sempre tenuto all'oscuro di tutto. Ora però Michi+ è finita in un guaio più grosso di lei, e qualcuno deve occuparsi della piccola Sara: tocca a Stefano. Per lui niente sarà più lo stesso: Sara prima gli metterà sottosopra la casa e la vita, poi lo rimetterà in riga con la sua saggezza di bambina abituata a prendersi cura dei "grandi" un po' incasinati che la circondano. Giorno dopo giorno, tra nuovi arrivi e il ritorno inaspettato di vecchie conoscenze, Stefano e Sara impareranno a vincere le rispettive paure e a volersi bene come mai avrebbero immaginato. E Stefano imparerà che "per sempre" può avere un suono meraviglioso.

venerdì 28 dicembre 2012

Il codice del traditore di Andrew Swanston (TRE60)



Inghilterra, 1643. Battaglie, saccheggi e distruzioni sconvolgono il regno, funestato da una cruenta guerra civile. Persino il re non è più al sicuro. Avvisato di un complotto ai suoi danni, Carlo I abbandona la capitale e si stabilisce a Oxford, eppure niente sembra fermare la mano del nemico: il crittografo di corte, infatti, viene brutalmente assassinato, lasciando così vacante una posizione delicatissima. Senza di lui, il governo di Sua Maestà è impotente. E c'è solo una persona che può prenderne il posto: Thomas Hill, un pacifico libraio di provincia che, grazie a una prodigiosa intelligenza matematica, è in grado di decifrare anche i codici più complessi. Convocato a corte, Thomas ha subito la sensazione che Oxford non sia più il tranquillo centro dove, anni prima, lui aveva completato gli studi, bensì un luogo in cui serpeggiano violenza, intrighi e tradimenti. E, quando il suo vecchio mentore gli rivela che tra la cerchia del re si nasconde un traditore, il timore diventa certezza: nessuno può considerarsi al sicuro e tutti sono sospettati. Specialmente adesso che è stato intercettato un messaggio di cruciale importanza, composto in un codice ritenuto inviolabile, che rivelerebbe l'identità della spia nemica. Thomas è l'unico che può tentare di decifrarlo, tuttavia il prezzo da pagare sarà altissimo...

giovedì 27 dicembre 2012

Domani 28 dicembre a Santa Caterina (Nardò, Lecce) Ambrogio Sparagna e il libro “Il tempo del bambino e della stella” di Giandomenico Curi (Kurumuny Edizioni)


Per la “Magia del Natale” , la Pro Loco di Santa Caterina di Nardò ha organizzato, per domani 28 Dicembre alle ore 20.30, nella suggestiva piazzetta della marina il Concerto di Natale con la presenza del Maestro Ambrogio Sparagna, direttore  dell’Orchestra popolare Italia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma e il suo ansamble: Annarita Colaianni – voce – Erasmo Treglia – ciaramella-ghironda-torototela – Marco Tomassi – Zampogna gigante – Ambrogio Sparagna – voce, organetto e zampogna. Canti provenienti dal cuore della cultura di tradizione orale dell’Italia centromeridionale le cui musiche, ispirate alle forme della tarantella, sono state elaborate e composte direttamente dal maestro Sparagna con l’Orchesta Popolare Italiana.  Un ritmo ternario vertiginoso , arricchito da strumenti tipici della tradizione musicale popolare italiana:zampogna, ciaramella, organetti, tamburelli, mandolini, ghironde, torototela. Un universo musicale che scandisce l’universo esistenziale: sarà una vera e propria festa  che riuscirà ad animare la bella piazzetta di Santa Caterina e a far saltare al ritmo dei balli popolari. Un grande spettacolo di voci e strumenti musicali che coinvolgerà e affascinerà il pubblico. Il Maestro Sparagna ha diretto dal 2004 al 2006 il Festival La Notte della Taranta dando vita a spettacoli straordinari a cui prendono parte decine di migliaia di spettatori. Ha cantato con i più grandi cantautori italiani ed ha portato i suoi spettacoli in giro per il mondo. Ha inoltre al suo attivo un’intensa attività concertistica internazionale realizzata in numerosi paesi europei ed extraeuropei. L’evento sarà preceduto dalla presentazione del libro “Il tempo del bambino e della stella” come cantavano gli Italiani il Natale di Giandomenico Curi (Kurumuny). Interverranno il direttore editoriale Kurumuny Luigi Chiriatti, il consulente Culturale Ist.Diego Carpitella Sergio Torsello e il Maestro Ambrogio Sparagna e l’autore. In caso di pioggia lo spettacolo si sposterà nell’auditorium della parrocchia di Santa Caterina.
Info
Telefono:  0832801528 / Cellulare: 3299886391

Fuochi, di Pietrangelo Buttafuoco (Vallecchi). Intervento di Nunzio Festa



Fascista eretico in quanto mussoliniano, nazista senza cedere alle sirene del razzismo, Pietrangelo Buttafuoco, siculo di sicula scuola (politicamente missina, tra l’altro), legato idealmente e quindi tragicamente alla figura del barone anti-rosso, Von Ungern-Sternberg, come a una serie d’ameni personaggi dell’attualità che non faranno mai vera Storia, da Berlusconi al console Vattani, enormemente c’affascina; “stranamente”, Buttafuoco, sa ammaliarci. E, di certo, non possiamo che correre al riparo, ovvero nelle convinzioni d’un Ugo Maria Tassinari per comprendere che quando la zona nera è coperta da personalità alla Buttafuoco: è semplice che gli intellettualmente onesti mostrino rispetto verso penne che non condividono. “Fuochi”, raccolta di scritti del giornalista che avrà sulla coscienza pure il neo d’aver applaudito in mutande al Silvio Berlusconi dell’altro ieri ma che sa attirare ‘simpatie’ da destra e persino sinistra – non solamente la nostra -, volume comunque imperfetto perché non riporta date e testate delle prime uscite degli scritti che propone, se da un lato applaude a Bobbio, Scalfari e Montanelli, dall'altro demolisce i vari piccolissimi Gianni Riotta e Fabio Fazio. Senza dimenticare di far l’analisi del sangue, ovviamente, alla Trinacria. Pesandone debolezze e punti di forza. Fuochi, in più, legge la destra odierna. Da destra, evidentemente. Sparando sulla destra devastata dall’ala estrema che pare scimmiottare il regime. Sparando sulle nuove versioni di Fini, e finisti di contorno al nostro tempo. Il libro è suddiviso in sezioni. Epperò il cunto è unico. Come unica è la voce. Che incanta persino nel parlare di CasaPound – che ne vuole, sic -, dove non condividi manco una parola eppur rimani a legger argomentazioni fortificate dal tocco che è, in pratica, stilettata su stilettata. Siam contenti, diciamo senza eufemismi, di poter apprezzare un giornalista politico reazionario. Che sa farci arrabbiare forte, con la sua ironica invettiva. L’articolo più bello, che sarebbe perfino il più puntuale, a nostro modesto avviso, è quello su Fazio. Perché in diversi criticano questo conduttore dell’Italietta condotta alla fine, ma pensiamo che la critica di Buttafuoco possa esser catalogata fra le migliori in assoluto. Non solo, per esempio, di sfuggita Pietrangelo Buttafuoco riscrive la televisione. Il giornalista, in più, scrive che Fazio ce lo meritiamo esattamente come ci siam meritati altri mostri che assai ci somigliavano. E’ vero o no?

mercoledì 26 dicembre 2012

Micro di Michael Crichton (Garzanti)



Honolulu, Hawaii. In un buio stabile di periferia, ufficio di un piccolo avvocato del luogo, regna il silenzio. Tutto sembra in ordine. Se non fosse per tre cadaveri stesi sul pavimento. Sul loro corpo non ci sono segni di lotta, solo dei tagli piccolissimi ma profondi e letali. L'unico indizio trovato sul luogo del delitto è un minuscolo robot, quasi invisibile all'occhio umano, dotato di lame affilatissime. La polizia brancola nel buio. Quello che tutti ignorano è che la Nanigen Micro-Technologies, una società che si occupa di microtecnologie mediche, nella foresta hawaiana nasconde una base segreta, dove mette alla prova apparecchiature finora ignote alla comunità scientifica. Qui è in corso un'operazione rivoluzionaria dai finanziamenti occulti, tesa a studiare le infinite forme di vita di cui brulica il sottobosco per sfruttarne le risorse a scopo medicinale. I dirigenti della Nanigen sono pronti a uccidere chiunque metta i bastoni tra le ruote a questo investimento miliardario. Ma per i loro laboratori hanno bisogno di reclutare nuovi, ignari scienziati: un gruppo di dottorandi dell'università di Harvard capitanati da Peter Jansen, esperto di veleni, e Karen King, aracnologa. I sette giovani, una volta approdati alle Hawaii, si trovano catapultati di persona in un pericolosissimo esperimento scientifico, e costretti a fronteggiare una natura sorprendentemente ostile e sconosciuta.

martedì 25 dicembre 2012

Led Zeppelin – Remasters






















“Remasters è una raccolta di brani dei Led Zeppelin pubblicata il 12 ottobre 1990. I brani sono stati scelti personalmente da Jimmy Page e rimasterizzati in digitale grazie alla collaborazione con George Marino. (Wikipedia)


I Led Zeppelin dalla A alla Z. La guida definitiva ai pionieri dell'hard rock di Jack Richard M. (Tsunami)



“Led Zeppelin dalla A alla Z”, una guida imprescindibile per tutti i fan ed appassionati del leggendario gruppo rock inglese. In questo libro l’autore riunisce in un unico volume, ordinandoli in modo rigorosamente alfabetico, tutti gli eventi, i personaggi, i luoghi che hanno segnato, nel bene e nel male, la carriera della storica band. Completa il libro una nutrita serie di appendici che includono: la discografia completa degli album, arricchita da una notevole quantità di recensioni dell’epoca; l’elenco dei singoli; l’elenco di tutti i concerti suonati dal gruppo; la discografia completa della Swan Song; i comunicati stampa dell’Atlantic Records all’epoca della firma del contratto con il gruppo.

lunedì 24 dicembre 2012

KURUMUNY A BALLATI! TE JERNU il 26 dicembre al Circolo Arci Freak Out di Parabita (LE)



Quest’anno Ballati te jernu, un evento a cura di Dilinò e Mascarimirì_Scola, ospiterà la presentazione delle ultime due produzioni di Kurumuny: le Salentine, le originali e uniche carte da gioco salentine, un intero mazzo disegnato a mano, ideato da B22 in collaborazione con Kurumuny che ha curato la produzione, e firmato dalla prestigiosa azienda “Modiano S.p.a.”, che ne conferma l’eccellenza qualitativa; e il booklet con CD audio allegato Il tempo del bambino e della stella Come cantavano gli italiani il Natale, che raccoglie alcuni dei canti più rappresentativi da Nord e Sud, dal Trentino al Salento, passando anche per Sicilia e Sardegna, raccontando i rituali e le tradizioni che da secoli accompagnano questa festività tra le più importanti da un punto di vista religioso ma anche laico e prima ancora pagano. L’appuntamento è previsto per il 26 dicembre 2012 alle 20,00 al Circolo Arci Freak Out di Parabita (LE)


PROGRAMMA SPECIFICO
Ore 20.00 APERITIVO/DISCUSSIONE: “Tamburello o Tamburreddhu?” Intervengono i costruttori Vito Giannone e Biagio Panico. Introduce: Claudio “Cavallo” Giagnotti (Mascarimirì). *Si discuterà sull'argomento “Tamburello o Tamburreddhu?” insieme ad un ricco aperitivo che il circolo Arci Frek Out preparerà per l'occasione. A seguire: - Presentazione "Le Salentine - carte da gioco" a cura di B22 e Kurumuny.
- Presentazione "Il tempo del Bambino e della Stella - libro con cd" Edizioni Kurumuny. Intervengono Luigi Chiriatti e Giovanni Chiriatti. A seguire intervento musicale con zampogna di Giulio Bianco.
Ore 22.30 – CONCERTO con Mascarimirì con GITANISTAN LIVE ..a seguire Festa finale “Pizzica in Dance Hall Party” con ospiti della tradizione Salentina.
Mascarimirì
Claudio “Cavallo” Giagnotti
Voce, Fiati etnici, Tamburreddhu, Tamburi a Cornice
Cosimo Giagnotti
Voce, Tamburreddhu, Chitarra Acustica
Vito Giannone
Voce, Mandolino Elettrico,Tres
Alessio Amato
Synth, Programmazioni

www.mascarimiri.com
www.myspace.com/mascarimiri
pagina facebook. Originalmascarimiri
info Dilinò : 0836/341153 – 3480442053
info:Arci FreKout info@arcifreakout.com tel: 349 0866131

INGRESSO SOTTOSCRIZIONE € 3 .

Per la presentazione de “le Salentine”
intervengono: Alessandro Sicuro e Francesco Cuna (B22)

Per la presentazione del volume,
Il tempo del bambino e della stella. Come cantavano gli italiani il Natale
di Giandomenico Curi
Intervengono Giovanni e Luigi Chiriatti
A seguire intervento musicale alla zampogna di Giulio Bianco
e la Strina eseguita dalla famiglia Giagnotti

LE SALENTINE

L'IDEA
Le salentine nascono dal desiderio di creare un mazzo di carte da gioco legato al territorio e alla sua storia pur mantenendo una giocabilità pari a quella delle carte regionali napoletane, a cui si ispirano e di cui conservano la peculiarità dell’aspetto cromatico. Il mazzo è composto da quattro semi che si richiamano alla tradizione e ne diventano sintesi simbolica: le brocche (per le coppe), i lecci (per i bastoni), le tarante (per i denari) e le zappe (per le spade). Le figure del nove e del dieci sono di nuovo impianto: al posto del cavallo e del re ci sono l’asino e il santo. Il retro di ogni carta è una sintesi grafica del soffitto della cattedrale di Otranto. Gli abiti delle figure dell’otto e del nove di tutti i semi sono ispirati alle illustrazioni dei costumi tradizionali salentini. Queste carte sono certamente uno strumento di gioco ma anche un biglietto da visita per i turisti perché la simbologia riprodotta offre cenni e riferimenti ai riti e miti, all’arte, ai costumi che poi trovano un ulteriore approfondimento sul sito dedicato: www.cartesalentine.it. Le salentine sono state disegnate interamente a mano, realizzate e prodotte in Salento da B22 e Kurumuny.

Per info
www.cartesalentine.it (online dal 21 dicembre)
Alessandro Sicuro 3289683018

IL TEMPO DEL BAMBINO E DELLA STELLA COME CANTAVANO GLI ITALIANI IL NATALE
Il Natale con il suo rituale è soprattutto una festa popolare, proprio a cominciare dai canti che raccontano le storie della nascita di Gesù. Molte testimonianze sono state affidate alla tradizione orale e popolare, altri documenti hanno trovato il conforto e la protezione del testo scritto, dell’armonizzazione di maestri appassionati, e poi fondamentale per la trasmissione di tutto questo patrimonio è stata la pratica esecutiva, il fatto cioè che molti canti continuano a essere riproposti di anno in anno, per cui oggi si continua a cantare Tu scendi dalle stelle, un testo composto e musicato da sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
Il Cd audio allegato al libro contiene 20 tracce sonore: 15 brani sono riproposti da artisti come Nando Citarella, Ambrogio Sparagna, Elena Ledda e molti altri; 5 invece sono registrazioni d’archivio fatte durante la ricerca sul campo.


Brindisi degli angeli di Anila Hanxhari (La Vita Felice)



Di Anila Hanxhari mi ha sempre sorpreso, colpito positivamente, l’intensità dell’emozione dentro il verso, la forza espressiva che rende il suo testo un oggetto molto materico, felicemente carico e denso. [...]
La sorpresa di questo suo nuovo libro nasce in modo evidente dal coesistere della sua tipica e quasi inconfondibile energia espressiva con una tensione del tutto nuova verso una maggiore, netta necessità di comunicazione. Il testo, dunque, ne risulta insieme ancora ricco di energia ed emozione, eppure, a suo modo, più aperto, leggibile, immediato. [...]
Diverso è qui il progetto, diversa è la necessità che le tematiche stesse, la vitalità degli affetti, vengono a proporre. Anila entra con coraggio anche nel tema della lirica più in fondo abusato e difficile da trattare, quello dell’amore; ma riesce a farlo con solida concretezza e senza abbandoni o cedimenti, e dunque conferma, su modalità e registri rinnovati, l’autenticità della sua vena poetica. Insomma, questa ragazza albanese è una delle voci più attendibili e mature della nostra giovane poesia.

dalla prefazione di Maurizio Cucchi

domenica 23 dicembre 2012

Quando suonavo il jazz di Carmela Formicola (Florestano Edizioni)



Alla sua prima esperienza con il genere romanzo Carmela Formicola, con un’acuta sensibilità e il ritmo di un cronista, riesce raccontare la storia di Sebastiano Mariani, “Seb”, un ex jazzista finito a suonare il karaoke in un locale americaneggiante nella periferia barese. La sua vita si consuma nel caos disperato, nella variopinta fauna metropolitana, nelle canzoni improbabili cantate ogni sera da maldestri cantanti dell'ultima ora, e nel rimpianto della sua vita perduta, quando suonava il pianoforte nei migliori club d'Italia. Ma cosa lo ha strappato al jazz? I ricordi piovono giù a valanga, come le note di Bill Evans e Beethoven, che sono la vera colonna sonora della sua vita, dei suoi sogni infranti, anche per una improvvisa malattia. La malinconia e la voglia di rivincita di Seb conquistano il lettore, che partecipa ai suoi momenti d’insoddisfazione per la vita e al suo desiderio di riscatto. Un inaspettato ingaggio e un nuovo progetto di vita, ridanno speranza al jazzista che non vuole rassegnarsi al karaoke. Dopo una lunghissima notte di Capodanno passata a riannodare i fili del passato, con tutti gli imprevisti del destino in agguato, arriva il lieto fine, con una vena di amarezza.

sabato 22 dicembre 2012

Sotta ‘na chianta te chiapparu ovvero Mino De Santis a Teatro. Con le riflessioni di Salvatore Cosentino e con lo special guest Tonino Zurlo*
















Due appuntamenti speciali per Mino De Santis il 5 e il 6 gennaio 2013 al Teatro Paisiello di Lecce in Via Giuseppe Palmieri, 72 a partire dalle 20,30. “Sotta ‘na chianta te chiapparu” è l’occasione per percorrere le sonorità del suo ultimo lavoro “Caminante” edito da Lupo editore nella collana Ululati, ma anche  per presentare il suo nuovo singolo dal titolo appunto “Sotta ‘na chianta te chiapparu”. Ad aprire la serata le riflessioni del magistrato Salvatore Cosentino. Nelle note invece ecco un concerto di sensazioni ed emozioni con  Emanuele Coluccia, Pantaleo Colazzo, Simone Nazario, Eleonora Pascarelli, Mauro Semeraro, Pasquale Gianfreda. Lo special guest della serata sarà Tonino Zurlo.  L’appuntamento è promosso e organizzato da Lecce20, Libreria Liberrima, Città di Lecce, Ululati, Lupo editore, Teatro Paisiello Lecce

Prevendita presso la libreria  Liberrima (10 euro + 2 euro diritto di prevendita) - Corte Dei Cicala, 1  73100 Lecce, tel. 0832 242626 http://www.liberrima.it/

Prenotazione dei biglietti anche a booking@lupoeditore.it  o info@lupoeditore.com

Testimone di usi e tradizioni del meridione e del Salento, di storie di vita tra il triste ed il comico, senza perdere mai l’ironia e la musicalità tipica dei cantautori italiani come De Andrè o Stefano Rosso, è questo Mino De Santis. Il suo nuovo album “Caminante”, prodotto e messo in commercio dalla neonata etichetta musicale ULULATI della Lupo Editore, è un insieme di istantanee di personaggi, vizi e virtù di un’Italia e un Sud alla continua rincorsa di un’identità. Allora si parte, come sempre, verso il nord, con il treno delle venti, in cerca di fortuna, emigrando verso la Lombardia ricca di gran lavoratori ma povera di bellezza. Basta poco a rifarsi la valigia per ritornare “al paese” anche se nulla cambia pertanto “resta la sopravvivenza e la non appartenenza” e la voglia di essere “Sempre in viaggio”. Si ritorna, quindi, tra strade delle processioni, della falsa disperazione dei funerali, dell’arsura e de “La zoccula”, una escort che difende il suo lavoro e che, come la più famosa “Bocca di Rosa”, sconvolge la quiete del paesino mettendo alla berlina i falsi moralismi a favore della sua genuina passionalità. Un dipinto a mille tinte a suon di valzer, stornelli e fanfare. È senza dubbio un disco pieno di poesia, dove il dialetto viene facilmente tramutato in rime e versi senza mai scadere nell’ingenua poesia popolare. E allora pare di sentire un po’ di Gaber, De Andrè, Bressaine, quei cantanti-poeti che hanno influenzato la formazione musicale di Mino De Santis. La “Caminante” di Mino gira per i vicoli, per le strade, tra la gente ed è curiosità di scoprire senza più sentirsi legata a una cultura famigliare che mozza il suo sguardo. È sud: terra e bellezza.  

UFFICIO STAMPA – OVERECO AGENZIA



“Un’artista da seguire …  “ (Vincenzo Mollica, DoReCiakGulp! Rai 1)

"Il Salento trova nuove parole, quelle puntute, del graffio autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto l'animo e l'occhio allo sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e fa riverenza. Mino De Santis è così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero. (Mauro Marino)

Mino De Santis è un ascolto che il tempo e la pratica portano a metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che arriva e resta. Ma un ondulato senso di profondità che scolpisce immagini nella memoria e libera l'ascolto dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e Francesco Aprile)

Mino ha scritto una pagina di canzone popolare vera, del popolo del Salento che si libera dalla pur splendida prigionia del tamburello, dell'organetto e del violino e approda ad un linguaggio nuovo, fatto di dialetto e di italiano colto al volo, masticato, rimasticato e sputato fuori in una nuova forma di colostro, vero alimento con il quale crescere i piccoli. Musica accattivante, di uno che sa suonare la chitarra, la lascia nei suoi accordi semplici, quasi ondeggianti come un materassino gonfiabile sulla bonaccia (Pino De Luca)

Autoironico e impietoso … lo definirei un "verista" per come descrive la realtà sociale e soprattutto quella di tanta umanità. Ha il suo modo singolare di vedere la realtà e di declinarla in versi. E' un sognatore ingenuo e intellettualmente onesto. Insofferente a qualsiasi regola, non scenderebbe mai a compromessi, ha l'anima libera e resta anarchico anche quando non sarebbe il caso. Ha una singolare genialità, un'autentica vena artistica che differisce da qualsiasi accomodante musicalità "popolare" oggi cosi volgarmente e insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De Santis)


*Tonino Zurlo è nato a Ostuni nel gennaio del 1946. Si è sempre occupato di restauro e di antiquariato. A 25 anni inizia a suonare la chitarra, improvvisando i brani musicali secondo la sua filosofia: ‘non è importante il ritmo del metronomo, ma quello del cuore’. Tonino inventa canzoni per ‘un mondo diverso’. Qualche anno dopo, inizia a frequentare il Folk Studio di Roma e, nonostante il successo, sembra proprio non interessargli quello con la esse maiuscola. E’ stato ‘scoperto’ solo qualche anno fa e del tutto casualmente, da Giovanna Marini, con cui ha collaborato in diverse occasioni. Ha suonato nelle università di Urbino, Parma, Milano, Napoli, Padova, Bari e in altre ancora. Nel 2003 realizza il suo primo CD ‘Jata viende’, per lasciare una traccia nella memoria. E’ in lavorazione il suo secondo album .Dicono di lui Giovanna Marini e Moni Ovadia: sento il disco e mi rimangono in mente le parole: ... quando t'innamori tu senti nel cuore... noi veniamo spennati da vivi... chi ha la gobba ha qualcosa assai profonda... il mare è agitato e mi fa paura la morte... l'anima leggera non vuole più parlare... non vuole più fare i conti... se l'amore è forte il vecchio se ne va in malora... Madonna com'è questo Meridione!... e qui uno si ferma e riflette. Com'è questo Meridione? Ma nel disco non si parla di questo, si canta questo. E, come voce che va dal basso all'alto e viceversa, anche stridula a volte, in una continua preghiera "fatemi vivere ancora!", è il grido della gente del Sud, dove si può solo mettere tutto in termini di vita o di morte, perché è così, è essenziale, non c'è altro che conti. E questo colpisce tanto. Colpisce chi vive in mezzo a mille pensieri diversi, preso da mille giri a spirale che poi, se si va a guardare, non portano a niente. Mai ho sentito così forte come in questo magnifico grido armonizzato, accompagnato, suonato, ripulito, infilato in un CD, il senso della necessità - "canto sennò me moro" (si dice a Roma). Ho conosciuto Tonino tanti anni fa, forse più di trenta, e mi ha dato questa sensazione di necessarietà. Se vogliamo analizzare sul piano musicale le sue canzoni, sono note che incollano magnificamente sulle sillabe e insieme creano cellule sonore reiterate, che messe tutte in fila danno emozione. Si entra in un vortice di emozioni varie e se ne esce solo quando il disco è finito. Ma non Tonino, il suo bisogno di cantare va oltre un semplice CD. Ha bisogno della gente, ha bisogno di dirlo agli altri, di dipanare questo groviglio di sillabe e note che improvvisamente si distende in poesia. Grazie Tonino, e grazie ai musicisti che ti hanno accompagnato dandoci l'idea di quello che vuoi dire nel profondo, dandoci il senso che loro per primi ti hanno capito. Giovanna Marini.
La prima volta che ho ascoltato Tonino è stato più di un quarto di secolo fa. La sua voce e la sua chitarra uscivano da una cassetta registrata autarchicamente con mezzi rudimentali di allora e ciò che ha invaso le mie orecchie e la mia anima è stata un'intera identità della quale sono ospite in quanto straniero e alla quale appartengo in quanto italiano. Tonino nella sua scarna e sgangherata genialità riassume iperbolicamente l'energia del popolo del Sud. Dopo che l'hai ascoltato per una volta non te lo dimentichi più. Poi Tonino l'ho incontrato. Era come le sue canzoni, la compenetrazione fra il suo modo di essere, di parlare, di vivere, di cantare accompagnandosi con chitarra sono un unicum urgente e inscindibile. Sono trascorsi venticinque anni di alluvione della melma consumista, di degrado televisivo di ogni tessuto culturale, di riduzione dei valori tradizionali e popolari a strapaese da quiz e talk show dello scannatoio mediatico. Tonino non è entrato in nessuna moda, in nessun salotto, in nessuna maniera appetibile per il mercato neppure quello chic della sinistra, neppure in quella radicale. In questo lasso di tempo ho bestemmiato la mia rabbia perché un così grande e necessario talento non ha ricevuto l'ascolto e la dignità che gli spettava, invano. Bisogna rientrarci in qualche maniera, essere furbi, sapersi vendere, per "esistere" e questo vale anche per i migliori di noi. Tonino ha l'urgenza di una verità bassa e si sa questo tipo di verità non si vende. Ma Tonino viene dalle profondità del tempo e della terra, l'anima effimera dell'attualità non lo scalfisce, la sua arte proletaria e cafona non conosce il crepuscolo. Si è rifatto vivo dopo tutto questo tempo incidendo "Jata viende," un disco delle sue canzoni che nessuna moda può offuscare e nessuna ragionevolezza può soggiogare, come se nulla fosse accaduto, non per inconsapevolezza, ma per fedeltà a qualcosa che non puoi perdere senza perdere te stesso. Canta ora come allora, parla ora come allora. Tocca a noi, una volta tanto farci furbi e non perdere Tonino per nessuna ragione, tenerci a portata di mano la voce e i suoni di qualcuno che racconta di esseri umani e non di consumatori per ricordarci da dove veniamo per sapere dove vogliamo andare. A me tocca con queste parole pagare un debito che ho contratto venticinque anni fa e che contrarrò ogni volta che Tonino mi manderà i suoi canti. E' il debito che hai con chi ti insegna a capire il cammino dell'uomo. Moni Ovadia. (http://www.ostuni.tv/Artisti/Ostuni_Artisti_ToninoZurlo.htm)



Faccia al muro, di Cesare Battisti, traduzione di Paola De Luca (DeriveApprodi). Intervento di Nunzio Festa





Questo è un uomo. Cesare Battisti, che nel romanzo "Faccia al muro", scritto in lingua francese e in Italia tradotto da Paola De Luca per le storiche e intransigenti DeriveApprodi, è Augusto - eteronimo utile alla (dissimulazione, sic) danza del reale -, dimostra di riuscire a rompere la sua identità di fuggitivo. Distrugge, Battisti, tutto il negativo della sua condizione 'storica': facendo un'opera letteraria che non ha pari. Questo è un uomo, intanto perché lo scrittore sempre meno italiano e più italiano possibile dà la prova concreta, in letteratura, di, a differenza della solita trita e ritrita e stucchevole perfino idea che i medium continuamente continuano a volerci propinare a dosi d'anestetico pubblicitario di stampo e, soprattutto, marca ideologica, di mettere la sua vicenda insieme e accanto quelle dei tanti reclusi e, quindi, perseguitati della Storia. Non solamente, aggiungiamo, i carcerati. In Faccia al muro, infatti, abbiamo la storia, che chiaramente si fa trama imperdibile, degli uomini che la terra d'esilio di Battisti tiene dietro le sbarre. Che però divengono un'unica cosa con il Paese. La disperazione della povertà, appunto dissimulata nuovamente, con il tifo calcistico e i favori al carnevale di carne e sesso carnale fumato con l'alcol è prostituzione giovanile insieme a soldatificazione dei giovanissimi che devono coccolare, per usarlo spesso, il potente fucile buono alla difesa dei territori del narcotraffico che farà alla fine 40.000 episodi di morte a giro di sole. Quando la luce del sole, in fondo, è contesa, esattamente a metà, fra i commercianti di droga pesante e i consumatori del divertimentificio, il più delle volte europei-occidentali dunque in vacanza di turismo comunque maschilista, e le anime sempre belle di persone che devono arrangiarsi alla stregua dei popoli più deboli della terra desolata. Questo è un uomo, ché sa dire con corpo e pensieri la parola "compassione". Al di là delle, a tratti tragicomiche, esperienze della storiella da libro/enciclopedia del nuovo mercato dell'omologazione culturale imperante. Lo scrittore come trama non ci dona che tutto il Brasile amato e odiato dai suoi compagni di cella, mentre osserva il passero a fare libertà fuori dalle prigioni e durante le passeggiate libere e perseguitate del periodo d'approdo nel nuovo Stato. Tanto passato denso di vicende che fanno una sola vicenda, quella dei condannati. Il racconto della durezza che vuol dire le visite da centro d'addestramento per carcerieri che devono sperimentare sulla pelle e nella mente dei reclusi come si lavora a "ispezionare". I racconti di vite che s'immergono una nell'altra, vedi quella dell'Aurea vista da lontano lontano, e quelle vicine della Sandra alla fine alcolizzata prossima a una giovanissima Janaina da scoprire. Situazioni da spia, in quanto la vita d'Augusto è trafitta dall'occhio di controllori che non lo mandano subito in prigione ma lo seguono ovunque e comunque. In tutti i modi. Col corpo d'una donna da amare. Tramite regali inattesi che celano l'inganno sotto la scorza del banale quotidiano. Il carattere della lingua di Battisti non fa perdere un respiro dell'intera narrazione. S'irradia nelle similitudini essenziali. E vediamo ogni punto che lo scrittore vuol renderci. Quadruppani ha parlato di "ricerca di verità": Faccia al muro è in sintesi la Verità d'una vita normale raccontata da un maestro dell'arte di narrare. Dove senti il sudore sulle tue mani che improvvisamente si fa presenza ascoltando il richiamo dell'agitazione descritta da Cesare Battisti durante i passaggi di nazione in aeroporto, sai che sei in un libro dei migliori in assoluto. Le remore che potreste avere nell'approccio al testo, saranno superate immediatamente nel conto interminabile visto dal diario febbrile d'esperienze che fanno un uomo. E questo è un uomo. Gli elementi del romanzo classico sono rispettati. Alla faccia dei puristi. Però in più abbiamo fortunatamente quel che piace davvero a noi. Troviamo infatti nel romanzo la forza condizionante della riflessione non assuefatta dall'incalzare degli episodi. Il narratore onnisciente trova il basso non superficiale dell'umanità al quale abbeverarsi. E poi nel tramestio del fuggir sempre e dovunque ci spiega punto per punto e/o passo dopo passo i sentimenti che si provano da perseguitato. Faccia al muro è da sbatter nelle librerie, sicuramente misere di capolavori, della gente che crede nella pena di morte. O ammira per esempio l'ergastolo; come pure vive soltanto nell'accanimento ossessivo contro Cesare Battisti. Cercate questo libro, capirete. 

venerdì 21 dicembre 2012

“James Bond 1962 – 2012″ di Marco Paracchini (Phasar Edizioni)



James Bond è un eroe moderno, un personaggio entrato a far parte della Storia. È costume, società, vita, rumors, azione, vendetta, sangue, rabbia, astuzia, sagacia, efficacia, merchandising e molto altro. 007 è l’emblema dell’evoluzione degli ultimi cinquant’anni, il simbolo di una giustizia che vive solo nella fiction, la personificazione dell’uomo duro e puro, l’allegoria di chi non deve mai chiedere permesso e la rappresentazione dei sogni (anche fornicanti) degli uomini. James Bond è la rinascita, il risveglio e la volontà di accedere in luoghi lontani, meravigliosi od oscuri, pregno di pragmatismo, ironia e savoir-faire. Questo testo vuole ricordarlo, riconoscerlo e analizzarlo. Questo non è un volume di figure e racconti, è un saggio che ne studia la sua evoluzione, è un libro che ne ripercorre gli eventi e ne svela (forse) di mai conosciuti. Un’opera ampia, generosa e sufficientemente ricca di spunti per riflettere, ma anche per carpire gli spunti narrativi, datati e contemporanei, che hanno costruito l’immagine di uno dei personaggi più seguiti della Storia del Cinema. All’interno del testo: L’universo di 007 (James Bond, al servizio di Sua Maestà – Un viaggio globale – I volti di 007). Analisi economica e sociale di un mito (Analisi fattoriale – La serialità entra nel mondo del cinema – Bond, il re del Product Placement – Il Fandom). Interazioni con altri personaggi del grande schermo (L’altro personaggio illustre di Sua Maestà – Union Flag versus Stars & Stripes: servizi segreti a confronto – Tutte le spie sfacciate del cinema). Cinquantesimo anniversario (Le Bond-Girls – 1962 /2012 cinquant’anni di film – Le azioni indimenticabili – Conclusioni).
Introduce Nicola Falcinella, giornalista e critico cinematografico.
Marco Paracchini è un regista free-lance, scrittore e docente accademico. Cosmopolita, ha avuto la fortuna di vivere in alcune tra le città più grandi del mondo come Tokyo, New York e Boston. Ora vive in Italia, sul confine tra Piemonte e Lombardia. Ha pubblicato “Comunicazione Cinematografica” (Phasar Edizioni, 2012), “i Rinnegati” (Kimerik 2012), “Animali, a chi?” (Aljon Editrice, 2012), Linea di confine (Edizioni Astragalo, 2011). Maggiori informazioni disponibili su http://www.marcoparacchini.eu
"James Bond 1962 – 2012" di Marco Paracchini (Phasar Edizioni)
"James Bond 1962 – 2012" di Marco Paracchini (Phasar Edizioni),
2012, €12, ebook 4,99€, ISBN: 978-88-6358-161-4, pp. 130
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La cantautrice Francesca Romana al Note di Vino a Ruffano



La musica la fa da padrona al Note di Vino nel cuore del Salento, a Ruffano (LE) in via Vittorio Veneto 55. Nuovo appuntamento di note il 22 dicembre 2012  a partire dalle 22,00 questa volta con Francesca Romana. Nuova tournée dunque per la cantautrice Francesca Romana che si è distinta in ambito nazionale per il suo illustre percorso artistico e per aver creato nuove forme di comunicazione all'interno della musica d’autore. Francesca segue un “filo rosso” che lega tutte le sue canzoni: la femminilità nei suoi aspetti più reconditi, ancestrali, discussi ed ambigui. Uno spettacolo di grande spessore artistico, in cui la musica e le parole della rockeuse dipingeranno i suoi “ritratti di signora”, personaggi femminili intriganti e inusuali a cui Francesca darà voce. Potrete incontrare una Biancaneve inedita che specchiandosi vede il suo alter ego, Eva, oppure una Maria Maddalena innamorata o ancora una piccola regina rinchiusa in una torre, accusata ingiustamente di pazzia, Giovanna la pazza, e poi Salomè, Francesca da Rimini. Questi brani sono volti a sostenere l’impegno sociale, da tempo intrapreso dall’autrice, nei confronti delle donne sfruttate o incomprese e delle loro storie spesso dimenticate. La canzone d’autore, come elemento di cultura e non solo come mero intrattenimento, bussa alle porte della nostra coscienza attraverso uno spettacolo musicale trascinante e incantato. L’artista si esibirà insieme alla sua storica band, con cui ha registrato anche il suo nuovo album “Lo Specchio” (Edel - 2011), distribuito nei migliori negozi di dischi, nelle librerie Feltrinelli e Fnac e su iTunes. Di volta in volta la cantautrice verrà affiancata da un attore di riconosciuta fama nazionale, sempre diverso, che sarà l’inedita voce narrante dello spettacolo.
Il progetto è già stato presentato in occasione della festa delle donne dall’Ufficio Pari Opportunità del Comune di Riccione, presso il Teatro del Mare; al Teatro Paisiello di Lecce, patrocinato dalla Commissione Pari Opportunità della Provincia e dall’Assessorato alla cultura del Comune di Lecce (http://www.youtube.com/watch?v=DZBHo8rhkwI); al Teatro Verdi di Cesena, in collaborazione con L’Ufficio Politiche delle Differenze della Provincia di Forlì-Cesena e il Centro Donna del Comune, ed ha sempre ricevuto un ottimo riscontro da parte del pubblico e delle stesse Amministrazioni e organizzazioni.

INFO E PRENOTAZIONE TAVOLI 3403386316/3409098835
Note di Vino – Nel cuore del Salento, a Ruffano (LE), dalla passione per l’enogastronomia e per la musica nasce l’enoteca wine bar «Note di Vino». Esperienza nella selezione e nella scelta delle bevande e dei cibi, il tutto accompagnato da una ricercatissima selezione musicale: jazz, blues, rock… dai concerti che settimanalmente vengono organizzati e dalle jam session dei musicisti/ clienti a cui viene messo a disposizione il palco con tutta la strumentazione (chitarra, batteria, pianoforte
Info
Su Facebook
cell. +39 340 33 86 316/ +39 340 90 98 835
via Vittorio Veneto, 55 - 73049 Ruffano (LE) - Italia

Tramontana di Giuseppe Calogiuri al Coffee and Cigarettes di Lecce



Una inquietante sequenza di oscure morti e sparizioni agita le acque di una tranquilla cittadina del sud coinvolgendo indistintamente rampolli di buona famiglia, onesti professionisti e modesti lavoratori. L’apparente gratuita casualità dei fatti mette in allerta il fiuto di Michelangelo Romani, giornalista del Messaggero Quotidiano, e di Sandro Gennari, direttore di TeleCittàUno, che decidono di investigare nonostante la servile prudenza dei rispettivi editori quando l’indagine sembra infastidire le poltrone di politicanti affaristi o turbare antiche coscienze.
Affiancati dalla fedele Carla, i due amici si mettono ostinatamente in cerca di polverosi “scheletri” negli armadi più insospettabili, seguendo l’esile filo di una traccia che appare sempre più sfuggente, in attesa del segnale anomalo rivelatore. Cosa sa il vecchio colono Antimo? E chi è il cinico giustiziere? Un giallo tutto salentino in cui lo studio delle atmosfere d’ambiente si sposa con la scrittura elegante e il gusto della suspense.. L’appuntamento è previsto per domenica 23 dicembre 2012 al Coffee and Cigarettes di Lecce in via Paladini. Interverrà il giornalista Pierpaolo Lala

Giuseppe Calogiuri è nato a Lecce e qui vive e lavora come avvocato specializzato in diritto d’autore e degli artisti. Già cronista e reporter per quotidiani e riviste locali, all’avvocatura associa l’attività di chitarrista blues e jazz. Scrittore sin dall’età giovanile, ha esordito nella narrativa nel 2005 (premio “Corto Testo”). Scrive su ogni pezzo di carta gli capiti tra le mani. Tramontana è il primo romanzo della serie con protagonista il giornalista Michelangelo Romani.

INFO

www.lupoeditore.it

Coffee and Cigarettes - via Paladini, 23 - 73100 - Lecce
tel. 0832.244877

Ufficio Stampa
Overeco Agenzia
www.overeco.it

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