Il giornalista e il banchiere. Un duello
fatto di domande e risposte, di ricostruzioni incrociate, retroscena
confidenziali, analisi a volte contrapposte sui personaggi, i conflitti, le
congiure, i denari di trent'anni della nostra storia. Dalla Banca d'Italia di
Guido Carli al Banco di Napoli, dalla Cariroma a Capitalia, fino a Mediobanca e
alle Generali, Cesare Geronzi è stato un protagonista assoluto della finanza
italiana. Hanno fatto discutere le sue relazioni con Silvio Berlusconi, Massimo
D'Alema e Antonio Fazio, le grandi operazioni bancarie culminate con la fusione
del polo romano in UniCredit suggerita da Mario Draghi. E ancor più ha
suscitato reazioni la sua ascesa alla presidenza dei templi della finanza del
Nord. Nel dialogo serrato con Massimo Mucchetti, l'autore di "Licenziare i
padroni?" e "Il baco del Corriere", prende corpo la
"confessione" di un banchiere non pentito. Sono innumerevoli gli
episodi mai raccontati che restituiscono la trama dei grandi affari: un
continuo gioco di specchi che rimanda le mutevoli immagini dei vincitori.
Indicato da Ciampi in Cariroma, Geronzi prese poi il potere sponsorizzando la Lazio come chiedeva il
romanista Andreotti. Si sentì domandare da Enrico Cuccia, che nei suoi ultimi
giorni voleva consolidare il suo delfino Maranghi in Mediobanca: "Vuol
sempre bene a Vincenzino?". Ottenne da Giovanni Agnelli un soave: "Ma
caro Geronzi, se lei non vuole, non si fa" con cui liquidare l'assalto
alla Banca di Roma.
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domenica 30 dicembre 2012
sabato 29 dicembre 2012
L’alba dei popoli con Admir Shkurtaj e Milena Magnani a Otranto
Il concerto di Capodanno per piano solo
proposto da AnimaMundi per l'Alba dei Popoli del Comune di Otranto è ormai una
tradizione. Per la terza edizione siede dietro la tastiera il musicista
albanese italiano Admir Shkurtaj per eseguire Mesimér, album prodotto e
pubblicato a luglio dall'etichetta salentina. Prima del concerto, inoltre, la
scrittrice Milena Magnani presenterà il suo romanzo Delle volte il vento
(Kurumuny, 2012), con il reading a cura di Marzia Quartini accompagnata da
Antonio Corsano all'organetto diatonico. In Mesimér Admir Shkurtaj smonta e
ricostruisce suono su suono sul suo pianoforte mezzacoda ("preparato"
con portacandele e giornali) le arie popolari salentine, con la sua poetica
centrata sul “gesto” sonoro, sulla “fluidità” del pensiero musicale e sulla
“sceneggiatura sonora”. Le semplici e ammalianti melodie assumono di colpo
sembianze insospettate, in un viavai continuo di travestimenti e rivelazioni. Ambientato
duranti i primi sbarchi degli anni '90 sulle coste pugliesi Delle volte il
vento ci svela l’altro, così vicino eppure così lontano per decenni. Il muro di
confine naturale fra i due Paesi all'improvviso si sgretola e diventa al
contempo lo specchio di virtù e chiusure del sud Italia, riflesse in Carmela
che incontra Lume, un'albanese che non si lascia incantare dalla società del
benessere e pur di non scendere a compromessi si barrica dietro una fragile
barriera di cartoni e bivacca davanti al mare.
1 gennaio 2013 – alle 17:00 ci sarà la
presentazione Delle volte il vento di Milena Magnani (Kurumuny) alla presenza
dell'autrice. Lettura scenica MARZIA QUARTINI, organetto diatonico ANTONIO CORSANO Alle 18:00 è previsto il
concerto di Admir Shkurtaj presso il salone Maestre Pie Filippini (di fronte al
Castello) nel centro storico di Otranto (ingresso libero)
Da quando nel 1991 è arrivato nel Salento,
Admir Shkurtaj, strumentista e compositore albanese, ha rivoluzionato la scena
musicale salentina. Grazie alla sua formazione classica e contemporanea,
iniziata a Tirana e terminata a Lecce, all'originalità nell'approccio al jazz e
alla conoscenza delle tradizioni musicali albanesi e balcaniche, è oggi tra i
più rispettati musicisti pugliesi e italiani. Dalla fine degli anni Novanta, ha
avuto un ruolo centrale nella nascita e e nell'affermazione di un filone di
balkan salentino con gli Opa Cupa, i Ghetonìa e i suoi Talea. Con questi ultimi
si è fatto conoscere a livello internazionale come tra i più originali
interpreti di balcan jazz, mentre i salentini Ghetonìa sono espressione
naturale di quell'incontro tra Salento e Albania, terre divise da pochi
kilometri di mare ma culturalmente molto diverse, ricominciato agli inizi degli
anni Novanta dopo la caduta del Muro di Berlino e del regime albanese. Con
loro, Shkurtaj ha reinventato la tradizione musicale salentina, in particolare
quella della Grecìa Salentina, divenendone uno dei più profondi conoscitori.
È per questa sua particolare storia artistica
e umana che AnimaMundi ha voluto affidargli l'interpretazione di alcune melodie
tradizionali o d'autore, ma riconosciute ormai come salentine.
Mesimér è l'incontro su un pianoforte
mezzacoda delle diverse idee che costituiscono l'articolato e visionario
pensiero musicale di Shkurtaj. Le arie popolari vengono smontate e ricostruite
attraverso i linguaggi del jazz d'avanguardia, la sensibilità balcanica
nell'articolazione del suono e nei ritmi e il pensiero destrutturato
contemporaneo. Quest'ultimo vuole conquistare una “fluidità” del discorso
musicale, liberandola dalla retorica delle strutture ormai decantate nella
cultura classica e pop occidentale. Così, in “Pizzica di Santa Lucia”, Shkurtaj
segue un processo creativo basato sul concetto di “gesto”, movimenti casuali
sulla tastiera, che si rincorrono come le idee nel fluire naturale e non
lineare del pensiero umano. In “Pizzica di San Vito” si fa strada invece
un'altra visionaria idea di Shkurtaj, quella della “sceneggiatura sonora”:
cinque personaggi “in scena”, interpretati da cinque gesti/eventi sonori che si
alternano fino ad assumere la loro fisionomia compiuta.
la critica:
Admir Shkurtaj smonta e rimonta sui tasti la Puglia della tradizione.
Con rispetto e coraggio (Guido Festinese, Alias-Il Manifesto)
Mesimér ci ricorda che la tradizione non
appartiene solo al passato [...]. Shkurtaj apre molte porte. Questa musica non
è solo un altro timbro per i nostri passaporti. Essa stessa è il viaggio.
(Tyran Grillo, RootsWorld)
le note, come gli ingredienti di una
pietanza, vengono scomposte negli elementi primari e poi rimescolate,
reimpastate per dare un risultato finale che, in qualche modo, ha a che fare
con la pietanza originaria, pur non essendo più la stessa. [...] Colpisce in
Mesimér il senso di esplorazione di insolite sonorità. (Carla Visca,
FolkBulletin)
Admir Shkurtaj con Mesimér ha dato vita ad un
disco fascinoso ed originale da cui traspare non solo tutto il suo percorso
musicale, ma anche la sua ricerca tra i suoni della musica contemporanea e del
jazz. (Salvatore Esposito, BlogFoolk)
Info - http://www.kurumuny.it/
Tutto bene di Paolo Ruffini (Tea)
Per tutta la vita Stefano ha evitato di
prendere impegni, di assumersi responsabilità. Non ha mai voluto nulla che
fosse "per sempre": né tatuaggi sulla pelle, né tantomeno legami
personali. Si è limitato a galleggiare in una duplice esistenza. Davanti alla
macchina da presa è "Steve" Nigiotti: attore brillante in rapida
ascesa, disinvolto, esuberante. La sua vita di tutti i giorni, invece, è
piuttosto squallida, solitaria e minata da ricorrenti attacchi di panico che lo
paralizzano. Una sera qualcuno suona alla sua porta, ma non è la ragazza che
Stefano stava aspettando: grandi occhi azzurri, faccino serio e trolley di
Hello Kitty al seguito, Sara ha sette anni ed è... sua figlia. Peccato che lui
non ne avesse idea. Non aveva mai nemmeno sospettato che dalla sua storia di
una notte con la cubista Michi+ fosse nata una bimba, perché lei l'aveva sempre
tenuto all'oscuro di tutto. Ora però Michi+ è finita in un guaio più grosso di
lei, e qualcuno deve occuparsi della piccola Sara: tocca a Stefano. Per lui
niente sarà più lo stesso: Sara prima gli metterà sottosopra la casa e la vita,
poi lo rimetterà in riga con la sua saggezza di bambina abituata a prendersi
cura dei "grandi" un po' incasinati che la circondano. Giorno dopo
giorno, tra nuovi arrivi e il ritorno inaspettato di vecchie conoscenze, Stefano
e Sara impareranno a vincere le rispettive paure e a volersi bene come mai
avrebbero immaginato. E Stefano imparerà che "per sempre" può avere
un suono meraviglioso.
venerdì 28 dicembre 2012
Il codice del traditore di Andrew Swanston (TRE60)
Inghilterra, 1643. Battaglie, saccheggi e
distruzioni sconvolgono il regno, funestato da una cruenta guerra civile.
Persino il re non è più al sicuro. Avvisato di un complotto ai suoi danni,
Carlo I abbandona la capitale e si stabilisce a Oxford, eppure niente sembra
fermare la mano del nemico: il crittografo di corte, infatti, viene brutalmente
assassinato, lasciando così vacante una posizione delicatissima. Senza di lui,
il governo di Sua Maestà è impotente. E c'è solo una persona che può prenderne
il posto: Thomas Hill, un pacifico libraio di provincia che, grazie a una
prodigiosa intelligenza matematica, è in grado di decifrare anche i codici più
complessi. Convocato a corte, Thomas ha subito la sensazione che Oxford non sia
più il tranquillo centro dove, anni prima, lui aveva completato gli studi,
bensì un luogo in cui serpeggiano violenza, intrighi e tradimenti. E, quando il
suo vecchio mentore gli rivela che tra la cerchia del re si nasconde un
traditore, il timore diventa certezza: nessuno può considerarsi al sicuro e
tutti sono sospettati. Specialmente adesso che è stato intercettato un
messaggio di cruciale importanza, composto in un codice ritenuto inviolabile,
che rivelerebbe l'identità della spia nemica. Thomas è l'unico che può tentare
di decifrarlo, tuttavia il prezzo da pagare sarà altissimo...
giovedì 27 dicembre 2012
Domani 28 dicembre a Santa Caterina (Nardò, Lecce) Ambrogio Sparagna e il libro “Il tempo del bambino e della stella” di Giandomenico Curi (Kurumuny Edizioni)
Per la “Magia del Natale” , la Pro Loco di Santa
Caterina di Nardò ha organizzato, per domani 28 Dicembre alle ore 20.30, nella
suggestiva piazzetta della marina il Concerto di Natale con la presenza del
Maestro Ambrogio Sparagna, direttore
dell’Orchestra popolare Italia dell’Auditorium Parco della Musica di
Roma e il suo ansamble: Annarita Colaianni – voce – Erasmo Treglia –
ciaramella-ghironda-torototela – Marco Tomassi – Zampogna gigante – Ambrogio
Sparagna – voce, organetto e zampogna. Canti provenienti dal cuore della
cultura di tradizione orale dell’Italia centromeridionale le cui musiche,
ispirate alle forme della tarantella, sono state elaborate e composte
direttamente dal maestro Sparagna con l’Orchesta Popolare Italiana. Un ritmo ternario vertiginoso , arricchito da
strumenti tipici della tradizione musicale popolare italiana:zampogna,
ciaramella, organetti, tamburelli, mandolini, ghironde, torototela. Un universo
musicale che scandisce l’universo esistenziale: sarà una vera e propria festa che riuscirà ad animare la bella piazzetta di
Santa Caterina e a far saltare al ritmo dei balli popolari. Un grande
spettacolo di voci e strumenti musicali che coinvolgerà e affascinerà il
pubblico. Il Maestro Sparagna ha diretto dal 2004 al 2006 il Festival La Notte della Taranta dando
vita a spettacoli straordinari a cui prendono parte decine di migliaia di
spettatori. Ha cantato con i più grandi cantautori italiani ed ha portato i
suoi spettacoli in giro per il mondo. Ha inoltre al suo attivo un’intensa attività
concertistica internazionale realizzata in numerosi paesi europei ed
extraeuropei. L’evento sarà preceduto dalla presentazione del libro “Il tempo
del bambino e della stella” come cantavano gli Italiani il Natale di
Giandomenico Curi (Kurumuny). Interverranno il direttore editoriale Kurumuny
Luigi Chiriatti, il consulente Culturale Ist.Diego Carpitella Sergio Torsello e
il Maestro Ambrogio Sparagna e l’autore. In caso di pioggia lo spettacolo si
sposterà nell’auditorium della parrocchia di Santa Caterina.
Info
Telefono: 0832801528 / Cellulare: 3299886391
Fuochi, di Pietrangelo Buttafuoco (Vallecchi). Intervento di Nunzio Festa
Fascista eretico in quanto mussoliniano,
nazista senza cedere alle sirene del razzismo, Pietrangelo Buttafuoco, siculo
di sicula scuola (politicamente missina, tra l’altro), legato idealmente e
quindi tragicamente alla figura del barone anti-rosso, Von Ungern-Sternberg,
come a una serie d’ameni personaggi dell’attualità che non faranno mai vera
Storia, da Berlusconi al console Vattani, enormemente c’affascina;
“stranamente”, Buttafuoco, sa ammaliarci. E, di certo, non possiamo che correre
al riparo, ovvero nelle convinzioni d’un Ugo Maria Tassinari per comprendere
che quando la zona nera è coperta da personalità alla Buttafuoco: è semplice
che gli intellettualmente onesti mostrino rispetto verso penne che non
condividono. “Fuochi”, raccolta di scritti del giornalista che avrà sulla
coscienza pure il neo d’aver applaudito in mutande al Silvio Berlusconi
dell’altro ieri ma che sa attirare ‘simpatie’ da destra e persino sinistra –
non solamente la nostra -, volume comunque imperfetto perché non riporta date e
testate delle prime uscite degli scritti che propone, se da un lato applaude a
Bobbio, Scalfari e Montanelli, dall'altro demolisce i vari piccolissimi Gianni
Riotta e Fabio Fazio. Senza dimenticare di far l’analisi del sangue,
ovviamente, alla Trinacria. Pesandone debolezze e punti di forza. Fuochi, in
più, legge la destra odierna. Da destra, evidentemente. Sparando sulla destra
devastata dall’ala estrema che pare scimmiottare il regime. Sparando sulle
nuove versioni di Fini, e finisti di contorno al nostro tempo. Il libro è
suddiviso in sezioni. Epperò il cunto è unico. Come unica è la voce. Che
incanta persino nel parlare di CasaPound – che ne vuole, sic -, dove non
condividi manco una parola eppur rimani a legger argomentazioni fortificate dal
tocco che è, in pratica, stilettata su stilettata. Siam contenti, diciamo senza
eufemismi, di poter apprezzare un giornalista politico reazionario. Che sa
farci arrabbiare forte, con la sua ironica invettiva. L’articolo più bello, che
sarebbe perfino il più puntuale, a nostro modesto avviso, è quello su Fazio.
Perché in diversi criticano questo conduttore dell’Italietta condotta alla
fine, ma pensiamo che la critica di Buttafuoco possa esser catalogata fra le
migliori in assoluto. Non solo, per esempio, di sfuggita Pietrangelo Buttafuoco
riscrive la televisione. Il giornalista, in più, scrive che Fazio ce lo
meritiamo esattamente come ci siam meritati altri mostri che assai ci
somigliavano. E’ vero o no?
mercoledì 26 dicembre 2012
Micro di Michael Crichton (Garzanti)
Honolulu, Hawaii. In un buio stabile di
periferia, ufficio di un piccolo avvocato del luogo, regna il silenzio. Tutto
sembra in ordine. Se non fosse per tre cadaveri stesi sul pavimento. Sul loro
corpo non ci sono segni di lotta, solo dei tagli piccolissimi ma profondi e
letali. L'unico indizio trovato sul luogo del delitto è un minuscolo robot, quasi
invisibile all'occhio umano, dotato di lame affilatissime. La polizia brancola
nel buio. Quello che tutti ignorano è che la Nanigen
Micro-Technologies, una società che si occupa di
microtecnologie mediche, nella foresta hawaiana nasconde una base segreta, dove
mette alla prova apparecchiature finora ignote alla comunità scientifica. Qui è
in corso un'operazione rivoluzionaria dai finanziamenti occulti, tesa a
studiare le infinite forme di vita di cui brulica il sottobosco per sfruttarne
le risorse a scopo medicinale. I dirigenti della Nanigen sono pronti a uccidere
chiunque metta i bastoni tra le ruote a questo investimento miliardario. Ma per
i loro laboratori hanno bisogno di reclutare nuovi, ignari scienziati: un
gruppo di dottorandi dell'università di Harvard capitanati da Peter Jansen,
esperto di veleni, e Karen King, aracnologa. I sette giovani, una volta
approdati alle Hawaii, si trovano catapultati di persona in un pericolosissimo
esperimento scientifico, e costretti a fronteggiare una natura sorprendentemente
ostile e sconosciuta.
martedì 25 dicembre 2012
Led Zeppelin – Remasters
“Remasters è una raccolta di brani dei Led Zeppelin pubblicata il 12 ottobre 1990. I brani sono stati scelti personalmente da Jimmy Page e rimasterizzati in digitale grazie alla collaborazione con George Marino. (Wikipedia)
I Led Zeppelin dalla A alla Z. La guida definitiva ai pionieri dell'hard rock di Jack Richard M. (Tsunami)
“Led Zeppelin dalla A alla Z”, una guida
imprescindibile per tutti i fan ed appassionati del leggendario gruppo rock
inglese. In questo libro l’autore riunisce in un unico volume, ordinandoli in
modo rigorosamente alfabetico, tutti gli eventi, i personaggi, i luoghi che
hanno segnato, nel bene e nel male, la carriera della storica band. Completa il
libro una nutrita serie di appendici che includono: la discografia completa
degli album, arricchita da una notevole quantità di recensioni dell’epoca;
l’elenco dei singoli; l’elenco di tutti i concerti suonati dal gruppo; la
discografia completa della Swan Song; i comunicati stampa dell’Atlantic Records
all’epoca della firma del contratto con il gruppo.
lunedì 24 dicembre 2012
KURUMUNY A BALLATI! TE JERNU il 26 dicembre al Circolo Arci Freak Out di Parabita (LE)
Quest’anno Ballati te jernu, un evento a cura di Dilinò e
Mascarimirì_Scola, ospiterà la presentazione delle ultime due produzioni di
Kurumuny: le Salentine, le originali e uniche carte da gioco salentine, un
intero mazzo disegnato a mano, ideato da B22 in collaborazione con Kurumuny che
ha curato la produzione, e firmato dalla prestigiosa azienda “Modiano S.p.a.”,
che ne conferma l’eccellenza qualitativa; e il booklet con CD audio allegato Il
tempo del bambino e della stella Come cantavano gli italiani il Natale, che
raccoglie alcuni dei canti più rappresentativi da Nord e Sud, dal Trentino al
Salento, passando anche per Sicilia e Sardegna, raccontando i rituali e le
tradizioni che da secoli accompagnano questa festività tra le più importanti da
un punto di vista religioso ma anche laico e prima ancora pagano.
L’appuntamento è previsto per il 26 dicembre 2012 alle 20,00 al Circolo
Arci Freak Out di Parabita (LE)
PROGRAMMA
SPECIFICO
Ore 20.00
APERITIVO/DISCUSSIONE: “Tamburello o Tamburreddhu?” Intervengono i costruttori
Vito Giannone e Biagio Panico. Introduce: Claudio “Cavallo” Giagnotti
(Mascarimirì). *Si discuterà sull'argomento “Tamburello o Tamburreddhu?”
insieme ad un ricco aperitivo che il circolo Arci Frek Out preparerà per
l'occasione. A seguire: - Presentazione "Le Salentine - carte da
gioco" a cura di B22 e Kurumuny.
- Presentazione
"Il tempo del Bambino e della Stella - libro con cd" Edizioni
Kurumuny. Intervengono Luigi Chiriatti e Giovanni Chiriatti. A seguire
intervento musicale con zampogna di Giulio Bianco.
Ore 22.30
– CONCERTO con Mascarimirì con GITANISTAN LIVE ..a seguire Festa finale “Pizzica
in Dance Hall Party” con ospiti della tradizione Salentina.
Mascarimirì
Claudio
“Cavallo” Giagnotti
Voce, Fiati
etnici, Tamburreddhu, Tamburi a Cornice
Cosimo
Giagnotti
Voce, Tamburreddhu,
Chitarra Acustica
Vito
Giannone
Voce, Mandolino
Elettrico,Tres
Alessio
Amato
Synth,
Programmazioni
www.mascarimiri.com
www.myspace.com/mascarimiri
pagina
facebook. Originalmascarimiri
info Dilinò : 0836/341153 – 3480442053
info:Arci FreKout info@arcifreakout.com tel: 349
0866131
INGRESSO SOTTOSCRIZIONE € 3 .
Per la presentazione de “le Salentine”
intervengono: Alessandro Sicuro e Francesco Cuna (B22)
Per la presentazione del volume,
Il tempo del bambino e della stella. Come cantavano gli
italiani il Natale
di Giandomenico Curi
Intervengono Giovanni e Luigi Chiriatti
A seguire intervento musicale alla zampogna di Giulio
Bianco
e la Strina
eseguita dalla famiglia Giagnotti
LE SALENTINE
L'IDEA
Le salentine nascono dal desiderio di creare un mazzo di carte da gioco legato al territorio e alla sua storia pur mantenendo una giocabilità pari a quella delle carte regionali napoletane, a cui si ispirano e di cui conservano la peculiarità dell’aspetto cromatico. Il mazzo è composto da quattro semi che si richiamano alla tradizione e ne diventano sintesi simbolica: le brocche (per le coppe), i lecci (per i bastoni), le tarante (per i denari) e le zappe (per le spade). Le figure del nove e del dieci sono di nuovo impianto: al posto del cavallo e del re ci sono l’asino e il santo. Il retro di ogni carta è una sintesi grafica del soffitto della cattedrale di Otranto. Gli abiti delle figure dell’otto e del nove di tutti i semi sono ispirati alle illustrazioni dei costumi tradizionali salentini. Queste carte sono certamente uno strumento di gioco ma anche un biglietto da visita per i turisti perché la simbologia riprodotta offre cenni e riferimenti ai riti e miti, all’arte, ai costumi che poi trovano un ulteriore approfondimento sul sito dedicato: www.cartesalentine.it. Le salentine sono state disegnate interamente a mano, realizzate e prodotte in Salento da B22 e Kurumuny.
Per info
www.cartesalentine.it (online dal 21 dicembre)
Alessandro Sicuro 3289683018
IL TEMPO DEL BAMBINO E DELLA STELLA COME CANTAVANO GLI
ITALIANI IL NATALE
Il Natale con il suo rituale è soprattutto una festa
popolare, proprio a cominciare dai canti che raccontano le storie della nascita
di Gesù. Molte testimonianze sono state affidate alla tradizione orale e
popolare, altri documenti hanno trovato il conforto e la protezione del testo
scritto, dell’armonizzazione di maestri appassionati, e poi fondamentale per la
trasmissione di tutto questo patrimonio è stata la pratica esecutiva, il fatto
cioè che molti canti continuano a essere riproposti di anno in anno, per cui
oggi si continua a cantare Tu scendi dalle stelle, un testo composto e
musicato da sant’Alfonso Maria de’ Liguori.
Il Cd audio allegato al libro contiene 20 tracce sonore: 15
brani sono riproposti da artisti come Nando Citarella, Ambrogio Sparagna, Elena
Ledda e molti altri; 5 invece sono registrazioni d’archivio fatte durante la
ricerca sul campo.
Brindisi degli angeli di Anila Hanxhari (La Vita Felice)
Di Anila Hanxhari mi ha sempre
sorpreso, colpito positivamente, l’intensità dell’emozione dentro il verso, la
forza espressiva che rende il suo testo un oggetto molto materico, felicemente
carico e denso. [...]
La sorpresa di questo suo nuovo
libro nasce in modo evidente dal coesistere della sua tipica e quasi
inconfondibile energia espressiva con una tensione del tutto nuova verso una
maggiore, netta necessità di comunicazione. Il testo, dunque, ne risulta
insieme ancora ricco di energia ed emozione, eppure, a suo modo, più aperto,
leggibile, immediato. [...]
Diverso è qui il progetto,
diversa è la necessità che le tematiche stesse, la vitalità degli affetti,
vengono a proporre. Anila entra con coraggio anche nel tema della lirica più in
fondo abusato e difficile da trattare, quello dell’amore; ma riesce a farlo con
solida concretezza e senza abbandoni o cedimenti, e dunque conferma, su
modalità e registri rinnovati, l’autenticità della sua vena poetica. Insomma,
questa ragazza albanese è una delle voci più attendibili e mature della nostra
giovane poesia.
dalla prefazione di Maurizio
Cucchi
domenica 23 dicembre 2012
Quando suonavo il jazz di Carmela Formicola (Florestano Edizioni)
Alla sua
prima esperienza con il genere romanzo Carmela Formicola, con un’acuta
sensibilità e il ritmo di un cronista, riesce raccontare la storia di
Sebastiano Mariani, “Seb”, un ex jazzista finito a suonare il karaoke in un
locale americaneggiante nella periferia barese. La sua vita si consuma nel caos
disperato, nella variopinta fauna metropolitana, nelle canzoni improbabili
cantate ogni sera da maldestri cantanti dell'ultima ora, e nel rimpianto della
sua vita perduta, quando suonava il pianoforte nei migliori club d'Italia. Ma
cosa lo ha strappato al jazz? I ricordi piovono giù a valanga, come le note di
Bill Evans e Beethoven, che sono la vera colonna sonora della sua vita, dei
suoi sogni infranti, anche per una improvvisa malattia. La malinconia e la voglia
di rivincita di Seb conquistano il lettore, che partecipa ai suoi momenti
d’insoddisfazione per la vita e al suo desiderio di riscatto. Un inaspettato
ingaggio e un nuovo progetto di vita, ridanno speranza al jazzista che non
vuole rassegnarsi al karaoke. Dopo una lunghissima notte di Capodanno passata a
riannodare i fili del passato, con tutti gli imprevisti del destino in agguato,
arriva il lieto fine, con una vena di amarezza.
sabato 22 dicembre 2012
Sotta ‘na chianta te chiapparu ovvero Mino De Santis a Teatro. Con le riflessioni di Salvatore Cosentino e con lo special guest Tonino Zurlo*
Due appuntamenti speciali per Mino De Santis il 5 e il 6 gennaio 2013 al Teatro Paisiello di Lecce in Via Giuseppe Palmieri, 72 a partire dalle 20,30. “Sotta ‘na chianta te chiapparu” è l’occasione per percorrere le sonorità del suo ultimo lavoro “Caminante” edito da Lupo editore nella collana Ululati, ma anche per presentare il suo nuovo singolo dal titolo appunto “Sotta ‘na chianta te chiapparu”. Ad aprire la serata le riflessioni del magistrato Salvatore Cosentino. Nelle note invece ecco un concerto di sensazioni ed emozioni con Emanuele Coluccia, Pantaleo Colazzo, Simone Nazario, Eleonora Pascarelli, Mauro Semeraro, Pasquale Gianfreda. Lo special guest della serata sarà Tonino Zurlo. L’appuntamento è promosso e organizzato da Lecce20, Libreria Liberrima, Città di Lecce, Ululati, Lupo editore, Teatro Paisiello Lecce
Prevendita presso la libreria
Liberrima (10 euro + 2 euro diritto di prevendita) - Corte Dei
Cicala, 1 73100 Lecce, tel. 0832 242626 http://www.liberrima.it/
Prenotazione dei biglietti anche a booking@lupoeditore.it o info@lupoeditore.com
Testimone di usi e tradizioni del
meridione e del Salento, di storie di vita tra il triste ed il comico, senza
perdere mai l’ironia e la musicalità tipica dei cantautori italiani come De
Andrè o Stefano Rosso, è questo Mino De Santis. Il suo nuovo album “Caminante”,
prodotto e messo in commercio dalla neonata etichetta musicale ULULATI della
Lupo Editore, è un insieme di istantanee di personaggi, vizi e virtù di
un’Italia e un Sud alla continua rincorsa di un’identità. Allora si parte, come
sempre, verso il nord, con il treno delle venti, in cerca di fortuna, emigrando
verso la Lombardia
ricca di gran lavoratori ma povera di bellezza. Basta poco a rifarsi la valigia
per ritornare “al paese” anche se nulla cambia pertanto “resta la sopravvivenza
e la non appartenenza” e la voglia di essere “Sempre in viaggio”. Si ritorna,
quindi, tra strade delle processioni, della falsa disperazione dei funerali,
dell’arsura e de “La zoccula”, una escort che difende il suo lavoro e che, come
la più famosa “Bocca di Rosa”, sconvolge la quiete del paesino mettendo alla
berlina i falsi moralismi a favore della sua genuina passionalità. Un dipinto a
mille tinte a suon di valzer, stornelli e fanfare. È senza dubbio un disco
pieno di poesia, dove il dialetto viene facilmente tramutato in rime e versi
senza mai scadere nell’ingenua poesia popolare. E allora pare di sentire un po’
di Gaber, De Andrè, Bressaine, quei cantanti-poeti che hanno influenzato la
formazione musicale di Mino De Santis. La “Caminante” di Mino gira per i
vicoli, per le strade, tra la gente ed è curiosità di scoprire senza più
sentirsi legata a una cultura famigliare che mozza il suo sguardo. È sud: terra
e bellezza.
UFFICIO STAMPA – OVERECO AGENZIA
“Un’artista da seguire … “
(Vincenzo Mollica, DoReCiakGulp! Rai 1)
"Il Salento trova nuove parole, quelle puntute, del graffio
autoriale. Anarchiche quanto basta per tener desto l'animo e l'occhio allo
sguardo: quello dritto, che mai s'inchina e fa riverenza. Mino De Santis è
così, ama il ridere, il soffio e lo spiffero. (Mauro Marino)
Mino De Santis è un ascolto che il tempo e la pratica portano a
metabolizzare. Non è la risata di turno ciò che arriva e resta. Ma un ondulato
senso di profondità che scolpisce immagini nella memoria e libera l'ascolto
dalla superficialità attorno (Erika Sorrenti e Francesco Aprile)
Mino ha scritto una pagina di canzone popolare vera, del popolo del
Salento che si libera dalla pur splendida prigionia del tamburello,
dell'organetto e del violino e approda ad un linguaggio nuovo, fatto di
dialetto e di italiano colto al volo, masticato, rimasticato e sputato fuori in
una nuova forma di colostro, vero alimento con il quale crescere i piccoli.
Musica accattivante, di uno che sa suonare la chitarra, la lascia nei suoi
accordi semplici, quasi ondeggianti come un materassino gonfiabile sulla
bonaccia (Pino De Luca)
Autoironico e impietoso … lo definirei un "verista" per come
descrive la realtà sociale e soprattutto quella di tanta umanità. Ha il suo
modo singolare di vedere la realtà e di declinarla in versi. E' un sognatore
ingenuo e intellettualmente onesto. Insofferente a qualsiasi regola, non
scenderebbe mai a compromessi, ha l'anima libera e resta anarchico anche quando
non sarebbe il caso. Ha una singolare genialità, un'autentica vena artistica
che differisce da qualsiasi accomodante musicalità "popolare" oggi
cosi volgarmente e insopportabilmente stereotipata (Giuseppe De Santis)
*Tonino Zurlo è nato a Ostuni nel gennaio del 1946. Si è sempre
occupato di restauro e di antiquariato. A 25 anni inizia a suonare la chitarra,
improvvisando i brani musicali secondo la sua filosofia: ‘non è importante il
ritmo del metronomo, ma quello del cuore’. Tonino inventa canzoni per ‘un mondo
diverso’. Qualche anno dopo, inizia a frequentare il Folk Studio di Roma e,
nonostante il successo, sembra proprio non interessargli quello con la esse
maiuscola. E’ stato ‘scoperto’ solo qualche anno fa e del tutto casualmente, da
Giovanna Marini, con cui ha collaborato in diverse occasioni. Ha suonato nelle
università di Urbino, Parma, Milano, Napoli, Padova, Bari e in altre ancora.
Nel 2003 realizza il suo primo CD ‘Jata viende’, per lasciare una traccia nella
memoria. E’ in lavorazione il suo secondo album .Dicono di lui Giovanna Marini
e Moni Ovadia: sento il disco e mi rimangono in mente le parole: ... quando
t'innamori tu senti nel cuore... noi veniamo spennati da vivi... chi ha la
gobba ha qualcosa assai profonda... il mare è agitato e mi fa paura la morte...
l'anima leggera non vuole più parlare... non vuole più fare i conti... se l'amore
è forte il vecchio se ne va in malora... Madonna com'è questo Meridione!... e
qui uno si ferma e riflette. Com'è questo Meridione? Ma nel disco non si parla
di questo, si canta questo. E, come voce che va dal basso all'alto e viceversa,
anche stridula a volte, in una continua preghiera "fatemi vivere
ancora!", è il grido della gente del Sud, dove si può solo mettere tutto
in termini di vita o di morte, perché è così, è essenziale, non c'è altro che
conti. E questo colpisce tanto. Colpisce chi vive in mezzo a mille pensieri
diversi, preso da mille giri a spirale che poi, se si va a guardare, non
portano a niente. Mai ho sentito così forte come in questo magnifico grido
armonizzato, accompagnato, suonato, ripulito, infilato in un CD, il senso della
necessità - "canto sennò me moro" (si dice a Roma). Ho conosciuto
Tonino tanti anni fa, forse più di trenta, e mi ha dato questa sensazione di
necessarietà. Se vogliamo analizzare sul piano musicale le sue canzoni, sono
note che incollano magnificamente sulle sillabe e insieme creano cellule sonore
reiterate, che messe tutte in fila danno emozione. Si entra in un vortice di
emozioni varie e se ne esce solo quando il disco è finito. Ma non Tonino, il
suo bisogno di cantare va oltre un semplice CD. Ha bisogno della gente, ha
bisogno di dirlo agli altri, di dipanare questo groviglio di sillabe e note che
improvvisamente si distende in poesia. Grazie Tonino, e grazie ai musicisti che
ti hanno accompagnato dandoci l'idea di quello che vuoi dire nel profondo,
dandoci il senso che loro per primi ti hanno capito. Giovanna Marini.
La prima volta che ho ascoltato
Tonino è stato più di un quarto di secolo fa. La sua voce e la sua chitarra
uscivano da una cassetta registrata autarchicamente con mezzi rudimentali di
allora e ciò che ha invaso le mie orecchie e la mia anima è stata un'intera
identità della quale sono ospite in quanto straniero e alla quale appartengo in
quanto italiano. Tonino nella sua scarna e sgangherata genialità riassume
iperbolicamente l'energia del popolo del Sud. Dopo che l'hai ascoltato per una
volta non te lo dimentichi più. Poi Tonino l'ho incontrato. Era come le sue
canzoni, la compenetrazione fra il suo modo di essere, di parlare, di vivere,
di cantare accompagnandosi con chitarra sono un unicum urgente e inscindibile.
Sono trascorsi venticinque anni di alluvione della melma consumista, di degrado
televisivo di ogni tessuto culturale, di riduzione dei valori tradizionali e
popolari a strapaese da quiz e talk show dello scannatoio mediatico. Tonino non
è entrato in nessuna moda, in nessun salotto, in nessuna maniera appetibile per
il mercato neppure quello chic della sinistra, neppure in quella radicale. In
questo lasso di tempo ho bestemmiato la mia rabbia perché un così grande e
necessario talento non ha ricevuto l'ascolto e la dignità che gli spettava,
invano. Bisogna rientrarci in qualche maniera, essere furbi, sapersi vendere,
per "esistere" e questo vale anche per i migliori di noi. Tonino ha
l'urgenza di una verità bassa e si sa questo tipo di verità non si vende. Ma
Tonino viene dalle profondità del tempo e della terra, l'anima effimera
dell'attualità non lo scalfisce, la sua arte proletaria e cafona non conosce il
crepuscolo. Si è rifatto vivo dopo tutto questo tempo incidendo "Jata
viende," un disco delle sue canzoni che nessuna moda può offuscare e
nessuna ragionevolezza può soggiogare, come se nulla fosse accaduto, non per
inconsapevolezza, ma per fedeltà a qualcosa che non puoi perdere senza perdere
te stesso. Canta ora come allora, parla ora come allora. Tocca a noi, una volta
tanto farci furbi e non perdere Tonino per nessuna ragione, tenerci a portata
di mano la voce e i suoni di qualcuno che racconta di esseri umani e non di
consumatori per ricordarci da dove veniamo per sapere dove vogliamo andare. A
me tocca con queste parole pagare un debito che ho contratto venticinque anni
fa e che contrarrò ogni volta che Tonino mi manderà i suoi canti. E' il debito
che hai con chi ti insegna a capire il cammino dell'uomo. Moni Ovadia. (http://www.ostuni.tv/Artisti/Ostuni_Artisti_ToninoZurlo.htm)
Faccia al muro, di Cesare Battisti, traduzione di Paola De Luca (DeriveApprodi). Intervento di Nunzio Festa
Questo è un uomo. Cesare
Battisti, che nel romanzo "Faccia al muro", scritto in lingua
francese e in Italia tradotto da Paola De Luca per le storiche e intransigenti
DeriveApprodi, è Augusto - eteronimo utile alla (dissimulazione, sic) danza del
reale -, dimostra di riuscire a rompere la sua identità di fuggitivo.
Distrugge, Battisti, tutto il negativo della sua condizione 'storica': facendo
un'opera letteraria che non ha pari. Questo è un uomo, intanto perché lo
scrittore sempre meno italiano e più italiano possibile dà la prova concreta,
in letteratura, di, a differenza della solita trita e ritrita e stucchevole
perfino idea che i medium continuamente continuano a volerci propinare a dosi
d'anestetico pubblicitario di stampo e, soprattutto, marca ideologica, di
mettere la sua vicenda insieme e accanto quelle dei tanti reclusi e, quindi,
perseguitati della Storia. Non solamente, aggiungiamo, i carcerati. In Faccia
al muro, infatti, abbiamo la storia, che chiaramente si fa trama imperdibile,
degli uomini che la terra d'esilio di Battisti tiene dietro le sbarre. Che però
divengono un'unica cosa con il Paese. La disperazione della povertà, appunto dissimulata
nuovamente, con il tifo calcistico e i favori al carnevale di carne e sesso
carnale fumato con l'alcol è prostituzione giovanile insieme a soldatificazione
dei giovanissimi che devono coccolare, per usarlo spesso, il potente fucile
buono alla difesa dei territori del narcotraffico che farà alla fine 40.000
episodi di morte a giro di sole. Quando la luce del sole, in fondo, è contesa,
esattamente a metà, fra i commercianti di droga pesante e i consumatori del
divertimentificio, il più delle volte europei-occidentali dunque in vacanza di
turismo comunque maschilista, e le anime sempre belle di persone che devono
arrangiarsi alla stregua dei popoli più deboli della terra desolata. Questo è
un uomo, ché sa dire con corpo e pensieri la parola "compassione". Al
di là delle, a tratti tragicomiche, esperienze della storiella da
libro/enciclopedia del nuovo mercato dell'omologazione culturale imperante. Lo
scrittore come trama non ci dona che tutto il Brasile amato e odiato dai suoi
compagni di cella, mentre osserva il passero a fare libertà fuori dalle
prigioni e durante le passeggiate libere e perseguitate del periodo d'approdo
nel nuovo Stato. Tanto passato denso di vicende che fanno una sola vicenda,
quella dei condannati. Il racconto della durezza che vuol dire le visite da
centro d'addestramento per carcerieri che devono sperimentare sulla pelle e
nella mente dei reclusi come si lavora a "ispezionare". I racconti di
vite che s'immergono una nell'altra, vedi quella dell'Aurea vista da lontano
lontano, e quelle vicine della Sandra alla fine alcolizzata prossima a una
giovanissima Janaina da scoprire. Situazioni da spia, in quanto la vita
d'Augusto è trafitta dall'occhio di controllori che non lo mandano subito in
prigione ma lo seguono ovunque e comunque. In tutti i modi. Col corpo d'una
donna da amare. Tramite regali inattesi che celano l'inganno sotto la scorza
del banale quotidiano. Il carattere della lingua di Battisti non fa perdere un
respiro dell'intera narrazione. S'irradia nelle similitudini essenziali. E
vediamo ogni punto che lo scrittore vuol renderci. Quadruppani ha parlato di
"ricerca di verità": Faccia al muro è in sintesi la Verità d'una vita
normale raccontata da un maestro dell'arte di narrare. Dove senti il sudore
sulle tue mani che improvvisamente si fa presenza ascoltando il richiamo
dell'agitazione descritta da Cesare Battisti durante i passaggi di nazione in
aeroporto, sai che sei in un libro dei migliori in assoluto. Le remore che
potreste avere nell'approccio al testo, saranno superate immediatamente nel
conto interminabile visto dal diario febbrile d'esperienze che fanno un uomo. E
questo è un uomo. Gli elementi del romanzo classico sono rispettati. Alla
faccia dei puristi. Però in più abbiamo fortunatamente quel che piace davvero a
noi. Troviamo infatti nel romanzo la forza condizionante della riflessione non
assuefatta dall'incalzare degli episodi. Il narratore onnisciente trova il
basso non superficiale dell'umanità al quale abbeverarsi. E poi nel tramestio
del fuggir sempre e dovunque ci spiega punto per punto e/o passo dopo passo i
sentimenti che si provano da perseguitato. Faccia al muro è da sbatter nelle
librerie, sicuramente misere di capolavori, della gente che crede nella pena di
morte. O ammira per esempio l'ergastolo; come pure vive soltanto
nell'accanimento ossessivo contro Cesare Battisti. Cercate questo libro,
capirete.
venerdì 21 dicembre 2012
“James Bond 1962 – 2012″ di Marco Paracchini (Phasar Edizioni)
James Bond è un eroe moderno, un personaggio entrato
a far parte della Storia. È costume, società, vita, rumors, azione, vendetta,
sangue, rabbia, astuzia, sagacia, efficacia, merchandising e molto altro. 007 è
l’emblema dell’evoluzione degli ultimi cinquant’anni, il simbolo di una
giustizia che vive solo nella fiction, la personificazione dell’uomo duro e
puro, l’allegoria di chi non deve mai chiedere permesso e la rappresentazione
dei sogni (anche fornicanti) degli uomini. James Bond è la rinascita, il
risveglio e la volontà di accedere in luoghi lontani, meravigliosi od oscuri,
pregno di pragmatismo, ironia e savoir-faire. Questo testo vuole ricordarlo,
riconoscerlo e analizzarlo. Questo non è un volume di figure e racconti, è un
saggio che ne studia la sua evoluzione, è un libro che ne ripercorre gli eventi
e ne svela (forse) di mai conosciuti. Un’opera ampia, generosa e
sufficientemente ricca di spunti per riflettere, ma anche per carpire gli
spunti narrativi, datati e contemporanei, che hanno costruito l’immagine di uno
dei personaggi più seguiti della Storia del Cinema. All’interno del testo:
L’universo di 007 (James Bond, al servizio di Sua Maestà – Un viaggio globale –
I volti di 007). Analisi economica e sociale di un mito (Analisi fattoriale –
La serialità entra nel mondo del cinema – Bond, il re del Product Placement –
Il Fandom). Interazioni con altri personaggi del grande schermo (L’altro
personaggio illustre di Sua Maestà – Union Flag versus Stars & Stripes:
servizi segreti a confronto – Tutte le spie sfacciate del cinema).
Cinquantesimo anniversario (Le Bond-Girls – 1962 /2012 cinquant’anni di film –
Le azioni indimenticabili – Conclusioni).
Introduce Nicola Falcinella, giornalista
e critico cinematografico.
Marco Paracchini è un regista free-lance,
scrittore e docente accademico. Cosmopolita, ha avuto la fortuna di vivere in
alcune tra le città più grandi del mondo come Tokyo, New York e Boston. Ora
vive in Italia, sul confine tra Piemonte e Lombardia. Ha pubblicato
“Comunicazione Cinematografica” (Phasar Edizioni, 2012), “i Rinnegati” (Kimerik
2012), “Animali, a chi?” (Aljon Editrice, 2012), Linea di confine (Edizioni
Astragalo, 2011). Maggiori informazioni disponibili su http://www.marcoparacchini.eu
"James Bond 1962 – 2012" di
Marco Paracchini (Phasar Edizioni)
"James Bond 1962 – 2012" di
Marco Paracchini (Phasar Edizioni),
2012, €12, ebook 4,99€, ISBN: 978-88-6358-161-4, pp. 130
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La cantautrice Francesca Romana al Note di Vino a Ruffano
La musica la fa da padrona al Note di Vino nel
cuore del Salento, a Ruffano (LE) in via Vittorio Veneto 55. Nuovo appuntamento
di note il 22 dicembre 2012 a partire
dalle 22,00 questa volta con Francesca Romana. Nuova tournée dunque per la
cantautrice Francesca Romana che si è distinta in ambito nazionale per il suo
illustre percorso artistico e per aver creato nuove forme di comunicazione
all'interno della musica d’autore. Francesca segue un “filo rosso” che lega
tutte le sue canzoni: la femminilità nei suoi aspetti più reconditi,
ancestrali, discussi ed ambigui. Uno spettacolo di grande spessore artistico,
in cui la musica e le parole della rockeuse dipingeranno i suoi “ritratti di
signora”, personaggi femminili intriganti e inusuali a cui Francesca darà voce.
Potrete incontrare una Biancaneve inedita che specchiandosi vede il suo alter
ego, Eva, oppure una Maria Maddalena innamorata o ancora una piccola regina
rinchiusa in una torre, accusata ingiustamente di pazzia, Giovanna la pazza, e
poi Salomè, Francesca da Rimini. Questi brani sono volti a sostenere l’impegno
sociale, da tempo intrapreso dall’autrice, nei confronti delle donne sfruttate
o incomprese e delle loro storie spesso dimenticate. La canzone d’autore, come
elemento di cultura e non solo come mero intrattenimento, bussa alle porte
della nostra coscienza attraverso uno spettacolo musicale trascinante e incantato.
L’artista si esibirà insieme alla sua storica band, con cui ha registrato anche
il suo nuovo album “Lo Specchio” (Edel - 2011), distribuito nei migliori negozi
di dischi, nelle librerie Feltrinelli e Fnac e su iTunes. Di volta in volta la
cantautrice verrà affiancata da un attore di riconosciuta fama nazionale,
sempre diverso, che sarà l’inedita voce narrante dello spettacolo.
Il progetto è già stato presentato in occasione
della festa delle donne dall’Ufficio Pari Opportunità del Comune di Riccione,
presso il Teatro del Mare; al Teatro Paisiello di Lecce, patrocinato dalla
Commissione Pari Opportunità della Provincia e dall’Assessorato alla cultura
del Comune di Lecce (http://www.youtube.com/watch?v=DZBHo8rhkwI);
al Teatro Verdi di Cesena, in collaborazione con L’Ufficio Politiche delle
Differenze della Provincia di Forlì-Cesena e il Centro Donna del Comune, ed ha
sempre ricevuto un ottimo riscontro da parte del pubblico e delle stesse Amministrazioni
e organizzazioni.
INFO E
PRENOTAZIONE TAVOLI 3403386316/3409098835
Note di
Vino – Nel cuore del Salento, a Ruffano (LE), dalla passione per
l’enogastronomia e per la musica nasce l’enoteca wine bar «Note di Vino».
Esperienza nella selezione e nella scelta delle bevande e dei cibi, il tutto
accompagnato da una ricercatissima selezione musicale: jazz, blues, rock… dai
concerti che settimanalmente vengono organizzati e dalle jam session dei
musicisti/ clienti a cui viene messo a disposizione il palco con tutta la
strumentazione (chitarra, batteria, pianoforte
Info
Su Facebook
cell. +39 340 33 86 316/ +39 340 90 98 835
via Vittorio Veneto, 55 - 73049 Ruffano (LE) -
Italia
Tramontana di Giuseppe Calogiuri al Coffee and Cigarettes di Lecce
Una inquietante sequenza
di oscure morti e sparizioni agita le acque di una tranquilla cittadina del sud
coinvolgendo indistintamente rampolli di buona famiglia, onesti professionisti
e modesti lavoratori. L’apparente gratuita casualità dei fatti mette in allerta
il fiuto di Michelangelo Romani, giornalista del Messaggero Quotidiano, e di
Sandro Gennari, direttore di TeleCittàUno, che decidono di investigare
nonostante la servile prudenza dei rispettivi editori quando l’indagine sembra
infastidire le poltrone di politicanti affaristi o turbare antiche coscienze.
Affiancati dalla fedele
Carla, i due amici si mettono ostinatamente in cerca di polverosi “scheletri”
negli armadi più insospettabili, seguendo l’esile filo di una traccia che
appare sempre più sfuggente, in attesa del segnale anomalo rivelatore. Cosa sa
il vecchio colono Antimo? E chi è il cinico giustiziere? Un giallo tutto
salentino in cui lo studio delle atmosfere d’ambiente si sposa con la scrittura
elegante e il gusto della suspense.. L’appuntamento è previsto per domenica 23
dicembre 2012 al Coffee and Cigarettes di Lecce in via Paladini. Interverrà il
giornalista Pierpaolo Lala
Giuseppe Calogiuri è
nato a Lecce e qui vive e lavora come avvocato specializzato in diritto
d’autore e degli artisti. Già cronista e reporter per quotidiani e riviste
locali, all’avvocatura associa l’attività di chitarrista blues e jazz.
Scrittore sin dall’età giovanile, ha esordito nella narrativa nel 2005 (premio
“Corto Testo”). Scrive su ogni pezzo di carta gli capiti tra le mani.
Tramontana è il primo romanzo della serie con protagonista il giornalista
Michelangelo Romani.
INFO
www.lupoeditore.it
Coffee and Cigarettes - via Paladini, 23 - 73100 -
Lecce
tel. 0832.244877
Ufficio Stampa
Overeco Agenzia
www.overeco.it
"Epifanie baritonali" di Antonella Chionna edito da Lupo editore oggi alla Fondazione Paolo Grassi di Martina Franca
Il circolo
culturale-cinematografico "Buster Keaton" è lieto di invitarvi alla
presentazione del libro "Epifanie baritonali" di Antonella Chionna
edito da Lupo editore che si terrà alla Fondazione Paolo Grassi a Martina
Franca in via Metastasio 20. Introduce: Gianluca Fumarola, regista, giornalista
presidente del circolo culturale-cinematografico "Buster Keaton". Ne
parlano con l’autrice: Antonio Scialpi, assessore alla cultura comune di
Martina Franca. M.Rosaria Chirulli, critico letterario, Cosimo Lupo, editore.
E’ previsto il saluto del dott. Franco Punzi, presidente Fondazione Paolo
Grassi e l’intervento della scrittrice Erika Leserri.
Performance musicale -
Cool Train: Antonella Chionna,cantante
Angelo Mastronardi, pianista
Antonello Losacco, bassista
Il tempo ci consegna all’eternità
in punta di piedi, inutile negarlo. La gloria e il baratro non aspettano
nessuno, non sono di questo mondo; rammentano al cuore affannato la prossima
fermata prima dell’apocalisse. Tienilo a mente e ripetilo ad alta voce: ciò che
desidero è qui, adesso.
Antonella CHIONNA - Nasce a Taranto nel novembre del 1990. A dieci anni scrive
la sua prima poesia. A tredici anni legge “Memorie dal sottosuolo” s’innamora
della letteratura russa, per noia (nell’accezione elaborata da Moravia)
comincia a leggere qualsiasi cosa le capiti sottomano. Appassionata di
filosofia passa al setaccio i capisaldi della sua formazione letteraria dai
presocratici ai poststrutturalisti. Musicista e compositrice, ha la possibilità
di formarsi in Italia e all’estero, svolge attività concertistica con diverse
formazioni senza limiti posti alla sperimentazione, svolge attività d’insegnamento
e di produzione artistica. Epifanie baritonali è la sua prima raccolta di
poesie.
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