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mercoledì 13 ottobre 2010

Il libro del giorno: Il successo in 31 giorni di John Demartini (Bis edizioni)








Quanti giorni ci vogliono per arrivare al successo e cambiare la nostra vita in meglio? Solo 31! Vi sembra impossibile? Eppure John Demartini, il famoso studioso che deve la sua fama a The Secret, con Il successo in 31 giorni senza stress ci dimostra che è possibile, insegnandoci un metodo pratico e completo per raggiungere il successo senza stress. Il successo in 31 giorni senza stress contiene un piccolo e prezioso segreto per ogni giorno del mese, su tutti gli aspetti fondamentali che contribuiscono alla nostra ricchezza e serenità. Demartini non lascia nulla al caso e ci apre la mente su ogni possibile variabile che può rendere la nostra vita straordinaria, indicandoci come agire per muoverci in tal senso. Vivere nella ricchezza e senza stress è veramente possibile se cominciamo col prenderci cura di noi stessi, visualizzare i nostri desideri e affermare ciò che vogliamo essere. In 31 giorni impareremo che il successo parte dalle piccole cose: una corretta alimentazione, un buon riposo, uno stile di vita sano e tanti altri accorgimenti che ci aiutano ad entrare in armonia con noi stessi. E, naturalmente, ad accrescere il nostro status economico sempre senza sforzi e inutili pressioni.

Demartini ci conduce così alla consapevolezza suprema che ogni persona ricca e felice possiede: con la giusta mentalità ognuno di noi è in grado di condizionare il contesto che lo circonda e rendere il mondo un posto fantastico in cui vivere sereni

2013. L’alba della nuova era a cura di Enzo Braschi e Giorgio Boccaccio (Verdechiaro edizioni)








Ho appena terminato di leggere con discreto interesse “2012 - L'Ascesa della Terra alla Quinta Dimensione. Messaggi del Maestro Confucio e del Maestro Kuthumi” di Ute Kretzschmar per i tipi di Bis edizioni. Libro stimolante per lasciare le briglie sciolte alla fantasia o ( a seconda dei casi e per via subliminale) ai propri timori per un futuro non sempre plausibilmente “eco-compatibile”. Si tratta di un lavoro che ha una forte componente mistica e che comunque va controtendenza rispetto alle teorie catastrofiste sul 2012 che animano accesi dibattiti un po’ in tutto il mondo. Infatti in base a quanto asserito poco prima, Ute Kretzschmar, l'autrice del volume che stiamo prendendo in considerazione, è in contatto con i Maestri ascesi Confucio e Kuthumi che sostengono che il nostro mondo si sta avvicinando ad un salto evolutivo caratterizzato dal passaggio alla quinta dimensione, che segna il recupero del legame ancestrale con il divino . Ma non è il solo libro che mi sento di consigliare in questa sede. Da poco è uscito per i tipi di Verdechiaro Edizioni un singolare volume a cura di Enzo Braschi e Giorgio Boccaccio dal titolo emblematico, ma almeno rassicurante, di “2013. L’alba della nuova era”. E dunque abituati come siamo a guardare sempre più atterriti al 2012 come una data in cui tutto ciò che conosciamo scomparirà, o perché ci sarà una tempesta solare che riporterà il mondo al medioevo, o perché ci sarà l’inversione dei poli e dunque estinzione in tutti i sensi, o perché torneranno “gli dei” e non sappiamo se siano pro o contro genere umano, quest’opera consegna delle chiavi di lettura alternative e decisamente positive rispetto a tante paranoie “millenaristico/apocalittiche”. I due autori pertanto hanno voluto offrire al pubblico, conoscenze davvero importanti per una comprensione quanto più esaustiva possibile del “fenomeno 2012”. E questo collezionando una serie di voci (11 per la precisione) tra le più autorevoli. Così è stata realizzata questa straordinaria mappa cognitiva sul 2012 che prende in considerazione diluvi universali, terremoti, tempeste solari, bambini Indaco, teschi di cristallo, frequenze vibrazionali sino addirittura all' alimentazione. Il tutto condito da forti legami multidisciplinari che rendono questo prodotto veramente unico nel suo genere. I curatori hanno ritenuto che la cosa più importante non sia tanto ciò che potrebbe accadere nel 2012, quanto piuttosto come potrebbe essere la vita di tutti quanto noi dal 2013 in poi. Questi i “contributors”: Giovanna Battistini, Giorgio Boccaccia, Richard Boyland, Enzo Braschi, Claudio Cannistrà, Fausto Carotenuto, Nikola Duper, Giuseppe, Luigi Esposito, Massimo Fratini, Antonio Giacchetti, Fabrizio Mainetti, Giuliana Roda, Paola Sani

Enzo Braschi - Attore televisivo e cinematografico, dal 1996 prende parte ogni anno alla Danza del Sole (la cerimonia più sacra dei Nativi delle Grandi Pianure del Nord America.

Giorgio Boccaccio - Life communication coach. E' considerato uno dei massimi esperti Europei nel campo della comunicazione personale e dell'arte oratoria. Ricercatore nel campo dei suoni del linguaggio verbale umano, della parola ed esperto di cibernetica, di tematiche connesse alla leadership, team-work e problem solving; ha formato in più di venti anni, moltissime persone a risvegliare il proprio potenziale umano e si sono affidati alla sua consulenza studenti, insegnanti, counsellor, professionisti, uomini dello spettacolo, sportivi, operatori della comunicazione, testate giornalistiche, uffici stampa, venditori, consulenti, enti, oganizzazioni, imprenditori, politici e persone comuni. Nel 2006 esce il suo primo libro: Usa le parole giuste, Ed. Psiche2, Torino Per maggiori informazioni sul suo lavoro visitate il Web Site: www.giorgioboccaccio.com

martedì 12 ottobre 2010

Il libro del giorno: Capatosta di Beppe Lopez (Besa editrice)













Al suo apparire, nel settembre del 2000, il romanzo Capatosta di Beppe Lopez (Mondadori) si impose subito all’attenzione dei lettori e della critica per quattro peculiarità: perché scritto in un linguaggio mai prima di allora usato in letteratura, un idioletto ricavato dall’autore intrecciando italiano parlato e un materiale dialettale – quello pugliese – considerato “minore”; perché ambientato in un mondo mai prima descritto, un Sud né contadino né operaio, né rurale né cittadino, né magico né metropolitano, come sospeso in una fase astorica di inconsapevolezza collettiva e individuale; perché dava voce a una plebe estranea ed estraniata dalla storia e dalla stessa letteratura; perché incentrato su un personaggio forte, memorabile, in assoluto – come è stato detto – “uno dei ritratti femminili più belli della narrativa italiana”.
Il testo di questa edizione – che vede la luce esattamente a dieci anni dalla prima – è frutto di un’attenta rilettura, di revisioni e di correzioni alle quali l’autore ha ritenuto necessario e doveroso sottoporre la stesura “sperimentale” del 2000, restituendoci quello che può già considerarsi un “classico” della narrativa meridionale a una più adeguata altezza di coerenza e accuratezza linguistica.

Beppe Lopez, intellettuale a tutto tondo, ha scritto il suo primo romanzo (Capatosta) nel 2000, dopo un’intera vita dedicata al giornalismo e ai giornali, come cronista politico, inchiestista, direttore di quotidiani e di agenzia, polemista e saggista (Il giornale che non c’è, 1995; Il quotidiano totale, 1998; La casta dei giornali, 2007; Giornali e democrazia, 2009). Il suo secondo, grande romanzo è del 2008: La scordanza. Si è dedicato anche al racconto storico, pubblicando nel 2005 Mascherata Reale (Besa) e nel 2009 Il principe nel groviglio.

Booktrailer: Un caso di Stalking (Edizioni Voiler). Da fine ottobre in distribuzione



Ilaria Ferramosca di Parabita e Gian Marco De Francisco di Taranto saranno protagonisti alla prossima edizione di Lucca Comics & Games con la presentazione del loro fumetto molto atteso da pubblico e critica e pubblicato per la casa editrice salentina Edizioni Voilier. Si tratta di Un caso di Stalking, un romanzo a fumetti il cui scopo é quello di sensibilizzare i lettori su un tema drammaticamente attuale come lo stalking, piaga sociale e reato recentemente fatto oggetto di una legge statale che introduce pene severe per chi lo commette. Edizioni Voilier conferma con Un Caso di Stalking la sua vocazione per il fumetto d’autore e il suo sguardo sensibile nei confronti della società reale.

lunedì 11 ottobre 2010

Il libro del giorno: Pagine milanesi di Leonardo Sinisgallli (Hacca edizioni)





















“In questi testi del periodo milanese si coglie la sensazione che Leonardo Sinisgalli sia passato dalle soleggiate latitudini romane a un luogo freddo e inospitale.
«Sono giunto in questa città una sera d'inverno» – annota il 3 dicembre 1933 – «faticosamente il sangue ha fatto abitudine agli agguati della nebbia» (Introduzione a Milano). Ma è solo un'istantanea fotografica, un'impressione dettata dalla solitudine del paesaggio di Lambrate, il «quartiere dell'estrema periferia» come scrive nell'omonimo corsivo del 2 giugno 1934, dove prende dimora inizialmente. Ben presto, infatti, trapela il volto di una civitas in movimento, dedita freneticamente al lavoro nelle fabbriche e ai commerci, disposta non soltanto a concedere accoglienza al nuovo arrivato senza troppi indugi, ma anche a mostrarsi nel suo aspetto luminescente, quale crocevia dove convergono le nuove generazioni di talenti e trovano asilo le tendenze europee d'avanguardia.
È il momento in cui Sinisgalli si trasferisce da Lambrate a Corso Monforte e poi in Via Rugabella, passeggia sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele, ascolta il grido delle fioraie in Piazza San Babila, si ferma ai tavolini del Caffè Craja e del Ristorante Savini, segue le mostre di Kandinsky al Milione, accompagna Le Corbusier all'Esposizione Aeronautica presso il Palazzo dell'Arte, visita gli studi di Cantatore, Fontana e Soldati, ne ammira i dipinti, ne esamina le forme e i colori. Si è spostato allegoricamente e fisicamente dalla periferia al centro, si è inserito nel pieno del frastuono urbano, vive la città obbedendo ai precetti dello spleen baudeleriano.
Alla luce di tali considerazioni non è un azzardo affermare che gli scritti milanesi di Sinisgalli dell'«Italia Letteraria» presentano i caratteri della promenade e del diario, vantano cioè un'origine pubblica e privata, sono contemporaneamente cronache di una topografia culturale e frammenti di un viaggio interiore”.

(dall’introduzione di Giuseppe Lupo)

Andrea Di Consoli

Tre di Melissa P. (Einaudi, Stile Libero))












Di Melissa P. non ho letto solo “In nome dell’amore”. Per il resto posso dire che padroneggio l’argomento, tanto che ho seguito il viaggio di questa ex adolescente catanese fino ai confini delle terre dell’eros nei suoi recenti reportage italiani sul sesso, sulle pagine del “Corriere della Sera Magazine”, ora “Sette”. Tirando un po’ le somme possiamo dire che ha scandalizzato (se così si può dire anche se sarebbe meglio dire che di lei si è parlato molto in giro) con “Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire” nel 2003 per i tipi di Fazi. Un po’ di brezza scritturale chiara e suadente poi spirava in “L’odore del tuo respiro” sempre per Fazi nel 2005: "Ho disegnato, ma non ero capace di colorare senza sbavare lungo i bordi. Ho comprato una chitarra, ma avevo paura che le corde mi tagliassero le dita. Ho scritto e qualcosa dentro di me si è mosso. Ho scritto, ho scritto, ho scritto tanto, e poi sono diventata famosa. E quella cosa che avevo liberato è ritornata indietro e mi ha invasa. Uccidendomi." Ora Melissa P. esce per i tipi di Einaudi , con “Tre”, con la consueta predisposizione alla triangolazione amorosa e alla verticalizzazione sessuale, che vede come protagonisti Larissa (poetessa decadente), Gunther (mirabolante allevatore di pappagalli) e George (nomade fotografo dalle grandi doti) . Tra noia e paranoia, ovvero tra pulsioni sessuali di “young adult” che sperimentano la dimensione letteraria psico/narcotica e pseudo/artistica della loro creatività e complicità in una Roma ( c’è anche una toccata e fuga a Buenos Aires) che fa da spettatrice a questa “mattanza” di giovani vite, tuttavia il lavoro si presenta con un interessante epilogo che forse già da metà libro può essere intuito dal lettore. «Nessuno pensò alla parola amore, nessuno ebbe l'impressione che si trattasse di un'avventura erotica di breve vita. Si stavano rigenerando, idratando gli angoli secchi, levigando le escoriazioni». La scrittura, rispetto alle precedenti prove convince, il bilanciamento e l’intersecarsi delle storie e le azioni e le vite dei protagonisti, rivelano che Melissa P. finalmente ha trovato la sua strada. Ma, c’è un ma! Ovvero quello che a mio modesto parere non può considerarsi vincente, è quella lieve patina di sospetto che mi fa dire: “ Melissa P., è davvero cresciuta? Siamo di nuovo a una finzione di finzione di finzione che mescola il prodotto editoriale confezionato a dovere con una pre/preparazione attoriale dello scrittore al ruolo, da "esporre" oppure c’è in tutto questo discorso una vera e propria tenuta di stile? Melissa P. , è altro da Isabella Santacroce!

domenica 10 ottobre 2010

Il libro del giorno: Alexandre Dumas Storia di uno schiaccianoci (Edizioni Angolo Manzoni)




















Incipit - PROLOGO. Norimberga, 2010.

Da qualche giorno, la piccola Maria, è attratta dalla porta chiusa della soffitta, in casa della nonna. La nonna si chiamava Maria, proprio come lei, come la bisnonna e… Che strano, quasi tutte le donne della famiglia, tranne sua madre e una prozia, si chiamavano Maria.
La porta della soffitta è lì, massiccia, chiusa da una grossa chiave annerita dal tempo. La piccola Maria la guarda, poi, finalmente, la fa girare: tac tac, un rumore secco, come di noci rotte, due giri. Ora appoggia la mano sulla maniglia, che cede facilmente. La porta si sta aprendo, si apre, gira piano sui cardini, senza rumore:
- Vieni, vieni, piccola Maria, ti stavamo aspettando.
La bimba entra, senza paura. La soffitta riceve luce da una finestrella aperta sul tetto. Non è buio, lì dentro, non è sporco e non fa freddo. [...]

prime 15 pagine del libro

Illustrazioni: Leonardo Ríos - Allegato CDMP3

Voci narranti: Franco Collimato e Simona Massera

Età: da 9 anni in poi

Nasce sul web un modo nuovo, fresco e divertente per leggere i libri






Il sito www.10righedailibri.it che verrà lanciato il 10 ottobre 2010 è un'iniziativa mirata a incentivare la lettura, la scrittura e a diffondere la cultura e l’uso del libro anche attraverso la rete. L’idea è nata a dicembre 2009 su Facebook, per opera di lettori appassionati e professionisti, tutti volontari, e oggi conta oltre 10.000 iscritti! Il sito www.10righedailibri.it propone gli incipit e i primi capitoli scaricabili di alcuni libri novità e anteprime, d'accordo con case editrici come, Salani, Elliot, Castelvecchi, Arcana, Ponte alle Grazie, Newton Compton, Fazi, Bompiani, Edizioni Angolo Manzoni, Avagliano, Il Maestrale, Asengard, Reverdito, Vallecchi, Il Saggiatore, Testepiene, Sperling & Kupfer, Gambero Rosso, Fandango, Garzanti e tanti altri in entrata. È come sfogliare il libro in libreria e carpire alcune frasi dai capitoli, giusto per vedere se la lettura ci affascina o no... In questo modo il lettore potrà fare delle scelte più mirate stando comodamente seduto alla propria scrivania. Ma non solo: i lettori potranno inserire i loro commenti e i passi ritenuti più emozionanti delle opere che si è appena finito di leggere. Naturalmente tutto con 10 righe. Il 10.10.10 partirà così il primo test di 10 righe dai libri: i lettori potranno leggere 10.000 righe dai libri postate sul gruppo Facebook e potranno sperimentare l’immissione delle 10 righe nel sito…

www.10righedailibri.it: il sito appena nato che già vanta numerosi tentativi d’imitazione! Sarà la nuova Settimana Enigmistica dei libri? In home il 10 ottobre il contatore riprenderà il conto alla rovescia per nuove sorprese: questa volta si parte con i giochi!

10 Righe dai libri

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info@10righedailibri.it

www.10righedailibri.it

Trittico in quote rosa di versi: Marta Arrizza, Tiziana Cazzato, Nadia Turriziani























Marta Arrizza esordisce con “Parole allo specchio” una raccolta di versi intensi pubblicata da Ibiskos edizioni nella collana minimal. La scelta di ogni singola parola, pur nell’immediatezza dell’esordio, sceglie il dialogo con un’alterità troppo profonda per reggerne l’impatto emotivo. “Parole allo specchio” frutto comunque di innumerevoli sedimentazioni, cerca attraverso il respiro poetico un ritmo dell’oltre perennemente in bilico tra introspezioni ed estroflessioni osservative, che indagano un reale comunque magico e a volte oscuro. (Fuggi – Fuggi dal rumore che non sai ascoltare/ e dalle parole che non vuoi udire/. Vai lontano, rincorri la tua ombra,/ apri le mani al cielo e vai via./ Non tornerai,/ non dimenticherai/ e solo i tuoi passi/ sentirai). La mia seconda scelta per questo trittico in quote rosa di versi, è la raccolta pubblicata dalla casa editrice salentina Libellula, dal titolo “Fiori di campo” di Tiziana Cazzato che non è all’esordio ma ha già pubblicato "Macchie d’Inchiostro” con le edizioni Il Filo di Roma . Prosa poetica toccante soprattutto per i contenuti che mirano alla costruzione di un sentimento di solidarietà, adiacenza e amore verso il prossimo, realmente umanitario, realmente di vicinanza all’essere umano, quasi metafisico. Dice l’autrice di questi versi: “…mi piace vederli più come dei fiori di campo: come questi, le parole nascono spontaneamente nel mio cuore, con il semplice desiderio di perpetuare un angolo di vita, la più piccola emozione. Offro questi miei fiori a tutti coloro che avranno voglia di coglierne il profumo e apprezzarne il colore…”. (Al sopraggiungere della sera/ la vita indossa gli abiti/ da noi preferiti/ e inizia a ballare/ sulla musica/ dei nostri sogni). Ho avuto modo di conoscere a apprezzare Nadia Turriziani in una sua precedente produzione narrativa dal titolo “Sul sottile filo del desiderio” (Diamond editrice, 2010). Un libro carico di sensualità e di veri e propri uragani di erotismo. Ora quest’autrice realizza un e/book dal titolo emblematico di “Aria, acqua, terra e fuoco”. Lo si può acquistare a questo link: http://www.compraebook.it/178/Aria-Acqua-Terra-e-Fuoco.html. La poesia che la Turriziani propone ha una musicalità che proviene da ancestrali forze “elementali” ovvero secchezza e freddezza, secchezza e calore, umidità e freddezza, umidità e calore, creando un gioco dove contrari e opposti hanno solo una qualità differente. Dunque una poesia dove la forza dell’Amore altro non è che l’essenza stessa del mondo, che ha più piani di esistenza dalla morte alla vita e viceversa. Poesia dalla forza creatrice che viene fondamentalmente dal caos dall’Eros, senza compromessi e senza censure.

(Un amore da sogno - Uno spicchio di luna / Nel cielo limpido /Rende l’atmosfera / Più romantica. /Un sogno il mio. / Il riflesso del tuo corpo / Fievole nel lago / Trasforma il paesaggio/ alpestre / In una favola. / Il tuo odore / Meraviglioso / Indimenticabile / Ricopre il mio corpo./ Sei stupendo! / Un dio greco / Scolpito generosamente / Dalla natura. / Il profilo perfetto / Che dà luce e colore / A questo quadro idilliaco. / Un sospiro / Scuote il tuo torace / Ed un ricciolo ribelle / Scende birichino / Sul tuo volto estasiato. / Sento ancora / Le tue mani / E le tue labbra / Scorrere sulla mia/ schiena. / Il peso piacevole / Del tuo corpo / Che mi fa mancare/ Percettibilmente il fiato)

sabato 9 ottobre 2010

Il libro del giorno: Maripol (Little Red Riding Hood) edito da Damiani editore

















L’opera di Maripol come art director, designer e film producer ha influenzato la musica pop, la moda e l’arte sin dai primi anni Ottanta. In questo volume, per la prima volta, Maripol mostra i suoi quaderni di appunti, pieni di disegni, fotografie e riflessioni, offrendo l’opportunità di cogliere la sua personalità artistica. Con un penchant per la moda ereditato dalla madre e dalla nonna Mathilde, Maripol è stata un modello naturale per i miti e le leggende che hanno accompagnato la sua giovinezza, a partire dalla vittoria di un concorso scolastico per il miglior travestimento come Cappuccetto Rosso. Appena uscita dall’accademia di belle arti, grazie alle sue sculture da indossare e ai suoi gioielli fatti con oggetti industriali, Maripol si trasferisce a New York per lavorare con Fiorucci. Materiali, stoffe e profumi non sono estranei a una ragazza cresciuta in Africa... Da questo esordio promettente, le sue idee hanno permeato l’arte, la musica e la moda di ben tre decenni. Madonna, Keith Haring e Basquiat sono solo alcune delle personalità di spicco influenzate, filmate e fotografate da Maripol, che attualmente collabora alla linea di accessori di Marc Jacobs. Il materiale presentato in questo volume, attraverso diari mai pubblicati, rivela il genio e la fragilità di un'innocente ragazza cresciuta in fretta in un mondo di lupi grossi e cattivi...

"Nero. Autobiografia di un neonazista guarito" di Frank Meeink e Jody M. Roy (Piemme)









«Noi non siamo nemici, ma amici. Noi non dobbiamo essere nemici. Possiamo essere stati tesi dalle nostre passioni, ma ciò non deve rompere i nostri legami d'affetto. Le corde mistiche della memoria suoneranno se toccate ancora, come sicuramente saranno, dai migliori angeli della nostra natura.». Era il 1988. Lo ricordo come se fosse ieri. Al cinema danno “American History X” un film del 1998 diretto da Tony Kaye. La pellicola è dedicata al tema del razzismo nazi e xenofobo negli Stati Uniti. American History X lo vado a vedere di nascosto dai miei. Ci rimango sotto. Ci rimango sotto a Derek che, dopo aver trascorso tre anni in gatta buia per aver ucciso un ragazzo di colore che stava tentando di rubargli l'auto (skinhead con tanto di svastica tatuata sul petto e camera arredata con cimeli nazisti), si dà da fare in atti di violenza e vandalismo e fa parte di una locale organizzazione di giovani neonazisti che viene finanziata da Cameron Alexander, proprietario di una casa editrice che pubblica libri propagandistici e dischi di gruppi musicali che inneggiano alla supremazia bianca. E ci rimango sotto anche a un libro che è uscito in questi giorni dal titolo “Nero. Autobiografia di un neonazista guarito” di Frank Meeink e Jody M. Roy edito da Piemme. In parole povere la storia di Frank Meeink di padre italiano e madre irlandese la cui vita è fatta sin dall’inizio di disordine e violenza. Che cosa ne può nascere se non un essere umano che cresce di odio in odio verso tutto e tutti, con una voce che si ripete giorno e notte, notte e giorno: “Io non sono negro!”. Già perché per Frank non essere “negro” vuol dire vincere sulla parte più vulnerabile di se stessi, quella più bisognosa d’aiuto, che rimane nell’ombra, nell’oscurità, dove tutto è “nero”!. Frank viene sbattuto fuori di casa alla veneranda età di 13 anni, passa da un affidamento all’altro sino al carcere, epilogo naturale e totale della sua vita. Poi il cameratismo, degli skinhead. Assorbe come una spugna e manda giù, tesi deliranti sulla razza ariana, sugli ebrei e il loro complotto giudaico-massonico, sui «negri». Festeggia addirittura il compleanno di Hitler, si fa tatuare una svastica sul collo, si esalta in una spirale di violenza e assurdità, tra cui pestaggi a barboni, gay, a tutti i «diversi». Frank è uno che a sedici anni diventa leader di una delle più famigerate gang di naziskin. Poi il Ku Klux Klan. E diventa un mito. In carcere poi, dovunque vada, qualcuno legato al mondo nazi lo protegge dai rischi peggiori. Ma Frank scopre in carcere che le battute razziste non fanno più ridere come prima e questo è già indice di tradimento. Libro terribile, ma nello stesso tempo da non perdere soprattutto perché ci insegna a capire da un punto di vista socio/culturale la temperatura psicologica di una parte malata d’America che a tutt’oggi sembra comunque godere di ottima salute!.

«Il mattino del 19 aprile 1995 mi infilai in una gastronomia, presi un panino preconfezionato e andai alla cassa. Il commesso era incollato a un piccolo televisore sistemato dietro il banco. «Cosa succede?» domandai. «Hanno fatto saltare in aria un edificio.» «Sul serio? Dove?» «Oklahoma City.». Poco dopo l’esplosione tutto il mondo era davanti al televisore. Perfino io e gli altri spacciatori abbandonammo il nostro angolo fra Second e Porter per seguire quello che era accaduto. Ci ammucchiammo in una stanza di una malandata villetta a schiera di South Philly. » (estratto dal libro)

venerdì 8 ottobre 2010

Il libro del giorno: Uomini e orsi Una breve storia di Bernd Brunner (Bollati Boringhieri)







Il primo, sorprendente racconto della storia che l’uomo ha scritto insieme agli orsi.

Simbolo di spazi selvaggi e inviolati, ma anche dei più teneri giochi infantili, l’orso ha stregato l’uomo sin dalla preistoria. Bernd Brunner ci porta attraverso il tempo e lo spazio per farci scoprire i risvolti inattesi di un rapporto burrascoso, fatto di cacce, inseguimenti, fughe, ma anche di rarissimi e preziosi momenti di condivisione. Uomini e orsi, con le sue ricche illustrazioni, introduce il lettore alla nostalgia per una vita libera e brada, che proprio come gli orsi non si lascia addomesticare o costringere nei limiti angusti della cosiddetta civiltà. Molti sono stati gli uomini preda di una vera e propria «orsessione», come recita uno dei capitoli del libro, di un’attrazione, talvolta fatale, che li ha spinti a sfidare i propri limiti. Brunner ci racconta le loro e altre storie, in un caleidoscopio di fiabe, miti e credenze che cattura dalla prima all’ultima pagina.

Bernd Brunner, studioso e scrittore eclettico, si è occupato soprattutto di storia delle idee e della cultura in rapporto al sapere scientifico. Ha studiato a Berlino e Seattle e ha collaborato con il Bard Graduate Center for Studies in Decorative Arts and Culture di New York, con la Bancroft Library della University of California a Berkeley e con il Goethe Institut di San Francisco. I suoi libri sono stati tradotti in numerose lingue.

In anteprima un estratto de "Il mio primo omicidio " di Leena Lehtolainen (Fanucci)




















Jyri si svegliò con un atroce bisogno di orinare. In bocca quel sapore acre che in genere ti lasciano whisky, birra, aglio e una serie infinita di sigarette. Si domandò se in casa avrebbe trovato della Fanta. Il mattino dopo una sbornia era quella la sua medicina preferita, se la situazione non era grave al punto da richiedere una birra. La mattina era divinamente bella. Tuulia e Mirja erano sedute in terrazza e s’occupavano della colazione. Tutto quel ciarlare sulle virtù dei vari formaggi lo divertì – in realtà le due donne non si sopportavano. Ma dal momento che una era il miglior soprano e l’altra il miglior contralto dell’ASPROF, l’Associazione degli studenti delle province orientali di Finlandia, erano costrette a fare buon viso a cattiva sorte. Mirja era la perfetta incarnazione del contralto, bruna, rotondetta, tenebrosa. Perfetta per la parte della zingara nel Trovatore di Verdi: come si chiamava poi... la zingara, insomma. Il sole abbagliante lo colpì agli occhi, tanto che il capo gli rintronò. Per sicurezza mandò giù due tachipirine, anche se era convinto di essere ormai immune al trattamento. Fanta non ne trovò, ma c’era succo d’arancia. Il mondo gli si mostrava nel suo splendore più deprimente: il mare scintillava, gabbiani strepitavano vicino al pontile, si annunciava un pomeriggio canicolare. Cantare con quella calura non sarebbe stato tanto facile. «Allora, Jyri, pesante la spranghetta?» fece Tuulia in tono canzonatorio. Anche lei aveva un’aria pallida, di sicuro nessuno aveva dormito granché quella notte. Ma che problema c’era? A lavorare si andava solo l’indomani. «Gli altri dormono ancora?» «Piia è andata a fare un bagno. Altri non ne ho visti. Sarebbe ora che si alzassero, se vogliamo combinare qualcosa.» Mirja lo disse con un tono acido, i poltroni non le garbavano affatto. Il miglior doppio quartetto dell’ASPROF si era radunato nella villa dei genitori di Jukka in vista di un impegno importante, a suo parere, per fare le prove e non per fare baldoria. Tutto qui. Per cui sveglia, un bel caffè in canna, poi sotto coi vocalizzi. Jyri si tirò su. Un bel bagno non sarebbe stato una cattiva idea. L’acqua era sui venti gradi, quel che ci voleva. Si diresse caracollando verso il pontile di legno. Sulla spiaggetta accanto alla sauna scorse Piia, decentemente ricoperta da un bikini. Jyri non se la sentì di andare così lontano, per cui, alla faccia del pudore, giù le brache e oplà, in mare. Anche Jukka era in mare, galleggiava sull’acqua bassa vicino agli scogli. Doveva avere un mal di testa furibondo, almeno a giudicare dal buco enorme che esibiva sul cranio. Per il resto, non aveva l’aria troppo sveglia... Jyri si sentì rivoltare lo stomaco, e precipitarsi a vomitare sulle canne vicino alla riva fu l’unico sollievo. Gli ci volle un paio di minuti per risollevarsi e riuscire a tornare sulla veranda, dove adesso c’era anche altra gente. La sua voce limpida e invidiata di primo tenore non bastò ad articolare chiaramente le parole. «Che diavolo ci fai, così, con le chiappe al vento?» gli fece Tuulia. «Jukka... là, al pontile, oh Cristo... Forse è morto! Annegato!» «Ma di che cazzo parli?» Antti si precipitò verso la riva, Mirja gli corse dietro. Un attimo, e la donna tornò indietro per fiondarsi sul telefono. I numeri delle emergenze erano nitidamente riportati accanto all’apparecchio. Dalla terrazza udirono la sua profonda voce di contralto rivolgersi affannata alla polizia, e solo dopo cercare un’ambulanza.Dove mai ti trascina la corrente? Ero sotto la doccia, impegnata a sciacquare via il sale dalla pelle, quando il telefono squillò. Sentii il mio annuncio nella segreteria, poi la voce di un collega che mi chiedeva di richiamare al più presto. Il riposo domenicale era durato, con mia sorpresa, più del previsto, ma non ero riuscita a rilassarmi, nemmeno sulla spiaggia. Per qualche motivo m’ero sentita in dovere di trascorrere la prima bella giornata libera dell’estate a indorarmi al sole, sebbene detestassi fare vita di spiaggia. Per tutto l’inverno avevo frequentato assiduamente la palestra, ragion per cui il mio fisico era presentabile come non accadeva da anni. A parte qualche cuscinetto di cui non mi sarei mai sbarazzata, visto il ritmo con cui mandavo giù le birre. Interruppi la segreteria e composi il numero del commissariato. Il centralino mi passò Rane. «Ciao, bellezza! Tra un quarto d’ora sarò davanti a casa tua. Ho già impacchettato tutto. C’è un cadavere a Vuosaari, una pattuglia ce l’ha segnalato una mezz’oretta fa. Serve niente dal tuo ufficio? Arrivo! Si riparte, mi dissi, mentre cercavo nell’armadio qualcosa di presentabile da indossare. La gonna della divisa l’avevo lasciata in ufficio, a Pasila, sicché dovevo ricorrere ai miei jeans più decenti. I capelli erano bagnati, ma il fon non avrebbe fatto altro che scarruffare la mia zazzera rossiccia. Mi sforzai di stendere una specie di trucco sulla faccia arrossata, e feci un paio di smorfie nello specchio. L’immagine che mi rimandava era tutt’altro che quella di una rispettabile poliziotta: gli occhi verdognoli sembravano presi a prestito da un gatto, riccioli stopposi e ribelli con riflessi rossastri accentuati dalla tintura («il segreto chi lo sa, solo io e Melody...»). Il tratto che in me destava l’impressione più irriverente era il nasino all’insù che il sole aveva picchiettato di lentiggini. La mia bocca qualcuno l’aveva definita sensuale, il che significava, in soldoni, che avevo il labbro inferiore accentuato. Era proprio questo donnino, adesso, con l’aria di una mocciosetta, che doveva andare a far rispettare la legge e l’ordine là in fondo all’estremo lembo di Vuosaari? La sirena di Rane si fece sentire da lontano. Lui adorava farla andare a tutto volume, come metà dei poliziotti finlandesi.I morti non c’era rischio che se la filassero, ma questo la gente non era tenuta a saperlo

giovedì 7 ottobre 2010

Il libro del giorno: Muori per me di Karen Rose (Leggere editore)













Un assassino implacabile, un videogioco nel quale le vittime sono reali...
Un campo innevato ai margini di Philadelphia. Sedici fosse, alcune di esse sono ancora vuote, altre ospitano cadaveri disposti con una cura meticolosa. Le vittime sono state brutalmente torturate e le tecniche di cui si serve il serial killer provengono da uno dei periodi più oscuri dell’umanità, quello dell’Inquisi zione. È per questo che il detective Vito Ciccotelli decide di rivolgersi a Sophie Johannsen, un’archeologa specializzata in storia medievale. Nonostante gli anni di esperienza i due si ritrovano ad affrontare la lama affilata del terrore: l’assassino non ha ancora finito la sua opera e chi cercherà di fermarlo rischia di diventare l’ultima pedina del suo gioco di morte. Vito teme che il prossimo grido di orrore possa essere quello di Sophie, proprio ora che l’ha trovata, ora che la passione è tornata a bussare alla sua porta.



Il bacio del gronco di Gilles Del Pappas (Edizioni Controluce)












Cominciamo dalla fine. Ho smesso di fumare. Sono 9 mesi. La fame chimica adesso ce l’ho nel leggere i libri che autori ed editori mi mandano. Non so che virus ho preso o qualcuno mi ha “innestato” un’idea latente che mi ha fatto diventare ciò che sono ora. Li divoro, li digerisco e poi una strana frenesia che parte dalla punta di piedi e arriva alle sinapsi si impossessa di me. Comincia poi a salire la temperatura della scrittura, ho voglia di parlare dei libri che leggo, ne ho voglia di scrivere, e di consigliarli, consigliarveli. E questo non posso proprio non consigliarvelo, e lo fa uno che di noir ne sa poco ma ama leggerlo. Come mi ha sedotto “Duri a Marsiglia” di Giancarlo Fusco uscito qualche anno fa per Einaudi Stile Libero con la cura di Tommaso De Lorenzis, ora la fascinazione mi ha preso per un altro libro, a dir poco stupendo. Parlo del “Bacio del Gronco” di Gilles Del Pappas edito dalle Edizioni Controluce. Per la prima volta pubblicato in Italia. Per la prima volta nel nostro paese si inaugurano editorialmente le avventure di Costantin il Greco. Personaggio molto obliquo! Soundtrack consigliato “Wrong” dei Depeche Mode. Se avete lo stomaco forte, e amate una tipologia di scrittura che vi fa respirare l’odore mefitico di una bettola, che vi stringe la gola in una morsa d’acciaio per quanto satura di fuoco e nicotina, che vi fa pensare che non avete mai visto abbastanza del lerciume di questo mondo, allora questo libro fa per voi. Siamo ancora nella splendida Marsiglia “nuda e cruda” con tanto di omicidi e poliziotti corrotti , dove Fefé e Costantin sbattono a muso duro sulle curve della “pulcherrima” e inaspettata Juliette, donna sensuale, carnosa, bellissima in una parola, che devasterà il loro concetto e limite di normalità. Perché questo libro vi entri nel sangue è anche inutile che continui. Ma voglio dirvi ciò che si insinua tra queste pagine parlandovi del protagonista del titolo … il gronco, per l’appunto! Pesce crepuscolare, nero, con occhi tondi molto voluminosi, con una grande apertura buccale, una sola fessura branchiale, assenza di pinna pettorale e di scaglie. Il suo sangue contiene una tossina che all’uomo può “spaccargli il cervello” . Questo vi basti. Ora andate pure in libreria!

Gilles Del Pappas nasce nel 1949 a Marsiglia da p...adre greco e madre italiana. Regista e fotografo, ha scritto dodici romanzi. “Il bacio del gronco”, con cui ha vinto il “Prix du polar lycéen d’Aubusson” è il suo primo romanzo, pubblicato nel 1998 e ora tradotto per la prima volta in italiano. In pochi anni Gilles Del Pappas è diventato uno degli autori di ‘polar’ più emblematici del Mediterraneo, un genere di romanzi e film dalle note cupe ed introspettive caratteristiche del noir. Nel 2002 Del Pappas ha vinto il “Grand prix littéraire de Provence” per l’insieme della sua opera.

mercoledì 6 ottobre 2010

Il libro del giorno: 2012. Conto alla rovescia di Laura Fezia (Edizioni L'Età dell'acquario)











Cosa succederà il 21 dicembre 2012? Ci sarà davvero la fine del mondo, o l’ascensione al cielo della parte meritevole dell’umanità, o il cambio dimensionale? Arriveranno gli alieni a istruirci o a sottometterci, Nibiru riporterà sulla Terra gli Anunnaki, i Padri Galattici stanno davvero per ritornare o addirittura sono già qui? Oppure non avverrà nulla di tutto ciò?
Questo libro ripropone gli indizi antichi e moderni che suggeriscono l’ipotesi che stia per accadere un evento straordinario, ma non si ferma qui e aggiunge argomenti nuovi, poco conosciuti o addirittura ignorati dal grande pubblico, importantissimi per comprendere quale potrebbe essere il futuro prossimo. Per esempio: dov’è finita la «moglie di Dio»? C’è un luogo, in Italia, che può avere un ruolo particolare nella preparazione del cambiamento? Cosa significa, concretamente, «cambio dimensionale»? Esiste un complotto del Potere ai danni dell’umanità? Come sarà la vita sulla Terra dopo il 2012?
Non dovremo aspettare a lungo per conoscere le risposte: il conto alla rovescia è già incominciato.

L'AUTORE - Laura Fezia è nata, vive e lavora a Torino, dove da più di trent’anni si interessa e si occupa, con ironia e concretezza, della divulgazione della tematiche acquariane. È autrice di numerosi volumi e per questa casa editrice ha già pubblicato: Choku Rei, riconnettersi con la vita, Fatima. Un segreto per il futuro prossimo, La magia del gatto, I chakra. Teoria e pratica. Chi desidera contattarla può visitare il suo sito internet www.laurafezia.it.

I sette fuochi del tempio di Daniel Levin (Nord editrice). Traduzione di Velia Februari












Jonathan Marcus, è un avvocato rampante che si occupa di commercio internazionale di opere d’arte. Viene chiamato a Roma per confermare la bontà di alcuni reperti archeologici. In realtà la “puntata” nella capitale italiana si trasforma in una corsa disperata contro il tempo per trovare una reliquia divorata dai secoli e da una fitta serie di misteri… Intanto a Gerusalemme due uomini si avventurano sotto il Monte del Tempio … e la storia prende il via in una splendida sequenza di colpi di scena mozzafiato e di contenuti di altissimo livello culturale. Di certo non c’è bisogno di un Daniel Levin che scrive “I sette fuochi del tempio” per i tipi di Nord edizioni per dimostrare che i contenuti di un certo spessore possono amalgamarsi bene con la letteratura, quella da buon gustai, quella ad alto potenziale di immaginazione. Se non si ha la memoria corta, basta fare un solo nome come autore che negli anni 80 ha trovato l’alchimia giusta, perfetta per creare un prodotto editoriale di questo tipo: Umberto Eco e il suo “ Il nome della Rosa”. Il resto - come direbbe Franco Califano - è noia. Forse, ma non per questo titolo, che ho apprezzato in un momento in cui molte letture sono state lasciate perché veramente insoddisfacenti. A mio avviso si tratta di un’opera difficilmente catalogabile come un semplice thriller di matrice storico/archeologica dal momento che vi sono moduli scritturali che attingono all’universo della storia delle religioni, e alla letteratura mistico/esoterica. Il protagonista Jonathan Marcus ha un trascorso di studi all’American Accademy di Roma. La sua tesi lancia un’ipotesi sconvolgente secondo la quale lo storico latino Flavio Giuseppe non si vendette a Tito, l’imperatore romano distruttore di Gerusalemme, per avere salva la pelle. Anzi potrebbe darsi che per la sua vicinanza all’imperatore, fosse accanto agli ebrei molto più di quanto si sia potuto immaginare. Il libro porta avanti questa tesi per tutte le sue 400 e passa pagine e presenta una serie di ciliegine sulla torta come l’ICCROM (Centro internazionale di studi per la conservazione e il restauro dei beni culturali), una sovrintendenza ombra che studia enigmi e simboli di Roma, e un fanatico terrorista islmanico Salah – al- Din che vuole eliminare dalla faccia della terra le prove dell’ebraicità del regno d’Israele. Libro che rivela la forte erudizione del suo autore, che affascina e conquista già dalle prime pagine.


martedì 5 ottobre 2010

Il libro del giorno (un'anteprima): Un amore perfetto di Howard Jacobson. In libreria dal 13 ottobre per l'ancora del mediterraneo





















Scarno, ossessivo, risoluto, racconta il tormento sessuale in maniera formidabile. (Harold Pinter) Felix Quinn è un apprezzato libraio antiquario affetto da una strana malattia: il mal d’amore. Come se non bastasse, il sesso per lui è tutto. Per Felix che si reputa ipersensibile, dolce e delicato con le donne, incompreso e non corrisposto, l’amore e il sesso sono sempre stati un tormento: pronto a offrire il suo cuore ancor prima che ci sia qualcuna cui darlo, si dispera che nessuna sia disposta a riceverlo. Come dargli torto: la sua prima ragazza lo tradì la seconda volta che la portò fuori. Dal cinema dove erano entrati lei se ne uscì con un altro. Ma la sua malattia è aggravata da un’ansiosa, irrefrenabile e, come è ovvio, immotivata gelosia. «Si ama per perdere» ritiene «e più si ama più si perde. La paura e la gelosia non sono semplici corollari dell’amore, sono l’amore stesso». I guai veri però cominciano quando sposa Marisa, donna bellissima e affascinante che in materia di sesso non si scandalizza di nulla. Il loro è un amore perfetto: eccolo vivere felicemente schiavo d’amore. Ma non tutto va liscio, perché ad ossessionarlo ci sono la gelosia e il tarlo del tradimento. «La ferita del dubbio nella quale vivevo non era frutto della mia mente instabile, ma rispondeva a una ben precisa realtà: i dolorosi e irriferibili tradimenti di Marisa. Quando l’accusavo di essermi infedele, credevo a lei, pur sapendo che mentiva. Adesso non più. Adesso Marisa mi sarebbe stata infedele sul serio». Come fa a esserne così sicuro? Perché è lui stesso a servirle su un piatto d’argento l’amante perfetto, Marius, un fiore del male, un libertino capace di persuadere una donna a lasciarsi andare alla più sfrenata lussuria, contro ogni buonsenso e coscienza. Così Felix scopre l’eccitante fascino della lussuria, al punto da elaborare un piano che lo porterà alla più bassa perversione carnale: «Il bello di un patto osceno è che tutti ne ricavano qualcosa. La moglie, l’amante, il marito». E questo è solo l’inizio di un lungo viaggio nella mente e nelle trame sessuali e amorose in cui ci trascinerà – tra sedute di sesso a pagamento, voyeurismo, club privé dove provare le emozioni più strane e le eccitazioni più impensate – un raffinato e insospettabile libraio antiquario della City con i suoi altrettanto insospettabili complici. Un romanzo sull’amore e sul sesso. E sulla paura degli uomini verso ciò che rappresenta per loro il più grande mistero: la donna.

Scrittore, saggista, giornalista, Howard Jacobson è nato a Manchester nel 1942. Collabora come editorialista per «Independent» e ha realizzato documentari per Channel 4. Nella Biblioteca di Cargo sono stati pubblicati: Kalooki Nights e L’imbattibile Walzer. È tra i finalisti del Man Booker Prize del 2010.

Alessandro Schwed Mio figlio mi ha aggiunto su Facebook (edizioni l’ancora del mediterraneo)













Due anni fa è accaduto qualcosa al bambino che tredici anni prima, uscito di sala parto, aveva immediatamente preso in consegna il mio pollice, stringendolo come fatale proprietà nel palmo della sua mano minima e grinzosa. Due anni fa ci è entrato in casa un ragazzo lungo e magro, un allampanato bucaniere con la chitarra elettrica, di piedi il quarantacinque, e ha sostituito nostro figlio. Il nuovo ragazzo prende i pasti separatamente e ha la voce come il sax di Coltrane. Come tutti, sapevo che questa trasformazione, a un tratto, sarebbe avvenuta, ma anche se mi imbarazza dirlo, credevo fosse come mettersi una camicia nuova. Non capivo perché un bambino buono e gentile improvvisamente divenisse un orso bruno. Ricordo bene, Tutto è cominciato così. Sono le otto di domenica sera. È inverno. Guardiamo un confortante telefilm del tenente Colombo. La casa è placida. Nel buio, nostro figlio scende dal soppalco e la sua voce cala su di noi. “Babbo?”. “Sì”. “Mamma?”. “Dimmi…”. “Vi odio”.

Un autore, che ha fatto della lingua la palestra della derisione e della presa in giro, ha deciso di guardarsi allo specchio per vedervi proiettato in esso un numero infinito di altri genitori e di scrivere tanto un romanzo quanto una verità su un tema condiviso da migliaia di famiglie: lo tsunami dell’adolescenza che arriva inaspettato.

Alessandro Schwed, fiorentino d’adozione, ebreo, genovese da parte di madre, ungherese di padre, è il vero nome di una delle firme “storiche” della satira: come Jiga Melik, negli anni Settanta ha partecipato all’esperienza della celebre rivista satirica «il Male», tenendo poi numerose rubriche di televisione per i quotidiani del gruppo Repubblica-l’Espresso. Ha curato per Feltrinelli l’antologia Can express. Rotocalco delle bestialità del nostro tempo (1993) e scritto i romanzi Non mi parte il romanzo, saranno le candele (1999) e Lo zio Coso (2005), entrambi editi da Ponte alle Grazie. Nel 2008 ha pubblicato con Mondadori il romanzo La scomparsa di Israele. Attualmente collabora con «il Foglio» e scrive per il gruppo Repubblica-l’Espresso.

lunedì 4 ottobre 2010

Il libro del giorno: FANFARIJE di Finiguerra Assunta (LietoColle)














... si tratta di qualcosa di più disperante e travolgente d'una passione carnale: sono gridi dal fondo di un pozzo senza uscite, sono lamenti a volte imploranti a volte blasfemi spesso autoflagellanti di chi è faccia a faccia con la morte. ... una specie di premonizione apocalittica non meno struggente.... Qual è la fonte di vita? Dio? La carne? Il sesso? Siamo al confine tra la bestemmia e la protesta. Eppure questa fonte si annuncia con una litania che attesta la condizione umana religiosamente più ortodossa, e la ripetizione in chiusura sembra quasi una preghiera: è l'ombra che affila il coltello, anche se respira in mano alla fonte. Vengono in mente le interpretazioni pagane e manichee sulla "doppia faccia" del dio. Una delle qualità di Assunta è quella dell'autoironia. C'è una specie di distacco anche dal dolore più terribile..... È per me particolarmente difficile scrivere queste righe. Sì, perché "non fa più luce la finestrella / i mandarini hanno perso il profumo". Non sono nemmeno sicuro che queste sarebbero state le dizioni definitive. La morte ha interrotto il suo lavoro. Giacché il lavoro sulla natura dello sguardo si fa prima, e il lavoro di rifinitura si fa dopo. Ma Assunta non ha avuto tempo. "Stracca mi sento e avviata alla pazzia (...) e col mio sangue dipinge il tramonto" scrive in inizio e chiusura di due strofe. Tuttavia permane in questa sua poesia la luce del suo talento: "Restate qui... non mi lasciate sola / c'è la morte che m'aspetta col forcone (...) Restate qui... non mi lasciate sola / calmate questo dolore che mi mangia / come un verme da mattina a sera // e di notte quasi sempre vince lui".

dalla prefazione di Franco Loi

Nun suacce da nde venghe né nde vache/ se prime è nate a morte e ddoppe ije/ si nda nuttuate eterne cu a malevasije/ nu bbrìndese hanna fatte a malagurje/ Sacce sule ca re bbocce de sapone/ nun tènene u tiémbe de na fumuate/ e ndó cuastiédde de preta salenate/ ng'è nghiuse na fémmena peccatore/ se vatte u piétte e u tuacche vatte ndèrre/ vatte u tuamburre e re mmane o bboje/ e vvatte ucine a porte cu na foje/ nun ng'è une, p'a madosche! e i diende nzerre

Non so da dove vengo né dove vado / se prima è nata la morte e dopo io / se nell'eterna nottata a malvasia / hanno fatto un brindisi per malaugurio // So sol­tanto che le bolle di sapone / non hanno il tempo di una fumata / e nel castello di pietra salinata / è rinchiusa una donna peccatora // si batte il petto e il tacco batte a terra / batte il tamburo e le mani al boia / e batte sulla porta con una foga / non c'è uno, per la madosca! e i denti serra

Sciatevinne tutte quande, sciatevinne/ sópe a culnette tenghe na veppetèdde/ e ngimme e piede na bannére de Labbèdde/ re tténe càvede quanne face fridde/ nun me cercate cchiù, ije só nissciune/ nun só ulisse e mmanghe polifeme/ nun só nausiche e mmanghe re ssirene/ né circe ca l'uommene tramute ‘n puorce/ ije só a vendette de na vita storte/ m'afferre a re ccangedde de na galere/ nde u sole a qquadrettine fine a sere/ se face pagà nu prezze troppe care

Andate tutti quanti via, andate / un poco d'acqua ho sul comodino / e sopra i piedi un tessuto di Bella / li tiene caldi quando fa freddo // non mi cercate più, sono nessuno / non sono ulisse e neanche polifemo / non sono nausìcaa né le sirene / né circe che gli uomini tramuta in porci // sono la vendetta d'una vita storta / mi afferro alle grate di una galera / dove il sole a quadretti fino a sera / si fa pagare un prezzo troppo caro

Assunta Finiguerra di San Fele (PZ) è mancata il 2 settembre 2009. Ha vinto numerosi premi tra cui il "Giuseppe Jovine" il "Premio Pascoli" e finalista al premio "DeltaPoesia". Suoi testi poetici sono apparsi su Pagine, Periferie, Poesia, Lo Specchio, L'Area di Broca, Capoverso, Ciemme, Gazzetta Ufficiale Dialetti, Kamen', Incroci e in diverse antologie fra le quali: Nuovi Poeti Italiani a cura di Franco Loi, Einaudi Editore. Nel 2006, all'Università la "Sapienza" di Roma, Alessia Santamaria ha discusso una tesi sulla sua poesia, relatore Ugo Vignuzzi

Testarda io di Valeria Corrado (Libellula edizioni)












Il Salento di background umano ce n’ha da vendere, e soprattutto da un punto di vista delle strategie editoriali potenzialmente vincenti. Nel Sud Salento ad esempio c’è una giovane azienda editoriale che ha voglia di comunicare a 360° il suo impegno per la cultura e la comunicazione. Parliamo di Libellula Edizioni , la cui sede operativa è a Tricase (Lecce). La casa editrice ha l’obiettivo di portare avanti un percorso di novità fatto di intersecazioni di saperi e tecnologie, partendo però dalla tradizione. Di fatti il nome della casa editrice, trova origine nel latino classico prendendo spunto dal termine Libellus, che rappresentava il piccolo libro, le cui pagine distese hanno dato il nome all’insetto Libellula. La leggerezza, la sua capacità di muoversi veloce in ogni situazione, il volo radente a sfiorare il terreno è l’idea di fondo che viene trasferita nel marketing editoriale e nelle linee grafiche delle pubblicazioni. Lo staff è composto da poco più che trentenni salentini formatisi in sedi prestigiose fuori Puglia, e l’azione di queste brillanti menti pone l’attenzione soprattutto alla scrittura al femminile, con la collana “NovElle”, dotata di un formato pratico ed accattivante. A queste si aggiungono poi le edizioni cartonate dei “Diari di Viaggio”, in cui risalta l’arte della fotografia; le edizioni “In lapis” e “I racconti della buonanotte”. E proprio nella collana di punta “NovElle”, scopriamo il lavoro di Valeria Corrado dal titolo “Testarda, io” giunto alla terza ristampa, che per un segmento editoriale medio/piccolo e con una storia di poco meno di tre anni alle spalle, diventa un vero e proprio successo. La protagonista, Ilaria, scrive della sua ricerca interiore affidandosi ai tasti del pc. È un incedere regressivo, che va dalla sua immagine riflessa in uno specchio, all’intreccio di destinalità che tendono a comporsi in un mosaico fondamentale per costruire una storia: anzi la storia di Ilaria. Chi è Ilaria dunque? Ritratto esemplare di donna sensuale, alla ricerca di un uomo da amare e che sappia soddisfarla sotto ogni punto di vista. Ma Ilaria è un “paradigma ontico” di ciò che si vorrebbe essere, senza però avere la forza di intraprendere un cambiamento nella propria esistenza. Si sente vicina ad un uomo che fondamentalmente ha idealizzato, ma che in realtà è detestabile; si sente una figlia indegna perché vorrebbe essere come sua madre, una donna carica di sintomatologie passivo/aggressive che accetta qualsiasi cosa in silenzio soffocando le lacrime. Scritto con una prosa che va ben oltre il mestiere della scrittura, “Testarda, io” di Valeria Corrado è un diario, un epistolario ideale con tutte le donne del mondo, che vorrebbero assaporare la vita nonostante tutto, nonostante le mille e mille zone d’ombra. Un libro intenso e accattivante che mai vorrete lasciare sul comodino!

Testarda, io – di Valeria Corrado (Libellula edizioni, 48 pagine, 8 euro)

mio intervento pubblicato su Blog de La Repubblica di Bari

domenica 3 ottobre 2010

Il libro del giorno: Fragments a cura di Stanley Buchthal e Bernard Comment con prefazione di Antonio Tabucchi (Feltrinelli)













I testi inediti di Marilyn Monroe, scritti tra il 1943 e il 1962. Tutto un universo interiore per scoprire l’altro volto dell’icona. A cura di Stanley Buchthal e Bernard Comment. Prefazione di Antonio Tabucchi. Traduzione dall’inglese di Grazia Gatti.

Il giorno della Iena di Stefano Lorefice edito da Eumeswil












Stefano Lorefice classe 1977, non è alla prima esperienza editoriale e lo si vede. Ha una bibliografia discreta se si pensa che ha già alcune pubblicazioni sulle sue spalle e anche con marchi editoriali di tutto rispetto. Penso a “Cosmo blues Hotel” e Budapest Swing Lovers” (Edizioni Clandestine), “Prossima fermata Nostalgiaplatz” (Clinamen), e “L’esperienza della pioggia” (Campanotto). Ora questo suo ultimo lavoro esce per le splendide edizioni Eumeswil, ed ha per titolo “Il giorno della Iena”. Ribadisco splendide per la cura dell’intera veste editoriale e per la scelta della grammatura della carta che rendono il tutto un “pacchetto” niente male. Le prime pagine traggono in inganno: già perché il tutto (e anche la copertina) lascerebbero presagire che si tratti di un noir. Sinceramente ritengo che questo lavoro non appartenga al genere in questione per una serie di aspetti su cui non mi dilungherò troppo ma che è bene sottolineare. Sembra che l’autore racconti delle vicende che molto hanno a che spartire col noir, anche se poi vi sia una volontà sotterranea che desideri tendere la struttura intera della narrazione verso qualcosa di più metafisico e onirico. Mi spiego meglio! La serie di personaggi che Lorefice descrive tra le pagine de “il giorno della Iena” sono estremi nel loro essere per la storia, quasi pulp, ma nessuno riceve una marcatura profonda che lo caratterizza psicologicamente e tutto pare rimanere allo stato d’ombra. E questo non è un difetto semmai un pregio di un raccontare storie che (secondo l’io narrante) debbono rimanere come semi nascoste da un velo, perché la nostra risposta emotiva sarebbe devastante. A rigor di logica poi, e questo denota una simmetria architettonica nel plot, anche il finale sembra tracciato sommariamente, perché non deve risultare definitiva. La vicenda o meglio le vicende, vedono come comparse un’omicida col colletto bianco, una ballerina parigina, un uomo-pillola, un angelo custode vestito di nero, uno scrittore di testi per emittenti radiofoniche e qualche altro fantasma che il lettore scoprirà pagina dopo pagina. Bel libro, e mi sento di consigliarlo caldamente perché non risparmia forti emozioni con una scrittura forte e decisa. In tutta questa dimensione umbratile consiglio le scenette esilaranti di Lomo, l’uomo-pillola ( un inetto a tutto tondo) con il suo sogno di andare a Londra e una laurea che sembra non arrivare mai.

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