La Società Dante
Alighieri organizza la presentazione del volume Lettere da una Taranta di
Raffaele Gorgoni ( I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) presso il
Wine Bar Susumaniello Via Tarantafilo, 19 Brindisi. La data è Martedì 27
febbraio 2018 e si comincia alle ore 18,00
Dialoga con l’autore
l’editore Stefano Donno
Originalissimo il testo
in cui dopo tante pizziche e notti melpignanesi è proprio la tanto "
bistrattata, odiata e amata, adulata e disprezzata, incensata e criticata,
vezzeggiata e maltrattata" Taranta ad esserne la protagonista. È proprio
lei la Lycosa Tarantola ad infrangere il velo di omertà e dire tutto quello che
pensa del Salento, dei politici, della notte della Taranta e delle tarantate. E
lo fa scrivendo delle lettere ad un essere umano di cui probabilmente non
conosce neanche il nome, ma che è l'interlocutore più adatto ad accogliere le
sue opinioni e i suoi sfoghi confidenziali, finalmente libera dalle catene di
tradizioni e grottesche maldicenze.Le lettere sono precedute da uno sfogo
vocale che l'autore traspone in dialetto e poi parte il racconto storico che
non lascia spazio alla noia. Tutto è condotto con accuratezza di dettagli e con
grande semplicità, catturando il lettore ansioso di scoprire aneddoti ed
episodi storici, e quasi “mitologici” un po' forse dimenticati che si sono
succeduti negli stessi vent'anni della notte melpignanese e che riaffiorano
nella memoria con grande godimento.
Il contenuto
all'interno delle lettere è quasi sfacciato, perché la Taranta si toglie
finalmente tanti" sassolini nelle scarpe" (proprio come il titolo
della collana editoriale diretta dallo stesso Gorgoni) rivelando cose viste
entrando in quei luoghi dove gli umani non avevano accesso. Lo sfogo di una
taranta non può certo incorrere in accuse partitiche e per questa sua immunità
è libera di raccontarci fatti ai più sconosciuti. Dalle prime forme di
tarantismo alla sua quasi sparizione con le prime emigrazioni verso il nord
anche da parte delle donne,con le assunzioni nelle fabbriche quando il morso
che provocava convulsioni sincopate viene sostituito dal valium o da una seduta
dal parrucchiere. La scrittura ha il ritmo sincopato del tamburello ancestrale,
e chi legge è preso nel vortice delle notizie e degli episodi raccontati.
Parallelamente ai vent'anni della notte della Taranta nulla viene dimenticato.
La politica con eventi non sempre edificabili, gli antropologi, gli scienziati,
gli anni cinquanta, la televisione, il muro di Berlino, l'Ilva, la democrazia,
la prima Repubblica, i vari politici che nel Salento hanno fatto il buono e il
cattivo tempo, i flussi migratori e l 'incapacità di trarne beneficio derivante
da altre culture. Non vengono tralasciati neanche Ovidio e le sue Metamorfosi,
Plutarco, l'Odissea , l'Iliade e Dante. La Taranta nelle sue lettere non dimentica
di criticare personaggi che si sono mossi nell'ambito della kermesse di
Melpignano, ma fa anche tanti elogi a chi aveva capito sin dall' inizio il
senso vero di quella manifestazione. Chi pensava, avendo in mano il libro, di
trovarsi dinanzi ad una favola moderna avrà la piacevole sorpresa, leggendolo,
di avere in mano un pezzo di storia ironicamente descritta dall'autore con la
sua solita penna insolente.
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