Cut-Up Edizioni ha pubblicato da poco “Brasarsi”, la raccolta di racconti dello scrittore di Viareggio Max Cabrerana. L’autore vive in Italia, ha scritto racconti che sono stati pubblicati su diverse riviste letterarie e ha sceneggiato brevi fumetti. Una cosa devo dirla prima di scrivere di questo lavoro. Più volte sono stato tentato di chiuderlo, gettarlo via … ma non certo per una mancanza di capacità o proprietà di tenuta di stile dell’autore. Pervasivo è stato un forte senso di nausea, che ho provato pagina dopo pagina, quella stessa nausea che ho avuto guardando il remake di “The Texas Chainsaw Massacre”. Sono dieci racconti che definirli duri, spietati è poco: il tentativo di Cabrerana di potenziare scene, storie, e contesti attraverso un’iper/surrealismo (che ad alcuni potrebbe risultare addirittura comico) non fa altro che trasformare il tutto in una poltiglia terribile … e a me il pulp piace! A mio avviso il libro da un punto di vista narratologico rende concreto un discorso su quelli che sono gli aspetti cruciali della sofferenza mentale sociale nell'angoscia e nella paranoia, nella disperazione e nella dissociazione, nell'ossessività e nell'euforia, vale a dire i tracciati emozionali di ogni esperienza neurotica o psicotica che oggi viene indotta dalla Matrice dei contesti in cui ci troviamo a vivere. In una parola Max Cabrerana descrive la perdita di direzionalità dell’individuo, ovvero il senso di smarrimento del soggetto quando la sua vita si trasforma in un colabrodo, in cui le falle sembrano aprirsi in successione inarrestabile, senza che si possa avere il tempo di porre dei rimedi. Mettendo a rischio la stessa qualità della vita, ma anche l’equilibrio mentale. Ed ecco che attraverso una carrellata piena di malvagità e pura cattiveria, prendono corpo tra le pagine di questo libro, mostri di ogni genere, depravati, omicidi, malati mentali, in poco più di 148 pagine. Dunque dieci racconti duri, spietati. Ad esempio, che cosa potrebbe accadere ad un gruppo di animalisti “cazzuti” che irrompono in un orrido laboratorio dedito alla vivisezione? Che soluzione potrebbe trovare un mimo che scopre di essere affetto dal morbo di Parkinson e non vuole rinunciare al suo lavoro? Che ruolo può avere di così interessante da raccontare un telefono che assiste ai ripetuti e squallidi tradimenti di un marito insoddisfatto e patetico? Che ci fa l’attore di una soap opera con il cadavere della fidanzata uccisa in un raptus di follia? Cos’hanno da spartire Adolf Hitler e Sigmund Freud che si incontrano casualmente in una sordida birreria nella Vienna asburgica. Le risposte non sono poi così tanto ovvie, e Cabrerana lo dimostra inequivocabilmente. Consiglio, mentre si legge questo lavoro, come sottofondo il gruppo STASI (Cristina Puia, Ruggero Ruggeri, Luana Barnabà, Chiara Vidonis, Francesco Merenda) con il loro ultimo lavoro IDENTITA’. Il loro sito è : http://www.gruppostasi.it/home.html
Questa è la sua prima raccolta monografica.