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giovedì 26 agosto 2010

Brasarsi di Max Cabrerana (Cut-Up edizioni)



















Cut-Up Edizioni ha pubblicato da poco “Brasarsi”, la raccolta di racconti dello scrittore di Viareggio Max Cabrerana. L’autore vive in Italia, ha scritto racconti che sono stati pubblicati su diverse riviste letterarie e ha sceneggiato brevi fumetti. Una cosa devo dirla prima di scrivere di questo lavoro. Più volte sono stato tentato di chiuderlo, gettarlo via … ma non certo per una mancanza di capacità o proprietà di tenuta di stile dell’autore. Pervasivo è stato un forte senso di nausea, che ho provato pagina dopo pagina, quella stessa nausea che ho avuto guardando il remake di “The Texas Chainsaw Massacre”. Sono dieci racconti che definirli duri, spietati è poco: il tentativo di Cabrerana di potenziare scene, storie, e contesti attraverso un’iper/surrealismo (che ad alcuni potrebbe risultare addirittura comico) non fa altro che trasformare il tutto in una poltiglia terribile … e a me il pulp piace! A mio avviso il libro da un punto di vista narratologico rende concreto un discorso su quelli che sono gli aspetti cruciali della sofferenza mentale sociale nell'angoscia e nella paranoia, nella disperazione e nella dissociazione, nell'ossessività e nell'euforia, vale a dire i tracciati emozionali di ogni esperienza neurotica o psicotica che oggi viene indotta dalla Matrice dei contesti in cui ci troviamo a vivere. In una parola Max Cabrerana descrive la perdita di direzionalità dell’individuo, ovvero il senso di smarrimento del soggetto quando la sua vita si trasforma in un colabrodo, in cui le falle sembrano aprirsi in successione inarrestabile, senza che si possa avere il tempo di porre dei rimedi. Mettendo a rischio la stessa qualità della vita, ma anche l’equilibrio mentale. Ed ecco che attraverso una carrellata piena di malvagità e pura cattiveria, prendono corpo tra le pagine di questo libro, mostri di ogni genere, depravati, omicidi, malati mentali, in poco più di 148 pagine. Dunque dieci racconti duri, spietati. Ad esempio, che cosa potrebbe accadere ad un gruppo di animalisti “cazzuti” che irrompono in un orrido laboratorio dedito alla vivisezione? Che soluzione potrebbe trovare un mimo che scopre di essere affetto dal morbo di Parkinson e non vuole rinunciare al suo lavoro? Che ruolo può avere di così interessante da raccontare un telefono che assiste ai ripetuti e squallidi tradimenti di un marito insoddisfatto e patetico? Che ci fa l’attore di una soap opera con il cadavere della fidanzata uccisa in un raptus di follia? Cos’hanno da spartire Adolf Hitler e Sigmund Freud che si incontrano casualmente in una sordida birreria nella Vienna asburgica. Le risposte non sono poi così tanto ovvie, e Cabrerana lo dimostra inequivocabilmente. Consiglio, mentre si legge questo lavoro, come sottofondo il gruppo STASI (Cristina Puia, Ruggero Ruggeri, Luana Barnabà, Chiara Vidonis, Francesco Merenda) con il loro ultimo lavoro IDENTITA’. Il loro sito è : http://www.gruppostasi.it/home.html


Max Cabrerana è nato nel 1975 e vive in Italia. Ha pubblicato racconti comparsi su Antologie come Humorotica e Ciao come sto? (Ed. Liberodiscivere), Frammenti di cose volgari (Ed. BooksBrothers) e riviste (UndergroundPress, Toilet). Ha scritto sceneggiature per fumetti (Prof. Rantolo vol.2 Ed. IlFoglio).

Questa è la sua prima raccolta monografica.

mercoledì 25 agosto 2010

Teledurruti - L'eros è politico! Con Tiziana Della Rocca per Fulvio Abbate candidato alle primarie

Il libro del giorno: Il fuoco segreto di Martin Langfield (Nord editrice)




















New York, 2007. L'ex agente dei servizi segreti Katherine Reckliss viene convocata a Londra per far luce su un evento apparentemente inspiegabile: la radio usata da sua nonna durante la seconda guerra mondiale all'improvviso ha iniziato a trasmettere, in alfabeto morse, un messaggio in codice e una data: 30 giugno 1944. Tuttavia, poco prima di partire, Katherine viene rapita e suo marito, sconvolto, si rivolge all'unica persona in grado di aiutarlo, il suo vecchio amico Horace Hencott. Per loro è l'inizio di un incubo, un incubo lontano nel tempo e nello spazio, eppure vicinissimo... Londra, 1936. Sotheby's mette all'asta "I tre fuochi misteriosi", un manoscritto inedito in cui Isaac Newton descrive i suoi rivoluzionari esperimenti alchemici, sui quali ha sempre mantenuto un assoluto riserbo. Il testo se lo aggiudica un libraio, che viene derubato e ucciso pochi minuti dopo... Parigi, 1944. Ci sono voluti otto anni di lavoro, ma adesso il collaboratore più fidato di Himmler è riuscito a creare un'arma così potente da rovesciare le sorti della guerra: il Fuoco Segreto. In una calda notte di giugno, però, una squadra speciale dell'esercito inglese, capitanata dal giovane Horace Hencott, riesce a sabotare il piano nazista, ma non a distruggere quel devastante congegno... Due epoche distanti, un pericolo comune: perché quando è il presente a determinare il passato, la Storia può essere riscritta.

Nacquero contadini, morirono briganti di Valentino Romano (Capone editore). Intervento di Paolo Zanetov


















La nuvola di polvere all’orizzonte che tra grida lontane annuncia l’approssimarsi della selvaggia cavalcata dei briganti, il fumo degli spari, lo schioccare delle pallottole e il balenio delle sciabole snudate della cavalleria – sequele classiche delle cronache brigantesche – riconducono il nostro immaginario agli scontri, agli agguati, alle scorrerie ed ai colpi di mano che abbiamo visto scorrere sul grande schermo nelle pellicole d’oltreoceano dedicate alla conquista del West, da Ombre Rosse al Piccolo grande uomo. Analogamente a quella degli indiani, la minacciosa presenza dei briganti aleggia e si percepisce senza mai entrare nello specifico di una umana concretezza, atta a rendere visibili sentimenti, emozioni e sofferte ragioni dei protagonisti di quelle drammatiche vicende. All’atto del loro sparire nella lontananza di un intravisto crinale o in impenetrabili selve ci si chiede ragione della voluta assenza dei loro profili, pronti a ricomparire tragicamente nelle foto dei loro corpi sconciati o, fittiziamente, in quelle d’abusato repertorio che li ritraggono in simulate pose guerresche o, pensosi e sviliti, in catene. A questa ideologica assenza rimedia finalmente il libro di Valentino Romano che, al contrario, ha volutamente deciso di indagare questa dispersa umanità nelle carte d’archivio. Le sofferenze, l’emotività e le miserie persino di queste vite traboccano fuori dalle pagine ingiallite di quei documenti, restituendoci – in un insolito e inaspettato candore – le certe figure di concretissime e a noi umanamente vicine esistenze.

Il volto del brigante, e con esso quelli di una dolente umanità comprimaria alle sue gesta, balzano vivissimi dalle pagine proponendoci un inedito ritratto della società contadina che li espresse. Bramosa di giustizia assoluta, vendicativa quanto misteriosa e antica nel suo modo di intendere relazioni e avvenimenti, la popolazione del Sud ci appare ansiosa di ripresentare consumate ragioni che, irrisolte, vengono da molto lontano. Una epopea minore quella qui raccontata che, con le speranze, gli odi e gli abbandoni che la animano, trova profonda ragion d’essere nel suo percepirsi perennemente offesa e dimenticata. Ad onta di ogni visione di parte nessuno dei suoi attori – sia detto per gli invasi e gli invasori, i vinti e i vincitori – esce da questa storia con la coscienza netta.

Non hanno il “senso della storia” i vinti, così come – a ben vedere – i vincitori, subito prigionieri di un ferreo meccanismo di potere ad essi antecedente che impedirà nel prosieguo dei fatti una sensata assimilazione del Regno appena conquistato nella, dai molti sognata, “ Nuova Italia”. Il brutale urto con la Storia segnerà per decenni l’inanità di questo scontro. Mutuando un acuto giudizio di Lamberti Sorrentino sull’humus della resistenza russa all’invasione tedesca nella seconda guerra mondiale – ben adattabile al consimile sentire dei “briganti”: “… Confuso, sinistro, cieco, inintelligente, il partigiano porta con se la realtà, e spera di poter divellere ostacoli, contrasti, barriere, limiti … Esemplari al di fuori delle razze, gente della specie nel senso dell’elementarità più assoluta. Spesso ho pensato che costoro sparino soltanto perché un istinto più forte di qualunque paura ve li obbliga. Sbrindellati e convulsi, uccidono perché nel raggio delle loro armi non è giusto che viva nessun estraneo … Esistiamo, vogliamo esistere, esisteremo sempre, andatevene”. Nello svelare inediti retroscena (come nei casi di Ninco Nanco, dei Rago, dello stesso Crocco), così come nel tratteggiare semplici quadri di vita materiale, l’abilità dell’autore sottolinea un qual certo disincanto che anima tutte le storie, suggerendo la fatalità nell’accettazione del destino di un popolo “incappato – sono parole sue – suo malgrado, nel bel mezzo di uno scontro epocale tra vecchio e nuovo”; fatalità ben espressa – a nome di tutta la sua gente – dalla brigantessa Peppinella che, rispondendo a Michele Di Gè che la esortava a desistere dalla lotta (“meglio che ve ne andate, altrimenti la vostra vita è poco”), rifiutò, lasciandosi sfuggire uno sconfitto “dove corre corre la mia pianeta …”. (dalla prefazione al volume)

info: info@caponeditore.it

martedì 24 agosto 2010

Il libro del giorno: Mi chiamo Cassandra. Arguzie, giudizi e vaticini di un profeta incompreso. Di Francesco Cossiga (Rubbettino)




















"Un personaggio nel teatrino della politica italiana". Ecco come spesso Francesco Cossiga si è definito. Questo volumetto raccoglie le battute che il Presidente Emerito della Repubblica ha "recitato" sui giornali in interviste o articoli di proprio pugno: un copione paradossale e spesso contradditorio fatto apposta per un personaggio che può interpretare la giovane Cassandra, profetessa condannata a non essere mai creduta, e la vecchia Pizia, nota veggente che molto fiuto ebbe nel predire le disgrazie dei potenti dell'antichità. E i potenti italiani? Riuscirà davvero il nostro "ex" per eccellenza a indovinarne il futuro? Postfazione di Fulvio Abbate

Corpus Delicti di Juli Zeh (Ponte alle Grazie)















Juli Zeh ha frequentato la scuola «Pädagogium Otto-Kühne Schule» di Bonn dove ha conseguito la maturità, poi ha studiato legge a Passavia, a Lipsia dove ha unito i corsi di giurisprudenza a quelli di studi di letteratura e scrittura creativa presso il «Deutsches Literaturinstitut Leipzig». Juli Zeh ha sempre utilizzato la sua fama letteraria per esprimere le sue opinioni su questioni politiche come quando, ad esempio, nel mezzo delle elezioni del 2005 ha sottoscritto insieme ad altri intellettuali tedeschi la richiesta di Günter Grass di sostenere la coalizione Rosso-Verde. Nella maggior parte dei suoi lavori l’autrice è solita affrontare temi da un punto di vista teorico e morale come l’antagonismo di ordine e caos, giusto e ingiusto, con la consapevolezza inoltre che è una realtà concreta e terribile la questione della perdita di validità della legge e quella dell’esistenza in una società individualista e globalizzata dove non è più possibile ravvisare una responsabilità collettiva per il futuro della società.

Ho avuto il piacere di leggere con grandissimo diletto "Corpus delicti" (in Italia per Ponte alle Grazie) dell’immensa Juli Zeh (libro giunto nelle mie mani attraverso una serie di coincidenze e incroci pari solo alle avventure del Barone di Münchhausen. Pertanto non vi tedierò oltre…). La scrittura magnifica di questa scrittrice è così straordinaria da riuscire a raccontare i "fantasmi" che percorrono la mente dei protagonisti, e far sospendere al lettore qualsiasi altra attività che non sia leggere quest’opera . Splendida trentenne Mia Holl, biologa, indipendente e fascinosa, ha una piccola macchia nel suo curriculum: pluricondannata per attività sovversive. La società in cui vive (non molto lontana dalla nostra nel tempo) sembra la perfetta incarnazione di tutto il significato di un’opera del secolo scorso straordinaria: “Sorvegliare e punire” di Michel Foucault: controllo totale sul corpo e sulla sicurezza a scapito di altri valori indispensabili per una società civile, che voglia definirsi come tale. La colpa di Mia? Rifiutarsi di venire inglobata nel METODO, una ragnatela di obblighi totalmente pervasivi nella vita di ciascun individuo. - Non lo aveva “profetizzato” Noam Chomsky (ndr)? – Mia vuole scagionare il fratello morto suicida dopo l’omicidio di una donna, e lo vorrà fare vestendosi da Thomas More e proponendo un’alternativa plausibile: un’Utopia! Insomma un vero e proprio capolavoro tra thriller e fanta/teoremi. Eccovi un estratto: "Sfiducio una politica che basa il consenso solo sulla promessa di una vita priva di rischi. Sfiducio una scienza che sostiene l’inesistenza del libero arbitrio. Sfiducio un amore che si considera il prodotto di un processo di ottimizzazione immunologica. Sfiducio genitori che definiscono 'rischio di caduta' la capanna su un albero e 'rischio di allergia' un animale domestico. Sfiducio uno Stato che sa meglio di me ciò che è bene per me... Sfiducio me stessa, perché mio fratello è dovuto morire prima che capissi cosa significa vivere."

lunedì 23 agosto 2010

Teledurruti - Tutti via dalla Mondadori di Berlusconi. Subito.

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Il libro del giorno: I servizi e le attività di informazione e di controinformazione. (Rubbettino). Di Francesco Cossiga





















Un libro da leggere per vendetta, contro i luoghi comuni che intessono la storia della nostra Repubblica. Lo ha scritto un politico anomalo, che ha ricoperto le massime cariche istituzionali. Francesco Cossiga è fatto così: dice quello che pensa e pensa a quello che dice. Singolare per un uomo politico che è da 50 anni sotto i riflettori dell'opinione pubblica, anticipando anche oggi avvenimenti e tendenze. Con questo saggio ci fa capire che ogni Stato, qppunto perchè democratico, ha necessità di "servizi speciali" che si confrontino almeno ad armi pari, nell'interesse generale, con i criminali ed i nemici della Patria. Si tratta di un 'Abecedario', cioè delle nozioni elementari per fare comprendere il mondo dell'intelligence, che nello stesso tempo, in Italia ma anche altrove, affascina ed impaurisce. Cossiga dedica questo lavoro a "principianti, politici e militari, civili e gente comune" e lo firma da "dilettante", quale evidentemente non è, intendendo evidenziare la necessità costante di apprendere, di studiare, di conoscere. In poche ma densissime pagine, risultato di decenni di studi, riflessioni, esperienze istituzionali e confronti ai più alti livelli mondiali, Cossiga offre un contributo originale per realizzare una democrazia più piena. Negli anni passati, un importante servizio segreto estero ha dato a Cossiga il nome in codice di "Cesare". Adesso, con questo 'Abecedario', "Cesare" propone e rilancia l'intelligence come tema centrale del dibattito politico nazionale, nella consapevolezza che le informazioni rasentano il motore della sicurezza e dello sviluppo del XXI secolo.
(dalla presentazione di Mario Caligiuri)

Il rumore della terra che gira di Roberto Saporito (Perdisa Pop)












Alberto Perdisa guida un gruppo di grande tradizione nel mondo dell’editoria e della cultura nazionale. Il nonno paterno, Luigi Perdisa, fondò il gruppo Edagricole-Calderini, leader europeo nelle edizioni agricole, nonché preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. Il nonno materno, Carlo Alberto Cappelli, fu invece alla guida della storica casa editrice Licinio Cappelli e sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna e dell’Arena di Verona. L’esempio ad Alberto viene da loro. Oggi il Gruppo Perdisa Editore ha all’attivo quattro marchi editoriali, fra loro autonomi, ma integrati nel progetto di riportare la città di Bologna e la sua cultura fra i protagonisti delle dinamiche editoriali nazionali e internazionali. Dalla casa editrice ricevo un’anteprima (dal momento che uscirà il 22 settembre) piuttosto gustosa e di una mia vecchia conoscenza: mi riferisco a Roberto Saporito che per Perdisa Pop uscirà con “Il rumore della terra che gira”. “Sospiro, sbatto gli occhi, deglustisco lentamente col pomo di Adamo che va su e poi va giù. Sposto lo sguardo lateralmente e sopra due cavalletti riposa una tela un metro e cinquanta per un metro e cinquanta sulla quale sto dipingendo l’interno di una stanza dove un uomo si sta iniettando una dose di eroina nel braccio sinistro, una stanza dallo sfondo blu spesso di colore a olio, una poltrona amaranto spesso di colore a olio. Il resto del quadro è ancora in abbozzo, in divenire. Quattro piani più in basso passa rombando una moto. Che tipo di moto? Una Harley, forse? Chiudo gli occhi che riapro dopo pochi secondi quando Albertine Scomparsa, la mia enorme gatta certosino grigia, mi salta sulle cosce facendo le fusa e accoccolandosi proprio all’altezza del mio cazzo.”

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domenica 22 agosto 2010

Il libro del giorno: Novissime picconate di Claudio Fioretti Sabelli e Francesco Cossiga (Aliberti)



















"Novissime picconate" è, a suo modo, un instant book. Nel senso più nobile del ternane. L'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga (secondo la sua stessa, paradossale definizione "il peggiore presidente della storia repubblicana") torna a "picconare", menando fendenti a destra e a sinistra. Lo fa nella forma compiuta e già rodata dell'intervista-dialogo con Claudio Sabelli Fioretti, ormai suo interlocutore di fiducia, l'unico che riesca a tenere testa alle sue "mattane" (altra autodefinizione) senza scomporsi, e anzi rilanciando ogni volta. L'uomo di Stato più eterodosso che la storia dell'Italia repubblicana possa annoverare entra "a gamba tesa" sul quadro politico degli ultimi mesi, delle ultime settimane. Alternando il piccone al fioretto, come suo solito, l'ironia amara e feroce di Cossiga non risparmia nessuno. Ce n'è per tutti, naturalmente: a partire da Obama, passando per Berlusconi (e per la figlia Barbara), per Veltroni e D'Alema (senza nascondere la sua notoria simpatia per quest'ultimo), per Di Pietro (senza fare mistero della sua risaputa antipatia per l'ex pm).

L'opera galleggiante di John Bart (Minimum Fax)






















Torna in libreria, in una nuova edizione arricchita da materiale extra, il primo romanzo di Barth. Fra spirito nichilista e humour nero, cronaca di costume e spunti metanarrativi, una delle opere che hanno inaugurato la letteratura postmoderna.
La mattina del 21 giugno 1937 Todd Andrews (un’avviatissima carriera di avvocato, una sobria vita borghese in una cittadina di mare del New England, un improbabile menage a trois con l’amico Harrison, erede di un impero dei sottaceti, e la graziosissima moglie di lui) si sveglia, si alza dal letto e guardandosi allo specchio scopre che la risposta a ogni suo problema è il suicidio. Vent’anni dopo, ancora vivo, racconta al lettore gli sviluppi di quella fatale giornata. Pubblicato originariamente nel 1956 e rivisto dallo stesso autore nel 1967, L’Opera galleggiante è considerato da molti il capolavoro di John Barth: spirito nichilista e humour nero, critica di costume e spunti metanarrativi si fondono in un romanzo sperimentale e godibilissimo che inaugurava la narrativa postmoderna e a quasi mezzo secolo di distanza nulla ha perso del suo smalto.
"Per uno come me, le cui attività letterarie dal 1920 in poi si sono limitate alla stesura di documenti giudiziari e alla raccolta di materiale per l’Indagine, la parte più difficile dell’impresa imminente – ossia, il resoconto di un giorno del 1937 in cui cambiai idea – è proprio cominciarla. Mai ho tentato nulla di simile ma mi conosco abbastanza per sapere che, rotto il ghiaccio, tutto diventerà facile, anche troppo, giacché di natura sono un tipo espansivo, e anzi il problema sarà quello di non perdere il filo della storia, e di sapermi azzittire alla fine. Non ho dubbi al riguardo: riesco quasi sempre a prevedere con esattezza il mio comportamento, perché, nonostante qui a Cambridge l’opinione comune sostenga il contrario, sono di fatto una persona molto coerente." (© minimum fax – tutti i diritti riservati)

sabato 21 agosto 2010

Il libro del giorno: Francesco Cossiga. La passione e la politica a cura di Piero Testoni (Rizzoli)




















Francesco Cossiga ha attraversato da protagonista la storia d'Italia dal dopoguerra a oggi. Eppure, nonostante il suo cursus honorum abbia ben pochi paragoni, continua a essere considerato un politico irregolare, capace di gesti clamorosi e di parole dirompenti, come quelli che segnarono i suoi ultimi anni da presidente della Repubblica. In questa approfondita conversazione, Piero Testoni lo induce a raccontare tutto di sé, della famiglia d'origine, della sua Sardegna, dell'Italia che ha conosciuto, della sua vasta rete di conoscenze internazionali, delle sue passioni, dei suoi progetti, e del recente e clamoroso rientro in grande stile nell'arena politica. Prefazione di Antonio Fazio.

Un giorno perfetto di Ed Warner (Edizioni Smasher)














Una poesia asciutta, e a tratti ermetica, quella di Ed Warner, che si dipana attraverso un progetto promettente e un percorso poetico brillante.

Un giorno perfetto è il titolo di questa raccolta che snocciola il suo senso attraverso le giornate, i passanti, le abitudini, le osservazioni, l'incontro e il non incontro, la voglia di trovare altro in un mondo che talune volte sembra volersi accontentare a tutti i costi. Ed Warner si pone domande anche senza punto interrogativo, in un universo sotto al quale abbiamo dimora tutti, pur ritenendoci a volte illesi.
E' una ricerca di vita e di derive di senso quella di Ed Warner, che dà spazio e voce ad uno stato d'animo facilmente collettivo. Impossibile non ritrovare se stessi nelle losanghe dei suoi versi.

Noir

Nei fondi innevati
d'un fumante caffè
macchiato della tua assenza
respiro alternato Camel light
aspettando svogliato
che lo stolto cameriere
mi chieda di ammazzarlo

venerdì 20 agosto 2010

Il libro del giorno: Italiani sono sempre gli altri. Controstoria d'Italia da Cavour a Berlusconi di Francesco Cossiga e Pasquale Chessa (Mondadori)




















Parlar male degli italiani è diventato una caratteristica dell'Italia moderna e contemporanea. Ma il nostro è davvero un paese tutto sbagliato? Per capire come sono fatti gli italiani di oggi bisogna ristudiarne la storia moderna nei suoi passaggi cruciali. A cominciare da Cavour, la cui politica del "connubio" suggerisce suggestioni per una rilettura del "compromesso storico", e della vicenda di Porta Pia. E ancora l'8 settembre e la guerra civile, lo scontro fratricida tra Craxi e Berlinguer, la battaglia giudiziaria di Andreotti e la "discesa in campo" di Berlusconi. Il punto di vista di Cossiga è quello del contemporaneo che riscopre nel passato i tratti del presente.

Il Segreto Da Vinci. La chiave dei sette principi di Leonardo di Michael J. Gelb (Il Saggiatore)



















Leonardo di ser Piero da Vinci (Vinci, 15 aprile 1452 – Amboise, 2 maggio 1519) ha rappresentato l’incarnazione dell’uomo d'ingegno dal talento universale del Rinascimento italiano, raggiungendo con le sue capacità intellettive e le sue invenzioni le maggiori forme di espressione nei più disparati campi dell'arte e della conoscenza. Fu pittore, scultore, architetto, ingegnere, scenografo, anatomista, letterato, musicista e inventore. Ora ciò che suscita meraviglia nella figura di Leonardo da Vinci è l’immensità dei campi esplorati, la varietà delle attitudini: pittore, architetto, anatomista, inventore, geologo, poeta, musicista. Sembrerebbe che un modello di virtù, saggezza e creatività come lui sia inimitabile. Dagli scritti, dalle opere d'arte e dalle invenzioni di Leonardo si è riusciti a scoprire invece che il “brand” Leonardo Da Vinci può essere riprodotto. A parte tutta una serie di pubblicazioni più o meno sensazionalistiche, più o meno scientifiche, più o meno rigorose dal punto di vista scientifico, editate dopo il fenomeno del “Codice Da Vinci” di Dan Brown, ho avuto il piacere di appassionarmi ad una lettura a metà strada tra la saggistica e tutta quella letteratura da self-help: mi riferisco all’intrigante lavoro di Michael Gelb dal titolo “Il Segreto Da Vinci. La chiave dei sette principi di Leonardo” edito da Il Saggiatore, già alla sesta ristampa. La tesi di partenza data dall’autore del volume è che Leonardo Da Vinci, può, se studiato e analizzato adeguatamente in tutta la sua complessità, essere un maestro di illuminazione, una guida spirituale, proprio come quando il genio fiorentino è utilizzato come una guida olografica in un episodio delle serie televisiva di fantascienza, Star Trek Voyager. Una maestro di saggezza dunque da cui si possono apprendere sette principi da fortificare anche attraverso una serie di esercizi, per arrivare alla propria personale realizzazione di vita. Secondo l’autore il misticismo rinascimentale di Leonardo si rivela in perfetta sintonia con il pensiero di Confucio o con il buddismo. Bel libro assolutamente da leggere, grazie anche all’ausilio di un docente di storia dell'arte di Oxford Martin Kemp, un esperto di Rinascimento Sir Brian Tovey e un'antropologa Jean Houston che nella prima sezione del libro affrontano alcune delle ipotesi avanzate da Dan Brown nel "Codice da Vinci". Si tratta di un lavoro che fondamentalmente cerca di trovare una risposta al mistero dell'Uomo e dell’Artista Leonardo. Un libro che aiuta a fare un percorso profondo in noi stessi per conoscersi meglio e trovare delle risposte importanti. Splendido a mio avviso il capitolo dedicato allo "sfumato" dove l’ombra, il chiaroscuro è il “b-side” presente in ognuno di noi ma che deve assolutamente ascoltato se non si vuole cadere in baratri del subcosciente oscuri e malevoli

giovedì 19 agosto 2010

Il libro del giorno: La versione di K. Sessant'anni di controstoria di Francesco Cossiga (Rizzoli)





















La storia dell'Italia post-bellica comincia nella notte del 4 gennaio 1947, quando Alcide De Gasperi, presidente del Consiglio dei ministri, si imbarca su un aereo e vola verso gli Stati Uniti. Un viaggio diplomatico che segna una svolta, un confine tra un "prima" e un "dopo". Ma che, secondo molti, sarebbe anche all'origine di una storia nazionale di sovranità limitata, di misteri, di verità non rivelate, di poteri forti o occulti che hanno tramato contro lo Stato e nello Stato. Da quella notte del 1947 fino allo scandalo delle escort dell'estate 2009, Francesco Cossiga ripercorre in questo libro oltre sessant'anni di vita pubblica italiana. Si è detto che nessun Paese al mondo abbia più misteri dell'Italia: dalla lista, mai trovata, degli spioni dell'Ovra a quella di coloro da internare in caso di golpe al vero elenco degli iscritti alla loggia P2. In effetti, circostanze inspiegabili si sono presentate con ricorrenza: sono sparite le quattro valigie di pelle verde di Togliatti, così come quelle di Moro; la borsa di Calvi fu esibita in tv, ma parzialmente svuotata; e perché mai, nel 1964, Nenni disse che sentiva "tintinnar di sciabole"? Per arrivare a oggi, molti si domandano quale sia la vera origine della fortuna economica di Silvio Berlusconi e, nella cronaca più recente, che cosa succedesse davvero alle feste nelle sue ville. Di tutto ciò, dei momenti drammatici come il caso Moro e di aspetti mai venuti alla luce quali i rapporti con il mondo arabo, Francesco Cossiga dà ora la sua versione.

Fare un film di Sidney Lumet (Minimum Fax)





















Un nuovo regista si racconta nella collana di minimum fax dedicata al cinema. Questa volta la voce è quella di Sidney Lumet, un Oscar alla carriera e oltre quaranta film che hanno fatto la storia del cinema. Il regista di Serpico e Quinto potere accompagna il lettore in un’appassionante analisi di ogni aspetto della preparazione di un film, dalla pre alla postproduzione, passando per la scenografia e i costumi, le riprese e il montaggio, la scelta della colonna sonora, le luci e la distribuzione, fino all’attesissima uscita in sala, raccontando così – con lo stile avvincente che caratterizza anche la sua regia – l’emozionante trasformazione di una semplice idea in un film.
Cinquant’anni di esperienza condensati in un libro che è innanzitutto una preziosa lezione di cinema per studiosi e appassionati, ma anche un divertente excursus nella vita sul set, un’occasione per sbirciare dietro le quinte e scoprire tutto ciò che vuol dire, nella teoria come nella pratica, «fare un film».
"Questa nuova edizione italiana comprende un’esclusiva prefazione di Ethan Hawke, l’attore protagonista di Giovani, carini e disoccupati eTraining Day che ha lavorato con Lumet in Onora il padre e la madre. Per capire chi sia davvero Ethan Hawke facciamo un gioco filosofico. Un gioco che parte da un metodo di indagine conoscitiva ideato da Francis Bacon che prevede una pars destruens e una pars construens. Niente paura, è molto semplice: iniziamo concentrandoci e rimuoviamo tutte le informazioni che eventualmente abbiamo sul ragazzo della foto accanto: è un famoso attore di Hollywood trentenne, è il dolce Todd Anderson che ci ha fatto commuovere ne L’attimo fuggente salendo in piedi sul banco per gridare “o capitano, mio capitano”, è uno dei protagonisti del divertentissimo Giovani, carini e disoccupati, è il destinatario di una nomination all’Oscar per Training Day con Denzel Washington, il fondatore della Malaparte Theatre Company, una compagnia teatrale di successo, il regista di Chelsea Walls. Gli uomini si sforzino anche di rimuovere l’invidia per il fatto che questo ragazzo è il marito di una delle donne più belle del mondo, Uma Thurman e che da lei ha avuto due splendidi bambini: Maya e Roan. Le ragazze rimuovano anche (oltre all’invidia per Uma) il poster del romantico Prima dell’alba che lo ritrae con July Delpy e dimentichino ogni scena del fantascientifico Gattaca sul cui set è nato l’amore con Uma. Fatto tabula rasa? Benissimo. Adesso tutti insieme, liberi da invidie e pregiudizi, cominciamo la pars costruens: Ethan Hawke è uno scrittore. Ha esordito nel 1996 con The Hottest State una sorta di fiction autobiografica che è stata accolta subito con grande favore, nonostante i preconcetti con i quali i critici si sono avvicinati alla sua opera: qualcuno ha dovuto ammettere infatti, a malincuore: - la verità è, che questo è un buon libro - .
Con il suo secondo romanzo Mercoledì delle Ceneri, pubblicato negli Stati Uniti nel 2002 da Knopf, Ethan Hawke fa un passo ancora avanti e inaugura definitivamente la sua seconda carriera, entrando a pieno titolo nella schiera dei giovani scrittori americani. Sul libro, una intensa, ironica, profonda storia d’amore on the road raccontata dalle due voci distinte dei protagonisti, Jimmy e Christy, sono state scritte decine di recensioni positive che sottolineano la grande capacità di Hawke di delineare i profili dei personaggi, di costruire dialoghi e flussi di pensiero veloci, credibili e efficaci, di riuscire a rendere attraverso di essi, in maniera immediata e tangibile, atmosfere e stati d’animo. Ma del libro si è già detto abbastanza, e lasciamo a ognuno il piacere di scoprirlo da sé. In questa sede bisogna parlare della vita di Hawke. Qualche altra curiosità allora: da un’intervista che gli è stata fatta di recente sappiamo che oltre ad essere un magnifico attore, un talentuoso scrittore, Hawke è un padre modello e un marito responsabile. Dice di essere grato di aver avuto una figlia femmina per prima perché è stata molto facile da gestire, “adesso” dice Hawke, “mi siedo a colorare gli album con lei ed è molto rilassante. Per ogni coppia che aspiri a lavorare è un problema riuscire a bilanciare le responsabilità in modo che ognuno possa perseguire i propri sogni. All’inizio pensavo che non avremmo avuto bisogno di nessuno per i bambini, ma effettivamente avendo un bambino piccolo a cui stare dietro rimane davvero poco tempo per scrivere”. Sappiamo che le aspirazioni di Ethan in questo momento sono quelle di vedere uno dei suoi figli laureati (perché né lui né Uma lo sono), veder vincere la sua squadra di basket preferita (i Knicks) e avere tempo per la pesca con la mosca (proprio così: dice che per lui “è come dipingere con gli acquerelli. Si è lì, fermi tra gli alberi gli uccelli e l’acqua. Si entra in contatto con la bellezza di tutto questo e sembra di non doversi più preoccupare di nessuno dei propri problemi, né di come giocheranno i Knicks in questa stagione...” (dalla prefazioen al volume)

mercoledì 18 agosto 2010

Il libro del giorno: Fotti il potere. Gli arcana della politica e dell'umana natura di Francesco Cossiga e Andrea Cagini (Aliberti)



















Le regole non scritte, i meccanismi profondi, le dinamiche eterne del gioco: per la prima volta un protagonista indiscusso della vita pubblica italiana racconta senza pudore né ipocrisia cos'è e come funziona la politica. Sapientemente indirizzato dal giornalista Andrea Cangini, il presidente Francesco Cossiga mette a nudo il potere e con esso l'uomo che lo incarna. Svela l'arcano, dice l'indicibile, strappa la maschera alla realtà con l'ironia e l'arguzia di chi ha cavalcato lungo le strade impervie della Prima e della Seconda repubblica. Aneddoti, riflessioni, rimandi storici, vere e proprie rivelazioni accompagnano il lettore alla scoperta di verità "scandalose" fino a oggi mai rivelate con tanta schiettezza. La natura del potere, il ruolo del denaro, l'uso dei servizi segreti, la violenza, la guerra, le massonerie, i rapporti tra stati, la religione, il Vaticano, la verità, la finzione, i complotti, il caso, il lato di tenebra dell'uomo e del politico. Il trionfo e la caduta, la vita e la morte.

Il libro sui libri a cura di Rossano Astremo (Lupo editore, collana Coolibrì)


















Il libro che sto per presentarvi è una lettura che ha in sé qualcosa di sottilmente incantato. Nove visioni dove la scrittura viaggia nel tempo, nella memoria, nella finzione. Il curatore Rossano Astremo mischia queste carte con un virtuosismo da prestigiatore (non senza qualche azzardo), dove ogni pagina è un piccolo dono alla Lettura, dove c’è molto rispetto per l’ipotetico lettore e la volontà di condividere con lui un percorso “magico”, sospeso fra realtà e immaginazione.Giuseppe Braga, Eva Clesis, Gabriele Dadati, Maura Gancitano, Elisabetta Liguori, Giancarlo Liviano D’Arcangelo, Teo Lorini, Flavia Piccinni e Nadia Terranova sono gli scrittori protagonisti della raccolta curata da Rossano Astremo per Lupo editore dal titolo "Il libro sui libri". Nessuno ha rinunciato alla sua identità scritturale, tutti si sono cimentati in diversi generi dall’autobiografia, alla narrazione e alla saggistica senza volutamente centrarne l’identità: dunque un’operazione editoriale veramente inidentificabile, che ha tutte le carte in regole per sorprendere e deliziare anche i palati più raffinati.

In una psichedelica carrellata di aneddoti, autori citati, libri cult, pagina dopo pagina si attraversa il meglio del meglio della letteratura con l’unico filo conduttore del come nasce la malattia della lettura, e di come essa nelle forme più gravi può degenerare in scrittura e poesia. Molti i secoli e i volti a cui questi autori hanno dato voce da Sciascia a Scerbanenco, da Roth a DeLillo, da Balzac a Pontiggia, da Umberto Eco a Cervantes, da Sartre a Collodi, da Bernhard a Austen sino a Céline, in un percorso ricco di suggestioni dove il fuoco della scrittura irretisce e seduce.

“Nonostante l’invasione possente nella vita di tutti i giorni di TV e Internet – dice Rossano Astremo nella sua prefazione – che sottraggono fette importanti del nostro tempo libero, ancora oggi la pratica della lettura può essere considerata un’esperienza decisiva e centrale e il libro un oggetto rivoluzionario, assolutamente non destinato alla sparizione, convenendo, in conclusione, con quanto scritto da Umberto Eco qualche anno fa: “Il libro da leggere appartiene a quei miracoli di una tecnologia eterna di cui fan parte la ruota, il coltello, il cucchiaio, il martello, la pentola, la bicicletta”. (dall’introduzione di Rossano Astremo)

martedì 17 agosto 2010

Il libro del giorno: Il tesoro dell'imperatore di Steve Berry (Editrice Nord)




















È solo un incubo, ma sta diventando un'ossessione: Cotton Malone continua a rivivere in sogno l'attentato di Città del Messico in cui è rimasto ucciso Cai Thorvaldsen, un giovane e brillante diplomatico danese. Un attentato che lui non è riuscito a sventare e che gli ha cambiato la vita: dopo le dimissioni da agente operativo del dipartimento di Giustizia americano, Malone si è infatti trasferito a Copenhagen dove, grazie all'aiuto del padre della vittima, il miliardario Henrik Thorvaldsen, ha aperto una libreria antiquaria. Henrik però non ha mai smesso d'indagare sulla morte dell'amato figlio e adesso ha finalmente il nome del colpevole: Lord Graham Ashby, un losco trafficante d'opere d'arte, di recente reclutato dal Club di Parigi - una lobby di avidi speculatori europei - per scoprire dov'è stato nascosto il leggendario tesoro di Napoleone. Animato da un bruciante desiderio di vendetta, Henrik chiede allora a Cotton di ricostruire la storia del tesoro, di localizzarlo prima di Ashby e di sventare così i piani del Club di Parigi. E l'unico modo per riuscirci è rintracciare un enigmatico volume, citato da Napoleone nel proprio testamento e affidato al suo maggiordomo pochi giorni prima di morire. Ben presto, però, Malone viene a sapere che pure il governo degli Stati Uniti è interessato alla cattura di Ashby, perciò è costretto a fare una scelta: onorare il debito di riconoscenza nei confronti dell'amico o rimanere fedele al suo Paese...

La colpa di vivere di Barbara Goti (the Boopen led)


















La splendida Livorno. Uno dei più importanti porti italiani, ritenuta tra tutte le città toscane la più giovane, sebbene nel suo territorio siano presenti testimonianze storiche di epoche remote scampate ai massicci bombardamenti della seconda guerra mondiale. La ridente Livorno, sviluppatasi a partire dalla fine del XVI secolo per volontà dei Medici, rinomata per aver dato i natali a personalità di prestigio come Amedeo Pietro Mascagni, Giovanni Fattori e Carlo Azeglio Ciampi. E sin dai primi del Novecento, meta turistica di rilevanza internazionale per la presenza di notevoli stabilimenti balneari e termali, che conferirono alla città l'appellativo di Montecatini al mare.

Ho ancora in mente la descrizione del livornese data da Curzio Malaparte in “Maledetti Toscani”:« Se fossi un livornese, di quelli veri che dicono "deh" e parlano a mano aperta, muovendo le dita, come per far vedere che nelle loro parole non c'è imbroglio, vorrei star di casa in qualche Scalo della Venezia. Non già nei quartieri, nelle piazze, nelle strade disegnate con la matita dolce, con l'aiuto di squadra e di compasso, dagli ordinati e generosi architetti dei Granduchi, ma in questo quartiere che i livornesi chiamano La Venezia, qui nel cuore della città vecchia, a due passi dalle Carceri, dal Monte Pio, dai Bottini dell'Olio. Che bella vita sarebbe, che vita semplice e felice.». Già la splendida Livorno … eppure qualcuno come Barbara Goti, in un contesto come quello appena descritto, partorisce un romanzo che turberebbe i sogni di quanti sono abituati alla calma e alla tranquillità di un luogo tutto arte e cultura. Il romanzo pubblicato da The Boopen (led) dal titolo “La colpa di vivere” meticcia diversi generi letterari dal pulp al noir in un’alchimia ben riuscita, senza mai scadere in ovvietà o banalità. Anna Rodomonti, giornalista, la protagonista per intenderci, è sulle tracce di un serial killer che a Livorno adesca giovani vittime, le sventra e ruba loro come macabro trofeo, alcune ciocche di capelli. Anna, vedova, con un figlio a carico, porta avanti il suo lavoro con quasi una specie di monomania ossessivo/compulsiva, nemmeno fosse il detective Monk.

E tutti gli altri protagonisti del romanzo, legati indissolubilmente da una lotta contro il tempo alla ricerca di quest’efferato omicida, sono delineati dalla Goti a tutto tondo, tanto da farli apprezzare in maniera totale al lettore. E così in un plot che sembra figlio legittimo di C.S.I o Squadra di Polizia, la protagonista arriva alla soluzione del caso, ma un colpo di scena ben nascosto dall’autrice, lascerà tutti a bocca aperta. “La colpa di vivere” è un buon esordio che mi sento caldamente di consigliare tra le vostre letture estive, senza se e senza ma!

lunedì 16 agosto 2010

Il libro del giorno: Spinoza. Un libro serio a cura di S. Andreoli e A. Bonino (Aliberti)




















Spinoza.it è un sito che non ha grande bisogno di presentazioni. Nato nel 2005 per sorridere sulla contemporaneità, il progetto di satira collettiva curato da Stefano Andreoli e Alessandro Bonino è diventato il punto d'incontro delle penne più affilate del web, considerato una rivelazione dentro e fuori dalla rete. Letteralmente esploso nell'ultimo anno (è stato eletto miglior blog italiano alla Blogfest del 2009) e saccheggiato spesso e volentieri da giornali e tv, con la sua satira fulminante e scorretta Spinoza.it è un luogo di culto per gli amanti dell'umorismo più spietato. Coadiuvati da un manipolo di fedelissimi, i curatori filtrano, assemblano e coordinano l'intenso lavoro di una community di migliaia di appassionati che sfornano senza sosta battute su politica, cronaca e attualità, dando vita al primo notiziario satirico collettivo della rete. Questo libro contiene gli esempi più geniali, caustici e irriverenti della comicità spinoziana e un'irresistibile selezione di battute inedite mai pubblicate sul sito. Prefazione di Marco Travaglio.

La Notte Noir a Soleto il 19 agosto 2010



















Soleto, patria del famoso alchimista Matteo Tafuri che, si narra, edificò la torre campanaria in una sola notte con l’aiuto del demonio, città delle streghe e degli stregoni, inserita negli itinerari dei principali siti internet e guide ai luoghi misteriosi d’Italia, rende omaggio al mistero e al “lato oscuro dell’animo” con la sesta edizione del festival "Soletoperalnero" promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Sol...eto grazie al supporto di Unione Europea (P.O. FESR 2007 – 2013) e Regione Puglia (Assessorato al Mediterraneo) in collaborazione con Associazione Andrea Pazienza e Cool Club.

Giovedì 19 agosto appuntamento con la seconda edizione della Notte Noir. L’intera manifestazione, dedicata a delitti, crimini, investigazioni e storie oscure tra musica, teatro e cinema, si svolgerà a partire dalle 21.00 all’interno della Villa Comunale, allestita per l’occasione come la scena di un crimine in cui gli indizi e una mappa permetteranno al pubblico di scoprire gli spettacoli. L’evento principale della serata sarà il concerto di Franco Micalizzi & The Big Bubbling Band, una grande occasione per gli appassionati di Cinema per rivivere le emozionanti sequenze musicali mozzafiato dei polizieschi italiani degli anni ’70 eseguiti dal vivo da un orchestra di 18 elementi diretta dal Maestro Franco Micalizzi, tra i grandi compositori di colonne sonore divenuto famoso per aver firmato, tra gli altri, le musiche di film cult come “Roma a mano armata”, “La banda del Gobbo”, “Il cinico, l’infame, Il violento”, “Lo chiamavano Trinità”, lavorando con registi come Corbucci, Lenzi e Salce ed entrando così in totale sintonia con il filone poliziesco italiano a cui Quentin Tarantino ha dichiarato di essersi ispirato. Durante il concerto non mancheranno contributi video, tratti dai celebri film di cui il Maestro Micalizzi ha firmato le colonne sonore, proiettati sul grande schermo di un cinema che ha conservato intatto il fascino forte delle sale di un tempo, tra bouganville e grandi spazi che evocano una indimenticata tradizione da preservare, tutelare e valorizzare.

In apertura un salotto letterario accoglierà gli scrittori Angela Leucci, autrice di "Nani, ballerine e altre suggestioni" Edizioni Akkuaria, raccolta di racconti gialli ambientati nel Salento, Elisabetta Liguori (Argo, Pequod, Besa editrice), leccese, autrice di tre romanzi che pratica il genere noir con un certo successo, Omar Di Monopoli, di Manduria, autore di una trilogia western pugliese, che esce dagli schemi classici del genere e ambienta le sue storie in una Puglia terra di frontiera, Alfredo Ancora, di cui è da poco uscito “Un processo per caso”, Glocal editrice, saggio sulla Giustizia attraverso il racconto di un caso esemplare, avvenuto in un piccolo centro del sud della Puglia, Alda Teodarani, toscana, autrice di numerosi romanzi e racconti che spaziano dal giallo all’horror all’erotico. Modera l’incontro Stefano Donno, poeta, scrittore e critico letterario.

Dopo l’incontro l’attore salentino Simone Franco leggerà il racconto noir grottesco “Uxoricidio” di Tommaso Landolfi, contenuto nella raccolta Le Labrene (Adelphi), accompagnato al flauto da Gianluca Milanese e dall’artista visuale Orodè che si esibirà in una estemporanea pittorica guidato dalla voce dell’attore e dalla musica. Fabio Tinella, accompagnato da Raffaele Vasquez interpreterà “L’angelo e il porco” tratto liberamente dal libro “I giorni dell’ira” di Giancarlo De Cataldo e Paolo Crepet.

domenica 15 agosto 2010

Il libro del giorno: Promessi Vampiri di Beth Fantaskey (Giunti editore)



















Un liceo, una ragazza e un vampiro irresistibile: non troppo originale come inizio per un romanzo, si potrebbe pensare Tuttavia questo libro lascia l'orda di fan di Twilight interdetta sin dall'inizio. Jessica Packwood, una semplice liceale patita di matematica, entra nel panico quando, a pochi mesi dal suo diciottesimo compleanno, un ragazzo rumeno, Lucius Vladescu, compare sulla sua soglia per informarla che lui e lei sono entrambi vampiri (appartenenti alle due più potenti e rivali famiglie) e sono promessi sposi sin dalla nascita. Come se non bastasse, i suoi genitori adottivi confermano la versione del ragazzo, ribadendo che anche i suoi veri genitori fossero, di fatto, dei vampiri. Lucius inizia un corteggiamento serrato nei confronti della sua promessa, ma dopo essere stato rifiutato più volte, rivolge le sue attenzioni verso la bellissima cheerleader della scuola. Jessica si trova così a dover lottare per riconquistare il suo principe, evitare una guerra fra vampiri e salvare l'anima del suo Lucius dalla dannazione eterna.

Arance rosso sangue di John Hawkes (Minimum Fax)




















“Amore tesse il suo arazzo, torce il suo filo d’oro, con il suo dolce alito infonde vita ai suoi misteri: bucolici, sensuali, delicati come gli occhi delle margherite o gravidi di dolore. E con la sua musica crea la carne della nostra vita. Dove cantano gli uccelli, non lontano ci saranno i nudi. Perfino il dialogare delle rane risuona d’estasi. Quanto a me, da quando ho smesso di essere un bambino e sono diventato un uomo, e per più di diciott’anni di un matrimonio quasi perfetto, ho sempre assunto qualunque forma mi venisse destinata nell’intreccio serico del paesaggio rosa d’Amore. Sono sempre andato lì dove s’intrecciava il filo. Nessun imbarazzo né esitazione, nessun orgoglio distruttivo”. Con questo romanzo i lettori italiani possono finalmente riscoprire John Hawkes, uno dei grandi maestri del postmoderno americano, dai cui corsi di scrittura sono usciti narratori del calibro di Jeffrey Eugenides e Rick Moody. La storia è ambientata in una contemporaneità sfumata, che assume quasi i contorni del mito, sulla costa di un paese mediterraneo dalla bellezza solare, primitiva e sensuale. Qui si svolge la vicenda di due coppie sposate: Cyril e Fiona, che abitano in una grande villa del posto, legati da un amore profondo ma aperto alla promiscuità, e Hugh e Catherine, che, bloccati nella zona da un imprevisto, vengono ospitati nella villa adiacente. Fra i quattro si crea subito un gioco di complicità: Cyril e Catherine diventano amanti, Fiona tenta apertamente di sedurre Hugh, che prima le resiste e poi cede; ma il gioioso clima di poligamia è percorso da profonde tensioni...

Alternando toni lirici e scene di fresca carnalità, momenti idilliaci ed episodi cupi e brutali, Hawkes crea un ritratto anticonvenzionale dell’amore, un romanzo trasgressivo e spiazzante sulle passioni umane.


sabato 14 agosto 2010

Il libro del giorno: Tecniche di resurrezione di Gianfranco Manfredi (Gargoyle Books)















1803. I gemelli Aline e Valcour de Valmont, ricercatrice scientifica lei e medicochirurgo lui, sono tornati in Europa dopo una tragica esperienza americana che ha lasciato in entrambi ricordi angosciosi. A Londra, Valcour assiste a una dimostrazione galvanica dello studioso Giovanni Aldini, condotta sul cadavere di un impiccato. Nel corso dell’esperimento, Valcour rianima un uomo colpito da infarto. Il brillante successo riportato lo precipita pero' in un agghiacciante intrigo. Proprio mentre gli esperimenti di rianimazione stanno aprendo nuove prospettive alla medicina, un chirurgo folle che si fa chiamare Doctor Ending si rende responsabile di efferati omicidi, trafugamenti di cadaveri e clamorose provocazioni. Nel frattempo Aline si trova a Parigi, nella speranza di recuperare alcuni beni di famiglia sequestrati dopo la Rivoluzione, ed entra in contatto con la corte di Napoleone. In Francia, una generazione di novelli 'medici dell’anima' si avvale delle prime esperienze ipnotiche per esplorare i segreti della psiche umana. Un caso in particolare, per quanto tenuto segreto, suscita inquietanti interrogativi. Salvy San Subra, una ex guida di Napoleone durante la campagna d’Egitto, e' vittima di un processo di degenerazione cellulare che lo sta progressivamente mummificando. La sua anima e' forse posseduta dallo spirito inquieto di un antico egizio? Quando Valcour raggiunge sua sorella a Parigi, scopre che tra il caso di Doctor Ending e quello di San Subra, intercorrono sotterranei quanto inspiegabili legami. La vicenda assume presto i contorni di un incubo che rischia di inghiottire i due fratelli...

Mai lontano dall'istante di Leandro Picarella (LietoColle)
















A fianco del vissuto, e del suo rapporto quasi pudico con la creazione poetica, l'immagine e la leggibilità dell'immagine hanno grande rilevanza nella sua scrittura. In realtà non ci si troverà davanti a delle poesie per così dire naturalistiche, gli ambienti non sono veramente riconoscibili, ma tutto apparirà molto nitido, molto visibile appunto. È un fatto curioso questo, significativo di tutto l'impianto dei versi, sospesi tra una candida apparenza del mondo e l'invisibile parete che impedisce di toccarlo.[...]. Mai lontano dall'istante, in principio era semplicemente un titolo che mi piaceva (questo è l'effetto che farà a molti questa scrittura), poi ho creduto di capirne un valore meno superficiale, quando mi sono accorto che è una - non intenzionale - variazione sul tema dell'hic et nunc; un titolo, cioè, che svela un atteggiamento poetico preciso, di chi, scrivendo, tenta di fissare i punti della propria situazione, come dimostrerebbe anche la struttura narrativa del libro. (dalla prefazione di Valerio Nardoni)

dalla sezione TRINACRIA

Gli arpeggi si ripetevano,/continuamente,/si ripetevano./I suoni crescevano./Rumori./ Sibili di venti lontani./I canti mai cantati/dritti al cuore./ Gli occhi chiusi senza un motivo,/umidi senza un motivo,/o forse un motivo che non ricordavi./Cresceva la musica./L'anima si espandeva/e riaffioravano ricordi con lo scirocco dritto in faccia./ Si alza la polvere, e gonfia/ in un gigante gomitolo d'occhi e ossa,/gigante gomitolo di ghiaccio e roccia/ e luci e sabbia e onde e scogli/ poi il silenzio.../lentamente vicino/sempre più/vicino./Erano zingari/di lacrime e note.

venerdì 13 agosto 2010

Il libro del giorno: A Mon Dragone c'è il diavolo! di Giona A. Nazzaro (Perdisa Pop)











«Chi sei?» chiesi con un filo di voce. Al che Lui, come se dovesse dar retta a uno scolaro un po’ tardo, rispose: «Qualunque cosa la gente dica io sia, è ciò che non sono». Una terra offesa e depredata, scavata tra colline brulle e spiagge devastate, che potrebbe essere il meridione d'Italia ma forse è solo l’Inferno: un luogo angusto e minaccioso, fatto di uomini spenti e donne stanche che reggono il peso di giorni in apparenza tutti uguali, dove ogni mattina si ricomincia a morire e ogni notte si prega e si trema, perché qui le presenze diaboliche sono reali quanto la pazzia e si susseguono senza tregua.
Nove avvolgenti racconti di angoscia e di orrore: bambini che incontrano il Diavolo, apparizioni perverse, possessioni, esorcismi e menzogne della mente, come altrettante metafore del lato oscuro della realtà…

Giona A. Nazzaro (Zurigo, 1965) è giornalista pubblicista e critico cinematografico. È autore di Action! Forme di un transgenere cinematografico (Le Mani, 2000, menzione speciale al Premio Barbaro/Filmcritica). Ha scritto, insieme ad Andrea Tagliacozzo: Il cinema di Hong Kong: spade, kung-fu, pistole e fantasmi (Le Mani, 1997), John Woo – La nuova leggenda del cinema d’azione (Le Mani, 2000) e Il dizionario del cinema di Hong Kong (Universitaria Editrice, 2005). È inoltre autore di saggi dedicati al mondo della musica e ha curato libri su Abel Ferrara, Spike Lee, Gus Van Sant.

"Architettura contadina del Salento. Muretti a secco e pagghiari" (Capone editore) di Rossella Barletta. Intervento di Luciano Pagano











Per i tipi di Capone Editore è stato di recente pubblicato un saggio scritto da Rossella Barletta dal titolo “Architettura contadina del Salento. Muretti a secco e pagghiari”. Un testo che con un approccio scientifico e rigoroso ma dal taglio prettamente divulgativo affronta uno dei temi più interessanti legato al paesaggio del Salento. Il testo è dedicato ai due elementi architettonici che accomunano la nostra terra: i muretti a secco e i “pagghiari”. Entrambe le architetture nascono da un’esigenza del territorio, quella di utilizzare la materia a disposizione, la pietra calcarea, come elemento architettonico abitativo e delimitativo. I “pagghiari”, anticamente utilizzati come abitazioni, forni, depositi, costituivano i centri propulsori delle campagne dell’antichità. I muretti a secco, oggi più che mai frutto di una rivalutazione, venivano costruiti con una tecnica che permetteva di ‘incastonare’ pietra su pietra, per ottenere un duplice effetto, pratico nella durata e di sicuro impatto estetico. Rossella Barletta ripercorre la storia delle architetture rurali salentine, grazie a una disamina della quale colpiscono la precisione metodologica oltre che la ricchezza dei particolari e del glossario che via via va costituendosi, quasi un dizionario per immagini e parole nel quale si colgono gli strumenti e gli oggetti, dalla ‘chiesura’ – luogo cintato da oliveto – o campagna in senso lato, (riferimento che dal nostro dialetto trova riscontro nella “enclosure” anglosassone), fino agli strumenti utilizzati per assemblare i pagghiari. Ogni capitolo del libro è dedicato all’approfondimento di un elemento architettonico.

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