Una ricerca seria e ricca di una profonda spiritualità.
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mercoledì 20 ottobre 2010
Il libro del giorno: Izutsu Toshihiko, Sufismo e taoismo (Mimesis)
Una ricerca seria e ricca di una profonda spiritualità.
Bella pugnalata, di Alessandra Saugo (Effigie). Intervento di Nunzio Festa
martedì 19 ottobre 2010
Il libro del giorno: Un mondo di coincidenze di Ennio Peres (Ponte alle Grazie)
Ennio Peres, con lo spirito arguto dell’enigmista – e ancor più del matematico – non si limita a sfatare leggende metropolitane, superstizioni e plateali fandonie, ma riconduce gli «scherzi del caso» a un gioco raffinato e stimolante: nelle loro infinite combinazioni, lettere, numeri e parole non sono solo un’ottima palestra per riconoscere e quindi difendersi dai capricci del caso, ma anche un’occasione insostituibile di divertimento e, perché no, di arricchimento intellettuale.
Lezioni di arabo di Rossana Campo (Feltrinelli). Intervento di Elisabetta Liguori
lunedì 18 ottobre 2010
Il libro del giorno (anteprima): La vecchia Legnano di Domenico Gullo (Lupo editore)
Nelle pagine di questo romanzo arbëreshe di Domenico Gullo c’è un intero paese del Sud, con i suoi poderi intorno e con le sue storie, a rivivere.
Tutto ritorna nello sguardo di allora, riportando gesti e sensazioni, sfumature dolci ed amare che hanno tracciato un percorso di abbandoni e di ritorni, ma tutto vissuto nella consapevolezza della grande forza della famiglia e della terra d’origine, alle quali il cuore adulto vuole rendere omaggio.
Il colore del melograno di Giuseppe Scelsi (Besa editrice)
Difficile dire cosa sia l’Albania, o cosa rappresenti nell’immaginario collettivo. Una cosa è certa per parlare di fatti “recenti”: dal 1946 al 1990 l’Albania è stato uno stato nazional-comunista, stalinista, anti-revisionista. Nei primi mesi del 1946, Enver Hoxha diviene il capo dello stato albanese, e concentrerà la politica del “paese delle aquile” intorno al Partito Comunista, eletto unico partito legale. Sotto questo presidente in Albania accadde di tutto e di più … la Storia ne ha parlato abbondantemente. Enver Hoxha muore nel 1985, lasciando tutto nelle mani di Ramiz Alia che nel 1991 concede le prime elezioni libere che decretano la fine formalmente del comunismo. Il paese viene scaraventato così in un’atroce presa di coscienza del suo limitatissimo sviluppo socio-economico. Per questo decine di migliaia di albanesi, proprio in quegli anni decidono di partire alla volta dell'Italia e si riversano via mare sulle coste della Puglia, lungo il litorale salentino tra Brindisi e Otranto. Questa è una “zippatura” della storia di una nazione sotto moltissimi aspetti splendida, affascinante, complessa! Una terra che si può comprendere oltre che attraverso le narrazioni che i libri di storia ci possono dare, anche attraverso gli splendidi lavori di Ismail Kadaré, o Ornela Vorpsi, o ancora gli incantevoli versi di protesta e lotta di Gezim Hajdari.o le incredibili storie degli anni del “grande esodo” raccontate da Leonard Guaci affidate alle pagine del suo lavoro dal titolo “I grandi occhi del mare” (Besa editrice). Anche questo “multiverso” di colori, odori e suoni racconta l’Albania, proprio come di Albania si parla nell’interessantissimo lavoro di Giuseppe Scelsi, uscito per Besa, dal titolo “Il colore del melograno”. Giuseppe Scelsi svolge la professione di magistrato da quasi trent’anni, e questo è il suo primo lavoro. Ora un’esordio che mi permetto di definire più che brillante, anzi splendido. La scrittura di questo autore costruisce architetture narrative così bilanciate da permettere al lettore di gustare ogni pagina, di sentire le forti emozioni di rabbia e anmarezza che ogni parola offre in questo lavoro. Si tratta di un volume dove si raccontano di crolli di ideologie, e di un popolo, quello albanese, che sulle macerie costruisce – ovviamente riferendoci allo spazio/tempo raccontato nel libro – e accumula Deriva. Il sistema del potere comunista, si rivela fragile e dai piedi di argilla, e questo non è che il confine oltre il quale c’è un baratro dalle profondità abissali. Giuseppe Scelsi ci parla di Filip Galimuna, sergente dell’esercito albanese che nel sangue ha un amore sconfinato per il pianoforte, e che in un batter d’occhi si ritrova senza “caserma”, senza uomini, senza patria, e senza donna. Quando Galimuna scappa insieme alla moglie e il più piccolo dei suoi figli dall’Albania, in Italia vengono ospitati da un collega del suo maestro di musica, Arturo Mondelli, che “respira” la genialità artistica del sergente, e lo sprona a proseguire negli studi di pianoforte, portandolo al successo nelle più importanti rassegne musicali internazionali. Ma il Destino per Galimuna, ha ancora delle sorprese, che lasceranno chi leggerà questo lavoro col fiato sospeso!
domenica 17 ottobre 2010
Il libro del giorno: Il segreto di Sebastian Barry (Bompiani)
Testimonianza autobiografica di Roseanne - Paziente dell’Ospedale psichiatrico di Roscommon dal 1957. Mio padre era solito dire che il mondo ricomincia da capo a ogni nascita. Si dimenticò di dire che finisce a ogni morte. Oppure pensò che non ce ne fosse bisogno. Visto che per buona parte della sua vita lavorò in un cimitero. Il posto in cui sono nata era una fredda cittadina. Persino le montagne se ne stavano alla larga, non si fidavano, non più di me, di quel posto oscuro. Un fiume nero la attraversava, e se per gli esseri umani era privo di bellezza, non era così per i cigni, che lo popolavano numerosi, tuffandosi a frotte nelle sue acque. Il fiume portava anche i rifiuti al mare, e frammenti di cose una volta appartenuti a qualcuno e trascinati via dalle rive, e corpi, benché di rado, oh, e poveri neonati, che talvolta erano motivo di imbarazzo. La velocità e la profondità del fiume sarebbero state un grande alleato del segreto. Sto parlando della cittadina di Sligo.
I primi due capitoli qui
Attila di Michel Rouche (Salerno editrice)
«La stirpe barbarica degli Unni in Tracia diventò talmente potente da conquistare oltre cento città, mettendo Costantinopoli quasi in ginocchio e facendo fuggire molti abitanti... Omicidi e spargimenti di sangue furono talmente numerosi da non riuscire a contare le vittime; occuparono chiese e monasteri e trucidarono monaci e giovani donne. » (Callinico, Vita di Sant'Ipazio)
Un popolo quello degli Unni legato indissolubilmente nella storia a un nome: Attila. Personaggio a cui è stato legato un soprannome: “Flagellum Dei” ("flagello di Dio"). Feroce, spietato. Si diceva che dove fosse passato l’erba non sarebbe più cresciuta. In numerosi racconti però viene descritto come un grande e nobile sovrano. Attila, “Flagellum Dei”, l’unico uomo che è stato in grado di modificare i destini dell'Impero romano. Nel nostro immaginario collettivo Attila è legato a delle pellicole alcune spassosissime altre perle preziose dell’intrattenimento cinematografico contemporaneo tipo la comica e caricaturale interpretazione di Diego Abatantuono nel film “Attila flagello di Dio”, oppure possiamo ricordare come Attila sia tra i vari personaggi del film “Una notte al museo”, dove tenta di fare fuori Larry il protagonista interpretato da Ben Stiller, o ancora si può ricordare “Attila l'Unno” un film del 2001, dove viene raccontata la guerra di valori sociali e umani di due mondi incarnati da due “grandi” del passato come appunto Attila re degli Unni e il generale romano Flavio Ezio. Ora per Salerno editrice, esce in libreria un libro che mette un po’ di ordine sulla figura di Attila, molto spesso vittima di molte leggende e falsi miti. L’opera è di Michel Rouche e ha per titolo “Attila”. In poco più di 382 pagine, l’autore riesce ad avvincere il lettore grazie ad un suo modo spigliato di scrivere per la divulgazione, presentando documenti e dando indicazioni di fonti ben precise su un’uomo che in vent'anni riuscì a cambiare per sempre la Storia. Certo Attila rimane pur sempre una figura leggendaria nella storia europea, ma questo lavoro, una volta terminato, ci pone davvero dinanzi ad un pesante interrogativo: davvero è stato un flagello di Dio, davvero è stato solo un bruto, un incolto, un distruttore? E’ stato certamente anche questo, ma non solo questo. Michel Rouche ci dimostra infatti che Attila è stato un abile stratega, un fine politico, un oculato amministratore e addirittura elegante diplomatico se si pensa alle sue inedite coalizioni strategiche, come quella tra il generale romano Ezio e il re dei Visigoti, «barbaro» tra i barbari. Inoltre godibilissimo, il capitolo al termine della pubblicazione che si occupa del mito di Attila in età moderna e contemporanea: da Corneille a Verdi e Wagner, fino alla mistificazione che ne fece Hitler.
Michel Rouche è Professore emerito all'Università la Sorbona di Parigi, esperto della Tarda antichità e dell'Alto Medioevo. La Salerno Editrice ha già proposto in edizione italiana il suo studio su Le radici dell'Europa (2005).
sabato 16 ottobre 2010
Il bizzarro museo degli orrori di Dan Rhodes (Newton Compton)
Incipit
Di notte – in realtà sempre, ma soprattutto di notte –, quando la stradina è illuminata soltanto da un occasionale lampione, ben poco distingue il museo dagli altri palazzi della zona vecchia della città. Tutto dipinto di bianco, s’innalza per tre piani prima di rastremarsi in un tetto dalle cui tegole immacolate sporgono diverse finestrelle. Lo si riconosce tra i suoi vicini per la targa d’ottone che, in quattro lingue, ne dichiara il nome e gli orari di apertura al pubblico. Solo avvicinandosi parecchio e strizzando gli occhi nell’oscurità si riesce a leggere cosa c’è scritto, e mentre il primo giorno tiepido dell’anno volge al termine, nessuno si prende la briga di strizzare gli occhi nell’oscurità. Un gruppetto di turisti ci passa davanti senza degnarlo di uno sguardo. Svoltano a un angolo, le loro voci svaniscono e la via torna silenziosa fino a quando passa altra gente, ragazzi del posto questa volta; l’aperitivo dopo il lavoro si è trasformato in una cena e molta altra roba da bere, le loro chiacchiere rimbombano tra i palazzi alti mentre vanno a casa di qualcuno per il bicchiere della staffa. Le luci del museo sono spente, ma non significa che dentro non c’è nessuno
primi quattro capitoli quiPoesie (1984-2010), di Claudio Damiani, a cura di Marco Lodoli, (Fazi). Intervento di Nunzio Festa
venerdì 15 ottobre 2010
Il libro del giorno: IL CLUB DEGLI INCORREGGIBILI OTTIMISTI di Jean-Michel Guenassia (Salani)
Frequentare il Balto vuol dire scoprire il mondo. Michel cresce con Igor, Leonid, Imré, Pavel, Tibor, Saga impara a conoscere l’amicizia, l’amore, la complessità degli ideali. Nel retro di un bistrò si litiga, si beve, si gioca a scacchi, si raccontano barzellette su Stalin, si offre se stessi e le proprie storie, storie terribili di esilio che si intrecciano sullo sfondo di un decennio epocale, tra filosofia e rock’n’roll, Sartre e Kessel, la conquista dello spazio e l’inizio della Guerra fredda. Nella tradizione del grande romanzo francese, un affresco indimenticabile di un’epoca.
Benedetto il frutto di Federica Francesca Ricchiuto (Libellula edizioni). Intervento di Francesco Caccetta
Salire e scendere le scale della vita, dei ricordi, della propria esistenza, è esercizio non facile: a volte gioioso e spensierato in quel tuffarsi voluttuoso nella magia del passato, di quell’essere fanciullo, ma altre ancora faticoso e dolente, rapido e spietato nel riaprire ferite mai rimarginate o crudele nell’aprire la stanza dei rimpianti e delle vergogne, dei conflitti e delle sconfitte. Un affannarsi nella fragilità e nella grandezza intrinseca dell’essere umano preso integralmente con le sue paure, le sue angosce, le sue speranze, i suoi aneliti verso l’alto, le sue esaltazioni ma anche con le sue intime storture, con i suoi vizi e con le sue aberrazioni. Ed è in questo ambito che ci porta la lettura di Benedetto il frutto di Federica Francesca Ricchiuto. Una storia che è di tutti i giorni, un racconto di vita e di tempi, di uomini ma soprattutto di donne, di amori e di passioni, di colpe e di paure, di slanci alti di sentimento, di lancinanti tormenti e di conflitti interiori. Pagine scritte con punti alternati, di dritto e di rovescio, per introdurre il lettore e la coscienza a due mondi diversi, a due storie lontane e contrastanti ma paradossalmente identiche, a due donne figlie del loro tempo, ad una condizione femminile che lega indissolubilmente la donna alla vita. Escono così fuori prepotentemente, ma con grazia descrittiva e con pienezza di contenuti, due donne, due mondi, due società storicamente, culturalmente, moralmente, socialmente ed economicamente diverse. Da un lato una società a noi non troppo lontana ma ormai profondamente distante e diversa, forse più semplice, più ordinata secondo schemi che il tempo ha scolpito nel suo lento fluire, che si muove secondo partiture di modo e di maniera, e che rappresenta l’ambito storico e temporale di Maria, figlia del suo tempo, dell’Italia meridionale del dopoguerra, vittima di una condizione femminile ad autocoscienza limitata. Dall’altra la società odierna, moderna, complessa, dai molteplici aspetti, espressione della velocità e della continua evoluzione, frutto della contestazione, della interminabile libertà, è la società di Marta, contraltare naturale di Maria. Marta libera per un’autocoscienza piena, o forse apparentemente piena, ebbra dell’Io e del sé. Libera da condizionamenti ma schiava del successo, del lavoro, della macchina complessa della costruzione della carriera, dell’affermazione, dell’autostima. Maria, donna sola, schiava della maldicenza, del giudizio altrui, della paura ancestrale delle colpe e del peccato, vittima del sopruso e dell’abuso, di quella violenza che è rimasta per troppo tempo e per troppi anni nascosta, ama profondamente la vita che ha in sé nel rispetto e nel segno di un Dio, preda delle sue convinzioni, di una religiosità che è quasi connaturale. Per Maria Dio c’è sempre e lo si avverte continuamente, nelle parole, nelle speranze, negli atteggiamenti. Marta è la diversità moderna che costantemente si alterna a Maria, che pagina dopo pagina dispiega la sua figura femminile, tormentata, la sua solitudine da un dio, tutta presa dalla macchina consequenziale della vita programmata e tecnologica, schiava della superbia del tempo moderno, di una sorta di hybris oggi tutta femminile, che trova sponda nella tracotanza della scienza, schiava del culto di se stessi, schiava di una sete di appagamento personale. Maria che oscura se stessa e la sua felicità in onore di una vita, Marta che sopprime una vita in ossequio al suo futuro ed a se stessa. Maria che vive e parla di amore, Marta che perde un amore e soffoca il suo amore. Fra le due donne, fra le loro realtà, la figura di Antonio che vive una personale nemesi storica, che osserva l’assurdo della vita: “proprio nel momento in cui scopriva di essere il frutto di un orribile atto, un figlio non voluto, nella sua stessa vita arrivava un figlio non voluto”. Antonio che è frutto delle scelte difficili, che è figlio dell’amore, ritrova così se stesso, la sua identità attraverso Maria. Un amore che vince sempre la partita finale, un amore che conosce la pietà ed il perdono e che và oltre, oltre tutto, oltre il tempo, oltre gli uomini, oltre le cattiverie e le debolezze, oltre le tentazioni, oltre le avversità. Un amore che arriva a comprendere le ragioni altrui, quelle di Maria e quelle di Marta, che spinge ed incoraggia a superare tutto e tutti. Un amore profondo e ritrovato che pronuncia al termine un “io non ti abbandono” che è in fondo la speranza della vita e dell’uomo e che è la ragione stessa di Benedetto il frutto, il suo intimo e sottile messaggio, il suo respiro ed il suo alito.
giovedì 14 ottobre 2010
Il libro del giorno: Il colore del melograno di Giuseppe Scelsi (Besa editrice)
Quando il solido muro della ideologia va in frantumi, migliaia di albanesi si ritrovano in preda alla più grande disperazione. Il sistema si sgretola, le rigidità di un regime che si è chiuso per decenni su se stesso si piegano alla furia di uomini e donne, idee e sentimenti vengono travolti. Anche Filip Galimuna, sergente dell’esercito albanese con la passione per il pianoforte, perde tutto in un sol colpo: si ritrova a capo di una caserma vuota, i suoi uomini l’hanno abbandonato, preferendo il miraggio di una fuga verso l’Italia, e la sua donna, Iliria, lungi dal dargli quel conforto che egli cercava, si allontana da lui innamorandosi di un uomo i cui traffici di quei momenti hanno reso uomo di successo. In preda alla più cupa disperazione, Filip si fa coinvolgere in un traffico di armi, il cui ricavato però finisce nelle mani sbagliate e fa crollare le sue ultime illusioni e speranze. La vicenda volge a un epilogo drammatico, ma non inatteso. Quando Galimuna fugge con la moglie e il più piccolo dei suoi figli dall’Albania, a dargli ospitalità in Italia è un collega del suo maestro di musica, Arturo Mondelli, che intuisce la genialità artistica del sergente, lo incoraggia a proseguire negli studi di pianoforte e lo porta al successo nelle più importanti rassegne musicali internazionali. Ancora una volta, tuttavia, il richiamo dei vecchi miti riemerge prepotente quando il caso gli offre la possibilità di vendicare la morte del figlio più grande. Ma questa volta qualcosa è cambiato.
Giuseppe Scelsi è magistrato da quasi trent’anni. Il colore del Melograno è il suo primo romanzo, in cui ha voluto dare volto e parola di narrazione alle sovrastrutture del suo percorso professionale, ma con una dose di amarezza e rabbia senza pari.
"Scienza e Verità” di Giovanni Paolo II a cura di Mario Castellana con in appendice scritti di Arcangelo Rossi e Demetrio Ria (Pensa MultiMedia)
Mi sono sempre interrogato se possa essere risolto un problema che penso sia grande quanto è lunga la storia del pensiero scientifico e la storia della Chiesa. Mi riferisco ad un grattacapo intellettuale non da poco, ovvero quello riguardante un’ipotetica soluzione dell’articolato rapporto tra Scienza e Fede. Che siano realmente due universi assolutamente distinti e distanti, i cui contenuti si escludono elidendosi reciprocamente? Possibile che si debba da ambo i lati argomentativi trovarsi dinanzi ad un confine, impossibile da valicare? Ora il pensiero scientifico, e la riflessione sul pensiero scientifico che è propria dell’epistemologia, è ricchissima certamente di una serie di stravolgimenti teorici che fanno ancora parlare di sé. Faccio riferimento a quei fenomeni psico/cosmici destinali per il genere umano che vanno da Galileo, o Copernico, o Isaac Newton sino alla teoria della relatività di Einstein, o all’intransigente scetticismo panico di Piergiogio Odifreddi. Ma senza ombra di dubbio si tratta di manifestazioni teoriche insufficienti vuoi concettualmente vuoi strutturalmente, a superare la dicotomia tra mondo della Fede prettamente astratto, dogmatico, spirituale, a/sistemico, e in/vericabile e il mondo della Scienza, fatto di dati, numeri, quantità, misurabilità, insomma di fenomeni metodologicamente dimostrabili. Ma senza portarla molto per le lunghe, in noi comunque rimarrà quella vocina, la solita vocina del demone socratico o se le vogliamo dare un’aspetto più rassicurante e pop, il solito “grillo parlante” che ci indurrà a farci delle domande del tipo: “Dio ha mai giocato a dadi con l’Universo?” (proprio come Einstein) o ancora “il Caso e il Caos sono i nostri veri genitori adottivi?”. Ma poi rassegnati dal peso di queste domande ( e ci chiediamo se poi veramente utili per pagare le bollette o tirare a campare) ci diciamo sottovoce che porsi ancora interrogativi di natura etico/epistemlogica, ovvero se la Scienza dispone di strumenti ermeneutici tali da rendere plausibilmente chiari i confini tra fenomeno e “noumeno” (ovvero entità di carattere metafisico come direbbe Platone), è assolutamente lezioso. Forse … Esce infatti per Pensa MultiMedia di Lecce a cura di Mario Castellana docente presso l’Università del Salento di Epistemologia e Scienza della Filosofia un libro che non può che suscitare interesse e curiosità. Il titolo è “Scienza e Verità” di Giovanni Paolo II a cura dello stesso Castellana con in appendice scritti di Arcangelo Rossi e Demetrio Ria. Tutto il libro ruota attorno al felice obiettivo di fornire uno spaccato più ampio di un personaggio carismatico, religioso, politico, immenso come lo fu Giovanni Paolo II. Un pontefice che ha dimostrato costantemente come ( a parte la forza ch’egli attingeva dalla sua Fede) il dialogo, il chiedersi sempre come poter migliorare l’oggi e il domani attraverso anche la ricerca scientifica, costruendo magari futuri spiritualmente e tecnologicamente eco/compatibili per l’uomo, poteva essere la strada più idonea per realizzare il “migliore dei mondi possibili”. Forse che avevamo sulla nostra strada un papa epistemologo, e non lo sapevamo? Sicuramente! Intanto Egli guardava alla riflessione scientifica come una strategia di pensiero indispensabile per fornire gli strumenti idonei a capire i “massimi sistemi” e bilanciarne e compenetrarne armoniosamente gli aspetti più acuminati. Dunque questo lavoro è la raccolta per eccellenza, degli interventi sulla scienza all’inizi del pontificato di Giovanni Paolo II, che si rivela in questo modo un Papa poliedrico che comunque ha considerato la riflessione epistemologica uno strumento utilissimo ad indicare alcune rotte, sia al pensiero scientifico che alla ricerca teologica, per raggiungere quei luoghi deputati a fare i conti con l’esperienza della verità. Questi scritti, che precedono la Fides et Ratio, fanno affiorare una particolare ‘immagine della scienza’ coniugata anche con una vera e propria pastorale della scienza, con cui sia il mondo dei laici che il mondo dei credenti devono confrontarsi per avviare insieme un dialogo di arricchimento reciproco, una volta che si è preso coscienza dei limiti di quelli che Benedetto XVI ha chiamato rispettivi ‘restringimenti ideologici’.
mio intervento pubblicato su Paese Nuovo
mercoledì 13 ottobre 2010
Il libro del giorno: Il successo in 31 giorni di John Demartini (Bis edizioni)
Quanti giorni ci vogliono per arrivare al successo e cambiare la nostra vita in meglio? Solo 31! Vi sembra impossibile? Eppure John Demartini, il famoso studioso che deve la sua fama a The Secret, con Il successo in 31 giorni senza stress ci dimostra che è possibile, insegnandoci un metodo pratico e completo per raggiungere il successo senza stress. Il successo in 31 giorni senza stress contiene un piccolo e prezioso segreto per ogni giorno del mese, su tutti gli aspetti fondamentali che contribuiscono alla nostra ricchezza e serenità. Demartini non lascia nulla al caso e ci apre la mente su ogni possibile variabile che può rendere la nostra vita straordinaria, indicandoci come agire per muoverci in tal senso. Vivere nella ricchezza e senza stress è veramente possibile se cominciamo col prenderci cura di noi stessi, visualizzare i nostri desideri e affermare ciò che vogliamo essere. In 31 giorni impareremo che il successo parte dalle piccole cose: una corretta alimentazione, un buon riposo, uno stile di vita sano e tanti altri accorgimenti che ci aiutano ad entrare in armonia con noi stessi. E, naturalmente, ad accrescere il nostro status economico sempre senza sforzi e inutili pressioni.
2013. L’alba della nuova era a cura di Enzo Braschi e Giorgio Boccaccio (Verdechiaro edizioni)
Ho appena terminato di leggere con discreto interesse “2012 - L'Ascesa della Terra alla Quinta Dimensione. Messaggi del Maestro Confucio e del Maestro Kuthumi” di Ute Kretzschmar per i tipi di Bis edizioni. Libro stimolante per lasciare le briglie sciolte alla fantasia o ( a seconda dei casi e per via subliminale) ai propri timori per un futuro non sempre plausibilmente “eco-compatibile”. Si tratta di un lavoro che ha una forte componente mistica e che comunque va controtendenza rispetto alle teorie catastrofiste sul 2012 che animano accesi dibattiti un po’ in tutto il mondo. Infatti in base a quanto asserito poco prima, Ute Kretzschmar, l'autrice del volume che stiamo prendendo in considerazione, è in contatto con i Maestri ascesi Confucio e Kuthumi che sostengono che il nostro mondo si sta avvicinando ad un salto evolutivo caratterizzato dal passaggio alla quinta dimensione, che segna il recupero del legame ancestrale con il divino . Ma non è il solo libro che mi sento di consigliare in questa sede. Da poco è uscito per i tipi di Verdechiaro Edizioni un singolare volume a cura di Enzo Braschi e Giorgio Boccaccio dal titolo emblematico, ma almeno rassicurante, di “2013. L’alba della nuova era”. E dunque abituati come siamo a guardare sempre più atterriti al 2012 come una data in cui tutto ciò che conosciamo scomparirà, o perché ci sarà una tempesta solare che riporterà il mondo al medioevo, o perché ci sarà l’inversione dei poli e dunque estinzione in tutti i sensi, o perché torneranno “gli dei” e non sappiamo se siano pro o contro genere umano, quest’opera consegna delle chiavi di lettura alternative e decisamente positive rispetto a tante paranoie “millenaristico/apocalittiche”. I due autori pertanto hanno voluto offrire al pubblico, conoscenze davvero importanti per una comprensione quanto più esaustiva possibile del “fenomeno 2012”. E questo collezionando una serie di voci (11 per la precisione) tra le più autorevoli. Così è stata realizzata questa straordinaria mappa cognitiva sul 2012 che prende in considerazione diluvi universali, terremoti, tempeste solari, bambini Indaco, teschi di cristallo, frequenze vibrazionali sino addirittura all' alimentazione. Il tutto condito da forti legami multidisciplinari che rendono questo prodotto veramente unico nel suo genere. I curatori hanno ritenuto che la cosa più importante non sia tanto ciò che potrebbe accadere nel 2012, quanto piuttosto come potrebbe essere la vita di tutti quanto noi dal 2013 in poi. Questi i “contributors”: Giovanna Battistini, Giorgio Boccaccia, Richard Boyland, Enzo Braschi, Claudio Cannistrà, Fausto Carotenuto, Nikola Duper, Giuseppe, Luigi Esposito, Massimo Fratini, Antonio Giacchetti, Fabrizio Mainetti, Giuliana Roda, Paola Sani
Enzo Braschi - Attore televisivo e cinematografico, dal 1996 prende parte ogni anno alla Danza del Sole (la cerimonia più sacra dei Nativi delle Grandi Pianure del Nord America.
Giorgio Boccaccio - Life communication coach. E' considerato uno dei massimi esperti Europei nel campo della comunicazione personale e dell'arte oratoria. Ricercatore nel campo dei suoni del linguaggio verbale umano, della parola ed esperto di cibernetica, di tematiche connesse alla leadership, team-work e problem solving; ha formato in più di venti anni, moltissime persone a risvegliare il proprio potenziale umano e si sono affidati alla sua consulenza studenti, insegnanti, counsellor, professionisti, uomini dello spettacolo, sportivi, operatori della comunicazione, testate giornalistiche, uffici stampa, venditori, consulenti, enti, oganizzazioni, imprenditori, politici e persone comuni. Nel 2006 esce il suo primo libro: Usa le parole giuste, Ed. Psiche2, Torino Per maggiori informazioni sul suo lavoro visitate il Web Site: www.giorgioboccaccio.com
martedì 12 ottobre 2010
Il libro del giorno: Capatosta di Beppe Lopez (Besa editrice)
Il testo di questa edizione – che vede la luce esattamente a dieci anni dalla prima – è frutto di un’attenta rilettura, di revisioni e di correzioni alle quali l’autore ha ritenuto necessario e doveroso sottoporre la stesura “sperimentale” del 2000, restituendoci quello che può già considerarsi un “classico” della narrativa meridionale a una più adeguata altezza di coerenza e accuratezza linguistica.
Beppe Lopez, intellettuale a tutto tondo, ha scritto il suo primo romanzo (Capatosta) nel 2000, dopo un’intera vita dedicata al giornalismo e ai giornali, come cronista politico, inchiestista, direttore di quotidiani e di agenzia, polemista e saggista (Il giornale che non c’è, 1995; Il quotidiano totale, 1998; La casta dei giornali, 2007; Giornali e democrazia, 2009). Il suo secondo, grande romanzo è del 2008: La scordanza. Si è dedicato anche al racconto storico, pubblicando nel 2005 Mascherata Reale (Besa) e nel 2009 Il principe nel groviglio.
Booktrailer: Un caso di Stalking (Edizioni Voiler). Da fine ottobre in distribuzione
lunedì 11 ottobre 2010
Il libro del giorno: Pagine milanesi di Leonardo Sinisgallli (Hacca edizioni)
«Sono giunto in questa città una sera d'inverno» – annota il 3 dicembre 1933 – «faticosamente il sangue ha fatto abitudine agli agguati della nebbia» (Introduzione a Milano). Ma è solo un'istantanea fotografica, un'impressione dettata dalla solitudine del paesaggio di Lambrate, il «quartiere dell'estrema periferia» come scrive nell'omonimo corsivo del 2 giugno 1934, dove prende dimora inizialmente. Ben presto, infatti, trapela il volto di una civitas in movimento, dedita freneticamente al lavoro nelle fabbriche e ai commerci, disposta non soltanto a concedere accoglienza al nuovo arrivato senza troppi indugi, ma anche a mostrarsi nel suo aspetto luminescente, quale crocevia dove convergono le nuove generazioni di talenti e trovano asilo le tendenze europee d'avanguardia.
È il momento in cui Sinisgalli si trasferisce da Lambrate a Corso Monforte e poi in Via Rugabella, passeggia sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele, ascolta il grido delle fioraie in Piazza San Babila, si ferma ai tavolini del Caffè Craja e del Ristorante Savini, segue le mostre di Kandinsky al Milione, accompagna Le Corbusier all'Esposizione Aeronautica presso il Palazzo dell'Arte, visita gli studi di Cantatore, Fontana e Soldati, ne ammira i dipinti, ne esamina le forme e i colori. Si è spostato allegoricamente e fisicamente dalla periferia al centro, si è inserito nel pieno del frastuono urbano, vive la città obbedendo ai precetti dello spleen baudeleriano.
Alla luce di tali considerazioni non è un azzardo affermare che gli scritti milanesi di Sinisgalli dell'«Italia Letteraria» presentano i caratteri della promenade e del diario, vantano cioè un'origine pubblica e privata, sono contemporaneamente cronache di una topografia culturale e frammenti di un viaggio interiore”.
(dall’introduzione di Giuseppe Lupo)
Tre di Melissa P. (Einaudi, Stile Libero))
Di Melissa P. non ho letto solo “In nome dell’amore”. Per il resto posso dire che padroneggio l’argomento, tanto che ho seguito il viaggio di questa ex adolescente catanese fino ai confini delle terre dell’eros nei suoi recenti reportage italiani sul sesso, sulle pagine del “Corriere della Sera Magazine”, ora “Sette”. Tirando un po’ le somme possiamo dire che ha scandalizzato (se così si può dire anche se sarebbe meglio dire che di lei si è parlato molto in giro) con “Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire” nel 2003 per i tipi di Fazi. Un po’ di brezza scritturale chiara e suadente poi spirava in “L’odore del tuo respiro” sempre per Fazi nel 2005: "Ho disegnato, ma non ero capace di colorare senza sbavare lungo i bordi. Ho comprato una chitarra, ma avevo paura che le corde mi tagliassero le dita. Ho scritto e qualcosa dentro di me si è mosso. Ho scritto, ho scritto, ho scritto tanto, e poi sono diventata famosa. E quella cosa che avevo liberato è ritornata indietro e mi ha invasa. Uccidendomi." Ora Melissa P. esce per i tipi di Einaudi , con “Tre”, con la consueta predisposizione alla triangolazione amorosa e alla verticalizzazione sessuale, che vede come protagonisti Larissa (poetessa decadente), Gunther (mirabolante allevatore di pappagalli) e George (nomade fotografo dalle grandi doti) . Tra noia e paranoia, ovvero tra pulsioni sessuali di “young adult” che sperimentano la dimensione letteraria psico/narcotica e pseudo/artistica della loro creatività e complicità in una Roma ( c’è anche una toccata e fuga a Buenos Aires) che fa da spettatrice a questa “mattanza” di giovani vite, tuttavia il lavoro si presenta con un interessante epilogo che forse già da metà libro può essere intuito dal lettore. «Nessuno pensò alla parola amore, nessuno ebbe l'impressione che si trattasse di un'avventura erotica di breve vita. Si stavano rigenerando, idratando gli angoli secchi, levigando le escoriazioni». La scrittura, rispetto alle precedenti prove convince, il bilanciamento e l’intersecarsi delle storie e le azioni e le vite dei protagonisti, rivelano che Melissa P. finalmente ha trovato la sua strada. Ma, c’è un ma! Ovvero quello che a mio modesto parere non può considerarsi vincente, è quella lieve patina di sospetto che mi fa dire: “ Melissa P., è davvero cresciuta? Siamo di nuovo a una finzione di finzione di finzione che mescola il prodotto editoriale confezionato a dovere con una pre/preparazione attoriale dello scrittore al ruolo, da "esporre" oppure c’è in tutto questo discorso una vera e propria tenuta di stile? Melissa P. , è altro da Isabella Santacroce!
domenica 10 ottobre 2010
Il libro del giorno: Alexandre Dumas Storia di uno schiaccianoci (Edizioni Angolo Manzoni)
Incipit - PROLOGO. Norimberga, 2010.
Da qualche giorno, la piccola Maria, è attratta dalla porta chiusa della soffitta, in casa della nonna. La nonna si chiamava Maria, proprio come lei, come la bisnonna e… Che strano, quasi tutte le donne della famiglia, tranne sua madre e una prozia, si chiamavano Maria.
La porta della soffitta è lì, massiccia, chiusa da una grossa chiave annerita dal tempo. La piccola Maria la guarda, poi, finalmente, la fa girare: tac tac, un rumore secco, come di noci rotte, due giri. Ora appoggia la mano sulla maniglia, che cede facilmente. La porta si sta aprendo, si apre, gira piano sui cardini, senza rumore:
- Vieni, vieni, piccola Maria, ti stavamo aspettando.
La bimba entra, senza paura. La soffitta riceve luce da una finestrella aperta sul tetto. Non è buio, lì dentro, non è sporco e non fa freddo. [...]
Illustrazioni: Leonardo Ríos - Allegato CDMP3
Voci narranti: Franco Collimato e Simona Massera
Nasce sul web un modo nuovo, fresco e divertente per leggere i libri
Il sito www.10righedailibri.it che verrà lanciato il 10 ottobre 2010 è un'iniziativa mirata a incentivare la lettura, la scrittura e a diffondere la cultura e l’uso del libro anche attraverso la rete. L’idea è nata a dicembre 2009 su Facebook, per opera di lettori appassionati e professionisti, tutti volontari, e oggi conta oltre 10.000 iscritti! Il sito www.10righedailibri.it propone gli incipit e i primi capitoli scaricabili di alcuni libri novità e anteprime, d'accordo con case editrici come, Salani, Elliot, Castelvecchi, Arcana, Ponte alle Grazie, Newton Compton, Fazi, Bompiani, Edizioni Angolo Manzoni, Avagliano, Il Maestrale, Asengard, Reverdito, Vallecchi, Il Saggiatore, Testepiene, Sperling & Kupfer, Gambero Rosso, Fandango, Garzanti e tanti altri in entrata. È come sfogliare il libro in libreria e carpire alcune frasi dai capitoli, giusto per vedere se la lettura ci affascina o no... In questo modo il lettore potrà fare delle scelte più mirate stando comodamente seduto alla propria scrivania. Ma non solo: i lettori potranno inserire i loro commenti e i passi ritenuti più emozionanti delle opere che si è appena finito di leggere. Naturalmente tutto con 10 righe. Il 10.10.10 partirà così il primo test di 10 righe dai libri: i lettori potranno leggere 10.000 righe dai libri postate sul gruppo Facebook e potranno sperimentare l’immissione delle 10 righe nel sito…
www.10righedailibri.it: il sito appena nato che già vanta numerosi tentativi d’imitazione! Sarà la nuova Settimana Enigmistica dei libri? In home il 10 ottobre il contatore riprenderà il conto alla rovescia per nuove sorprese: questa volta si parte con i giochi!
10 Righe dai libri
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Trittico in quote rosa di versi: Marta Arrizza, Tiziana Cazzato, Nadia Turriziani
Marta Arrizza esordisce con “Parole allo specchio” una raccolta di versi intensi pubblicata da Ibiskos edizioni nella collana minimal. La scelta di ogni singola parola, pur nell’immediatezza dell’esordio, sceglie il dialogo con un’alterità troppo profonda per reggerne l’impatto emotivo. “Parole allo specchio” frutto comunque di innumerevoli sedimentazioni, cerca attraverso il respiro poetico un ritmo dell’oltre perennemente in bilico tra introspezioni ed estroflessioni osservative, che indagano un reale comunque magico e a volte oscuro. (Fuggi – Fuggi dal rumore che non sai ascoltare/ e dalle parole che non vuoi udire/. Vai lontano, rincorri la tua ombra,/ apri le mani al cielo e vai via./ Non tornerai,/ non dimenticherai/ e solo i tuoi passi/ sentirai). La mia seconda scelta per questo trittico in quote rosa di versi, è la raccolta pubblicata dalla casa editrice salentina Libellula, dal titolo “Fiori di campo” di Tiziana Cazzato che non è all’esordio ma ha già pubblicato "Macchie d’Inchiostro” con le edizioni Il Filo di Roma . Prosa poetica toccante soprattutto per i contenuti che mirano alla costruzione di un sentimento di solidarietà, adiacenza e amore verso il prossimo, realmente umanitario, realmente di vicinanza all’essere umano, quasi metafisico. Dice l’autrice di questi versi: “…mi piace vederli più come dei fiori di campo: come questi, le parole nascono spontaneamente nel mio cuore, con il semplice desiderio di perpetuare un angolo di vita, la più piccola emozione. Offro questi miei fiori a tutti coloro che avranno voglia di coglierne il profumo e apprezzarne il colore…”. (Al sopraggiungere della sera/ la vita indossa gli abiti/ da noi preferiti/ e inizia a ballare/ sulla musica/ dei nostri sogni). Ho avuto modo di conoscere a apprezzare Nadia Turriziani in una sua precedente produzione narrativa dal titolo “Sul sottile filo del desiderio” (Diamond editrice, 2010). Un libro carico di sensualità e di veri e propri uragani di erotismo. Ora quest’autrice realizza un e/book dal titolo emblematico di “Aria, acqua, terra e fuoco”. Lo si può acquistare a questo link: http://www.compraebook.it/178/Aria-Acqua-Terra-e-Fuoco.html. La poesia che la Turriziani propone ha una musicalità che proviene da ancestrali forze “elementali” ovvero secchezza e freddezza, secchezza e calore, umidità e freddezza, umidità e calore, creando un gioco dove contrari e opposti hanno solo una qualità differente. Dunque una poesia dove la forza dell’Amore altro non è che l’essenza stessa del mondo, che ha più piani di esistenza dalla morte alla vita e viceversa. Poesia dalla forza creatrice che viene fondamentalmente dal caos dall’Eros, senza compromessi e senza censure.
(Un amore da sogno - Uno spicchio di luna / Nel cielo limpido /Rende l’atmosfera / Più romantica. /Un sogno il mio. / Il riflesso del tuo corpo / Fievole nel lago / Trasforma il paesaggio/ alpestre / In una favola. / Il tuo odore / Meraviglioso / Indimenticabile / Ricopre il mio corpo./ Sei stupendo! / Un dio greco / Scolpito generosamente / Dalla natura. / Il profilo perfetto / Che dà luce e colore / A questo quadro idilliaco. / Un sospiro / Scuote il tuo torace / Ed un ricciolo ribelle / Scende birichino / Sul tuo volto estasiato. / Sento ancora / Le tue mani / E le tue labbra / Scorrere sulla mia/ schiena. / Il peso piacevole / Del tuo corpo / Che mi fa mancare/ Percettibilmente il fiato)
sabato 9 ottobre 2010
Il libro del giorno: Maripol (Little Red Riding Hood) edito da Damiani editore
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
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