A volte Enid avrebbe preferito avere qualche sorella in
meno. «Due mi sarebbero bastate» confidò a Gulliver Doniphon, seduto vicino a
lei sul bus della scuola. Gulliver si pizzicò la palpebra sinistra e si osservò
con tenerezza il pollice, dove tre ciglia avevano appena esalato l’ultimo
respiro: «Se tu potessi avere solo due sorelle, chi sceglieresti?» Enid si
sporse a contemplare, con altrettanto interesse, le ciglia defunte di Gulliver.
«Non lo so. Non ho detto che vorrei scegliere.» «Quattro meno due fa due. Se te
ne bastano due, quelle che avanzano si possono buttare.» Enid fissò Gulliver
perplessa, e anche un po’ turbata. Con un buffetto disinvolto Gulliver spedì i
cadaveri delle ciglia in direzione dello schienale davanti. Gulliver Doniphon
ne aveva sette, tra fratelli e sorelle. «L’ideale sarebbe che si dessero il
cambio» concluse lui. «Un giorno una, un giorno l’altra.» Aveva appena fatto
questa proposta improbabile, quando il bus frenò. Enid salutò Gulliver e gli
altri, poi afferrò lo zaino. A quella fermata scendeva solo lei.
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