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mercoledì 2 settembre 2009

Creatività e pensiero laterale di Edward De Bono (BUR). Rec. di Maria Beatrice Protino

«Spesso le persone dotate di una grande intelligenza non si rivelano dei buoni pensatori… L’intelligenza è una potenzialità, il pensiero invece è un’abilità»: a sostenerlo è Edward de Bono, scrittore maltese, laureato in medicina e psicologia e noto in tutto il mondo per i suoi studi sulla creatività e sul concetto da lui stesso sviluppato del cd. "pensiero laterale" - ormai entrato in uso nel linguaggio comune e incluso anche l'Oxford Dictionary. Sull’argomento ha scritto moltissimi libri, tradotti in numerose lingue; ha insegnato in prestigiose Università come quella di Cambridge, Oxford, Harvard e Londra e collaborato con aziende del calibro della IBM, della Total, della Montedison, della Coin. Il "Pensiero Laterale" è un insieme di tecniche che permette, dopo un breve addestramento, di iniziare a produrre una notevole quantità di idee.
E' un modo di pensare che cerca soluzioni a problemi che sembrano irrisolvibili attraverso metodi non ortodossi o usando elementi che normalmente verrebbero ignorati dal pensiero logico. Le metodologie avanzate del "Pensiero Laterale" permettono di andare oltre il "Brainstorming" per consentire a chi ne sa fare uso di creare nuove idee. Ma come possiamo produrre idee nuove? Lo studioso distingue due modi di pensare: il pensiero logico o verticale, che ci è stato insegnato sin dai tempi della scuola e che parte da dati certi, da modelli fissati in una sorta di codice e giunge alle sue conclusioni seguendo un procedimento graduale e lineare e il pensiero laterale, che incorpora le proprietà del pensiero associativo e ci invita a dubitare della realtà, osservandola da una diversa prospettiva per trovare soluzioni alternative e stravolgere i vecchi modelli. «Il pensiero laterale è in stretta relazione con l’intuizione, la creatività e lo humor».
De Bono afferma che se si affronta un problema con il metodo razionale del pensiero, si ottengono risultati corretti ma limitati dalla rigidità dei modelli logici. Quando si richiede invece una soluzione veramente diversa e innovativa si deve stravolgere il ragionamento, partire dal punto più lontano possibile, ribaltare i dati, mescolare le ipotesi, negare certe sicurezze e addirittura affidarsi ad associazioni di idee del tutto casuali. Si deve perciò abbandonare il pensiero verticale, cioè quello basato sulle deduzioni logiche, per entrare nella lateralità del pensiero creativo. L'esempio classico di una persona che usa il pensiero laterale è il personaggio di Sherlock Holmes, il detective nato dalla fantasia di Sir Arthur Conan Doyle. La sua straordinaria capacità di trovare la soluzione a problemi altrimenti insolubili era – al contrario di quanto faceva il dott. Watson - dovuta alla sua abilità nell'osservare i fatti di una situazione senza fare presupposti iniziali: egli spezzettava gli elementi di un problema o di una situazione e li riordinava in un modello apparentemente casuale, per arrivare a una visione diversa della situazione e quindi a una possibile soluzione.

martedì 16 giugno 2009

Il libro del giorno: Il cappio di Enrico Bellavia e Maurizio De Lucia Maurizio, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli (collana Futuropassato)

Senza il pizzo non ci sarebbe la mafia. L'analisi di un fenomeno eloquente, che racconta dall'interno come Cosa Nostra, con feroce competenza, muove i suoi tentacoli nella società civile. È la più antica attività della mafia. Ponte privilegiato con l'economia legale e la politica, sistema basato su un'eccezionale organizzazione sul territorio: è il racket, il "pizzo". Uno strumento di controllo criminoso, in cui sono coinvolti attori di tutti i livelli, dal piccolo commerciante che corre a "mettersi a posto" prima ancora di ricevere minacce, all'imprenditore del Nord che arriva in Sicilia, partecipa alla spartizione degli appalti pubblici e versa regolarmente la cosiddetta "tassa Riina". Ripercorrendo la storia di Maurizio de Lucia, il magistrato che più di ogni altro ha indagato il fenomeno, questo libro svela le strutture gerarchiche, il linguaggio e le prassi di un sistema delinquenziale di impressionante complessità; ma racconta anche i segnali di rivolta che arrivano dalla Sicilia, da Palermo, a dimostrazione del fatto che la lotta al racket può cominciare solo da lì, dalla terra in cui la mafia affonda le proprie radici e continua a esercitare quasi incontrastato il proprio potere.

"Palermo è qualcosa di molto speciale. Non è solo crimine e non è solo violenza. A volte è connivenza, a volte è convenienza. E' tassa, patto, è un impasto di utilità che alla fine diventa amicizia. I confini sono sempre labili, tutto è sfumato fra il carnefice e la sua vittima quando si mette a posto. Così si dice: mettersi a posto. E' il pizzo a Palermo. In una Sicilia che si tormenta con la sua voglia di mafia, un magistrato e un giornalista si sono addentrati in misteriosi sviluppi per scoprire cos'è l'Anonima Estorsioni"

di Attilio Bolzoni tratto da La Repubblica del 16/09/06, p. 51


casa editrice BUR: http://bur.rcslibri.corriere.it/bur/


Il cappio di Enrico Bellavia e Maurizio De Lucia Maurizio
2009, 264 p., BUR Biblioteca Univ. Rizzoli (collana Futuropassato)

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