Roma, Anno del Signore
esami di maturità. Melania Santacroce ha diciotto anni, un gusto eccentrico in
fatto di vestiti e i capelli tinti di viola. Afferma di portare una terza
scarsa di seno più per ottimismo che per amore della realtà e, quando non si
allontana dal mondo per comporre poesie distratte, si interroga sull’efficacia
delle taglie dei jeans, su Lord Byron e sulla dubbia puntualità dei mezzi di
trasporto capitolini. Sebbene alta e non proprio esile, a volte teme di
risultare impercettibile, ma a salvarla dalla banalità del quotidiano sono le
uscite al vetriolo che di tanto in tanto ama diffondere con nonchalance. Non è
proprio sicura di credere in Dio, ma frequenta una scuola privata di stampo
cattolico. Non ama tradurre il greco, ma si accinge ad affrontare l’ultimo anno
di liceo classico. Non si è mai innamorata, ma alla fine è arrivato Manfredi
Vergara: suo professore e uomo impegnato in una relazione complicata con Dio.
Perché Manfredi è un prete. E Melania, che non ha mai assaporato la tentazione,
si trasformerà in quella più pericolosa per un uomo che non appartiene nemmeno
a se stesso. O forse nel suo amabile inferno.
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