mercoledì 23 maggio 2012

Un tipo americano: inquietudini e amore nell'America degli anni '30. Il romanzo postumo di Henry Roth dal titolo “Un tipo americano” giunge in Italia, pubblicato da Garzanti. Intervento di Roberto Martalò


Scrittore di successo già al primo libro (Chiamalo sonno del 1934), Roth vive un blocco creativo di circa 50 anni, fino alla scrittura e pubblicazione di “Alla mercé di una brutale corrente”,  opera di 6 volumi, 4 dei quali sono stati pubblicati in Italia ( Una stella sul parco di Monte Morris, Una roccia per tuffarsi nell'Hudson, Legàmi e Requiem per Harlem, tutti editi da Garzanti). Ritrovato tra gli appunti di Roth e impaginato grazie a un sapiente lavoro di editor, Un tipo americano si inserisce nel filone degli scritti precedenti dell’autore, tutti di chiara matrice autobiografica e capaci di raccontare, tramite la vita del protagonista, il modello e il sogno americano. Il protagonista è Ira Stigman, alter ego di Henry Roth. Scrittore precoce, ma uomo inetto,  viziato e tutelato da Edith, sua matura mentore e amante, Ira conosce M nella residenza artistica di Yaddo, dove aveva trovato ospitalità per un soggiorno alla ricerca dello slancio creativo che, con il suo primo romanzo, sentiva essersi esaurito. “Smarriti i propositi; smarriti lo scopo, lo slancio. Dentro di me stava avvenendo un cambiamento profondo nel modo in cui consideravo il mio lavoro, nella mia obbiettività. È difficile spiegarlo”. L’incontro con M mina le convinzioni di Ira, lo induce a ripensare alla sua vita da un’altra prospettiva, lo convince a cercare se stesso secondo la più classica delle esperienze intime americane: il viaggio coast to coast. Evocativo e profondo, l'opera narra le vicende della vita di Ira – Henry, ne descrive le angosce e i tormenti di chi cerca di percorrere la propria strada, da solo.  Non solo, lo scrittore ci offre lo spunto per ragionare su quello che era il modello americano negli anni ‘30/40: l’obbligo di inseguire il successo a tutti i costi, le difficoltà degli ebrei in quel preciso periodo storico, le disillusioni sull’ideologia comunista, e di sinistra in generale, e le contraddizioni del sistema capitalista. Nell’amore per M e nella costituzione di una famiglia, il protagonista troverà le risposte alle proprie domande. La scrittura di Roth è coinvolgente, risucchia il lettore portandolo oltreoceano, in un’epoca così lontana, eppure tangibile grazie alle scelte sintattiche e lessicali dell’autore, accurate e precise, mai lasciate al caso (per questo bisogna fare i complimenti anche a chi curato la traduzione in italiano). Non può, infine, non destare interesse e curiosità la vicenda umana e artistica dell’autore e del suo personaggio che ha vissuto un blocco creativo di ben 50 anni. La penna di Roth lascia un segno, possiede una profonda dimensione interiore, sebbene uno dei motivi di interesse del libro stia anche nelle sue riflessioni riguardo la società americana: da questa sua capacità di ”entrare dentro” il lettore si deduce la grandezza di Henry Roth.

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