“Approfondendo i segmenti
connettivi del sistema natura,le geografie sommerse, si sviluppa una visione
articolata e complessa di ciò che ci circonda. “Nature Zone” è un invito a non
fermarsi alla percezione superficiale dell'esistenza. Tale procedimento è,per
Aurora Carluccio,una costante verifica anche del proprio vissuto. E' la
necessità biologica di conoscere, sotto ogni aspetto, le complessità
sottocutanee e cerebrali di ogni essere vivente, parte di un universo che
coinvolge l'umanità intera, senza differenze sui generi. E' un invito ad una
criticità sistematica non solo su ciò che è proposto come dato certo, ma anche
sulla nostra capacità di percepire effettivamente i messaggi che provengono sia
dall'universo intimo, sia da quello esterno. Aurora Carluccio si abbandona alla
propria pittura: in essa, lo stato di conflitto, disagio e liberazione, assieme
al rapporto tra mondo naturale e artificiale, maschile e femminile, si
compiono. Nature Zone, quindi, s’innesta tra due momenti tra loro contrapposti
e inscindibili: esistenza e trasformazione. Dai luoghi chiusi e ossessivi della
precedente produzione, l’artista napoletana è passata a spazi sempre contenuti,
ma dalle profondità inarrivabili. Sono visioni dai colori penetranti, estratti
di una natura passata al microscopio su cui si stagliano nervature in
instancabile divergenza con materia propria e impropria, con fondo e struttura.
E' su questi elementi che l'artista prende coscienza e cerca altrove la propria
essenza di essere umano, nella fusione con un luogo naturale benevolo, che
l'accoglie e l'assorbe come un grembo. L’ambivalenza è nella materia che si
“illumina”. Le ambientazioni in cui Nature Zone prende vita, sono spazi dove i
sensi si rincorrono alla ricerca di emozioni che diventano sostanza liquida,
solida, gassosa. Ogni piccola sfumatura o contrasto di colore, ogni
sedimentazione o sovrapposizione del segno diventa suono, luce, movimento e
l’immagine crea territori al di là del concreto. I contorni sfumano sul fondo:
gli elementi emergono dal nulla per alcuni istanti, poi ricadono nell’oblio. E’
improprio, forse, parlare di nulla quando si analizzano gli spazi con le
immagini fluttuanti di Aurora Carluccio. E’ più corretto parlare di pause, di
momenti di fluttuazione della materia che gioca ad esserci e a non esserci.
Sono distanze, echi, rarefazioni e dissolvenze che si dilatano al limite della fisicità.
Poi, d’un tratto, la concentrazione della massa spinge sempre più su sé stessa
fino a riunire, a ricomporre ciò che, un attimo prima, era ai nostri sensi
inesistente. L’involuzione è così improvvisa da lasciare un vuoto attorno, che
calamita anche il nostro sguardo. La mostra si compone di circa quaranta opere
su carta realizzate con tecnica mista e di medio formato. La leggerezza e la
straordinaria trasparenza del segno protagonista è lo stimolo per un'analisi
approfondita sull'arte di questi ultimi anni. (Simona Barocco).” (l’opera qui riproposta
è di Aurora Carluccio)
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mercoledì 22 febbraio 2012
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