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venerdì 27 luglio 2018
giovedì 26 luglio 2018
mercoledì 25 luglio 2018
L’impegno e il disincanto di Annibale Gagliani a San Donaci (Brindisi)
Si ritorna dove tutto è cominciato,
il 26 luglio 2018, ore 20:30 alla Cantina San Donaci (Via Mesagne, 62 – 72025
San Donaci - Brindisi) . Impegno e Disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R.
Gaetano è accolto nel borgo d'origine dell’autore, in una serata che vedrà il
dibattito disincantato venir accarezzato da figure di alto spessore
socio-culturale: il curatore della prefazione, nonché padrino dell'opera Prof.
Marcello Aprile, la dottoressa, studiosa dei volgari italici, Serena Ajala,
l'editore de I Quaderni del Bardo Edizioni, Stefano Donno, e infine lo
scrittore e sceneggiatore Andrea Martina. Il tutto allietato qualitativamente
dagli interventi del Teatro Dei Cinch, e ancora Antonio Giannuzzi e Mauro
Sinigaglia. L’accoglienza è affidata al presidente e al vicepresidente
della Cantina, Marco Pagano e Giuseppe Vergine, che offriranno una deliziosa
degustazione al termine del piccolo viaggio poetico. L'evento è patrocinato
dall'Amministrazione San Donaci, su iniziativa dell'assessore alla cultura,
Teresa Donateo, ed è immerso nelle celebrazioni per gli 85 anni
dell'istituzione cooperativa messapica.
Il progetto verso l'UMANESIMO NUOVO
DI IMPEGNO E DISINCANTO
IMPEGNO E DISINCANTO IN PASOLINI, DE ANDRÉ, GABER E R.
GAETANO DI ANNIBALE GAGLIANI (I QUADERNI DEL BARDO EDIZIONI DI STEFANO DONNO)
CON LA PREFAZIONE DI MARCELLO APRILE, PROFESSORE
ORDINARIO DI LINGUISTICA ITALIANA DELL’UNIVERSITÀ DEL SALENTO E RESPONSABILE
DELLA LETTERA “D” DEL DIZIONARIO ETIMOLOGICO “LEI”
Ha inaugurato il suo cammino in questi giorni il libro
di Annibale Gagliani, «Impegno e disincanto in Pasolini, De André, Gaber e R.
Gaetano», i Quaderni del Bardo edizioni di Stefano Donno. Quattro
fuoriclasse del nostro Novecento: un professore, un filosofo e due poeti. In un
frangente storico di profonda povertà valoriale e artistica, essi ci indicano
la strada verso l’Umanesimo Nuovo, analizzando emozionalmente e asetticamente
gli ultimi centosessant’anni d’Italia e del mondo Occidentale (bilaterale). I
Quattro emanano una luce invincibile, in grado di penetrare nelle tenebre
contemporanee che svuotano progressivamente l’individuo. La loro arte è
disincanto allo stato puro: poesia, prosa, cinema, teatro e musica: le armi più
potenti per sfuggire all’omologazione socioculturale del Duemila. Il 68 è un
grosso inganno, le mode del mercato sono letali, la mancanza di sensibilità
civile sempre più evidente. In questo viaggio disincantato, eseguito attraverso
i testi, le fonti e le testimonianze più vicine agli artisti, si può
rivoluzionare se stessi, abbracciando umanamente le incommensurabili profezie.
Per Gagliani la scelta di affidarsi a questi Quattro
a-topos della parola, del silenzio e del suono non è casuale: «Essi
sono i più attuali che la nostra cultura contemporanea abbia sfornato e lo
saranno per sempre, come accade ai più grandi. Sono visionari, sensibili ed
estremamente innovativi. Tutto l’opposto del 99% degli pseudo-artisti che
navigano in mainstream oggi. Quest’ultimi narrano il falso: i tatuaggi, il look
alla moda e l’aria dannata li fa sembrare all’avanguardia, invece sono obsoleti
dentro. I veri narratori della nostra epoca e del prossimo trentennio sono PPP,
FDA, GG e RG». Come
afferma Paolo Dal Bon – presidente della Fondazione Giorgio Gaber – all’interno
del saggio, «Essi hanno “un’intatta percezione del
dolore”. Sono tutti e quattro intellettuali degli ultimi, narratori delle
ingiustizie terrene verso i più deboli e osservatori delle grandi
contraddizioni dell’uomo contemporaneo».
I Quattro Profeti hanno in comune la letteratura
di formazione e le battaglie combattute, contaminandosi a vicenda
indirettamente. Pasolini ha profondamente ispirato, soprattutto con i suoi Scritti
Corsari, Faber, Gaber e Rino Gaetano. De André e Gaber sono gli artisti di
punta del Sessantotto e si sono ritrovati ad avere una determinante amicizia in
comune: Luigi Tenco, che ha collaborato con tutti e due e dopo la sua morte ha
cambiato la vita a entrambi. Riguardo Rino Gaetano, è cresciuto leggendo
Pasolini, ascoltando De André e guardando Gaber a teatro.
In estrema sintesi, un professore delle arti, PPP, un
poeta tradizionale aperto al futuro, FDA, un vero filosofo, GG, un poeta
fantascientifico che stazionava già nel futuro, RG, hanno scelto la strada più
ardua, non violentando loro stessi ed esprimendo un’arte di fortissimo impegno
e disincanto sociale. Venivano criticati dagli “intellettuali” del potere,
dalla gente frivola che ghettizzava i loro testi per evidenti deficit di
sensibilità. Uniti, tutti e quattro, sono invincibili. Diventano un’arma
dolcissima in grado di colpire e migliorare una generazione, quella
dell’autore. Gagliani spiega le intenzioni del suo lavoro: «Se il
saggio verrà letto da tanti giovani, magari si accenderà la curiosità di
ascoltare con spirito nuovo i cantautori che cito, omaggiando di conseguenza
l’opera totale di Pasolini. Allora sì, questo viaggio avrà un senso. Allora sì,
ne sarà valsa la pena».
«Il primo libro di Annibale Gagliani
è lo sviluppo di un traguardo personale importante, lungamente pensato, sviluppato,
limato, articolato negli anni precedenti, in cui l’autore ha esercitato una
pazienza non comune ed è andato alla ricerca di fonti e interpretazioni che
spesso sono testimoniali e di prima mano […]. Quando si ha a che fare con
quattro icone riconosciute della cultura alta e popolare dell’Italia
contemporanea non è facile dire qualcosa di nuovo, o anche semplicemente non è
scontato evitare di scrivere quattro profili staccati e avulsi, estranei tra
loro, tanti quanti sono gli artisti (tutti Maestri della parola, tre su quattro
anche del suono) che l’autore ha illustrato in questo libro. Ne è venuto fuori
un percorso duro, compatto, radicale; un insieme in cui appare chiaro, nelle
persino ovvie diversità di espressioni, temi, percorsi (anche politici), epoche,
che cosa unisce Pier Paolo Pasolini, Fabrizio De André, Giorgio Gaber e Rino
Gaetano. Com’è giusto, Annibale Gagliani salta sulle differenze e nota affinità
mai venute fuori prima, che però sono lì, pronte per essere scoperte». (Dalla prefazione di «Impegno e disincanto in
Pasolini, De André, Gaber e R. Gaetano», curata dal Prof. Marcello Aprile)
Annibale
Gagliani nasce a Mesagne (BR) il 4 ottobre del 1992. Si laurea con lode in
Lettere Moderne all’Università del Salento, dopo aver discusso una tesi sul
linguaggio disincantato. È tra i vincitori della seconda edizione del Master in
Giornalismo 3.0 di Nuovevoci Network, a Napoli. Comincia il suo sentiero
narrativo ricevendo il premio della critica alla terza edizione del concorso
letterario nazionale “Fuori dal cassetto”, per un racconto dedicato ai
lavoratori dell’ILVA, “La vita è un viaggio favoloso”. Nel 2013 instaura una
collaborazione con l’amministrazione del comune di San Donaci (BR) e diviene
responsabile del laboratorio urbano “Officine Creative”, promotore della
cultura di strada. Nel 2014 costruisce e organizza, assieme al Professore
Marcello Aprile, la rassegna universitaria di seminari rivoluzionari, “Cafè
Barocco Revolution”, che registra cinque edizioni. Nel 2015 lavora come
reporter per la web tv d’Ateneo dell’Università del Salento, The Box Tv. Alla
fine dello stesso anno si distingue come narratore al Workshop giornalistico di
Sportitalia, a Milano. Nel 2016 diventa responsabile della sezione culturale di
«Leccecronaca.it», dove racconta vizi e virtù del
Tacco d’Italia. Alla fine del 2016 avvia una collaborazione con «Rompipallone.it», curando una rubrica video che
fonde l’arte al calcio: “L’arte del gusto calcistico”. Nello stesso periodo è
corrispondente di Radio Dimensione Italia per il calcio internazionale,
editorialista di punta per «Sport
in Condotta» e ospite della
trasmissione leccese Piazza Giallorossa. Dal 2017 collabora con il «Nuovo Quotidiano di Puglia», raccontando l’ardente cronaca
della provincia di Brindisi. Da gennaio 2018 narra di letteratura e politica
per la rivista romana «L’Intellettuale
Dissidente», e di musica e
sport per il periodico «Contrasti». È conosciuto negli ambienti
culturali salentini per le sue poesie anarchiche, che profumano di simbolismo e
lasciano un sapore romantico sulle labbra. Tra i suoi modelli intellettuali,
oltre ai Quattro Profeti del saggio «Impegno
e disincanto», ritroviamo
Albert Camus, Roland Barthes, Leonardo Sciascia, Eugenio Montale, Beppe Viola e
Gianni Brera.
iQdB
edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale
e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)
link del video trailer
martedì 24 luglio 2018
Fabio Siciliani a L’Ottava Tappa de Il Tempo di un Caffè – on the road book tour alla Cotognata Leccese
L’Ottava
Tappa de Il Tempo di un Caffè – on the road book tour avrà come protagonista il
campione del mondo di Muay Thai Fabio Siciliani che dialogherà con l’editore
Stefano Donno sul suo nuovo libro Semantica Preghiera pubblicazione edita dai
due brand editoriali I Libri di Icaro e I Quaderni del Bardo Edizioni.
L’Appuntamento è al Bar Cotognata Leccese in via Via G. Marconi, 51 ore 18,30
il 25 luglio 2018
E’
uscito “Semantica preghiera. Dall’eidos alla poiesis” , il nuovo libro di
Fabio Siciliani (prefazione e post/fazione a cura di Stefano Donno e Marta
Siciliano), edito dal nuovo polo editoriale I Libri di Icaro e I Quaderni del
Bardo di Stefano Donno. Dopo il successo ottenuto con “Officina del corpo”,
dedicato al mondo della Muay Thai, arte marziale di cui è campione mondiale,
Siciliani ritorna sulla scena editoriale con un testo inedito e originale,
diverso per tanti aspetti dal precedente.
E’
edito dal nuovo polo editoriale I Libri di Icaro e I Quaderni del Bardo di
Stefano Donno. Dopo il successo ottenuto con “Officina del corpo”, dedicato al
mondo della Muay Thai, arte marziale di cui è campione mondiale, Siciliani
ritorna sulla scena editoriale con un testo inedito e originale, diverso per
tanti aspetti dal precedente.Come si legge nella prefazione firmata da Stefano
Donno: “Ora il Maestro, propone un viaggio, che chi avrà la pazienza di seguire
risparmiando il fiato, centellinando l’ossigeno, sopportando la vertigine della
forza generata da una prosa poetica dermicamente abrasiva, si vedrà introdotto
in un percorso mistico e magico-alchemico, ovvero iniziatico che si chiama
«SEMANTICA PREGHIERA dall’eidos alla poiesis». La suddivisione in tre libri ha
un senso se inteso come visione di un percorso per stadi di coscienza e consapevolezza
dove a farla da padrona è una vera e propria Volontà di Alchimia Spirituale in
grado di rendere il lettore, l’allievo, l’iniziato un puro, ovvero slegato in
essenza e in materia di impurità. L’autore è consapevole che questo suo cammino
è impervio perché nel suo rappresentare un salto di paradigma assume sulle sue
spalle il peso della Grande Opera, che va dalla trasmutazione dei metalli per
farli arrivare all’Oro nel mondo materiale, alla perfezione e il
perfezionamento dell’Uomo Morale nel microcosmo, sino ad arrivare nel mondo
Divino alla contemplazione della Divinità nel Suo Splendore.”
Marta
Siciliano, nella seconda prefazione del libro, invece, afferma che
“Semantica Preghiera è una richiesta di appartenenza. É un riconoscimento, come
un attimo che calma il dolore nella sfera dell’umano sentire, che si manifesta
come una luce nella memoria, dove simboli e archetipi si intrecciano agli
esempi che la vita presenta e alle verità che i miti suggeriscono. Quel
riconoscersi sviluppa il pensiero e quindi la domanda del bambino che dentro
dimora…L’idolo del bambino-eroe in cerca del drago da uccidere, la
rappresentazione dell’uomo padre di se stesso che fa della sua volontà un
dovere etico, un’arma intrisa di magia per combattere il buio dell’anima.”
Fabio
Siciliani, noto per la sua personalità profonda, viene così descritto da
Maria Teresa Stampi: “Padre, marito, figlio, fratello, guerriero, insaziabile
studioso, creatore d’arte. Eroe di se stesso … Maestro. Un uomo che tenta di
racchiudere con le parole le fibre del cuore. Egli sostanzia i suoi scritti con
la propria anima, opere che cercano di sfiorare le profondità dell’uomo. Questo
artigiano della vita in primis ha saputo vivere e riconoscersi non solo
nell’anima, ma inevitabilmente nel tutto che comprende il corpo ed il suo
linguaggio. Ogni giorno vive e vivifica in sé, con se stesso e nel mondo con
consapevolezza e cerca di tramutare tutto questo in arte, in parole, è un
movimento dell’anima compiuto con grazia ed umiltà infinita da quest’uomo con
occhi sensibili e il sorriso, ancora bambino, che dischiude la meraviglia.”
BIOGRAFIA
- Fabio Siciliani è Presidente Europeo Commissione Atleti WMF-EMC (World
Muay Thai Federation - European Muay Thai Confederation), Bucarest 2015. Membro
della Commissione Culturale della Muay Thai Europea WMF-EMC (World Muay Thai
Federation - European Muay Thai Confederation), Bucarest 2015. Arbitro
Internazionale WMF-EMC (World Muay Thai Federation - European Muay Thai
Confederation), 2015. Formatore nazionale per l’Organizzazione FIGHT1.
Presidente Mondiale Commissione Atleti WMF (World Muay Thai Federation),
Bangkok 2016. Direttore Tecnico Nazionale Italiana FIGHT1, 2017. Campione
Intercontinentale WAKO-PRO, 2006.
Sei
volte Campione del Mondo di Muay Thai (WAKO-PRO 2008, S1worldturnamentchampion
2011, ISKA 2015, WMF 2016, WMF-PRO 2016, WKU 2016). KING CUP Prestige Fight
Champion (2011). Due volte Campione Oktagon (2012 e 2015). Campione
Thaiboxemania (2016). Insegnante dal 2002 e fondatore, assieme alla moglie Enrica
di Donfrancesco, del Centro Culturale Sportivo Dilettantistico Oltrecorpo di
Lecce dal 2004. Allenatore di diversi campioni mondiali europei e italiani. Il
centro culturale Oltrecorpo dal 2012 è divenuto sede di Formazione Nazionale
per la Muay Thai Italiana FIGHT1. L’Oltrecorpo è stata soggetto di interesse da
parte del regista Edoardo Winspeare e dello sceneggiatore Alessandro Valenti,
che hanno prodotto, assieme alla Rai, il primo docu-film sulla Muay Thai
italiana “GRAZIA E FURORE” con la regia di Heidi Rizzo.
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