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mercoledì 20 dicembre 2017
Mille anni di poesia religiosa italiana - Antologia a cura di Daniela Marcheschi (Dehoniane)
Da San Francesco a
Jacopone da Todi, da Dante a Petrarca, da Tasso a Campanella, da Clemente
Rebora a Ungaretti, da Enrico Pea a David Maria Turoldo. Senza dimenticare
poeti meno letti e studiati, spesso donne. Questo viaggio in mille anni di
poesia religiosa italiana propone un aggiornato sguardo d’insieme su testi di
grande bellezza.
Sommario - Introduzione
(D. Marcheschi). San Francesco
d’Assisi. Garzo. Anonimo umbro. Guittone d’Arezzo. Jacopone da Todi. Bonvesin de la Riva. Dante Alighieri. Anonimo
Francesco Petrarca. Fazio degli
Uberti. Giovanni Boccaccio. Franco Sacchetti. Giovanni Sercambi. Leonardo Giustinian. Feo Belcari.
Lucrezia Tornabuoni. Luigi
Pulci. Matteo Maria Boiardo. Lorenzo de’ Medici, detto il Magnifico. Bernardo Giambullari. Antonia Giannotti Pulci. Fra Gerolamo Savonarola. Agnolo Ambrogini detto Poliziano. Jacopo Sannazaro. Pietro Bembo.
Ludovico Ariosto.
Michelangelo. Veronica
Gambara. Francesco Maria Molza. Vittoria Colonna. Teofilo Folengo. Bernardo Tasso. Giovanni Guidiccioni. Giovanni della Casa. Benedetto Varchi. Annibal Caro.
Luigi Tansillo. Chiara
Matraini. San Filippo Neri. Isabella di Morra. Gaspara Stampa. Gabriele Fiamma. Celio Magno.
Giovanni Battista Guarini.
Torquato Tasso. Giordano
Bruno. Gabriello Chiabrera. Isabella Andreini. Ottavio Rinuccini. Giambattista Basile. Tommaso Campanella. Giovan Battista Marino. Lucrezia Marinelli. Claudio Achillini. Torquato Accetto. Giovanni Francesco Busenello. Ciro di Pers.
Tommaso Gaudiosi. Salvator
Rosa. Carlo de’ Dottori. Francesco Redi. Carlo Maria Maggi. Francesco de Lemene. Lorenzo Magalotti. Vincenzo da Filicaia. Benedetto Menzini. Bartolomeo Dotti. Petronilla Paolini Massimi. Eustachio Manfredi. Carlo Innocenzo Frugoni. Alfonso Maria de’ Liguori. Pietro Metastasio. Alfonso Varano. Maria Maddalena Morelli. Giuseppe Parini. Melchiorre Cesarotti. Giovanni Meli. Eleonora De Fonseca Pimentel. Ippolito Pindemonte. Vincenzo Monti. Giovanni Fantoni. Teresa Bandettini. Filippo Pananti. Diodata Saluzzo Roero. Carlo Porta.
Ugo Foscolo. Gabriele
Rossetti. Alessandro Manzoni. Giuseppe Gioacchino Belli. Giacomo Leopardi. Niccolò Tommaseo. Giuseppe Giusti. Giacomo Zanella. Giosuè Carducci. Arrigo Boito.
Antonio Fogazzaro. Giovanni
Pascoli. Gabriele d’Annunzio. Giovanni Papini. Enrico Pea.
Guido Gozzano. Marino
Moretti. Clemente Rebora. Sergio Corazzini. Giacomo Noventa. Roberto Rebora. Vittorio Sereni. David Maria Turoldo. Margherita Guidacci. Pier Paolo Pasolini. Cristina Campo. Enzo Fabiani.
Pier Luigi Bacchini. Luigi
Commissari. Franco Loi. Sandro Boccardi. Elio Fiore.
Nanni Cagnone. Rodolfo
Quadrelli. Cristina Annino. Lino Angiuli.
Assunta Finiguerra. Guido
Oldani. Roberto Piumini. Maura Del Serra. Marco Beck.
Remo Pagnanelli. Amedeo
Anelli. Nicola Dal Falco. Margherita Rimi. Davide Rondoni. Paolo Febbraro. Gandolfo Cascio.
Daniela Marcheschi ha
insegnato Letteratura Italiana e Antropologia delle Arti a Uppsala, Salamanca,
Firenze e in altre università italiane e straniere. Attualmente si occupa di
Letteratura e multiculturalismo al Centro studi delle letterature europee e
lusofone dell'Università di Lisbona. Presidente dell'Edizione Nazionale delle
Opere di Carlo Lorenzini-Collodi, collabora al domenicale del Sole 24 Ore. Ha
curato i Meridiani Mondadori di Collodi e Pontiggia e i suoi libri sono stati
tradotti anche in spagnolo, portoghese e francese.
martedì 19 dicembre 2017
“I QUATTRO SEGRETI DELLA FELICITA’” - Il VOLUME DI PAMELA HAYS EDITO DA EDIZIONI CENTRO STUDI ERICKSON. Strategie e CONSIGLI PER COMBATTERE LO STRESS E GODERSI DI PIU’ LA VITA
«La felicità ha a che fare con la libertà, e
la libertà - anche di essere se stessi - fa paura. Per molti, poi, lamentarsi
non è un vezzo, ma una difesa. Combattere questo atteggiamento vuol dire
elaborare una nuova grammatica quotidiana: avviare una piccola rivoluzione,
liberarsi dai lacci, dalle innumerevoli forme di dipendenza che ormai soffocano
le nostre vite». Questo il consiglio di Paolo Crepet, nell’intervista che
introduce il volume “I quattro segreti della felicità” della psicologa Pamela
Hays edito da Edizioni Centro Studi Erickson. Il libro è una perfetta “cassetta
degli attrezzi” composta da esercizi, consigli e strategie per imparare a
riconoscere e sfruttare al massimo i propri punti di forza, sconfiggere lo
stress e vivere felici. Il volume aiuta i lettori a risolvere i problemi con
fiducia e calma, a gestire le emozioni complesse di fronte a difficoltà che non
si è in grado di controllare, e ancora a costruire relazioni sane e
reciprocamente soddisfacenti riuscendo ad apprezzare quello che si ha e a
godersi di più la vita. Quest’ultimo dovrebbe essere – per tutti – un buon
proposito per il nuovo anno che sta per cominciare. Il libro è un’esperienza interattiva che
richiede sforzo e pazienza al lettore, una cassetta degli attrezzi composta dalla
combinazione delle pratiche più efficaci e semplici da comprendere provenienti
da tre aree importanti della psicologia. La prima area, nota come psicologia
positiva, va oltre la psicologia tradizionale, spostando l’attenzione dai
problemi e dalle debolezze individuali ai punti di forza e alle potenzialità
umane. La seconda area da cui l’autrice attinge è la forma più impiegata di
psicoterapia, la TCC o terapia cognitivo-comportamentale. La premessa di base
di questo approccio è: ciò che pensiamo influenza il modo in cui ci sentiamo.
Quindi si focalizza sulla creazione di un cambiamento benefico e voluto, ma a
volte il cambiamento (compreso quello dei pensieri) è impossibile o
estremamente complesso. Ecco perché è necessario che entri in gioco una terza
area di influenza: la mindfulness. La mindfulness è uno stato mentale di
consapevolezza in ogni singolo istante, senza alcun tipo di giudizio su niente
o nessuno, una pratica simile alla meditazione che agisce riducendo la
reattività emotiva.
Pamela Hays ha quindi
organizzato i contenuti del libro sulla base di quattro passi principali, i
quattro segreti della felicità.
1. Il primo passo:
inoltrarsi sul cammino del benessere
2. Il secondo passo:
comprendere i propri stressor (agenti stressanti)
3. Il terzo passo:
usare i pensieri per sentirsi meglio
4. Il quarto passo:
passare all’azione
La psicologa svela ai
lettori come trovare la felicità attraverso le storie di Marisol, Sheldon e
Carol: tre personaggi alle prese con eventi stressanti. Ciascuno di loro sta
adottando specifici modi di pensare e di agire che aumentano lo stress, ma con
l’aiuto degli strumenti e delle strategie che operano cambiamenti sul pensiero
tutti e tre i protagonisti impareranno a riconoscere i propri schemi mentali
negativi, i pensieri, le convinzioni e le immagini nocive e quindi a
modificarli in qualcosa di diverso, che consentirà loro di costruire le basi di
un nuovo benessere. Questi cambiamenti li aiuteranno a intraprendere azioni
positive, basate su un miglioramento delle proprie situazioni di vita e dei
propri comportamenti, alimentando ulteriormente il loro stato di benessere.
lunedì 18 dicembre 2017
Come una mezzaluna nel sole di maggio. Ricognizione della poesia pugliese 1975-1994 (Fallone Editore)
Come una mezzaluna nel
sole di maggio. Ricognizione della poesia pugliese 1975-1994 è volume
antologico contenente i testi di diciotto poeti pugliesi nati tra il 1975 e il
1994, alcuni dei quali già consolidati a livello nazionale e altri ancora
inediti, censiti per generazioni: Gianpaolo Altamura, Francesco Cagnetta,
Attilio Cantore, Antonella Chionna, Giacomo Cucugliato, Michele de Virgilio,
Andrea Donaera, Lidia Fraccari, Simone Giorgino, Angela Greco, Gianluca Maria
Lacerenza, Gianpaolo G. Mastropasqua, Francesco Mola, Vito Russo, Carla
Saracino, Vanni Schiavoni, Ilaria Seclì, Salvatore Tafuro. Nell’immaginario
collettivo, ma anche in qualche misura nella realtà effettiva delle cose, il
poeta è notoriamente consacrato a una giovinezza prolungata, esente dalle
ordinarie classificazioni, dalle categorie socio-demografiche, quasi un animale
mitologico non trasmutativo, al punto da potersi consolidare ‘vecchio’ – e
dunque con una sua rilevanza – solo post mortem. Una mitografia che questo
lavoro tenta in parte di scardinare e lo fa iniziando da un territorio
circoscritto, la Puglia, particolarmente pregno di talento.
venerdì 15 dicembre 2017
A Natale noi de I Quaderni del Bardo Edizioni non vogliamo …
Non vogliamo porti
davanti a dubbi amletici di alcun tipo, ma sappiamo che è un fatto: alcuni di
noi hanno sviluppato una forte idiosincrasia al Natale e vivono dicembre stringendo
i denti e la cinghia, aspettando fiduciosi l’arrivo della Befana (che tutte le
Feste si porta via, urrà!), mentre altri ascolterebbero “Jingle bells”
sorseggiando dell’ottimo spumante 365 giorni all’anno.
Su http://www.iquadernidelbardoedizioni.it/
troverai il modo di essere altro, di essere altrove,
di essere oltre! Buona lettura con i
nostri libri
La danzatrice di Izu di Yasunari Kawabata. Traduttore: G. M. Follaco. Curatore: G. Amitrano (Adelphi)
La danzatrice di Izu
non è una vera love story, ma evoca una situazione tanto universale quanto vaga
e difficile da descrivere: il passaggio, nella giovinezza, di una possibilità
che accende l'immaginazione senza realizzarsi. Dalla postfazione di Giorgio Amitrano
«La danzatrice, che
giaceva proprio lì ai miei piedi, arrossì e si coprì il viso con le mani.
Divideva il futon con una delle ragazze più grandi. Era ancora truccata dalla
sera prima. Le restavano tracce di rosso sulle labbra e intorno agli occhi.
vederla appena svegliata, e così emozionata, mi diede una strana tenerezza.
Forse infastidita dalla luce, si girò dall'altra parte, quindi, con le mani
sempre sul viso, scivolò fuori dal futon e si sedette sul pavimento del
corridoio. "Grazie per ieri sera" disse, poi si inchinò con
delicatezza verso di me, che ero ancora in piedi, confondendomi.»
Scritto nel 1926 e
divenuto a partire dal dopoguerra immensamente popolare, "La danzatrice di
Izu" è la storia dell'iniziazione di uno studente che, per scacciare i
suoi «tormenti di ventenne», si mette in viaggio verso la penisola di Izu. Un
viaggio - nei colori autunnali di boschi incontaminati, catene montuose e
scoscese vallate - che lo segnerà per sempre, giacché, grazie all'incontro con
una giovane artista girovaga, scoprirà la pura bellezza. Kaoru ha lunghe gambe
che rendono il suo corpo simile a un giovane albero di paulonia, occhi
magnifici, e quando ride pare che sbocci: ma soprattutto colpisce in lei la
semplicità piena di stupore, il candore infantile nel mettere a nudo i
sentimenti. Effimera, evanescente, ineffabile nella sua assoluta naturalezza,
la bellezza è dunque - come ci rivelano due magnifiche conferenze del 1969 che
costituiscono il secondo pannello di questo libro - 'ichigo ichie', cioè incontro
unico e irripetibile, miracolosa combinazione di elementi insostituibili: come
il prezioso tè che viene raccolto nella prefettura di Shizuoka la
ottantottesima notte dopo l'inizio della primavera, capace di regalare eterna
giovinezza, lunga vita e salute. Scoprire e registrare fugaci momenti di
bellezza nell'arte, nella natura, nella vita di ogni giorno, e insieme la gioia
e il dolore che suscita la sua impermanenza è precisamente, per Kawabata, la
funzione della letteratura giapponese.
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