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giovedì 5 ottobre 2017
Una passeggiata nell'aldilà in compagnia degli antichi di Tommaso Bracciniì e Silvia Romani (Einaudi)
Migliaia di anni fa,
nel tempo del mito, Odisseo affonda l'ancora di fronte alla terra di nebbia dei
Cimmeri e si appresta a evocare le ombre dei trapassati. Da quel giorno, molte
navi, uomini, donne si sono affacciati sull'universo oltremondano dei pagani. Ne
hanno esplorato da vivi i confini, ne hanno sperimentato l'inesorabile
abbraccio dopo la morte. Una passeggiata nell'Aldilà ripercorre il viaggio di
queste anime, lasciando che la voce degli Antichi emerga senza filtri dalle
tenebre dell'Oltretomba, dalle isole chiare dei Beati, dalle profondità
insondabili del Tartaro: passi celebri e poco noti, frammenti di poesia e brani
in prosa, papiri e lucenti lamine d'oro si ritrovano uno accanto all'altra per
raccontare la storia di chi non c'è piú, ma anche una visione dell'Aldilà solo
apparentemente sconfitta dal tempo e dal trittico: inferno, purgatorio,
paradiso. Questo itinerario si apre con un «invito al viaggio»: un saggio a due
voci pensato per accompagnare per mano il lettore fra i meandri perigliosi dei
regni d'ombra e per restituirgli, vivida, una visione della morte che ancora
alberga, sotto traccia, nell'immaginario di ciascuno di noi. Due racconti
cornice – l'XI canto dell'Odissea e il VI dell'Eneide – incastonano questo
mondo fatto di squarci di luce, di dolore e di pianto, ma anche di
irresistibile comicità.
mercoledì 4 ottobre 2017
martedì 3 ottobre 2017
Contro l'odio di Carolin Emcke. Traduttore: L. Ferrantini (La nave di Teseo)
Un saggio provocatorio
e coraggioso che conferma Carolin Emcke come una delle voci più interessanti e
seguite del panorama europeo. Condannare l’odio e la violenza non è abbastanza.
Bisogna mostrare dove sarebbe stato possibile qualcosa di diverso, in che
momento si sarebbe potuto decidere diversamente, in che frangente qualcuno
sarebbe potuto intervenire, scendere dal treno. Descrivere con precisione il
corso dell’odio e della violenza vuol dire indicare il punto in cui ci sarebbe
stata la possibilità di interromperlo. Razzismo, fanatismo, sentimento
antidemocratico: il dibattito pubblico a cui partecipiamo è sempre più
polarizzato, dominato da un pensiero pronto a contestare le posizioni degli
altri, ma incapace di mettere in discussione le proprie. Carolin Emcke oppone a
questa omologazione la ricchezza di una società aperta a voci differenti: una
democrazia si realizza pienamente soltanto con la volontà di difendere il
pluralismo e il coraggio di opporsi all’odio. Con questi anticorpi possiamo
sconfiggere i fanatici religiosi e nazionalisti, che raccolgono consensi ma
hanno paura della diversità e della conoscenza, le armi più potenti che abbiamo.
lunedì 2 ottobre 2017
Dunkerque. 26 maggio-4 giugno 1940: storia dell'operazione Dynamo di Franco Cardini e Sergio Valzania (Mondadori)
«Alle 23.30 del 2
giugno, il capitano di vascello William Tennant trasmise il secco messaggio
"BEF evacuato" all'ammiraglio Bertram Ramsay, che dirigeva
l'operazione Dynamo dal castello di Dover. Si dichiarava in quel momento il
pieno successo della maggiore manovra anfibia mai realizzata fino ad allora.»
In pagine avvincenti
come un romanzo d'azione, Franco Cardini e Sergio Valzania ci raccontano come
si svolse l'operazione Dynamo: durante la Seconda guerra mondiale, in nove
giorni 180.000 soldati inglesi e 140.000 soldati francesi e belgi furono
evacuati dalle spiagge e dall'unico molo ancora operativo del porto di
Dunkerque, nel Nord della Francia, sotto il costante bombardamento
dell'artiglieria tedesca e della Luftwaffe. La decisione di abbandonare il
territorio europeo era stata presa dopo che il 20 maggio le avanguardie
corazzate tedesche avevano raggiunto la Manica nei pressi di Abbeville e
l'intero esercito belga, le due migliori armate francesi e il BEF (il corpo di
spedizione britannico) erano stati circondati, spalle al mare. Il loro destino
sembrava segnato: una disperata resistenza e poi - esaurite le munizioni, i
viveri e il carburante - la resa. Per riuscire in un'impresa di così vaste
dimensioni in un contesto tanto ostile, l'ammiragliato inglese ricorse alla
collaborazione di tutta la marineria portuale e da diporto britannica, che
partecipò con entusiasmo e spirito di sacrificio all'operazione Dynamo con ogni
tipo di imbarcazione disponibile, dando vita a una vera e propria epopea. Anche
se Churchill ebbe a dire che «non si vincono le guerre con le evacuazioni»,
l'operazione venne comunque valutata un grande successo, superiore alle più
rosee aspettative coltivate dal governo britannico nel momento in cui era stata
decisa. I circa 240.000 inglesi inquadrati nelle sette divisioni che
componevano il BEF costituivano infatti l'intero esercito inglese per quanto
riguardava gli ufficiali, i sottufficiali di carriera e i soldati volontari. La
loro perdita avrebbe forse privato la Gran Bretagna della possibilità di
continuare da sola la guerra, dopo il collasso della Francia, dato che le
sarebbero mancati i quadri di comando e gli istruttori per organizzare un
esercito da opporre alle truppe dell'Asse. Quattro anni più tardi, con lo
sbarco in Normandia, il 6 giugno, le truppe britanniche metteranno di nuovo piede
in Europa per combattere i tedeschi e concludere vittoriosamente la Seconda
guerra mondiale.
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