Una fuga contro il
tempo nella Milano degli anni Settanta. “Lucio mi ha lasciata. Due giorni fa.
Gestisce il collettivo del liceo. Stamattina alle otto e mezza ha organizzato
un’assemblea in aula magna, dovevano mettere ai voti l’occupazione, e allora io
volevo fargliela pagare. Non doveva lasciarmi, allora con Renata stamattina ci
siamo trovate al bar e mentre lei distraeva il barista io mi sono messa a fare
quella chiamata. C’è una bomba, ho detto. Ho recitato bene. Sono arrivati i
poliziotti e hanno fatto sgomberare la scuola. Hanno mandato a puttane
l’assemblea, vaffanculo, così si impara a lasciarmi, quello stronzo! Ma poi
qualcosa è esploso. C’era davvero una bomba!”
IL LIBRO - Milano 1978.
Alice, 17 anni, capelli biondi e giacca a vento azzurra, chiama la polizia per
vendicarsi del fidanzato che l'ha appena lasciata: “C'è una bomba al liceo
Beccaria nell'aula magna!”. Lo dice con voce cattiva e tranquilla, come ha
provato tante volte nella sua stanza sotto il poster del suo calciatore
preferito. Ma il più classico degli scherzi telefonici diventa l'inizio di un
incubo. Perché la bomba c'è davvero ed esplode. Nella sua fuga, Alice, creduta
ormai una terrorista, incrocia la strada di Ennio Vara, spilungone fotofobico
con la faccia da buono che continua a fare cose che non dovrebbe, visto che già
una volta l'hanno messo nei guai. Ennio vuole solo rigare dritto per non finire
di nuovo in gattabuia, ma i guai, si sa, vengono sempre a multipli di tre. La
sua 127 ancora da pagare è il mezzo in cui si nasconde la piccola Alice nella
sua fuga. La ragazza ha solo una possibilità: scoprire chi ha messo quella
bomba. Ci riuscirà prima di essere catturata? Colpo di scena dopo colpo di
scena, il nuovo romanzo di Riccardo Besola è un libro che non si riesce a
mettere giù, con una galleria di riuscitissimi personaggi che si guadagnano il
loro spazio nella memoria: la feccia del bar Minerva, la dolce Marisa Galli che
rapisce il cuore di Ennio, il commissario Argento e la sua lotta contro il
tabagismo.