In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei - As an Amazon Associate I earn from qualifying purchases
Cerca nel blog
martedì 7 marzo 2017
Isola dei famosi 2017, il coming out di Eva Grimaldi: ‘Con Imma Battaglia l’amore a 50 anni’ – Tvzap
Isola dei famosi 2017, il coming out di Eva Grimaldi: ‘Con Imma Battaglia l’amore a 50 anni’ – Tvzap
Il tribunale del Duce. La giustizia fascista e le sue vittime (1927-1943) di Mimmo Franzinelli (Mondadori)
«Rammento le notti
passate a Regina Coeli in attesa del processo. Tutte le sere prima di
addormentarmi dicevo tra me: quando il presidente avrà terminato di leggere la
sentenza e avrà pronunciato la condanna io devo gridare "Viva il
socialismo e abbasso il fascismo".» - Sandro Pertini
Novant'anni fa, il 1°
febbraio 1927, s'insediava a Roma, nell'Aula IV del Palazzo di Giustizia, il
Tribunale speciale per la difesa dello Stato, un organo composto da magistrati
e giudici in camicia nera reclutati tra gli squadristi. Mussolini, dopo il discorso
del 3 gennaio 1925 e l'introduzione delle «leggi fascistissime» - che avevano
soppresso la libertà di stampa, di associazione e il diritto allo sciopero -,
mostrava il suo vero volto, quello di un dittatore disposto ormai a tutto. Per
i nemici del regime, ma anche per i semplici cittadini che osavano criticarlo,
non c'era più spazio per il dissenso. Anzi, non c'era più spazio per la
libertà. Agli imputati, condotti di fronte alla corte e rinchiusi in un
gabbione, non rimaneva che attendere il verdetto: d'altra parte, come potevano
difendersi se l'istruttoria era segreta? Fino al luglio 1943 la magistratura,
sottoposta agli ordini del duce, processerà migliaia di oppositori politici
(tra loro, Antonio Gramsci, Umberto Terracini, Altiero Spinelli, Sandro
Pertini, solo per citarne alcuni) e persone comuni, accusate di spionaggio,
contrabbando valutario, mercato nero... Le condanne a morte, mediante
fucilazione alla schiena, saranno un'ottantina. Eppure, la storia del Tribunale
speciale dello Stato è rimasta sostanzialmente sconosciuta. Poco studiata.
Persino l'imponente biografia mussoliniana di Renzo De Felice, punto di
riferimento irrinunciabile per chiunque si occupi del Ventennio, gli dedica
meno di due pagine. Il libro di Mimmo Franzinelli, basato su fonti d'archivio
sinora inesplorate, riempie questo «vuoto», e lo fa documentando attività e
funzioni del Tribunale, svelando l'intreccio tra persecutori e perseguitati,
raccontando i segreti, assai poco commendevoli, della magistratura di regime:
gli scandali su cui fu imposto il silenzio, le ruberie dei giudici, la
corruzione degli avvocati, le sentenze palesemente truccate, la terribile
situazione in cui vennero a trovarsi le donne, vittime di una giustizia
ferocemente maschilista (il solo essere figlia, sorella o moglie di un
sovversivo comportava l'arresto, senza riscontri oggettivi di reato). Ma
Franzinelli dedica pagine efficaci, ricche di dettagli e informazioni, anche ad
altri aspetti, non meno inquietanti, dell'intera vicenda, come il potenziamento
del Tribunale speciale durante la seconda guerra mondiale e, soprattutto, il
colpo di spugna che dopo il 1945 «perdonerà» quasi tutti i responsabili. In
nome della continuità dello Stato, si doveva archiviare (e dimenticare) un
passato troppo scomodo.
lunedì 6 marzo 2017
La Custodia del senso. Necessità e resistenza della poesia di Jean-Luc Nancy . A cura di Roberto Maier (EDB)
Jean-Luc Nancy esplora
il mistero della poesia, la singolarissima dinamica attraverso cui, nel tessuto
difficile del testo, si dà un accesso al senso. Di fronte alla pretesa
scientifica di un’illimitata approssimazione al vero, di fronte alla
conversazione infinita della filosofia, la poesia resiste alla dismisura del
discorso. Il poetico è allora la possibilità della lingua di dire in modo
esatto, di sottrarsi alla chiacchiera, di custodire il senso sulla soglia del
silenzio. Per questo la poesia è così necessaria (e al contempo così difficile)
in un’epoca che si scopre, più di altre, esposta alla chiacchiera. In questo breve saggio e nel dialogo con il
poeta Pierre Alféri, figlio del filosofo Jacques Derrida, – testi entrambi
tradotti per la prima volta in italiano – Nancy si interroga su cosa sia il
poetico e sui motivi della sua caparbia resistenza nel discorso umano.
Jean-Luc Nancy,
professore emerito all’Università di Strasburgo, è tra le figure di maggior
rilievo nel panorama filosofico internazionale. Ha insegnato anche a Berkeley,
Berlino, Irvine e San Diego. Tra i suoi libri pubblicati in Italia, Essere
singolare plurale (Einaudi 2001); La creazione del mondo (Einaudi 2003); i due
volumi Decostruzione del cristianesimo (Cronopio, 2007-2012); Sull’amore
(Bollati Boringhieri 2009), Politica e «essere con». Saggi, conferenze,
conversazioni (Mimesis 2013); Prendere la parola (Moretti&Vitali 2013). Con
EDB ha pubblicato Non toccarmi. Maria Maddalena e il corpo di Gesù risorto
(2015).
venerdì 3 marzo 2017
“La contadina furba nell’abito della felicità” performance di poesia di Alessia Bronico e Bartolomeo Smaldone al Fondo Verri di Lecce. Presenta gli autori Gianpaolo Mastropasqua
Oggi Venerdì 3 marzo al
Fondo Verri, dalle 19.30,“La contadina furba nell’abito della felicità”
performance di poesia di Alessia Bronico e Bartolomeo Smaldone dove "I
veri protagonisti sono gli oggetti, disposti sulla scena come indizi; come a
dire: per me si va". Presenta gli autori Gianpaolo Mastropasqua.
Il titolo della serata
fonde insieme quelli di due raccolte di versi edite da Lieto Colle: “La
contadina furba” di Bartolomeo Smaldone (nato ad Altamura nel 1972) e “L’abito
della felicità” silloge di esordio di Alessia Bronico (nata ad Atri in
provincia di Teramo, nel 1981).
Si legge su
“cartesensibili.wordpress.com”: “La contadina furba, ovvero il sassolino
ridotto in polvere che trovò dimora in una scarpa fuori moda”, si snoda nelle
pagine in titoli che sono essi stessi brevissimi racconti e in piccole verità.
Bartolomeo è figura saggia, è Mentore che guida Telemaco, è una voce che dice e
descrive piccole realtà: «perché la verità è un buon affare/ e il mentore
conosce le intenzioni/ e tutti lo temono per questo». Tutti temono i poeti, li
temono perché ascoltarli è epifania, rivelazione e gli uomini spesso non sono
pronti al cambiamento. «Il punto è questo:/ attieniti a una certa rilevanza/
mai a quel che sembra»: tu lettore scava a fondo, sradica le parole dal foglio
e lasciale vivere, chiediti “sono io?”, perché in ogni rigo, in ogni a capo, in
ogni virgola potrebbe nascondersi anche una parte di te, il sassolino che era
nella tua scarpa. Sono io che nasco e muoio, che sono sotto accusa, che mi
libero dalla colpa, che mi carico del senso di colpa? Sono io che leggo, mi
leggo tra questi versi? Chieditelo lettore: «Teoricamente non esistono limiti
alla simbologia dei doni né al senso delle parole».
Scrive Renzo Paris
presentando “L’abito della felicità” di Alessia Bronico: "Il poeta
'rammenda' ricordi, giochi ciechi. Attorno ad abiti, scarpe e pelle di giorni
vissuti in amore su spiagge e fieno con un amante che però resta muto, anche
quando gli chiede perplessa: 'che dici?'. 'Danzo movimenti tra me' canta un
verso e di seguito: 'amare quando non si può amare'. A ben vedere la poesia
circuisce un'ombra che si fa vestito, scarpe e diventa man mano oggettiva. Sul
più bello appaiono versi in francese, lingua amorosa quante altre mai. Compare,
a dilatare il tempo, anche Brigliadoro e gli amanti, nel loro urto, si sfilano
elmi, come nella leggenda di Tristano e Isotta. L'amore in questi versi si fa
parola scritta, eco lontana, intermittenza del cuore, 'niente urge più
dell'amore'. Alessia Bronico scrive dunque versi colti, con l'aria distratta e
ellittica, pur sempre riferiti all'amore fisico, a un afrore appena accennato,
a un 'tremore mitigato'. Ecco che allora la felicità è trascorsa e la poesia
può soltanto rievocarla, magari in 'Oleandri', che mi pare il testo suo più
bello".
Ritorno da te di Jennifer L. Armentrout. Traduttore: V. S. Ghiorzi (Nord)
Ivy sarà costretta a
fare una dolorosa scelta: mentire all'uomo che ama e mettere in pericolo tutto
ciò per cui hanno lottato insieme, o sacrificare se stessa per la salvezza del
mondo intero? "Tu credi di avermi salvato, invece hai scritto la mia
condanna…
Ivy Morgan pensava di
avere tutto sotto controllo, di aver eretto una barriera impenetrabile tra sé e
il resto del mondo. Ma le sue difese sono crollate nel momento in cui ha
incontrato Ren Owens. Coi suoi profondi occhi verdi e il sorriso da sbruffone,
Ren ha fatto breccia nel cuore di Ivy, conquistandosi la sua fiducia. Anche
perché, con lui, Ivy può finalmente condividere ogni aspetto della sua vita:
Ren infatti è membro dello stesso, antichissimo Ordine di cui fa parte lei,
perciò capisce bene cosa voglia dire passare le giornate fingendo di essere una
ragazza come tante e le notti a combattere contro il Male che si cela tra le
strade di New Orleans. Però tutto cambia quando Ivy scopre un segreto sulle
origini della sua famiglia, un segreto che non può rivelare a nessuno, neppure
a Ren. Perché, se lui ne venisse a conoscenza, dovrebbe ucciderla. Ben presto,
quindi, Ivy sarà costretta a fare una dolorosa scelta: mentire all'uomo che ama
e mettere in pericolo tutto ciò per cui hanno lottato insieme, o sacrificare se
stessa per la salvezza del mondo intero…
giovedì 2 marzo 2017
Così parlò Monicelli. Curatore: A. Antonelli (Edizioni dell'Asino)
A cento anni dalla
nascita di Mario Monicelli, abbiamo voluto ricordarlo con una piccola antologia
di citazioni da scritti e interviste. Monicelli è stato l'autore più importante
nel filone della "commedia all'italiana", a cui ha dato titoli indimenticabili
mostrando al paese i suoi pregi e i suoi difetti: il carattere e i costumi dei
suoi abitanti, le nostre ipocrisie, le nostre menzogne. Gli amici del regista
hanno voluto raccogliere, grazie ad Anna Antonelli, le sue battute e i suoi
giudizi più acuti, le sue osservazioni sul cinema e sul paese. Nel lungo
trentennio - dagli anni Ottanta del vecchio secolo alla fine degli anni zero
del nuovo (gli anni "berlusconiani") - che ha aperto la nostra epoca
di conformismo e complicità, Monicelli è diventato suo malgrado un punto di
riferimento militante e appassionato per tanti di noi e per tanti giovani. Ha
indicato, senza mezzi termini, le colpe e le correità della vita civile e
politica, esprimendo opinioni coraggiosamente controcorrente, sempre più acute
e sempre più amare.
mercoledì 1 marzo 2017
Un' idea del mondo. I grandi reportage Norman Lewis. Traduttore: L. M. Pignataro (EDT)
Venti tra i migliori
racconti di viaggio e reportage di Norman Lewis, scelti dall'autore stesso fra
le centinaia di pagine scritte per i grandi giornali inglesi e americani fino
al 1986. Maestro di eleganza e di varietà, Lewis ci porta dove mai avremmo pensato
di arrivare: seduti a fianco di un vecchio Ernest Hemingway dallo sguardo
sospettoso e affranto; faccia a faccia con il boia di Fidel Castro all'Avana
per ascoltare le sue confessioni e le sue utopie; nel ventre di una nave
militare che porta verso l'Unione Sovietica un battaglione di Cosacchi
condannati alla fucilazione; alla corrida nella Spagna postfranchista; in quel
vortice vitale napoletano di cui Lewis aveva già scritto con passione; sulle
montagne della Barbagia o fra i pescatori di una arcaica, affascinante e oggi
irriconoscibile Ibiza. Al centro di questo florilegio avventuroso, il famoso
reportage del 1969 sul genocidio degli indios brasiliani e sulla distruzione
della foresta amazzonica: lo scandalo che l'inchiesta di Lewis destò nell'opinione
pubblica fu tale da dare luogo a un vasto movimento internazionale di protesta
e da gettare le basi per la creazione di Survival International, l'associazione
con sedi in oltre 70 paesi che da anni si batte per veder riconosciuti i
diritti delle popolazioni tribali. Chi conosce lo spirito di Norman Lewis non
si stupirà forse del fatto che egli ritenesse questo, più di ogni meravigliosa
pagina pubblicata, il più grande successo della sua vita professionale.
Iscriviti a:
Post (Atom)
I prodotti qui in vendita sono reali, le nostre descrizioni sono un sogno
I prodotti qui in vendita sono per chi cerca di più della realtà
Cerca nel blog
Tamagotchi
PUBBLICITA' / ADVERTISING
-
E’ accaduto già con un altro caso letterario: il “Necronomicon” di Howard P. Lovecraft. Il dibattito ancora oggi tutt’altro che conclu...
-
Di cosa siamo veramente responsabili? Qual è il margine di libertà delle nostre azioni, anche di quelle che crediamo dipenda...
-
Il movimento MODERATI 2.0 PER LE LIBERTA’ trae le sue origini dalla rete e si riallaccia al movimento politico internazionale pirata...