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lunedì 11 luglio 2016
sabato 9 luglio 2016
Il 16 luglio a Lecce si parlerà del Re del Mondo in un seminario a cura del Prof. Luigi Pruneti
La prima su territorio italiano “ LIBERA UNIVERSITÀ
ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI ACHILLE D’ANGELO - GIACOMO CATINELLA “ – FACOLTÀ
DI SCIENZE TRADIZIONALI ED ESOTERICHE, DIPARTIMENTO UNIMOSCOW, nata su
iniziativa dell’Ordo Equestris Templi Arcadia, e l’Imperial Academy Of Russia
Saint Nicholas Moscow University, organizzano un grande evento con il
seminario dal titolo IL RE DEL MONDO che si terrà a partire dalle 18,30 presso
la sala conferenze dell'Hotel Leoni di Messapia (Strada Provinciale
Lecce-Cavallino, 32, 73100 Lecce, LE) e sarà tenuto dal celebre Prof.
Luigi Pruneti.
Il nostro mondo sempre più complesso e liquido,
sopravvive grazie a delle regole, principi, leggi sociali, economiche,
politiche che permettono a grandi linee la sopravvivenza dignitosa e pacifica
del genere umano. Ma chi stabilisce cosa, e come, in quali sedi. Esistono
centri di potere che guidano in altri modi e da altre “dimensioni” le nostre
vite? Come arrivare a comprendere i piani di queste menti illuminate che
reggono i nostri destini. Chi è il Re del Mondo che tutto sa e governa ? Esiste
davvero la mitica Aghartha o Agarthi – regno sotterraneo dove perfezione,
bellezza, pace e amore regnano sovrane e dove il Re del Mondo
sorveglia vigile sulla nostra realtà, sulle nostre vite al riparo da
occhi indiscreti? Tutte le culture, le tradizioni folkloristiche, le correnti
gnostiche ed esoteriche ne parlano, anche se con nomi e forme differenti, da
René Guénon, Alexandre Saint-Yves d'Alveydre sino a Ferdynand
Ossendowsky. Il prof. Luigi Pruneti, docente, saggista, scrittore di
chiara fama, affronterà in questo singolare ed imperdibile incontro seminariale
il tema appunto del Re del Mondo facendo notare come nel corso della Storia e
delle tradizioni, il Re del Mondo sia stato identificato anche come il Prete
Gianni - sovrano e sacerdote d'Oriente (forse indiano o etiope) – oppure come
un avo dei Re Magi, oppure ancora come un alleato di Genghiz Khan. Il mito
rimane e le fonti letterarie, storiche, esoteriche e religiose sono numerosissime.
Si legge nel libro di Luigi Pruneti dal titolo “Il mistero del Re del Mondo e
della mitica Agharta” edito da La Gaia Scienza di Bari: “Un discendente dei Re
Magi, un alleato di Genghiz Khan, un gran principe indiano o etiope, o un
potente vescovo nestoriano sovrano di un mondo inaccessibile traboccante di
favolose ricchezze? Chi è, dunque, quel misterioso Re del Mondo, il Re –
Sacerdote “Maestro di Giustizia”, che regge il destino dei mondi dagli
immateriali palazzi dell’invisibile di quel celeste reame dell’oriente
sotterraneo sospeso tra cielo e terra, tra enigmatiche leggende e simboli di
una tradizione spirituale e centrale perduta? Sulle tracce sapienziali di
Guénon, lungo le orme ispiratrici di altri prima di lui, su e giù per
sovramondi e sottosuoli inesplorati dell’altrove, e più innanzi ancora,
l’Autore ci conduce attraverso il tempo mitico della conoscenza sovra –
razionale, in un viaggio argonautico di “archeologia dello spirito”. Una
ricerca per stupefacenti mappe filosofiche di quell’ignoto “Centro spirituale”,
l’inaccessibile Agharta ai confini del Paradiso terrestre, il leggendario Prete
Gianni, la sacralità del concetto di imperium, l’assiale Albero sacro; tra
invisibili passaggi a più alta comprensione dei simboli della conoscenza
reintegrativa: vera opera trasmutatrice tra viscere minerarie e intelletto di
gloriosa luce”.
Luigi Pruneti nasce a Firenze dove studia e si laurea
in materie letterarie per poi specializzarsi in discipline storiche. Nel 1977
scrive, in collaborazione con T. Panaro, Opposizione religiosa nel Medioevo;
questo suo primo libro ottiene, due anni più tardi, il Premio “Portovenere –
Montefinale” di saggistica e giornalismo”. Inizia così una lunga attività di
scrittore che vede la pubblicazione di 25 opere. Inoltre suoi contributi sono
presenti in 51 collettanee, alcune delle quali da lui curate. A questa
occupazione affianca quella di docente e di giornalista pubblicista.
Attualmente è direttore responsabile del trimestrale “Officinae”. Oltre a
studiare la storia della massoneria, s’interessa di simbologia ed ermeneutica
del simbolo, di esoterismo, di storia delle tradizioni popolari, di storia regionale,
di geografia storica. Negli ultimi anni si è pure dedicato alla narrativa
scrivendo prima la novella Una piccola magia e quindi Memorie di Atlantide, una
raccolta di racconti fantastici dai significati simbolici. Ha partecipato, in
qualità di relatore, a circa ottanta congressi, molti dei quali a carattere
internazionale.
Fa parte: E’ direttore responsabile del trimestrale
“Officinae”. E’ membro del Comitato scientifico della Casa Editrice « La Gaia
Scienza » di Bari. Dirige la collana di studi massonici “Ouroboros” della Casa
Editrice “La Gaia Scienza” di Bari. Suoi libri sono stati pubblicati anche
dalla nota casa editrice Mondadori. E’ membro del Comitato scientifico del
periodico “Anthropos & Iatria Rivista Italiana di Studi e Ricerche sulle Medicine
Antropologiche e di Storia delle Medicine”. Fa parte della Società Italiana Per
I Beni Culturali. Fa parte dell’ Imperiale Accademia di Russia – Studiorum
Universitas Sancti Nicolai. Fa parte dell’Institut d’Etudes et de Recherches
Maçonniques. Fa parte di S.F.E.R.E. Societé Française d’Etudes et de Recherches
sur L’Ecossisme (Membre à vie). Fa parte del Centro per gli Studi di Storia
della Massoneria Spagnola, Università di Saragozza. E’ Presidente Onorario
dell’Associazione Dimore San Giovanni Onlus di Torino Fa parte Centre of
Research into freemasory – University of Sheffield (UK). Fa parte della
Commissione per I diritti dell’Uomo patrocinata dalla Gran Loggia di Francia. E’
socio della AISPES “Associazione Internazionale per lo Studio del Pensiero
Esoterico e Simbolico”. E' membro del Comitato Scientifico della Fondazione
Allori. E' membro del Comitato Scientifico dell'EURISPES (Istituto di Studi
Politici, Economici e Sociali).
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venerdì 8 luglio 2016
giovedì 7 luglio 2016
mercoledì 6 luglio 2016
martedì 5 luglio 2016
lunedì 4 luglio 2016
U vizzje a morte. Il vizio della morte. Poesie 1997-2009, d'Assunta Finiguerra, a cura di Roberto Pagan e Rosangela Zoppi (Cofine). Intervento di Nunzio Festa
Se giugno quest'anno si chiude col magnifico sublime e
impareggiabile omaggio alla nostra poetessa Assunta Finiguerra, insomma con la
conclusione del Premio "Isabella Morra" 2016 dedicato proprio
all'autrice di San Fele, con riconoscimento della critica tra l'altro assegnato
alla romana Annamaria Feramosca firmataria di "Piccolamara (In lode di Assunta
Finiguerra)", qualche mese prima in libreria arrivavano già gli inediti
d'Assunta. "U vizzje a morte", infatti, ha data che porta qualche
mese prima della manifestazione, ed è un'opera davvero imperdibile sia per i
'cultori' della poetessa, sia per chi "in genere" ama la vera poesia,
i versi puri. Questo libro di poesie di Assunta Finiguerra, in dialetto
sanfelese, articolato in due sezioni, riunisce parte degli inediti dal 1997 al
2003 e parte di quelli dal 2004, anno della scoperta della malattia, al 2009,
anno della morte. Le poesie sono raggruppate in raccolte come le aveva
suddivise l'autrice. La scelta dei testi da pubblicare è basata essenzialmente
su un criterio estetico: quello di privilegiare, nell'ambito della visione e
dello stile inimitabile e personalissimo della poetessa, i caratteri di
coerenza e di omogeneità nell'ideazione e nella scrittura. I libri di
Finiguerra c'avevano già insegnato tanto. Quando, poi, avemmo l'onore qualche
anno fa d'averla a Matera nella giuria del Premio letterario "La città dei
Sassi" organizzato da associazione e rivista Liberalia, come evocato fra
l'altro tanto da Pagan quanto da Zoppi nelle loro righe di premessa e
presentazione del volume capimmo l'umanità d'una poetessa in lotta e in quiete
con la morte. La voglia di comunicazione. Di relazione. Delle descrizioni di
descrizioni di Zoppi, poi, c'aiutano a sperimentare nel presente quel rapporto
fra il luogo natio e la poetica d'Assunta: "(...) San Fele aveva anche
instillato nel suo animo quel senso di pauroso, di magico, di superstizioso,
che la induceva a guardare sotto il letto la sera, prima di coricarsi, per
accertarsi che nnon vi fossero nascoste strane presenze pronte a turbarle il
sonno. E ancora paesane e tipicamente meridionali erano quelle pratiche
stregonesche che la notte tra il 23 e il 24 giugno, festa di San Giovanni, la
spingevano a mettere fuori dalla finestra un bicchiere colmo a metà di acqua in
cui aveva fatto cadere l'albume di un uovo o di un piccolo cardo bruciacchiato
alla base". Quando ho chiuso a stampa il saggio breve "Lucania senza
santi. Narrativa e poesia della Basilicata", disconoscevo dell'esistenza
di questa mole custodita di materiale allora inedito. Adesso, per fortuna, d'una delle maggiori penne
dialettali della letteratura italiana possiamo sapere perfino quando e quanto
"Me stache allunduananne da stu munne / cu na rassegnazione ca spavende /
me sembre quase n'àlete de viende / te daje piacere cume na carezze // e guarde
ndò giuardine u cerasiedde / ca me vestije de janghe a primavere / re luatte /
appene munde ndò becchiere / è nu recorde sembe cchiù lunduane". In quel
latte di ricordi e attaccamenti per esigenza alla fede, Finiguerra finge di
rassegnarsi. E noi, mai dovremmo rassegnarci invece a scordarla.
venerdì 1 luglio 2016
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