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martedì 21 gennaio 2014
lunedì 20 gennaio 2014
Immaginare altre vite. Realtà, progetti, desideri di Remo Bodei, Feltrinelli 2013. Intervento di Alessandra Peluso
Immaginare altre
vite, desiderare di identificarsi in miti e avere la presunzione di conoscere
la direzione degli eventi è oggi una realtà oltre che un'esigenza di ogni
essere umano per sfuggire ad una sorta di
confinata esistenza.
Remo Bodei in “Immaginare
altre vite. Realtà, progetti, desideri” compie un'analisi dettagliata di
come dal passato sino ad un presente attuale esista l'impellenza di avere dei
modelli ai quali ispirarsi, sovrani, santi, poeti, filosofi fino alle celebrità
che durano un periodo, come meteore passano, per ritrovarsi poi in un'identità
che non è la propria ma risulta un ammasso, un “ibrido” di più soggetti che si
imitano o si inventano.
È una datità che
rende ancora più incerto e provvisorio il presente.
«Nella modernità vi
è un'inflazione di eroi, ma essa è dovuta anche al fatto che il grande bisogno
di eroi, di simboli viene soddisfatto da esibizionisti egocentrici e da
perfetti sconosciuti che non hanno fatto nulla per il bene degli altri e che
non hanno nulla da dare o da insegnare, ma che dominano ogni canale di
informazione accessibile». (p. 125). Oggi le icone - ribadisce Bodei - non sono
quasi mai eroi di libertà, ma icone di bellezza, di forza, di esposizione del
corpo, di potere, perciò immagini effimere. Ecco che l'io rischia di perdersi e
di non conoscere la propria identità, si attua così l'uno, nessuno, centomila,
la molteplicità di identità descritte da Pirandello e pertanto la conseguente
caduta di certezze che conducono alla crisi stessa dell'identità e alla spersonalizzazione dell'io.
L'autore espone in
modo chiaro ed esaustivo la questione delle vite immaginate dal primo capitolo,
alla genealogia della gloria, a celebrità, alla necessità di contare,
affermarsi, farsi vedere sino all'ultimo capitolo nel quale presenta le
esistenze provvisorie.
Occorre comprendere
che “abbiamo un tempo sincopato” tagliato in due da una cesura che separa la
fase della prima crescita immemore e irriflessa da quella della presa di
coscienza e del dispiegarsi della memoria”. (p. 10).
“Immaginare altre
vite. Realtà, progetti, desideri” di Remo Bodei apre uno scenario vasto e
trattato con consueta puntualità da ogni aspetto sociale, politico, filosofico,
economico, culturale che induce alla riflessione attenta di un'identità - la
nostra - che rischia di frantumarsi,
perdersi se non costruita su basi solide. È necessario prendere consapevolezza
di sé, essere sicuri delle proprie possibilità e guardare ad orizzonti più
vasti assumendo punti d riferimento di valore, altrimenti si rischia di
capitare come l'uomo dissoluto che possiede vasi bucati.
Geniale metafora che
l'autore prende in prestito da Platone: «La vita di un uomo temperante e quella
di un uomo dissoluto possono essere paragonate alle situazioni di due uomini
che possiedono molti vasi pieni di latte, miele … entrambi possiedono liquidi
preziosi reperibili solo a grandissima fatica, solo che il secondo ha vasi guasti
e pieni di buchi, ed è costretto a rabboccarli continuamente … In queste
condizioni - chiede Socrate nel Gorgia - ti pare che la vita dell'uomo
dissoluto sia più felice di quella dell'uomo temperante?». (p. 87).
Bodei pone
interrogativi indispensabili nella natura del filosofo e dell'uomo in quanto tale perché si possa
essere in grado di comprendere che non esistono condizioni di certezza, la vita
è provvisoria così la storia, non si può prevederla né tentare di lasciarsi
andare a inutili profezie.
“L'inevitabile non
accade mai, l'inatteso sempre” (Keynes) ed è per questo che ogni individuo deve
impegnarsi a vivere la propria vita cercando non miti precari ma punti di
riferimento sicuri che esprimono valori di libertà, di difesa della patria, di
rispetto della vita, dignità, forse spesso declassati a valori minori.
L'imperativo sembra essere di prender consapevolezza di sé, evitando di
conformarsi a culture narcisistiche ed egoiche.
Ora più che mai si
ha bisogno di filosofia e Remo Bodei ne è consapevole, insistendo sul compito
attuale del filosofo che deve chiarire, portare chiarezza, luce nell'oscurità
come la lanterna di Diogene, o la metafora della caverna di Platone o ancora lo
Zarathustra di Nietzsche.
Questa la principale
responsabilità del filosofo: anziché immaginare altre vite, si deve cercare di
vivere la propria - unica e sola - con forsennata autenticità.
Alfabeto brasileiro. 26 parole per riflettere sulla nostra e l'altrui civiltà di Angelo D'Orsi, con un fotoreportage d'Eloisa D'Orsi (Ediesse). Intervento di Nunzio Festa
In piena onestà, a parte alla
fama dell'autore d'"Alfabeto brasileiro", perché sicuramente ammiro,
stimo e seguo (per quel che m'è possibile), lo storico e saggista Angelo
D'Orsi, ultimo e più intransigenti degli studiosi ed esperti di Gramsci - prima
di tutto -, a stimolare il vivo e sincero interessamento a questo libro è stata
la lettura del "Faccia al muro" dello scrittore Cesari Battisti; ché
la sua lettura, romanzata certo, ma per sempre realista e intransigente, del
Brasile m'è rimasta conficcata nel petto - facendo gioco come la punta d'un
uncino sul corpo impotente d'una balena. E avevo voglia di capir meglio quella
terra lontana. E la lettura, possiamo subito dire, oltre che ovviamente
stimolante, è stata grandemente arricchente. Il professore di Storia del
pensiero politico dell’Ateneo torinese non redige l’ennesima guida che magari
serva per invogliare il lettore a partire immediatamente per il Brasile,
quanto, piuttosto, a invitarlo a riflettere sulla complessità brasiliana e
sulle sue contraddizioni. Dagli scritti raccolti, pubblicati in precedenza a
puntate e in altra forma prima sul Manifesto tra agosto e settembre del 2012,
per far cosa più puntuale, abbiamo quindi estratto 12 parole a nostro modo
emblematiche. Con l’intento di spiegare sinteticamente temi e importanza
dell’Alfabeto. Dunque buone loro, a descrivere già loro stesse insomma, questo
immenso Paese che (riprendiamo dalla prefazione dello stesso D’Orsi), “è
America, ma è Africa, Europa, ma è pure la terza nazione”: “è il paese degli
eccessi, il luogo degli opposti: grande e ricco, povero e desolato, sulla via
della crescita e immobile, industriale e rurale”. Ma subito, prendiamoci l’A di
‘acqua’. A ragione del primo contrasto. Ché il Brasile è uno spazio illimitato
sul quale si trova abbondanza d’acqua, appunto, insieme a vaste zone piene di
scarsità della risorsa primaria. Però un altro problema nel problema sarà
sicuramente rappresentato dalla costruenda diga di Belo Monte: che ammazzerà
popolazioni e distruggerà natura. A favore dell’industrializzazione (se per
Lenin era necessaria l’elettrificazione, per Lula, Dilma ecc.: serve lo
sviluppo a tutti i costi, e basta). La D di ‘domingo’ racconta che in Brasile
la settimana comincia dalla domenica, invece che dal lunedì. Ma il punto
centrale del libro è, sicuramente, la E di ‘economia’; guardando ai piccoli
successi del presidente Lula, epperò con gli occhi sconvolti dalla crescita
delle disuguaglianze e del divario fra ricchi e poveri; compresa la presenza
costante delle favelas agganciate ai palazzoni delle megalopoli crescenti
proprio in altezza e consumismo: “In fondo alla scala del Brasile di oggi ci
sono i Sem terra, i contadini non proprietari” (…). Mentre galoppa “una sorta
di ‘soluzione finale’, verso gli indigeni”. Perché la H di “historia” si
ripete. I perseguitati son sempre gli stessi. E di certo non basterà rifarci la
vista col capitolo dedicato alla I di ‘italianos’, scritta per ricordare di
tutta la componente italiana arrivata in Brasile da secoli, dal Veneto come dal
Sud. A sognare, se non la P di ‘Progresso’, almeno una sopravvivenza più
dignitosa che in Italia. Eppure oggi “le protezioni accordate ai ricchi, troppo
spesso sono negate ai poveri. Il progresso non è uguale per tutti, neppure in
Brasile”. Ci vorrebbe la Q di ‘quilombo’ o proprio la Z di ‘zumbi’. Eroe
battagliero, rivolta contro il dominio. Non basta, insomma, la S di ‘samba’.
Cosa che si comprende ancor meglio approfondendo la T di ‘terra’, a sua volta
strettamente legata alla V di ‘violenza’. Fatto questo volo d’uccello, poi,
ecco le indispensabili e fornite bibliografia e sitografia. Prima dell’altro
viaggio, quello compiuto e restituitoci dalla più giovane Eloisa, che già nel
2013 aveva scattato fotografie di vita brasiliana: “Questi frammenti di un
diario di viaggio sono il frutto di un lungo peregrinare quella sequenza di
incommensurabili distanze che è il Brasile”, narrerà allora, con una formula
impeccabile, Eloisa D’Orsi. Pur chi non si trova nelle condizioni di prenotare
immediatamente un aereo per il Brasile, sappia tutto quel che, diciamo con tono
un po’ aulico ma sempre serio e condizionato dalle doti del libro d’Angelo
D’Orsi, è giusto sapere. Specie se s’assorbe a mo’ d’unica informazione il
resoconto superficiale e irrispettoso di tanto giornalismo auto-presentatosi in
veste di cronaca delle proteste scoppiate prima del Campionato Mondiale in
divenire, che si disputerà in odor d’Amazzonia - martoriata dallo sviluppo
incessante.
domenica 19 gennaio 2014
sabato 18 gennaio 2014
venerdì 17 gennaio 2014
ADA FIORE CON IL SUO VOTA SOCRATE (LUPO EDITORE) SU LA7 OSPITE DELLA TRASMISSIONE OTTO E MEZZO CONDOTTA DA LILLI GRUBER. DOMANI 18 GENNAIO 2014 ORE 20,30
Ada Fiore la si può definire
senza ombra di dubbio un sindaco singolare, unico nel suo genere, in un angolo di Salento davvero speciale. A
Corigliano d'Otranto, Ada Fiore è riuscita a rendere questa deliziosa comunità
un luogo in cui la filosofia, suo grande amore, la fa da protagonista. Infatti
il primo cittadino ha realizzato con il placet e la collaborazione della sua
illuminata amministrazione l’ormai celebre "Giardino di Sophia", un
parco dedicato alla filosofia (open 24 hours, perché il pensiero non va mai in
vacanza) nella speranza che possa diventare un modello da seguire dalle altre
realtà salentine e dall'Italia intera, giungendo a essere una possibile strada
per uscire dalla crisi e tentare concretamente di liberarsi dalle catene
stritolanti del mercato contemporaneo. Ada Fiore è autrice di un libro (che è
parte integrante di questo ampio progetto socio/filosofico) dal titolo Vota
Socrate edito da Lupo editore.
Il sindaco di Corigliano sarà dunque
il 18 gennaio 2014 alle ore 20,30 ospite su La7 della trasmissione di
attualità e costume “8 e mezzo” condotta dalla giornalista Lilli Gruber. In
studio con Ada Fiore anche lo scrittore e giornalista Beppe Severgnini con il
quale si dibatterà di filosofia e di problematiche a carattere filosofico che
toccano da vicino la nostra esistenza.
L’occasione televisiva sarà inoltre un momento di confronto anche tra
due sindaci donna, di due realtà differenti: una salentina appunto con la Fiore
e una calabra con Elisabetta Tripodi. Occasione di testimonianza pertanto di due esperienze
politico-amministrative del sud d'Italia, che cercano di sfatare con il loro
operato i tantissimi luoghi comuni della politica come malaffare.
VOTA
SOCRATE (Lupo editore) E se un giorno Socrate si fermasse davanti ai
cancelli del Paradiso per discorrere di vizi privati e pubbliche virtù con San
Pietro? Ada Fiore, filosofa dell'era 2.0, immagina questo curioso e particolare
siparietto, alle soglie del terzo millennio, che vede coinvolti due dei massimi
protagonisti, involontari, della controversa querelle tra fede e ragione che
anima il dibattito culturale e filosofico da millenni. Socrate, dopo la morte,
ottiene il premio della vita eterna tra i meritevoli, ma un disguido gli
impedisce di varcare la soglia dell'Empireo e deve attendere più di 2400 anni
perché qualcuno si accorga di lui. E quel qualcuno, naturalmente, è proprio il
custode delle chiavi, il santo a cui il Cristo ha affidato la custodia del
Regno dei Cieli. Da quell'incontro casuale scaturisce un intenso e fitto
dialogo sulla società dei nostri giorni, sui mali di cui essa si alimenta
quotidianamente e sull'incapacità del genere umano di sfuggire al lento declino
a cui sembra destinato. Con un'agile e fruibile prosa l'autrice prende per mano
il lettore e lo avvicina all'affascinante mondo dell'arte del pensiero. La
filosofia diventa così scienza alla portata di tutti, che si apre alla verifica
della quotidianità e diventa strumento per la sua comprensione.
Alternando alla narrazione
estratti dei testi originali, Ada Fiore ci introduce nel mondo e nel pensiero
di Socrate, filosofo tra i più significativi dell'Occidente e figura
attualissima che si distingue per l'integrità morale della sua vita. Il
pensatore ateniese, più vivo che mai, sembra avere una risposta a ogni
preoccupazione di San Pietro, comprese quelle inerenti le pericolose derive
della politica nostrana. E se in mezzo a proclami elettorali e promesse di ogni
sorta, i politici contemporanei appaiono privi di proposte convincenti, il
"manifesto" di Socrate si caratterizza per la riscoperta di ideali a
lungo sopiti, che mettono in comunione, per una volta, i credi più disparati.
Arriverà, forse, dalla filosofia
il germoglio di speranza per un futuro roseo?
Ai posteri, anzi agli avi,
l'ardua sentenza.
L’Autrice - Ada FIORE, docente di storia e filosofia presso il
Liceo F. Capece di Maglie. Dal 1997 al 2006 ha ricoperto la carica di assessore alla
cultura del suo paese natale, Corigliano d’Otranto. Dal 2006 al 2010 e dal 2010
ad oggi, riveste la carica di Sindaco ma non ha mai smesso di praticare
l’esercizio filosofico con i suoi alunni e anche con i suoi cittadini. Infatti
è stata promotrice sin dal 2002 di un’importante innovazione didattica
nell’insegnamento della filosofia denominata “Giovani Pensatori” e ideatrice
dell’istituzione di un “Parco filosofico” nelle strade del paese a servizio di
un nuovo “turismo del pensiero”.
Lilli Gruber - Giornalista professionista dal 1982 e scrittrice,
Lilli Gruber è stata la prima donna in Italia a condurre un telegiornale di
prima serata nel 1987, Tg 2 "Studio Aperto". Dal 1990 al 2004 fa
parte della squadra del Tg Uno come anchor-woman, ricoprendo anche il ruolo di
inviata all'estero e di conduttrice degli speciali dedicati ai grandi eventi
della politica internazionale: dal crollo del muro di Berlino alla guerra del
Golfo, dal processo di pace in Medioriente alla dissoluzione dell'Unione
Sovietica, dall'11 settembre alla guerra in Iraq del 2003. Collabora anche con
il network statunitense CBS News e con quello tedesco PRO 7, per il quale nel
1996 conduce e co-produce il settimanale "Focus TV". Nel 2004 si candida
come indipendente con la coalizione Uniti nell'Ulivo e viene eletta al
Parlamento europeo con un milione e duecentomila voti di preferenza: oltre a
far parte della Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari
interni e della Commissione per gli affari esteri, è stata Presidente della
Delegazione per le relazioni con gli Stati del Golfo, membro della delegazione
per le relazioni con l'Iran e vicepresidente dell'Intergruppo Stampa,
Comunicazione e Libertà. Ha all'attivo sette libri: "Quei giorni a
Berlino" (1990), "I miei giorni a Baghdad" (2003), "L'altro
Islam" (2004), "Chador" (2005), "America anno zero"
(2006), "Figlie dell'Islam" (2007) e "Streghe", che vedrà
la pubblicazione nel mese di ottobre.
Lilli Gruber è sposata con il
giornalista francese Jacques Charmelot. Lilli Gruber conduce tutti i giorni dal
lunedì al venerdì alle ore 20.30 il programma 'Otto e Mezzo'.
Beppe Severgnini – BEPPE
SEVERGNINI è editorialista del ‘Corriere della Sera’, per cui lavora dal
1995; e scrive per ‘The New York Times’ come contributing opinion writer
(2013). Il libro più recente: “Italiani di domani. Otto porte sul futuro”
(Rizzoli, 2012). Dal 1998 conduce il forum ‘Italians’ (italians.corriere.it).
Dal 2009 si diverte (e s’impegna) su
Twitter. I suoi libri, tutti pubblicati da Rizzoli, sono best seller. Nel 2013 è stato Isaiah Berlin Visiting
Scholar a Oxford e Visiting Fellow a Ca’ Foscari-Venezia. Ha tenuto un corso
alla scuola di giornalismo ‘Walter Tobagi’ dell’Università degli Studi di
Milano (2010-2012), e ha visitato il Massachusetts Institute of Technology
(MIT) come Research Fellow/Writer in Residence (2009). Ha insegnato a Middlebury College Vermont
(2006), Milano-Bocconi (2003 e 2006), Parma (1998) e Pavia (2002), che lo ha
scelto come «laureato dell’anno» nel 1998 e 2011. Nel 2001 la Regina Elisabetta
II gli ha conferito il titolo di Officer of the British Empire, O.B.E. e nel
2011 il Presidente Giorgio Napolitano lo ha nominato Commendatore della
Repubblica italiana. E’ presidente dell’Inter Club di Kabul, Afghanistan (e
solo di quello). È sposato con Ortensia e ha un figlio, Antonio.
Info
Lupo editore
Prov. Monteroni - Copertino
73043 Copertino - Lecce (Italy)
Telefono: 0832.949510
Fax: 0832.937767
Earl Mindell Come Liberarsi dell'Artrite - Libro
giovedì 16 gennaio 2014
Nigredo di Stefano Delacroix ( I Libri di Emil) a Il salotto letterario della 750ml wine selection (Locorotondo – BARI – Italia)
Il salotto letterario della 750ml
wine selection (Via San Pantaleo, 57, Locorotondo BA, Italia) il 17 gennaio 2014 ore 19,30 è lieta di
invitarvi alla presentazione del romanzo alchemico-esoterico
"Nigredo". Introduce Ermelinda
Prete
Nigredo é un romanzo
elchemico-esoterico che, attraverso un linguaggio variegato ed una discorsivitá
smaliziata, accompagna il lettore tra i quartieri malfamati della parigi
rivoluzionaria e illuminata, attraverso sipari e vicende noir. Il protagonista
Vincent é un apprendista stregone alle prese con principi chimici e fisici che
riscopre e applica e che si spinge sino all'alchimia nel tentativo di elevarsi
al rango di cultore di una scienza infallibile. Nigredo: tra degrado e
disprezzo umano, trasgressioni e malefici, inequità, lignea virtù e sidera
bellezza. Tra rosa e croce.
Stefano Delacroix è nato a
Taranto nell’agosto del 1966, da genitori leccesi. Dopo una lunga militanza
giovanile con la band The Act, prodotto da Mimmo Locasciulli pubblica tra il
’94 e il ’97 due album solisti, Ribelli e La Legge Non Vale (ed. Hobo,
distribuzione Sony Music). Dedicatosi alla letteratura, pubblica nel 2007
Peristalsi (ed. Il Foglio) e La Memoria del Mare (ed. La Riflessione), nel 2009
Il Sesto (Lupo Editore), raccolta di racconti noir uscita in seconda edizione
nel 2012. Nel febbraio 2013 esce Nigredo (I Libri di Emil), noir storico
esoterico.
I Libri di Emil
mercoledì 15 gennaio 2014
Prima che tu mi tradisca, di Antonella Lattanzi, Einaudi (Torino, 2013), pag. 425, euro 19.00. Intervento di Nunzio Festa
Avendo letto
"Devozione", lo sconvolgente romanzo d'esordio d'Antonella Lattanzi,
con abbondante distacco dalla sua pubblicazione, ho 'rimediato', o forse, anzi,
il contrario, diciamo che almeno ho provato a leggere sempre con calma anche se
- dal primo giorno della uscita in libreria, il "Prima che tu mi
tradisca". E da subito m'ha meravigliato; ovvero è riuscito: a darmi
dall'incipit stesso: lo stupore che soltanto la letturatura riesce a dare.
L'iprite delle bombe statunitensi sconvolte, siamo al 2 dicembre del '43, da un
bombardamento dell'aviazione nazista al porto di Bari, termina praticamente
tutta (oltre che nelle almeno mille vittime provocate - a diverso titolo)
nell'anima ancora non spuntata delle sorelle Angela e Michela, figlie d'uno dei
sopravvissuti all'evento catastrofico, il barese di Bari ovvero cittadino
Japigia, Giovanni Cipriani. Dannate e dannose che poi si fan carico, ma
stavolta saran già nate, del fumo del mitico Teatro Petruzzelli. Tutto vero.
Insomma reali i fatti, cronaca per una parte. Fino a quando arrivà il
veritiero, cioé la distruzione completa d'una famiglia normale. Dalla quale
Angela, Angela J., è la prima a fuggire. Nell'altro approdo, Roma. Il luogo è
gigante, comunque. Perché Lattanzi ingrandisce fino allo sfinimento, dando
spasimi agli spazi descritti, personaggi e luoghi, luoghi e personaggi, del
capoluogo pugliese - sapientemente riportato nelle sue fattezze -, che tra
l'altro è la sua città d'origine. Il codice linguistico scelto da Antonella
Lattanzi è nuovamente il migliore possibile. Dialogo puntuale, italianizzazioni
dal dialetto, strimpellate in prosa e accenti lirici da appuntare nella mente.
Per non parlare dell'ambientazione temporale. Le scene, sostenute perfino da
cambi di voce, fanno da intervallo in vite che meriterebbero un poco di
serenità. I manichini animati assicuratici da Lattanzi, vedi quel che diventa a
un certo punto Michela, sono conseguenza delle azioni vorticanti. E assalgono
mutamenti epocali con deviazioni mentali da palcoscenico dell'iquisizione. Le
mosse di Angela Junior e di Sté quanto il vivo passato dei genitori di queste
donnine da momenti arrabbiati alternati a sofferenze volutamente sperimentate
insieme a tutto il resto della poderosa trama non sono che una composizione.
L'autrice tocca direttamente i tasti del pianoforte nell'opera di componimento
del suo prodigio. Che a ogni passo viene modellato sullo spartito. Ogni nota è
allo stesso tempo fatta e scritta. Col risultato utile di darci una lettura in
procinto di diventare un classico.
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