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mercoledì 22 giugno 2011

Walter Veltroni a La Feltrinelli Point a Lecce















A Lecce, il 24 giugno 2011 alle ore 18.30 in via Felice Cavallotti 7/a apre la Feltrinelli Point
e Walter Veltroni, ospite d’eccezione, incontrerà i lettori del suo ultimo lavoro “L’inizio del buio” (Rizzoli). La Feltrinelli di Lecce non ha ancora aperto e già può vantare una lunga storia.
È infatti dal 2001 che Francesco Fiorentino e sua moglie Luigina Carlucci operano come librai in Lecce, da quando, in via Liborio Romano 23, aprirono la libreria Icaro. La loro libreria si propose immediatamente come un luogo completamente nuovo per la città, diventando in pochi anni, con oltre diecimila tesserati, uno dei luoghi più amati dai salentini e dai turisti, un posto dove darsi appuntamento, dove andare a bere qualcosa, a chiacchierare, a incontrare persone e libri. Merito della qualità della proposta culturale, senza dubbio, ma anche di un modo di proporsi mai supponente o intellettualistico, ma piuttosto semplice, aperto, disponibile.
Nel 2003 la libreria si ingrandisce con l’acquisizione dei locali adiacenti, e incrementa lo spazio di vendita, potenziando il settore dei testi giuridici e quello dei ragazzi, cui a partire del 2008 si affiancherà un’animatissima caffetteria.
Insieme al Fondo Verri, per tre anni dal 2006 al 2008, la Icaro organizza con grande successo la manifestazione "Gran Bazar dell’editoria locale e del libro in tasca", ospitando autori come Carofiglio e il collettivo Wu Ming. Mentre per tutto l’anno in libreria si susseguono incontri di rilievo, con autori del calibro di Marc Augè, Josè Saramago, Maurizio Maggiani, Vittorio Arrigoni tra gli altri.

Da oggi la libreria Icaro chiude i battenti, si trasferisce e assume una nuova insegna per diventare una nuova libreria, rinnovata nel look e nella struttura organizzativa. Oggi la vecchia Icaro diventa una Feltrinelli Point.
Al suo interno un ricco assortimento di libri di tutti i generi, di tutte le sigle editoriali, per tutti i gusti e le esigenze, integrato da un reparto dedicato all’home entertainment e da un settore di cartoleria di qualità. La direzione della libreria sarà affidata a Luigina Carlucci, che proseguirà anche l’intensa attività di incontri e presentazioni.
La Feltrinelli Point è la nuova insegna del gruppo, che raccoglie librerie in franchising in tutta Italia, offendo a librai-imprenditori già esperti e radicati nel proprio territorio l’insieme di competenze, servizi (dagli ordini speciali per i titoli non direttamente presenti in negozio a tutti i vantaggi della Carta Più Feltrinelli, all’integrazione con il sito di vendita online lafeltrinelli.it) ed economie di scala di una grande catena nazionale.


Orari di apertura:
Lunedì / Venerdì: 09.00/21.00
Sabato: 09.00/23.00
Domenica: 16.30/23.00

Direttore Luigina Carlucci – Responsabile libri Francesco Fiorentino
Via Felice Cavallotti 7/a
Telefono 0832331999
lecce@feltrinellifranchising.it

Bronski Beat - Tell Me why

Fonte Youtube/MasterChief1801

Il libro del giorno: Tutte le cose ritornano di Loredana Costantini (Youcanprint)












Eva e Leandra si preparano all'ennesima cena, che consumeranno da sole o insieme a qualche amico che verrà a trovarle. Eva e Leandra sono morte e, nonostante questo piccolo particolare, vivono una realtà abbastanza affollata. Ortensia è una ragazza spigliata che ogni tanto, senza preavviso, sviene in preda a colpi di sonno; Stefano, suo fratello, ha immolato se stesso al “dio Apple”, sotto forma di cuffiette Ipod perennemente ficcate nelle orecchie; i due fratelli si vedranno costretti a crescere in fretta a causa dell'improvvisa scomparsa del padre. Ortensia aiuterà sua madre a 'crescere' grazie all'amicizia di una zia simpatica e disinibita di nome Carmen.
I loro incontri sono pretesti per cene elaboratissime e deliziose nelle quali si allestisce un piccolo teatro della crudeltà, dove Piero e Rocco, i malcapitati di turno, devono sopportare la forza del sesso debole, rappresentato da Eva e Leandra, salvo poi intrattenerle con le loro disquisizioni filosofiche. Ci sono scene spassose, comiche, a volte più crude, e c'è addirittura un personaggio che non accetta la sua condizione e decide che vuole ritornare indietro, tra i vivi, per recuperare un pezzo di sé...rivelandoci che la psicologia non si arresta sulla soglia della vita.
“Tutte le cose ritornano” è una commedia agrodolce sul senso della vita, rapida e veloce come un film, con un 'al di là' che si rivela frivolo e un 'al di qua' a volte insondabile. Su questi due binari si sviluppa l’incedere narrativo di Loredana Costantini, che parla della morte descrivendola con una giusta dose di umorismo, sarcasmo, riuscendo a sdrammatizzare l’evento ultimo dell’esistenza per renderlo sensibilmente deglutibile a “noi comuni mortali”. Libro assolutamente consigliato

Ziska. La strega delle piramidi di Marie Corelli (Castelvecchi)












Armand Gervase è uno che il successo lo ha avuto sempre a portata di mano: fama, successo, donne, denaro. Ma non solo. Egli è un artista di fama internazionale, che espone i suoi lavori nelle più prestigiose “case d’arte” del mondo. L’opera più conosciuta è un suo ritratto di donna dell’Antico Egitto, con tanto di particolari talmente aderenti alla realtà di quell’epoca, che lo zampino del “supernatural” è palese. Come ha potuto dunque dipingere un simile ritratto? Stati alterati di coscienza dovuti alla sua vita depravata e decadente, o comunicazione con altri mondi e dimensioni? Armand Gervase poi al Cairo, sarà sedotto da Ziska, donna di incredibile fascino in grado di ammaliare chi l’ascolta con vicende – come quella, triste, degli amanti Araxes e Charmazel – provenienti dal millenario regno dei faraoni. Piccolo particolare … Ziska è identica alla donna del suo celeberrimo quadro. Bellissimo romanzo a metà strada tra horror e gothic novel, rivela un mondo tutto da scopire, grazie alla splendida penna di Marie Corelli.
“La Grande Piramide si ergeva buia contro il cielo, e sulla sua punta era sospesa la luna. Come un relitto scagliato a riva da una tempesta titanica, la Sfinge, a riposo tra le onde sinuose della sabbia grigiastra che la circondava, per una volta sembrava in uno stato di dormiveglia. Il volto solenne che impassibile aveva visto gli anni andare e venire, gli imperi sorgere e tramontare e generazioni di uomini vivere e morire, parve abbandonare per un istante la sua tipica espressione di saggezza speculativa e di sdegno profondo, lo sguardo gelido sembrò abbassarsi, la bocca austera accennare un sorriso. L’aria era ferma e soffocante, e nessuna presenza umana disturbava il silenzio. Eppure, verso mezzanotte, si alzò all’improvviso una voce come di vento nel deserto che, gridando forte Arasse! Arasse! e poi gemendo, sembrò sprofondare con un’eco lancinante negli intimi recessi dell’immenso sepolcro egiziano. L’orario e il chiaro di luna tramavano il loro mistero: il mistero di un’ombra e di una forma che sfiatò come un sottile vapore dai portali dell’antico tempio della morte e, trascinandosi di poco in avanti, si definì nella bellezza visionaria di un profilo di donna – una donna i cui capelli scuri ricadevano pesanti come gli scampoli neri delle bende di un cadavere sepolto ormai da tempo; una donna i cui occhi brillarono d’un fuoco sacrilego quando alzò il viso alla luna bianca e segnò l’aria con le sue braccia spettrali. La voce dirompente sussultò nella quiete ancora una volta. «Arasse... Arasse! Sei qui e non mi sfuggi! Nella vita, fino alla morte; e dalla morte di nuovo alla vita! Ti trovo e ti seguo! Ti seguo! Arasse...». L’orario e il chiaro di luna tramavano un mistero; ma prima che la sbiadita aurora opalina animasse il cielo di sfumature rosee e ambrate, l’ombra era svanita. La voce non si sentì più. Lentamente il sole issò il bordo del suo stemma dorato sull’orizzonte e la grande Sfinge, destandosi dal suo breve e apparente torpore, posò il suo eloquente sguardo d’eterno disprezzo fra le distese di sabbia e i ciuffi di palme verso la scintillante cupola di El- Azhar, luogo di intensa devozione e insegnamento, dove ancora gli uomini s’inginocchiavano a pregare supplicando l’Ignoto di salvarli dall’Occulto. A tratti si sarebbe creduto che il mostro scolpito con l’enigmatico volto di donna e il corpo di leone rimuginasse qualcosa in quell’enorme testa di granito. Quando la gloria del mezzogiorno esplose sul deserto e illuminò le ampie fattezze della Sfinge col suo splendore rovente color zafferano, quelle labbra crudeli sorridevano ancora come se avessero smania di parlare e di formulare l’enigma tremendo del lontano passato: il mistero che uccise!”.

martedì 21 giugno 2011

Marco Presta domani alla Feltrinelli di Bari





















Marco Presta autore per Einuadi di "Un calcio in bocca fa miracoli" (Einaudi) incontrerà i lettori domanni 22 giugno alla Feltrinelli di Bari in via Melo 117 alle 17,30. “Che Presta fosse bravo lo sapevamo già. Ma qui è stato super. Quasi quasi gli chiedo il bis.” [Luciana Littizzetto ]

“Sono un vecchiaccio. Dovrei dire che sono una persona anziana, come mi hanno insegnato i miei genitori per i quali chiunque, anche un infanticida antropofago, arrivato a una certa età meritava rispetto. La verità, però, è che sono un vecchiaccio. Mi lavo poco, mi rado una volta alla settimana e giro per il quartiere indossando un cappotto che, dopo la mia prostata, è la cosa piú malridotta che mi porto dietro. Negli ultimi quindici anni mi sono lasciato andare, come fanno certi calciatori quando capiscono che la partita è persa e allora smettono di giocare e cominciano a dare calcioni agli avversari.” Il protagonista di questo libro è un vecchio scorbutico, vitale, simpaticissimo, che fa i conti con l'ostinazione della sua prostata, con un'insana passione per la portinaia e con la sua amicizia per Armando, aspirante Cupido in pensione. L'ironia e il caratteraccio invecchiando migliorano come la grappa, per questo ci diverte così tanto la sua voce cinica, borbottante, capace di battute fulminanti sempre in bilico tra la sciocchezza e il colpo di genio. Dentro quella voce, poi, ne sentiamo guizzare un'altra che conosciamo bene: quella di Marco Presta, autore della trasmissione cult «Il ruggito del coniglio».

Marco Presta è uno dei migliori autori e conduttori radiofonici italiani. In coppia con Antonello Dose anima da molti anni la mattinata di Radio 2 con «Il ruggito del coniglio». Scrive su «Il Messaggero» e su «Il Misfatto », allegato satirico de «il Fatto Quotidiano». Con Aliberti Editore ha pubblicato la raccolta di racconti Il paradosso terrestre (2009). Per Einaudi ha pubblicato nel 2011 “Un calcio in bocca fa miracoli”.

Info: www.einaudi.it

Billy Idol - Eyes Without A Face



Music video by Billy Idol performing Eyes Without A Face. Youtube/Emi music

Il libro del giorno: 10 BUONI MOTIVI PER ESSERE CATTOLICI di Valter Biraghi e Giulio Mozzi (Laurana editore)














«Viviamo in un continuo cicaleccio, in un rumore di fondo fatto di stupidaggini. Qualcuno cerca di ingannarci, di farci credere che non siamo cristiani. Perché? Perché un cristiano non ha paura. E questo mondo è dominato dalla paura. L’Apocalisse è diventata la cifra del futuro. Ma apocalisse, in greco, vuol dire rivelazione». (Tullio Avoledo, dalla prefazione)
Nell’Italia dei nostri giorni che cosa sia il cattolicesimo nessuno lo sa davvero. Certo, si conosce la storia di Gesù per come ci è stata raccontata da bambini e per come viene ricordata ogni tanto dalla televisione. Certo, si trovano numerose chiese in tutte le nostre città. Certo, a Natale e a Pasqua si sta a casa dal lavoro, si festeggia e magari si va pure a messa. In più capita che il Papa o qualche rappresentante delle gerarchie si esprima pubblicamente e di volta in volta noi o rigettiamo o reputiamo importante quel che è stato detto. Ma che cosa sia il cristianesimo, e cosa ci sia scritto dentro quello spesso librone che è la Bibbia, ci sfugge. Ecco allora che arriva un libro dal titolo provocatorio ma dai contenuti serissimi: "10 BUONI MOTIVI PER ESSERE CATTOLICI", scritto da Valter Binaghi e Giulio Mozzi, prefazione di Tullio Avoledo. Un libro che ci racconta una grande storia d’amore, quella tra un Creatore e le sue creature. Storia d’amore che ha, come tutte le storie d’amore, i suoi momenti felici e le sue cadute. E storia in cui l’Amante sa essere spietato nelle sue punizioni a tal punto da mandare il Diluvio Universale, ma anche così appassionato da volersi fare carne e provare il grande mistero dell’uomo: la morte.
In Italia, non c’è religione che sia più sconosciuta del cattolicesimo. Il dibattito pubblico si sfoga a commentare le prese di posizione della gerarchia pro o contro le politiche del governo, o a rivangare interminabili discussioni attorno alla morale sessuale. Ma il cattolicesimo è tutt’altra cosa: è, prima di tutto, una storia d’amore, difficile e contrastata come tutte le storie d’amore, tra un Creatore e le sue creature. È la storia di un’attesa della fine. È la storia di un Dio che contempla con meraviglia gli uomini e decide di sperimentare Egli stesso il loro grande mistero: la vita nella carne e la morte.
Ci volevano due scrittori per arrischiarsi nel tentativo di raccontare l’immaginario cattolico inteso come un contenitore pieno di storie che hanno a che fare con noi tutti. Cattolici essi stessi, non hanno voluto scrivere un ennesimo catechismo conformistico o alternativo. Non hanno voluto né compiacere la gerarchia né dispiacere a essa.
Hanno voluto piuttosto mostrare come l’essere cristiani cattolici sia oggi, in Italia, la più radicale diversità sperimentabile.
Valter Binaghi è nato nel 1957. Insegna storia e filosofia in un liceo della provincia di Milano, dove vive con moglie e due figli. Tra i suoi romanzi: Robinia Blues (Dario Flaccovio, 2004), La porta degli Innocenti (Dario Flaccovio, 2005), I tre giorni all’inferno di Enrico Bonetti cronista padano (Sironi, 2007), Devoti a Babele (Perdisa Pop, 2008) e I custodi del talismano (SottoVoce, 2010).
Giulio Mozzi è nato nel 1960. Ha pubblicato sei raccolte di racconti, di cui una, Il male naturale, è stata riproposta da Laurana Editore a gennaio 2011 con successo di pubblico e di critica. Con Clementina Sandra Ammendola ha curato l’inchiesta Abitare. Un viaggio nelle case degli altri (Terre di mezzo, 2010). Del 2009 è il pamphlet Corpo morto e corpo vivo. Eluana Englaro e Silvio Berlusconi (Transeuropa).

Bastardi senza storia di Valerio Gentili (Castelvecchi). Intervento di Nunzio Festa












Il nuovo saggio di Valerio Gentili è un risarcimento. “Bastardi senza storia” è il risarcimento che un giovane studioso, attento osservatore e analista della storia del movimento operaio e della storia dell'antifascismo, porta a migliaia d'antifascisti militanti di tutt'Europa. “Bastardi senza storia. Dagli Arditi del popolo ai combattenti rossi di Prima Linea: la storia rimossa dell'antifascismo europeo” è una ricerca che da anni avrebbero dovuto invece aver scritto una serie di storici, italiani o francesi o tedeschi, per esempio; storici che hanno sotterrato questa verità nei cassetti montanti dalle aderenze a dogmi monetari e partitici. Il libro di Valerio Gentili nasce e cresce grazie alla confutazione, sostenuta ovviamente da materiali su materiali, dell'asserzione pronta a volere i fascismi europei mai combattuti sul fronte della violenza politica da duri avversari. Per la verità, Gentili non approfondisce quanto servirebbe a darci la ragione della scelta trasversalmente intrapresa. Perché Valerio Gentili, prove alla mano, vuole smontare anni su anni e parola per parola una delle menzogne storiche più condizionanti che s'aggirano intorno e dentro l'analisi dei periodi indagati. Siamo certi, leggendo e rileggendo il saggio di Gentili, di come più d'un movimento politico di sinistra, generalmente di matrice comunista e anarchico, sia stato cancellato dalla Storia. Dalla rivisitazione dei decenni che videro vincere fascismi e nazismo. Gentili, facendo luce soprattutto su Francia e Germania, ma riferendo che fu quest'ultimo il paese maggiormente sperimentato, rammenta come e quanto nel corso degli anni, senza tralasciare il destino dell'Italia, nacquero e furono attivi diversi movimenti che contesero ai fasci il monopolio del dominio della violenza, partendo persino da un intero immaginario fatto di simboli, liturgie, marce, divise, slogan. Questi gruppi, il più delle volte, erano fatti dagli ex combattenti della Prima Guerra Mondiale. Poi, ancora, da lavoratori. Fino ai disoccupati. Di straforo, per giunta, si ricordi che a sconfiggere l'avanzare del fascismo di marca britannico furono i disoccupati organizzati in movimento. Con un focus, per il quale non poteva che essere chiamato in causa lo scrittore antifascista Lussu, sulla Spagna non ancora di Franco. Farà molto strano, indubbiamente, leggere nomi e simboli utilizzati. Stonerà, forse, leggere fotografie d'epoca che descrivono un universo tanto militarista. Il punto è, non violenti quali comunque siamo, comprendere che i fascismi, pagati dal potere economico, per farsi spazio picchiavano e uccidevano. Dall'altra parte i coraggiosi raccontati da Gentili. Finalmente.
Bastardi senza storia. Dagli Arditi del popolo ai combattenti rossi di Prima Linea: la storia rimossa dell'antifascismo europeo, di Valerio Gentili, prefazione di Cristiano Armati, con immagini, Castelvecchi (Roma, 2011), pag. 184, euro 16.00.

lunedì 20 giugno 2011

Il libro del giorno: Land grabbing Come il mercato delle terre crea il nuovo colonialismo di Stefano Liberti (Minimum Fax)













Stefano Liberti, giornalista vincitore nel 2010 del prestigioso premio Indro Montanelli torna in libreria dopo A sud di Lampedusa con il primo reportage al mondo sull’allarmante e dilagante fenomeno del land grabbing.
A partire dalla crisi alimentare e finanziaria del 2007, paesi come l’Arabia Saudita, gli Emirati Arabi, la Libia, la Corea del Sud, che dispongono di grandi risorse economiche ma non di spazi sufficienti per garantire la sicurezza alimentare ai propri abitanti, hanno cominciato a negoziare l’acquisto e l’affitto di enormi quantità di terra nelle nazioni africane o sudamericane; lo stesso stanno facendo le grandi multinazionali dell’agrobusiness - interessate a creare sterminate piantagioni per la produzione di biocarburanti - nonché una serie di società finanziarie, che hanno compreso che l’investimento in terra può garantire ricavi sempre più alti e sicuri.
Questa corsa all’accaparramento delle terre, detta land grabbing, nasconde però una forma insidiosa di sfruttamento e rischia di instaurare un nuovo colonialismo.
Viaggiando fra le valli dell’Etiopia, le foreste dell’Amazzonia, la borsa di Chicago, le convention finanziarie a Ginevra, gli uffici della FAO, Liberti porta per la prima volta alla luce in ogni sua componente questo fenomeno complesso, e ci spiega come i legami fra politica internazionale e mercato globalizzato stiano cambiando il volto del mondo in cui viviamo.
“La prima cosa che colpisce è la vastità. Terre rigogliose che si estendono a perdita d’occhio. Colline verdeggianti che scivolano sulle rive di un lago dalle acque cristalline. Poco sotto l’altopiano, le asperità su cui sorge Addis Abeba si addolciscono in una campagna che somiglia all’Eden perduto. Il sole splende. L’aria è limpida. Nulla a che vedere con l’atmosfera rarefatta della capitale, dove i gas di scarico si impastano con il poco ossigeno disponibile a 2300 metri d’altitudine. Siamo ad Awassa, nel cuore della Rift Valley etiopica, trecento chilometri a sud di Addis Abeba. Il paesaggio circostante è di una bellezza da togliere il fiato. Sulla via che porta verso l’ingresso di questa cittadina, si susseguono cartelli di aziende agricole. C’è un simbolo, un nome, qualche volta un numero di telefono di un ufficio lontano. Al di là dei cancelli non si vede nulla. Solo una distesa senza fine di terre apparentemente incolte.”

Messaggi dall’universo di Stan Romanek (con J. Allan Danelek) edito da Armenia












La domanda a cui tutti indistintamente cerchiamo di rispondere è sempre la stessa: siamo soli nell’universo? Un interrogativo che affascina e seduce, e soprattutto permette di sperare in una co/abitazione cosmica che sia di reciproco potenziale sostegno ad un possibile scambio di saperi tra diverse ed ipotetiche civiltà per il progresso del genere umano. Ed è incredibile, nel senso reale del termine, una delle ultime uscite della sempre più brava Armenia. Parlo di “Messaggi dall’universo” di Stan Romanek (con J. Allan Danelek) dove sono presenti una carrellata nutrita e sconvolgente di testimonianze filmate e fotografie che arricchiscono un lavoro veramente esaustivo sulla contattistica ufologia. Dunque Romanek, e suppongo quanto sia costato in termini di emotività, ha riversato le sue esperienze personali che vanno dal suo primo avvistamento UFO alla “devastante” esperienza di abduction. Spettacolare l’immagine dell’ormai celeberrimo «alieno alla finestra». “Messaggi dall’Universo” dispone inoltre di un campione documentativi notevole dalle testimonianze oculari, a materiale di laboratorio ai misteriosi messaggi di creature dell’infinito, dove si parla di come siano possibili i viaggi spazio/temporali e che cosa sia realmente per la civiltà umana il 2012. Posso con certezza sostenere che dopo la lettura di questo libro, una piccola crepa nello scetticismo dilagante su argomenti quali UFO e affini, comincerà a sorgere, perché quest’opera dimostra che all’interrogativo posto all’inizio di questo intervento una risposta è possibile darla: ovvero sì e le prove si trovano tra queste pagine.

domenica 19 giugno 2011

Iron Maiden - Can I Play With Madness



fonte Youtube/Emimusic

Music video by Iron Maiden performing Can I Play With Madness.

Il libro del giorno: Moderno dizionario massonico di Riccardo Chissotti (Bastogi)











2350 voci, tutte ampiamente trattate e sistemate in ordine alfabetico: dall'esoterismo al simbolismo, dagli ordini massonici ai riti, alle religioni, al laicismo.Un'opera (che si avvale inoltre della "consulenza" di Andrea Aromatico) veramente monumentale quella di Riccardo Chissotti per i tipi di Bastogi. L'autore che non ha mai nascosto di essere un "militante" all'interno del Rito di York, scandaglia tutta quella fenomenologia riguardante aspetti essoterici ed esoterici della Massoneria, e aspetto ancora più sorprendente non trascura argomenti di carattere ufologico, e per l'appunto si possono leggere argomenti come Ufo, Adamski, Palenque (astronauta di).Chissotti ha una scrittura che coinvolge, e cerca di fornire al lettore una visione quanto più dettagliata, bibliograficamente completa, e imparziale possibile dei temi che vengono via via sviluppati. Libro che troviamo da cosnigliare insieme al DVD "Italia e Massoneria" (Mediaframe) realizzato con la collaborazione di Luigi Pruneti Gran Maestro della Gran Loggia d'Italia, e la presenza di Roberto Pinotti in qualità di sociologo che si è occupato di Ufo e delle tante dichiarazioni di astronauti massoni.

RICCARDO CHISSOTTI è nato il 1° Luglio 1934 a Torino,dove ha conseguito il diploma di Perito Industriale elettrotecnico. Ufficiale di Complemento dell’Esercito, al congedo riprendeva la propria attività nel laboratorio elettronico del settore aeronautico della grande azienda torinese della quale era dipendente da un mese circa quando era stato chiamato alle armi. Nel 1970 veniva assegnato alla Panavia Aircraft GmbH, un’azienda manageriale creata a Monaco di Baviera da Germania, Gran Bretagna ed Italia, allo scopo di progettare e realizzare un "sistema d’arma" futuristico, denominato MRCA-75 e poi Tornado. Responsabile dell’allestimento dell’Avionica, con un team di colleghi inglesi e tedeschi preparava le gare d’appalto internazionali e stipulava i contratti di sviluppo e di produzione dei sistemi avionici di bordo e di supporto a terra. Nel 1972 veniva iniziato alla Massoneria presso la Johannis Loge In Treue fest (Saldi nella Fede) N° 508 all’Or. di München. Verso la fine del 1977 la Panavia lo assegnava al settore Marketing, allestito per tentare la vendita del Tornado ad altre nazioni. Nel frattempo acquisiva, gradualmente ed inconsapevolmente, capacità peculiari in vari campi di sfruttamento della quasi misteriosa "energia mentale", tra cui la chiaroveggenza, la pranoterapia e la bioplasmologia. Approfondiva pure le conoscenze in campo fitoterapeutico e nella cromoterapia. Nel corso della sua permanenza in Germania ha raggiunto (1976) il grado di Knight Templar del Rito di York, mentre (1977) a Green Bay (U.S.A.), ha ricevuto il 32° grado del R.S.A.& A. Nel Rito di York ha fatto parte del Capitolo Isar N° 21 (München), e nel periodo 1977-79 ha ricoperto la carica di Illustrious Master nel Council Monachia N° 12 . Ha fatto parte dello Shrine presso la Commandery Bavaria N° 3, e nel Tempio di Moslah è stato Ambassador at Large fino al 1984, mentre detiene la membership vitalizia presso lo European Shrine Club. Rimpatriato nel 1980, è subito entrato a far parte della R\ L\ Pentalpha N° 935 all’Or\ di Ciriè, divenendone in seguito Maestro Venerabile (1993). Nel Rito di York ha fatto parte del Capitolo Montebianco N° 28 ed è stato Illustr\ Master nel Council Compostela N° 10. È stato Ispettore di Loggia dal 1994 al 1997. Nel 1982 ha aderito all’ A\ e P\ Rito di Memphis e Misraim, dove ha raggiunto il 33° grado. Oltre a numerosi libretti redatti su varie tematiche oggetto di Tavole e poi sviluppate per l’approfondimento, ha scritto un’autobiografia, un volume sull’Ordine del Tempio, nonché un compendio di tutte le Tavole prodotte negli ormai trent’anni di militanza massonica.

Il significato è per lo spirito quello che il cibo è per il corpo - Arnold Mindell (AnimaMundi edizioni)





















Marx e Lenin non potevano prevedere la depressione derivante dalle loro dottrine non psicologiche e anti-religiose. Misero l’accento sulla comunità, ma negarono il ‘campo del sogno’ in cui viviamo. Auspicavano una grande famiglia senza classi, ma proibirono la comunità di esseri umani e di spiriti in cui tutti siamo nati. Certo, avevano ragione: quando le persone sono deprivate, povere e abusate, il bisogno di denaro può renderle confuse e vendicative. Maggiore la distanza tra ricchezza e povertà nella società, maggiore è la rabbia e più profonda la disperazione dei poveri. Ma Marx e Lenin avevano anche torto: un rapporto con gli dèi è un potere che consente di trascendere la disperazione. I governi che cercano di proibire questo collegamento finiscono per reprimere il senso del significato, che è indipendente dall’epoca storica: il significato è importante e necessario quanto il cibo. Il comunismo è simile al capitalismo: entrambi sono occidentali, europei e materialisti, nel senso che promuovo la proprietà, di pochi o delle masse. Entrambi svalutano le esperienze estetiche e intellettuali che non sono legate all’economia. Entrambi negano l’ambiente. Entrambi ignorano le tradizioni spirituali e mistiche dei popoli nativi, la cui spiritualità è fondata sull’interconnessione con tutte le cose. L’attivista per i diritti dei Lakota Oglala, Russel Means, oppone al marxismo le credenze e le tradizioni spirituali dei nativi americani: Un’insistenza squilibrata degli uomini sugli uomini, l’arroganza europea di comportarsi come se fossero al di là della natura dell’interconnessione di tutte le cose, può produrre soltanto una totale disarmonia e un riassetto che riporta all’umiltà gli esseri umani arroganti, dando loro un assaggio di quella realtà che è oltre la loro portata e il loro controllo. Non occorre una teoria rivoluzionaria perché accada. È al di là del controllo degli uomini.

Il paradosso del processo di gruppo è questo: per essere utile, deve riguardare i problemi sociali e di rango di tutti. Deve affrontare il problema di chi detiene il denaro. Nello stesso tempo, una comunità muore se si focalizza soltanto su ciò che è giusto o sbagliato per entrambe le parti. Come dice Russell Means, la comunità è condannata se si concentra solo sugli esseri umani. La cosa definitiva è lo spirito della natura, il misterioso e infuocato processo che ci spinge dentro e al di là di tutti i molteplici aspetti di noi stessi e dei ruoli nella nostra comunità.

(tratto dal paragrafo "Chi detiene il denaro?" del libro Essere nel fuoco. Conflitto e diversità come strumenti di trasformazione sociale di Arnold Mindell, AnimaMundi edizioni, Otranto, 2010)

La pagina web del libro:

http://www.suonidalmondo.com/edizioni/143.html

sabato 18 giugno 2011

Ligabue - "Un colpo all'anima"



"UN COLPO ALL'ANIMA"! Si può scaricare da iTunes! http://i.digita.li/arrivederci_yt
Questo è il singolo del nuovo album di Luciano Ligabue, intitolato "ARRIVEDERCI, MOSTRO"; il disco, uscito l'11 maggio 2010 ad esattamente 20 anni dal primo, dalle prime indiscrezioni trapelate dallo studio di registrazione è ricco di sonorità molto rock e con un Luciano in grande forma compositiva.

Il video, per la regia di Marco Salom, è stato girato nel parco archeologico di Nora, in Sardegna; insieme a Luciano i musicisti della band: Federico Poggipollini, Niccolò Bossini, Kaveh Rastegar, Michael Urbano, José Fiorilli. Tra le comparse alcuni fortunati iscritti al fanclub ufficiale, http://barmario.ligabue.com


Ligabue - Un colpo all'anima
Casa discografica: Warner Music
Management: Claudio Maioli, assistente Alberto Cusella
Casa di produzione: Angelfilm
Executive producer: Marco Salom
Regia: Marco Salom
Fotografia: Marco Bassano
Producer: Luca Legnani
Production manager: Daniele Gentili
Styling: Cristiana Santella
Make up: Silvia Persica
Editor: Claudio Bonafede
Location: Scavi archeologici di Nora/Faro di Capo spartivento/Chia

Il libro del giorno: Ritorno al paese delle Aquile di Aldo Renato Terrusi (Besa editrice)





















Un percorso alla ricerca delle proprie origini e della propria storia. Ritorno al Paese delle Aquile racconta il viaggio di Aldo e dello zio Giacomo, che tornano in Albania dopo quarantaquattro anni.
Aldo era ancora un bambino quando il regime di Enver Hoxha rinchiuse il padre nel terribile carcere di Burrel, dove morì senza poter dare l’ultimo saluto al figlio e alla moglie. Il desiderio di Aldo di riportare in Italia i resti del padre si scontra con il passato doloroso della famiglia Terrusi e di una nazione che ancora oggi porta impressi i segni laceranti della dittatura. Attraverso i ricordi di una famiglia, si ripercorrono le drammatiche vicende della pagina di storia più cupa del Paese delle Aquile.

ALDO RENATO TERRUSI è nato a Valona, in Albania, nel 1945, da genitori italiani. Dopo gli studi tecnico-scientifici, ha lavorato in enti di ricerca, collabora in qualità di consulente con alcune società e scrive su riviste specializzate. Ha la passione per l’archeologia, l’astronomia e la fotografia. Si diletta inoltre con la pittura e pratica il tiro con l’arco a livello agonistico.

Il libro segreto di Dante di Francesco Fioretti (Newton Compton)











A lungo in questi ultimi mesi si è discusso di un libro che non solo ha suscitato interesse, ma addirittura in più di qualche occasione è stato paragonato al “mitologico” Codice Da Vinci di Dan Brown. Faccio riferimento al libro di Francesco Fioretti dal titolo “Il libro segreto di Dante” edito dalla Newton Compton. Ora, devo confessare di essere tendenzialmente attratto da pubblicazioni la cui area interesse sfiora l’esoterico, e ammetto di essere piuttosto ferrato su questi argomenti. Ciò che tengo sotto osservazione in questa tipologia di lavori è fondamentalmente la plausibilità (anche se si tratta di opere di pura finzione) delle ipotesi sviluppate dall’autore. Ricordiamo che gran parte delle “ipotesi” lanciate da un grande maestro della fantascienza come Isaac Asimov si sono e si stanno lentamente traducendo in realtà. Il cocktail di Francesco Fioretti è veramente splendido, perché non solo non ci si trova dinanzi ad un rompicapo letterario soporifero, ma riesce a mettere in campo tutta una serie di indicazioni, che sinceramente non mi sento di definire né casuali, né arbitrarie, né puramente inventate. Il libro parla di segreti terribili, fa vivere entusiasmanti colpi di scena, tutti legati in maniera indissolubile al poema che ha dato origine alla storia della nostra letteratura e alla nostra lingua. Questo libro inoltre ci aiuta a capire un aspetto sul Sommo Poeta, che sfugge a molti noiosissimi manuali di storia della letteratura italiana nelle nostre scuole e presso alcune cattedre di Letteratura Italiana dei nostri atenei (forse perché appartenenti a certo “folklore storico”: il nostro Dante Alighieri, non solo non era lontano da certi studi “liberali”, ma addirittura la sua vicinanza all’ordine templare potrebbe far sorgere l’idea che si trattasse di un graduato all’interno di questo ordine, con cariche di responsabilità e a conoscenza dunque di grandi segreti, anche di natura economica. Le vicende narrate dall’immenso Francesco Fioretti, vedono protagonisti la figlia del poeta, suor Beatrice, che indaga sulla morte misteriosa di suo padre, un messaggio in codice lasciato da Dante su nove fogli di pergamena, e il mistero sul fatto che Dante volesse nascondere gli ultimi tredici canti del Paradiso.

venerdì 17 giugno 2011

6 giorni sulla Terra

E’ il film di "realscienza" diretto da Varo Venturi con Massimo Poggio, Laura Glavan, Ludovico Fremont e Marina Kazankova basato sulle testimonianze emerse dalle ricerche condotte dal Prof. Corrado Malanga dell'Universita' di Pisa sul fenomeno dei rapimenti alieni - Abductions, da lui ridefiniti Interferenze Aliene.

Il libro del giorno: Twilight Manager di Matthew Stewart (Fazi editore)












«I Romani colonizzarono tutto il loro vastissimo impero occupando i territori con l’esercito e, subito dopo, costruendo terme e teatri, diffondendo il latino e con esso la loro letteratura e il loro stile di vita. Gli americani hanno colonizzato il pianeta disseminandolo di soldati e di basi militari, diffondendo la loro lingua, le loro piattaforme informatiche, i loro film, la loro Coca Cola, la loro way of life. I Romani aggiunsero alle loro falangi l’arma penetrante del diritto; gli americani hanno aggiunto ai loro bombardieri l’arma micidiale del management. Mentre nella mecca di Harvard si elaborano paradigmi teorici, schiere di profeti e di apostoli si incaricano di diffonderli in tutto il mondo officiando seminari nelle business school costruite e gestite a immagine e somiglianza della casa madre bostoniana […] Matthew Stewart, filosofo di formazione e ormai ex consulente di grandi aziende e banche, fulminato dal licenziamento sulla via di Damasco, fa causa, vince e intasca i soldi che gli consentono di ritirarsi a riflettere. Twilight Manager è l’utile frutto, vendicativo e illuminante, di questa riflessione, innescata da una duplice valutazione: la prima è che “i clienti delle società di consulenza sono, per un processo di autoselezione, più disorganizzati della media”; la seconda è che “la profusione ripetuta di sforzi inutili fa crescere nei consulenti un cinismo spietato sulla condizione umana”».

Dalla prefazione di Domenico De Masi

Matthew Stewart - Laureatosi in filosofia politica a Oxford, ha lavorato per diversi anni come consulente manageriale di successo presso grandi aziende e banche. Oggi vive a Santa Barbara, California, « “Strappa, straccia, fai a pezzi, mutila, distruggi la gerarchia”, scrive Peters in Liberation Management, acquistato e metabolizzato in tutto il mondo da milioni di dirigenti. Strappa, straccia, fai a pezzi, mutila, distruggi i guru, le società di consulenza e il pensiero manageriale, incalza Matthew Stewart in Twilight Manager, cui auguro un successo almeno pari a quello di Peters perché fornisce una miracolosa cura omeopatica contro i santuari e i santoni del management»

“MATERA VITE SCAVATE NELLA ROCCIA” DI NUNZIO FESTA (Historica Edizioni)












L'autore ed editore materano Nunzio Festa scrive della sua città e lo fa con un agile ma completo tascabile uscito per la collana internazionale “Cahier di viaggio” diretta da Francesca Mazzucato per Historica edizioni. Sette piccoli passi, sette passeggiate per descrivere una Matera inedita con le sue viuzze, le sue antiche chiese, con i sassi, ma anche con i palazzi: “Matera, che è composta, Sassi a parte, da palazzi e palazzoni, esempi di nuovi quartieri sposati e votati con e alla logica del mercato di calce e mattone”. Quella che emerge dal libro di Nunzio Festa è una Matera viva, reale, una città che andrebbe o dovrebbe essere più visitata e conosciuta. Una città magica, ricca di atmosfere che richiamano tempi passati, unica nel suo genere in Italia. L'autore è bravo nel tratteggiare i luoghi della città e a incuriosire il visitatore ma anche ad avvicinare i materani a scorci della città che spesso passano inosservati. Quella di Nunzio Festa è la Matera che si muove in direzione di una possibile candidatura a Capitale Europea della Cultura per l’anno 2019, e questa è una Matera, vista in un piccolo viaggio che porta agli occhi dei luoghi e agli spazi degli uomini. Un racconto che Nunzio Festa destina alla “memoria” dei materani, ma anche al turista occasionale e quello più colto, che voglia ascoltare un pezzettino fascinoso dell'ex Belpaese. “Un lungo filo mette in accordo le due sfere del catino. Salvando con gli occhi una parte e l'altra dei Sassi, non si può che testimoniare la traiettoria d'aria e di spessa strada spesso rovente che allaccia il Caveoso con il Barisano”.

L'AUTORE - Nunzio Festa è nato a Matera, nell’81. Poeta, narratore, critico; lavora nel campo dell’editoria, prevalentemente come editor per la materana Altrimedia Edizioni – della quale è anche direttore editoriale, e come consulente editoriale. Collaboratore con Il Quotidiano della Basilicata . Nel 2004 ha pubblicato la sua prima silloge poetica E una e una (Montedit), mentre nel 2005 la sua prima raccolta di racconti Sempre dipingo e mi dipingo. Storie di vita ballate e condite con musica (Edizioni Il Foglio letterario). Nel 2007, la silloge poetica Deboli bellezze è entrata a far parte della collana curata da Silvia Denti, ‘I quaderni Divini’. Dieci brevissime apparizioni è il titolo delle prose poetiche pubblicate da LietoColle nel 2009. Il suo primo romanzo è stato pubblicato presso Arduino Sacco Editore, sempre nel 2009, ed è titolato L’amore ai tempi dell’alta velocità. Nel 2011 è uscito presso sempre Arduino Sacco Editore, il ’saggio’ “Birra di paese. Piccolo viaggio nei luoghi che perdono popolazione e prendono birra”.

Il sito ufficiale di Historica Edizioni: www.historicaweb.com

Contatti: info@historicaedizioni.com

Distribuzione: www.discepolidistribuzione.com

giovedì 16 giugno 2011

Raffaella Carrà con Alberto Sordi – Tuca Tuca

Fonte Youtube/Rai

Una celebre e storica clip in versione completa

http://raffaellacarraforum.forumup.it/

Il libro del giorno: DISCORSO SULLA SERVITÙ VOLONTARIA di Étienne de La Boétie (Chiarelettere). Prefazione di Paolo Flores d’Arcais












“Vedendo questa gente che striscia ai piedi del tiranno talvolta ho pietà della loro stupidità. Non basta che obbediscano, devono compiacerlo, devono ammazzarsi per i suoi affari. […]. Com’è possibile che tanti uomini sopportino un tiranno che non ha forza se non quella che essi gli danno. Da dove prenderebbe i tanti occhi con cui vi spia se voi non glieli forniste? Siate risoluti a non servire più, ed eccovi liberi.”
Étienne de La Boétie (1530-1563) -. Scrittore e uomo politico francese, si avvicina agli studi umanistici leggendo e traducendo opere di Senofonte e Plutarco. Segue i corsi di Diritto all’Università di Orléans e negli stessi anni scrive il Discorso sulla servitù volontaria. Nel 1553, a soli ventitré anni, è ammesso al Parlamento di Bordeaux e impronta la sua attività politica alla difesa della tolleranza religiosa e alla salvaguardia della libertà di coscienza individuale. Nel 1559 incontra Michel de Montaigne, con il quale stringe un’intensa amicizia che quest’ultimo celebrerà nei suoi Saggi. La lettura del Discorso sulla servitù volontaria colpì e appassionò tanto l’amico filosofo da indurlo a presentare proprio i suoi Saggi come commento «a un quadro ricco, rifinito e composto, un discorso chiamato La servitù volontaria». Nel 1563 La Boétie contrae una grave malattia, con molta probabilità la peste, che lo porterà alla morte dopo dieci giorni di agonia.

Lettera d'amore a Bertrand Cantant, di Francesca Mazzucato (Giraldi). Intervento di Nunzio Festa












Amore totale. E' quello che la scrittura di Francesca Mazzucato, della quale sappiamo molti libri, tanti dei quali, tra l'altro, lungamente amati - dall'”Anarchiste” all'ancora più datato “Web cam” passando per il più recente “Romanza di Zurigo” - , consegna all'anima e cantante dei Noir Désir: Bertrand Lucien Bruno Cantat. Cantante e cantautore, questa penna e uomo che Francesca Mazzucato legge e ascolta, quale “poeta” che segna nell'intimo più intimo, ha avuto e ha una vita, d'altronde che ispira. Oltre essere ispirata. Scorrevole come un romanzo, la “Lettera d'amore” dell'autrice bolognese (per origini, s'intende, visto che i giorni della scrittrice sono fra Bologna Liguria Francia...) è un vero e proprio parallelo: tra le parole di Cantat, e il suo corpo, ovviamente, e le parole di Francesca, e il suo corpo, è ovvio. Questo libro pulsante non poteva che essere scritto da questa autrice. Romanziera, traduttrice dal francese e curatrice di opere – vedi la riedizione del saggio di Serra su de Sade, l'impegno di Mazzucato è quello d'indagare le mutazioni del tempo, che passano per le carni, ma seguendo le indicazioni del passato che sono il classico allungato nell'imperidibile foga della Letteratura. I tanti rimandi contenuti in “Lettera d'amore a Bertrand Cantand”, infatti, conducono nei versi di Carifi e nel lirismo di Apollinaire. Perché, però, Francesca Mazzucato sceglie di fare questo romanzo interamente a fiore per Cantat? I testi di Cantat, non si può che rispondere, sono dolore e passione, ovvero il pegno che le anime viaggiatrici dei margini pagano a un'intonazione con il reale. Certamente, le cronache ricorderanno di quando il cantante dei Noir Désir fu imprigionato per aver ucciso sua moglie Marie Trintignant e quanto la sua ex moglie morì in casa dello stesso Cantat, più che certe volte la melodia di Le vents nuos portera, ma Francesca Mazzucato guarda oltre la cronaca del giornale che finisce nel cestino. Le note scritte di Francesca Mazzucato spiegano il mondo di Bertrand Cantat e la sua dedizione per gli emarginati, le sue irregolarità che sono il sapore del genio e l'amore totale, stragrande, che il cantante e autore aveva per Trintignant. Naturalmente, l'autrice ha composto quest'opera corale e non corale, corale perché piovuta ingenuamente e genuinamente dal cuore e non corale in quanto ragionata al di là delle competenze degli altri sguardi pur poggiati nella narrazione, iniettandole nel suo sangue tutte le posizioni di testo che potessero dare altro calore alle 'ambientazioni' sensoriali. Allora, infine, chiediamoci: è davvero una dichiarazione d'amore? All'interrogativo, evidentemente, diciamo di contro che siamo esattamente dove san Francesco portò il Cantico alle “creazioni”. Dall'Hotel Coma, Francesca Mazzucato ode le urla di piacere e i patimenti che poi scaraventa, modellandoli attraverso la sua solita lingua gemmata e più che barocca. Si fa, di nuovo, di centri commerciali desolanti e strade lucide, angoli sempre puzzolenti, coca che rinnova l'etere. Una terra, sappiamo, che pullula, è proprio il caso di dire, di “pugili, puttane, rockers, efebici ragazzi in vendita, casuali, passanti curiosi di corteggiare l'abisso, diseredati, donne che si sono vendute il cuore scisso senza anestesia per amore”. Luoghi nei quali, per dire, Bertrand Lucien Bruno Cantat s'è piantato. Che non basta il successo. Oppure manco quando il successo non c'è è tutto perfetto. E la missiva che abbiamo letto, condizionante all'impossibile, corteggia tanto altro ancora.

mercoledì 15 giugno 2011

I segreti dei Santi – Platea Sancti Petri” di William Larson (Cerebro Edizioni) al Macbeth Revolution di Pagani












“I segreti dei Santi – Platea Sancti Petri” di William Larson (Cerebro Edizioni) sarà presentato venerdì 17 giugno alle ore 19,30 presso il Macbeth Revolution a Pagani (Sa) con Luana Ferraioli (giornalista de "Il quotidiano"). Dott.ssa Colomba Pappalardo, Vice Dirigente del I° circolo didattico di Pagani (Sa), esperta di Storia e Metastoria

Un piccolo centro della Provenza diventa il teatro di un orribile delitto. Un uomo porta via qualcosa di prezioso da Villa de Lacan e si lascia alle spalle due corpi senza vita. L’unico sopravvissuto è un bambino, il figlio della coppia, che crescerà con una domanda angosciante: Cosa conteneva quell’oggetto per scatenare un gesto così disumano? Quali sono i significati esoterici custoditi dalle mura della Sagrada Familia il monumento catalano più famoso al mondo? E cosa unisce Antoni Gaudì a Berengère Sauniere, il parroco “dei miracoli” di Rennes-le-Château? Tutto ha inizio con l’omicidio di François de Villaret e Jasmine de Chateauneuf , massacrati brutalmente nella loro villa a Saint Paul de Vence (in Provenza a ridosso della Costa Azzurra). La loro unica colpa quella di custodire un segreto che avrebbe posto in discussione le stesse fondamenta della cristianità. Il figlio, Pierre de Villaret, l’unico testimone dell’omicidio, sarà la chiave di volta per districare la fitta matassa di silenzi, menzogne, e misteri che alimentano un gigantesco complotto all’umanità ad opera di organizzazioni operanti ai limiti della fede e della legge. Quello dei "Pauperes commilitones Christi templique Salomonis" (Poveri compagni di Cristo e del Tempio di Salomone), meglio conosciuti come Cavalieri templari o semplicemente Templari, fu uno dei primi e più noti ordini religiosi cavallereschi cristiani, il più misterioso e il più discusso di tutta la storia. L’Opus Dei, fondato in Spagna nel 1928 da Josemaría Escrivá, canonizzato da Papa Giovanni Paolo II, è un’associazione cattolica di prelati e laici, diffusa in oltre ottanta paesi. Tra i suoi membri si contano professionisti, uomini di Stato e personalità di spicco della politica internazionale, e il suo potere sembra immenso. La famiglia Sinclair è custode di una grande verità, legata con un filo rosso all’Ordine Templare, al di là del tempo e dello spazio. L’ISME è un singolare istituto che si occupa di storia medievale e dotato di grande influenza. Una corsa contro il tempo tra Spagna, Francia e Italia, tra inseguimenti mozzafiato, documenti “fantasma”, e un grimorio proibito forse scritto dal noto mago e profeta Nostradamus: “Vaticinia Michaelis Nostradami De Futuris Cristi”. Tutto questo e molto di più nelle pagine di William Larson che scrive “I segreti dei Santi – Platea Sancti Petri” un romanzo che lascia col fiato sospeso e che tra le righe custodisce uno scrigno di informazioni, che fanno pensare ad una conoscenza esoterica che ha dell’incredibile.

William Larson nasce a Foggia nel 1976, si trasferisce con la famiglia in un piccolo centro dei castelli romani, nei pressi della capitale, dove, terminati gli studi, si dedica all’informatica. Ha sempre nutrito interesse per l’enologia e la letteratura, alternandoli al costante impegno nel suo lavoro primario, fino alla scrittura di questo romanzo.

Info:

http://www.macbethrevolution.it

“I segreti dei Santi”, William Larson, Cerebro Editore, p. 380, 2011, 9788896782255

http://www.youcanprint.it/youcanprint-libreria/narrativa/segreti-santi-larson-cerebro.html

Depeche Mode - Wrong

Music video by Depeche Mode performing Wrong. Fonte Youtube/Emi Music

“Dalla Montagna Nera, scrittori e poeti montenegrini contemporanei” (Besa editrice) alla Feltrinelli di Bari












“Dalla Montagna Nera, scrittori e poeti montenegrini contemporanei” è l’antologia pubblicata dalla Besa Editrice che per la prima volta presenta al pubblico italiano uno spaccato dell’esperienza letteraria contemporanea del Montenegro. “Dalla Montagna Nera, scrittori e poeti montenegrini contemporanei” è il primo testo organico, di questo spessore, a essere pubblicato in Italia, esso ha l’obiettivo di illustrare la particolarità dell’esperienza letteraria montenegrina, presentando i momenti di spicco della sua produzione letteraria; davanti al lettore si trovano testi finora non tradotti scritti da eremiti letterari sia balcanici che mediterranei. L'antologia rende nel migliore dei modi l'attuale mappa letteraria montenegrina, alquanto frastagliata, senza caratteri costanti, rappresentata dai trentacinque autori selezionati da Pavle Goranović. Le opere di questa raccolta contribuiscono a plasmare un nuovo rapporto nei confronti dell’eredità universale, rapporto che diventerà il motore di nuove energie creative.

Il volume verrà presentato Giovedì 16 Giugno alle ore 11,15 presso la Libreria Feltrinelli di Bari dall’Assessore al Mediterraneo della Regione Puglia Silvia Godelli e dal Vice Ministro della Cultura del Montenegro Dragica Milica. Alla presentazione, promossa unitamente al “CESFORIA Centro studi e formazione in relazioni interadriatiche” della Università di Bari, alla Fondazione Gramsci di Puglia, all’Assessorato al Mediterraneo, alla Regione Puglia e all’editore Besa interverranno Franco Botta, Giovanna Scianatico e Nicolò Carmineo, docenti della Università di Bari, l’Editore, il curatore della antologia Pavle Goranović, il capo di gabinetto del Ministero della cultura del Montenegro Danica Bogojevic, il Console del Montenegro a Bari Luigi Morfini.

La Puglia e il Montenegro sono legati da antichi e profondi vincoli di amicizia e cooperazione, la pubblicazione di una antologia della letteratura montenegrina è una occasione per promuovere una maggiore conoscenza della realtà culturale di questo paese favorendo ulteriormente il dialogo e la comprensione reciproca.

La Besa editrice è partner integrante dunque di questo progetto editoriale con l’Assessorato al Mediterraneo, la Fondazione Gramsci di Puglia, con Cesforia e con la Regione Puglia al fine di permettere la conoscenza delle nuove esperienze letterarie dei paesi dei Balcani sud occidentali in Italia e di autori pugliesi nei paesi oltre Adriatico.

In occasione della presentazione sarà inoltre illustrato il progetto del Consolato del Montenegro a Bari di realizzazione di un fondo alimentato da contributi di imprenditori privati per incentivare la iscrizione nelle Università pugliesi di studenti montenegrini che potranno usufruire di borse di studio in particolare per la partecipazione a master e a corsi di specializzazione.

“I guardiani del destino e altri racconti" di Philip K. Dick (Fanucci)












Fra qualche giorno in libreria si potrà leggere in occasione dell’uscita al cinema de “I guardiani del destino”, con Matt Damon e Emily Blunt, l’omonimo racconto di Philip K. Dick pubblicato da Fanucci. Infatti la casa editrice romana propone una nuova antologia di racconti, intitolata per l’appunto “I guardiani del destino e altri racconti”, che raccoglie i migliori racconti brevi che hanno ispirato il mondo del cinema. I guardiani del destino (Adjustment Team) è stato scritto da Philip K. Dick nel 1954. Pubblicato per la prima volta sulla rivista Orbit Science Fiction, successivamente è stato ristampato in diverse raccolte. I guardiani del destino narra la vicenda surreale di Ed Fletcher, venditore immobiliare che scopre che il mondo, la realtà che quotidianamente viviamo, viene continuamente cambiata e riplasmata da alcuni ‘guardiani’, potenti e misteriosi, che vivono al di fuori del pianeta. Il racconto è interamente incentrato su uno dei temi più cari a Dick, quello del rapporto tra realtà oggettiva e realtà soggettiva, e quindi ben rappresentativo della visione dell’autore. Una storia che pone domande sul destino e sulla sua forza misteriosa, e lascia, come solo Dick sa fare, aperti numerosi quesiti che riguardano il nostro modo di leggere la realtà e stare al mondo.

Philip K. Dick nasce a Chicago il 16 dicembre 1928. Nel 1955 esce il suo primo romanzo, Lotteria dello spazio. Durante un’esistenza segnata dalle difficoltà economiche, scrive capolavori come La svastica sul sole, Ma gli androidi sognano pecore elettriche?, da cui è tratto Blade Runner di Ridley Scott, e Ubik. La Trilogia di Valis è la sua ultima opera, pubblicata negli anni Settanta. Muore il 2 marzo 1982, stroncato da un ictus. La notorietà di Philip K. Dick deve molto agli adattamenti cinematografici, tra cui Atto di forza (1990), Screamers – Urla dallo spazio (1995), Impostor (2002), Minority Report (2002), Paycheck (2003) e Un oscuro scrutare (2006). Nel 2008 è uscito il film Next, con Nicholas Cage, tratto dal racconto The Golden Man.

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