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venerdì 22 aprile 2011

Che tempo che fa - Margherita Buy e Fabio Fazio



fonte Youtube
L'intervista completa su Rai.tv

Margherita Buy. Immagine di donna a cura di Massimo Causo (Besa editrice)














Tra le attrici italiane più premiate e di maggior successo, Margherita Buy ha interpretato in 25 anni di carriera una cinquantina di ruoli che l’hanno subito imposta nel cinema italiano come interprete di una femminilità forte e definita, dando vita, tra commedie e drammi, a personaggi capaci di nutrire le proprie certezze esistenziali e il proprio ruolo di donna, passando attraverso un lavoro di ricerca spesso doloroso e problematico. Formatasi all’Accademia Silvio D’Amico, dopo la gavetta teatrale Margherita Buy ha portato al cinema personaggi che cercano una via d’uscita dagli schemi sociali e dai drammi personali, figure apparentemente fragili ma anche imprevedibilmente forti, che si confrontano con rivelazioni dolorose, fanno scelte coraggiose e scoprono una insospettata vitalità interiore. Capace di sostenere con straordinaria tensione emotiva ruoli drammatici, Margherita Buy non ha mancato di rivelare spesso una notevole propensione alla commedia, affidandosi anche a ruoli imprevedibili e sorprendenti. La sua carriera l’ha portata a recitare con i più importanti autori del cinema italiano contemporaneo, da Ferzan Ozpetek a Cristina Comencini, da Giuseppe Piccioni a Carlo Verdone, da Silvio Soldini a Sergio Rubini, da Roberto Faenza a Nanni Moretti. Nel corso di tutti questi anni ha vinto più volte sia il David di Donatello che il Nastro d’Argento e il Ciak d’Oro: tutti riconoscimenti che la confermano tra le attrici italiane più amate non solo dal pubblico, ma anche dalla critica e dal mondo del cinema.

Massimo Causo, critico cinematografico, fa parte del gruppo “Sentieri Selvaggi”, è redattore della rivista “Il Ragazzo Selvaggio” e collabora con “Duellanti”, “Filmcritica”, “Cineforum”, “Panoramiche”. Critico del quotidiano “Il Corriere del Giorno” di Taranto, è selezionatore del Torino Film Festival e consulente del Festival del Cinema Europeo di Lecce. Docente di Storia e Critica del Cinema all’Università del Salento, è Vicepresidente del Centro Studi Cinematografici. Ha pubblicato monografie su Kathryn Bigelow, Francesco De Robertis, Michele Placido, Ugo Tognazzi, Andrej Konchalovskij, Maurizio Nichetti, Lucia Bosè.

Giovanni Paolo II: la biografia di Andrea Riccardi (Edizioni San Paolo)










La biografia più documentata su Giovanni Paolo II. Un viaggio attraverso le vicende che hanno caratterizzato la seconda metà del XX secolo, per comprendere appieno la carismatica figura del Pontefice. Giovanni Paolo II, protagonista per più di un quarto di secolo sulla scena mondiale, è stato definito il papa slavo, colui che ha dato il colpo di grazia all’Unione Sovietica e al suo impero, l’uomo del secolo. Più semplicemente, egli riteneva di aver ricevuto il compito di introdurre la Chiesa nel nuovo millennio. Questo era il senso del suo viaggio condotto, secondo la sua convinzione, dal filo invisibile della Provvidenza. Questa guida nascosta l’aveva sottratto alla guerra e alle deportazioni di cui erano caduti vittima tanti suoi compagni; l’aveva chiamato alla vita sacerdotale; l’aveva scelto come vescovo e come papa. Ancora nel 1981 questo scudo di grazia l’aveva protetto in occasione dell’attentato in piazza San Pietro. Una volta ristabilito, Giovanni Paolo II ampliò ulteriormente il suo raggio d’azione. Al servizio della Chiesa cattolica, egli si impegnò a favorire l’unione tra i cristiani, l’amicizia con l’ebraismo, il dialogo tra le religioni, la pace nel mondo. Al termine della sua vita, consumato dalla dedizione, commosse il mondo con la sua sofferenza. L’opera di Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio che conobbe e collaborò a lungo con il papa polacco, è la prima vera biografia scritta su base scientifica e testimoniale di un papa che ancora vive nel ricordo di credenti e non credenti.
Andrea Riccardi è ordinario di Storia contemporanea presso la Terza Università di Roma e fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato: Le politiche della Chiesa (1997); Vescovi d’Italia. Storie e profili del Novecento (2000), Dio non ha paura. La forza del Vangelo in un mondo che cambia (2003), La pace preventiva. Speranze e ragioni in un mondo di conflitti (2004) e ha curato Il sogno di un tempo nuovo. Lettere di Giorgio La Pira a Giovanni XXIII (2009).

Suture. La poesia come resilienza, di Luca Artioli, prefazione di Massimo Sannelli (Fara Editore). Intervento di Nunzio Festa






















Dobbiamo ammettere che siamo stati indotti, e forse si tratta una delle poche volte cui questo accade, a leggere questo “Suture” partendo dalla 'firma' del prefatore dell'opera. Che di Massimo Sannelli, infatti, ce ne son ben pochi; e, di nuovo, nonostante gli approcci ugualmente diversi alla lettura delle liriche, abbiam trovato nella parola del Sannelli l'apertura giusta a entrare nel mare delle composizioni. Ma sentiamo Artioli. Il poeta Luca Artioli, bancario alla stregua d'una serie d'altre penne italiane, e non solo, che sappiamo, vedi i lucani, su tutti, Di Lillo e Tramutoli, appena trentacinquenne, lo ricorda addirittura il vagabondo Hirschman, “crea una poesia che è saggia e piena di velenosa grazia”. Strillo a parte, dunque, siamo certi che il Jack non si sbagli. Perché lo dimostrano parte delle poesie di Artioli, ovviamente. Mantovano, il poeta non è alla sua prima esperienza editoriale, ma in un certo senso è come se lo fosse. In quanto le antologie non sempre lasciano le autonomie autoriali in bella evidenza. Rubando invece da Sannelli sentiamo che, giustamente, Artioli trova un'originalità, dice fra le parole il critico esperto, che superano tutta quella banalità che molto contemporaneo ci propina. O almeno vorrebbe propinarci. Insomma Artioli, direbbe un Lucini, non è un versificatore di talento. Ma un poeta. Quindi il discorso di Luca Artioli, piaccia o non piaccia, dove piace e nel bel mezzo del cammin di quel che non piace, è costantemente ed estenuantemente discorso poetico. Per eccellenza. Nella luce del presente, Artioli trova il frizzo libero, che non è frizzare senza innovazioni, utile a mescolare linguaggio volgare a volgo del linguaggio. Al fine di costruire un mondo riconosciuto solamente dalla forza della stessa parola. Ovvero il più delle volte appena più in là del limite dell'immagini. Nelle sfumature essenziali delle descrizioni tali e quali. In epoca di poco, infine, la poesia di Artioli ci fa pensare che esista, pensiamo, una via di mezzo, che è senza dubbio un'altra via, tra questa beat spesso applaudita e il passato anche italiano d'una letteratura, non solo quindi di poesia, che fa da retroterra a tanti giovani penne. Una verità, innanzitutto, che spiega semplicemente la fine di molta scuola di pennivendoli. Oppure che mette in castigo quella categoria d'approfittatori e/o approfittatrici. La poesia moderna di Luca Artioli, che in punta di “Suture”, senza dimenticare un sottotitolo che raccontato sarebbe fine della lettura, aumenta la voglia di cercare poesia del Millennio Nuovo.

giovedì 21 aprile 2011

Carlo Verdone - da Un sacco Verdone del 1982



da Un sacco Verdone del 1982: Fonte Youtube con contenuti Rai

Il libro del giorno: Carlo Verdone. L'insostenibile leggerezza della malinconia a cura di Enrico Magrelli (Besa editrice)














Carlo Verdone da trent’anni è un detective arguto e garbato della nostra società. Esplora il linguaggio quotidiano, plasma tipologie, costruisce personaggi memorabili, formatta tic e fragilità, sfrontatezza e timidezze, ingorghi lessicali e bradisismi emotivi.
È un autore. Un virtuoso della comicità. Un architetto della messa in scena e della battuta.
Lo spettatore davanti ai suoi film si vede riflesso come in uno specchio: riconosce, nei personaggi di Verdone e in se stesso, l’iperbole e la malinconia, la dolcezza degli affetti e la tenerezza della commedia umana.

Enrico Magrelli è conservatore della Cineteca Nazionale. Dal 1994 è autore e conduttore del programma radiofonico “Hollywood Party”. È consulente della Mostra di Venezia e vicedirettore del BIF&ST di Bari. Fa parte della Commissione del fondo di garanzia per il cinema del Ministero dei Beni Culturali. Scrive per la “Rivista del Cinematografo” e collabora con la Casa del Cinema di Roma. Ha scritto e curato una dozzina di libri.

Giovanni Paolo II - Pensieri. A cura di Renzo Sala con illustrazioni di Nani Tedeschi (Edizioni San Paolo)









Una piccola galleria di ritratti del grande pontefice, accompagnati da citazioni e cenni biografici. Un libretto che raccoglie alcuni dei disegni di Nino Tedeschi su Giovanni Paolo II esposti dapprima alla mostra in San Giovanni Laterano, realizzata dal Vicariato di Roma, poi a Savona, nella cappella Sistina del Duomo e infine alla XX biennale di arte a Pinerolo.

Nani Tedeschi è nato a Cadelbosco Sopra (Reggio Emilia) nel 1938. Ha partecipato a importanti rassegne nazionali (Biennale di Venezia, Triennale di Milano) e internazionali, esponendo nella principali capitali mondiali. Ha collaborato col «Corriere della Sera», il «Sole 24 Ore» e la RAI.


Soltanto per loro di Leonardo Caffo (Aracne)











Perché gli animali? Davvero è questa la natura dell’uomo? Dove finisce la natura, e dove inizia l’artificio? In Soltanto per loro (Aracne, 2011) di Leonardo Caffo queste e altre interessanti questioni vengono discusse alla luce di quella tutt'ora scottante tematica che è la questione animale, che ci permette, comunque, un lungimirante ragionamento sui problemi umani e sociali in generale. Un testo che alterna la sua ragion d’essere tra la politica e la filosofia, regalando anche importanti riflessioni sul ruolo della futura pedagogia e dell’educazione sino a scoprire il significato profondo dell’empatia. Caffo spiega, senza inutili filtri derivanti da precednti teorie e studi, come nascono e cosa sono le ideologie di "dominio" esemplificate dallo specismo e come si caratterizzano, dagli anni ’70 ad oggi, le argomentazioni dei filosofi morali attenti alla decisiva frattura ontologica tracciata dalla sfruttamento animale. Un testo semplice e chiaro, ma che nella sua disarmante semplicità commuove e fa riflettere, affinché ognuna delle nostre lacrime sia davvero per gli individui offesi dal dispotismo antropocentrico.

mercoledì 20 aprile 2011

UGO TOGNAZZI INTERVISTATO DA ENZO BIAGI

Tognazzi. L'alterugo del cinema italiano a cura di Massimo Causo (Besa editrice)














“Uomo e personaggio prima, e solo poi veniva l’attore”: così Marco Ferreri raccontò l’amico Ugo Tognazzi, sottolineando il più autentico tratto distintivo di questo interprete formidabile del versante “normale” e medioborghese della commedia all’italiana: l’umanità. Una caratteristica dissimulata nel personaggio e manipolata dall’attore, ma mai disabitata dalla persona.
A poco più di vent’anni dalla scomparsa di Ugo Tognazzi, questo libro ripercorre l’esperienza di un attore che ha offerto alla nostra società l’immagine spesso complessa, a volte acida, a tratti surreale, ma sempre ironica e profondamente umana, dei propri vizi e delle proprie virtù, delle debolezze e delle grandezze, delle illusioni e delle irrimediabili sconfitte.
Il tutto per offrire il ritratto di quello che non è certo difficile immaginare come l’alter ego del cinema italiano. Anzi, l’alter... Ugo.


Massimo Causo, critico cinematografico, fa parte del gruppo “Sentieri Selvaggi”, è curatore della sezione “Onde” del Torino Film Festival e consulente del Festival del Cinema Europeo di Lecce. Critico del quotidiano “Il Corriere del Giorno” di Taranto, è redattore della rivista “Il Ragazzo Selvaggio” e collabora con “Duellanti”, “Cineforum”, “Filmcritica”, “Panoramiche/Panoramiques”. Ha insegnato storia e critica del cinema all’università del Salento e, oltre a numerosi saggi su autori e tendenze del cinema mondiale, ha pubblicato monografie su Kathryn Bigelow, Francesco De Robertis, Michele Placido, Ugo Tognazzi, Andrej Konchalovskij, Andrzej Wajda, Maurizio Nichetti, Lucia Bosè, Margherita Buy, Valeria Golino.

Il libro del giorno: Scarface, una storia violenta di Daniele Cavagna (Zerounoundici, collana Opera prima)











“Il ragazzino lasciò il marciapiede dissestato e sporco sul quale tutti gli altri stavano muovendo i loro passi elettrici e allucinati. Si accinse ad attraversare il parco, anch’esso squallido e sporco, dentro al quale svettavano quattro alberi spogli che non avrebbero avuto più nemmeno l’orgoglio di opporsi con forza al rumoroso e devastante taglio di una motosega. Si sarebbe detto che ognuno di quegli alberi non solo meritasse, ma avesse addirittura il diritto di essere abbattuto per tornare almeno, in qualche umile modo, utile. Sotto la sovranità di quei principi senza gloria versavano ancora pochi fedeli sudditi raggruppati in famigliole di fili d’erba ingiallita. Altrove l’unico vero tiranno era il marrone di una madre terra capricciosa ed esigente che per fiorire avrebbe avuto bisogno di attenzioni. La direzione era quella di casa. L’ometto avrebbe dovuto oltrepassare la desolazione buia del parco, prima di calpestare l’asfalto della Quinta strada. Da lì avrebbe potuto incunearsi nel canyon di cemento che si stagliava a poche centinaia di metri dai suoi occhi. Quella gola che, per qualche scherzo del destino, aveva un nome alquanto insolito e rassicurante. Un nome dedicato da una sudicia, enorme, città alla memoria di un qualche scrittore dimenticato. Un intento nobile e fallito, poiché il ricordo dell’artista era già da tempo esclusivo patrimonio della targa arrugginita appesa all’inizio della via.

VIALE DEI PENSIERI luogo prediletto dallo scrittore Luciano Fontana per “riflettere e filosofeggiare”.

Il Viale dei Pensieri poteva in qualche modo considerarsi l’equivalente del veneziano Ponte dei Sospiri che conserva questo romantico e malinconico nome per via del luogo, che niente aveva di romantico, al quale conduceva in passato.

“Lasciate ogni speranza voi ch’entrate“, avrebbe piuttosto dovuto recitare quella targa. E chi avesse percorso il Viale dei Pensieri avrebbe avuto questa sensazione in cuor suo, questa frase nella testa. “Lasciate ogni speranza voi ch’entrate”. Non esiste nessun ragionevole dubbio per credere il contrario.”

Soldi, per avere rispetto, per avere potere: lo schema a cascata che riassume il sogno di molte persone." Dopo la visione del film, Scarface diventa anche il sogno di un ragazzino di periferia che, pur di seguire l'esempio di Tony Montana, è pronto a sacrificare ogni cosa.

Giovanni Paolo II nel cuore del mondo a cura di Angelo Comastri (Edizioni San Paolo)








Angelo Comastri racconta Giovanni Paolo II, un papa entrato nel cuore del mondo. Un papa carismatico, capace di radunare folle oceaniche e conversare con la stessa sensibilità e attenzione con gli umili come con i potenti. Un papa consapevole della sua missione, che ha interpretato il suo ruolo da pellegrino apostolico deciso araccontare a tutti la gioia di avere conosciuto e incontrato Gesù Cristo, questo e molto altro è stato Giovanni Paolo II. La devozione mariana e le storiche visite in Polonia – un anno prima della nascita di Solidarność – e in Messico – dove ancora una volta si schiera con i più deboli –, l'amarezza per i viaggi mai fatti in Cina e Russia e l'attentato subito per mano di Mehmet Ali Ağca: il cardinale Angelo Comastri racconta quest'uomo eccezionale da osservatore privilegiato quale è stato, alternando storia e ricordi personali, non ultimo la benedizione ricevuta da papa Wojtyla poche ore prima del suo addio al mondo terreno. Un libro che racchiude la grande storia e la piccola, di tutti i giorni, fatta dai messaggi lasciati dai fedeli in fila per l'ultimo saluto al pontefice e la loro immediata percezione della sua santità. Parole che ci fanno comprendere come Giovanni Paolo II sia stato un papa nel cuore del mondo, perché ha portato la luce del Vangelo ovunque con la forza della sua parola e i suoi 250 viaggi apostolici, ma anche per l'amore che i fedeli, e non solo, hanno sin da subito manifestato nei suoi riguardi.

Angelo Comastri, arciprete della basilica di San Pietro a Roma e Vicario generale di Sua Santità Benedetto XVI per la Città del Vaticano, è autore di numerosi volumi di spiritualità, liturgia e meditazione. Predicatore profondo e ispirato, sa trasmettere il messaggio cristiano con passione e convinzione. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato Dov’è il tuo Dio? (2004), La firma di Dio (2004), Come andremo a finire? (2004), Dio è amore (2005), Non uccidere la libertà (2005), Nel buio brillano le stelle (2005), Prepara la culla: è Natale (2005), Prega e sarai felice! (2006), Via della croce e del cristiano (2007), Nelle mani di Dio (2010).

martedì 19 aprile 2011

Giovanni Paolo II. Il mio amato predecessore Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) a cura di Elio Guerriero (Edizioni San Paolo)









Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i due ultimi papi della Chiesa Cattolica hanno tanti punti in comune. Sono quasi coetanei, sono nati ambedue in Europa Centrale, su fronti opposti sono scampati alla seconda guerra mondiale, hanno partecipato insieme al Concilio ecumenico Vaticano II. Hanno poi collaborato a Roma per quasi un quarto di secolo. Gli eventi esteriori, tuttavia, non ci dicono l’essenziale: al di là della lunga collaborazione, tra il papa polacco e il prefetto della dottrina della fede si erano sviluppate stima, cordialità e amicizia come raramente capita di incontrare nella storia.

I testi di Benedetto XVI che qui vengono presentati, tratti da varie occasioni, sono una lettura privilegiata della figura e del pontificato di Giovanni Paolo II. Danno una interpretazione autorevole di alcuni eventi decisivi del pontificato, soprattutto lasciano intravedere, attraverso la commozione del ricordo il cuore del grande papa.

Tim Powers, Mari stregati (Fanucci)












“Aggrappandosi a una delle cime verticali tese e sporgendosi più che poté oltre la battagliola, John Chandagnac aspettò che l’onda sollevasse l’enorme, scricchiolante struttura della poppa e del cassero su cui si trovava, e poi lanciò il biscotto con tutta la forza che aveva. Sulle prime gli era sembrato un lancio davvero lungo, ma appena il biscotto cadde in rapide spirali verso l’acqua, si accorse che non lo aveva lanciato poi così lontano; ma il gabbiano lo aveva visto. Accorse a volo radente sull’acqua verdastra e all’ultimo momento, come per esibirsi, lo afferrò al volo. Il biscotto si frantumò appena l’uccello si sollevò in volo verso altezze più congeniali, ma sembrò comunque che ne avesse preso un bel boccone. Chandagnac aveva un altro biscotto nella tasca della giacca, ma per un po’ si limitò a guardare il gabbiano che planava – notando appena il modo in cui non sembrava fare il minimo sforzo, battendo di tanto in tanto le ali, per mantenere la sua posizione proprio sopra la lucerna di poppa del Vociferous Carmichael –, annusando il vago odore di terra che si percepiva nella brezza sin dall’alba. Il capitano Chaworth aveva detto che avrebbero avvistato i monti verdi e porpora della Giamaica nel primo pomeriggio, aggirato Punta Morant prima di cena e attraccato nel porto di Kingston prima di sera; ma mentre le operazioni di scarico del Carmicheal avrebbero significato la fine delle preoccupazioni che avevano fatto deperire visibilmente il capitano durante quell’ultima settimana di viaggio, per Chandagnac lo sbarco avrebbe rappresentato l’inizio del lavoro. E ricordati, si disse freddamente, mentre tirava fuori il biscotto dalla tasca, che sia tu che Chaworth siete entrambi in parte responsabili dei vostri problemi.”

Le avventure del burattinaio John Chandagnac si svolgono nella prima metà del XIX nel Mar dei Caraibi, mentre il giovane è alla ricerca di uno zio che non ha mai incontrato, apparentemente responsabile della morte di suo padre, scappato con l’eredità di famiglia. Poco prima di giungere a destinazione, la nave su cui John Chandagnac e i suoi compagni di viaggio – Beth Hurwood e suo padre Benjamin, un folle scienziato – sono imbarcati viene attaccata dai pirati, che uccidono il capitano e costringono Chandagnac a unirsi alla loro ciurma. Chandagnac (ribattezzato Jack Shandy) viene a conoscenza della terrificante storia di Benjamin Hurwood e della sua defunta moglie, e dei piani di riportarla in vita, che coinvolgono anche la figlia Beth. Jack Shandy dovrà cercare in ogni modo di frenare i folli propositi di suo padre, e potrà farlo solo assumendo il controllo della nave su cui viaggiano. E tra emozionanti e incredibili avventure, incrocerà anche il cammino del celebre pirata Barbanera.

Timothy Thomas Powers, nato a New York nel 1952, è uno scrittore di romanzi fantasy e di fantascienza, in cui avvenimenti e personaggi storici si mescolano a elementi occulti e soprannaturali. Powers è stato amico di Philip K. Dick, al punto che il personaggio di David nel romanzo Valis trae ispirazione proprio da Powers. La sua prima opera ad avere successo è stato Il Re Pescatore nel 1979, ma il lavoro che lo ha fatto conoscere al grande pubblico è stato Le porte di Anubis (The Anubis Gates), vincitore del premio Philip K. Dick e tradotto in numerose lingue. Mari stregati ha vinto il World Fantasy Award e il Ditmar Award.

Il libro del giorno: VICTOR GISCHLER “NOTTE DI SANGUE A COYOTE CROSSING” (Meridiano Zero)












In mezzo allo sconfinato nulla dell’Oklahoma, nella contea di Coyote Crossing, gli abitanti dormono sonni tranquilli, o almeno così credeva il giovane aiuto sceriffo Toby Sawyer, prima di quella notte. I Jordan sono piombati in città, assetati di vendetta per l'omicidio del fratello Luke, ma il cadavere è scomparso e tutti sembrano avere troppe cose da nascondere per raccontare la verità. Toby deve ritrovare il corpo prima dell'alba, e scoprirà ben presto di non essere il solo a cercarlo: tre killer chicanos gli distruggono il trailer a raffiche di mitra, e lui fa appena in tempo a fuggire con il figlio in braccio, sotto una pioggia di proiettili. Nello spazio di una notte, senza potersi fidare di nessuno, uomo o donna, amico o collega, il giovane Toby diventerà uomo, scoperchiando segreti pericolosi che lo costringeranno a combattere contro il cuore marcio di un'intera città e a scontrarsi con i Jordan in un’ultima sfida che profuma di O.K. Corral.

Una frenetica corsa contro il tempo tra esplosioni, incendi e inseguimenti mortali. Victor Gischler, adorato non a caso da Joe R. Lansdale e Don Winslow, ancora una volta sfodera humour, velocità e colpi di scena in un noir mozzafiato dal sapore western.

Victor Gischler vive a Baton Rouge, in Louisiana.

È autore di sette romanzi tradotti in dodici lingue, è stato a lungo professore di Scrittura creativa presso la Rogers State University, in Oklahoma, ed è sceneggiatore Marvel per fumetti come The Punisher, Wolverine, Deadpool e la nuova serie degli X–Men che ha venduto solo nella prima settimana più di 100.000 copie.

Il suo romanzo “La gabbia delle scimmie”, che è stato nominato come miglior esordio agli Edgar Award, sta per diventare un film a Hollywood.

“Finsi un colpo di tosse e mi portai la mano alla bocca per nascondere il sorriso. Che non ci fosse niente da ridere era ovvio, ma l’espressione stupita in faccia al cadavere di Luke Jordan mi aveva colto di sorpresa. Mai visto un morto così da vicino, prima, al di fuori di una camera ardente. Il Capo della polizia, Frank Krueger, fece un lungo e rumoroso sospiro e si grattò la pancia, scostando il cappello di paglia per asciugarsi il sudore con un fazzoletto rosso. Abbassò lo sguardo sul corpo di Luke, che sporgeva dal vecchio pick-up, e si mise a contare puntando il tozzo indice in direzione del cadavere. — Nove fori di proiettile, per me, — disse alla fine. — Ti torna? Figurarsi se perdevo tempo a contare, io. — Come no. — Mi toccai la stella di latta che portavo appesa alla T-shirt dei Weezer, sentendomi veramente uno stupido tra le scarpe da basket slacciate e i pantaloni della tuta. Quando la telefonata del Capo ti scaraventa giù dal letto a mezzanotte, afferri la prima cosa che capita e fili via come una scheggia. Con una mano mi reggevo dietro la schiena la fondina con tanto di revolver. Avevo provato ad agganciarla ai pantaloni della tuta ma, da quanto era pesante, continuava a tirarmeli giù fino a metà delle chiappe. Così non mi misi a contare i fori di proiettile, ma fissai Luke: i suoi occhi sbarrati e stupefatti, il sangue grumoso che iniziava a rapprendersi sulla camicia a quadri. Luke era uno di quei rednecks di bell’aspetto e dall’aria un po’ ruvida, sempre in jeans stinti e T-shirt senza maniche. Stivali da cowboy in finta pelle – ma lui probabilmente aveva raccontato a tutti che erano di serpente a sonagli.”

lunedì 18 aprile 2011

Le nozze del secolo del principe William con Kate Middleton














Sembra che tutto sia pronto per le nozze del secolo. Il 29 aprile 2011 si avvicina e la curiosità di mezzo mondo aumenta. Cosa indosserà Kate Middleton il giorno del suo matrimonio con il principe William? Ma soprattutto, chi firmerà l’abito? Se qualcuno sostiene che la futura regina si disegnerà il vestito da sola, altri fanno già dei nomi. Il più insistente? Sophie Cranston vestirà (pare) la futura regina d’Inghilterra nel giorno più importante della sua vita. La stilista, inglesissima, già conosciuta nel mondo di Hollywood, sembra essere stata scelta per questo importantissimo compito.

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Il libro del giorno: Ne uccide più la penna di Mario Baudino (Rizzoli)












Splendida uscita per la Rizzoli, perché si tratta di un’operazione editoriale molto intelligente, colta, raffinata, e soprattutto che può incontrare veramente il gusto e l’attenzione di un pubblico variegato e poliforme. In una parola una trovata degna di attenzione e profondo rispetto. Parliamo di “Ne uccide più la penna” di Mario Baudino, che si preoccupa di cercare con la lente d’ingrandimento tra le pagune dei noir e gialli più belli e avvincenti, la figura “ancestrale” e quasi mitologica del libraio, quasi a voler suggerire in punta di penna che dietro una scia di sangue ci può essere il detective bibliofilo e a volte bibliomane, o il libraio agguerrito dal grande acume investigativo. Mario Baudino ci procura una grande letizia attraverso questo lavoro, e si prodiga in un'indagine suadente, mai banale, di numerosi “casi” della letteratura di genere da Umberto Eco a Hans Tuzzi, dal mystery classico a Nero Wolfe, da Alexandre Dumas all’hard boiler. Dunque il viaggio si fa sempre più interessante, pagina dopo pagina, e il lettore non tema di lasciarsi ammaliare da questa “cartografia” delittuosa messa in piedi dall’incredibile maestria di Baudino. E allora sia esso un manoscritto dalle pagine avvelenate, un codice con oscure profezie o un'introvabile prima edizione coronata da refuso, questo testo maledetto diventa “la chiave di volta” in nome del quale uccidere e morire.

SULL'ONDA DELLE LEGGENDE DEL SALENTO (Kurumuny edizioni)





















“…all’improvviso vede un’ombra furtiva che risale dal mare attraverso quella spaccatura, scavalca il muretto a secco, si mangia l’uva e se ne torna velocemente in mare! Che cos’era?” Guarda il DVD per scoprirlo “Sull’onda delle leggende del Salento” è un’opera multimediale composta da un libro-guida con all’interno un documentario che raccoglie le leggende di mare della costa Salentina. Partendo da Roca, sul versante Adriatico, giungendo sino a S. Caterina, sullo Jonio, passando per Otranto, Leuca, Gallipoli e tutti quei luoghi in cui si narra ancora oggi una leggenda. Testi, foto, interviste, riprese, registrazioni: il materiale prodotto durante la ricerca sul campo, svolta nel 2010, viene arricchito da illustrazioni e animazioni, dando poi vita ad un documentario coinvolgente, che seguendo gli scrosci del mare e le note del pianoforte, ci accompagna alla scoperta di leggende tramandate da secoli. I racconti non sono riadattati o ritoccati, sono narrati in prima persona dagli abitanti del luogo come gli hanno ascoltati da sempre. Torre del Serpente, Rupe della Dannata, Grotta della Poesia, Isola della Fanciulla. Ogni leggenda è all’origine del nome del luogo dove si svolge. “Sull’onda delle leggende del Salento” non è solo una raccolta di leggende popolari, è anche un viaggio alla scoperta dei misteriosi luoghi che le hanno ispirate: per far scoprire un territorio unico, dove le pietre hanno ancora un posto nella memoria degli uomini. Non è solo un libro, non è solo un documentario, è un vero e proprio tuffo multimediale nella cultura popolare.

Il grande libro di Giovanni Paolo II a cura di Elio Guerriero (Edizioni San Paolo)














Un volume di grande pregio, riccamente lavorato, che alterna immagini a colori e parole, e ripercorre l’esistenza e il pontificato di Giovanni Paolo II. Curato da Elio Guerriero, il volume consta di quattro parti. Nella prima Luigi Accattoli racconta la vita di Karol WojtyBa: l’infanzia e l’adolescenza, la vita in seminario e il sacerdozio, l’elezione al soglio pontificio e l’attentato subito, la malattia e la morte. La seconda parte, dedicata al suo Ministero, raccoglie i contributi del suo successore, Benedetto XVI e di Camillo Ruini e Vincenzo Paglia. Angelo Comastri e StanisBaw Dziwisz, che gli sono stati vicini fin negli ultimi momenti di vita, fanno conoscere al lettore la grandezza di Giovanni Paolo II nella sofferenza, nel suo completo affidarsi al Signore e rivelano l’immediata percezione della sua santità. In appendice una selezione di scritti di papa WojtyBa: l’omelia per l’inizio del pontificato, la Lettera alle donne e quelle agli anziani, ai bambini e ai giovani.
Il volume è racchiuso in un cofanetto cartonato con immagine fotografica di Giovanni Paolo II.

domenica 17 aprile 2011

Il libro del giorno: Volevo essere una gatta morta di Chiara Moscardelli (Einaudi)












La gatta morta è la più controversa categoria femminile. Non seduce, non diverte, non esprime apertamente le sue convinzioni, la borsa le pesa, c’ha lo sbuffo incorporato, le mestruazioni per le i sono un calvario, gli amici del suo ragazzo per lei sono off-limits, i thriller per lei sono come “l’anticristo”, non te la da al primo appuntamento, e in testa ha un chiodo fisso: il matrimonio. Chiara Moscardelli è stata per anni una studiosa diligente, obiettiva, imparziale del fenomeno “gatta morta”, giungendo alla conclusione che “la gatta morta” ha la stessa mortalità del morso di un mamba: è mortale. Splendido romanzo d’esordio di un’altrettanto splendida trentacinquenne, che ti fa iniziare con un sorriso e ti lascia con un sorriso. Ecco un piccolo assaggio: «Con le mutande alle caviglie e il sedere all'aria non ebbi il tempo di pensare, né tanto meno di rivestirmi. Ero circondata da una cinquantina di militari con i mitra puntati, che mi intimavano di alzare le mani. Cosí per lo meno credetti di capire. E io le alzai. L'unica frase che mi venne fu: - Molto mal di pancia. - Montezuma, - mi rispose un militare senza abbassare l'arma. Quella sera imparai due cose. Era scoppiata la guerra in Chiapas: quelli che salivano sul pullman erano guerriglieri zapatisti. E avevo contratto un'infezione intestinale chiamata la vendetta di Montezuma. Comune cacarella».

Anteprima: "Finalmente libero" il nuovo romanzo di Salvatore Tornese (EDIZIONI ESPERIDI)















"Ben vengano le memorie di chi ha vissuto bene il suo tempo, altrimenti i tasselli che compongono il quadro unitario di un'epoca si perderebbero nelle brume dell'anonimato. La vicenda di Cosimo è una di quelle che si incuneano in un così grande quadro, quello della guerra, da non risultare essenziale a prima vista" (dall' introduzione di Laura d'Arpe, autrice)
"Tale pubblicazione ricade opportunamente nella ricorrenza delle celebrazioni del 150° ann.o dell'Unità d'Italia e consente di ricordare che il processo di unificazione passa anche dalla nostra Città (Monteroni di Lecce, n.d.r.) patria di perseguitati politici e di martiri per la libertà (...) "
(dalla presentazione di Pasquale Giorgio Guido, Sindaco di Monteroni di Lecce)
In copertina, illustrazione di Gianfranco Belfiore.

sabato 16 aprile 2011

Prima della "cinecolomba" ecco "Io sono Thor", il volume di Panini sul Dio di Asgard!












Per prepararci al meglio ad uno degli eventi cinematografici tanto attesi di quest’anno, ovvero il film di Thor, Panini Comics propone un’infinità di volumi per “studiare” al meglio il personaggio creato dal Stan Lee e Jack Kirby. Partiamo dal mega volume (anche nel prezzo) Io sono Thor in uscita il prossimo 21 aprile al prezzo di 29,90 euro per 304 pagine. Il volume raccoglie al suo interno i racconti che hanno segnato un’epoca come Guerra ad Asgard, La morte di Odino, Asgard sulla Terra e La battaglia degli dei. In più uno stupefacente apparato redazionale con tutto quello che avreste voluto sapere sul Figlio di Odino.

Fonte Aizercast il podcast sui fumetti, birra e rock’n rol.

Vittorio Sgarbi e Marco Travaglio ad Annozero condotto da Michele Santoro





Vittorio Sgarbi perde letteralmente il senno nel momento in cui Marco Travaglio sostiene che Enzo Biagi è stato cacciato dalla Rai. Travaglio, dopo essere stato stoppato un numero esorbitante di volte come suggerimento l'intervento della neuro. La giornalista che viene inquadrata e sorride "discretamente" è Barbara Serra, giornalista italiana "newsreader" per Al Jazeera a Londra.
Il video fa riferimento alla trasmissione Rai del 01/05/2007 Annozero condotta da Michele Santoro. (fonte Youtube)

Il libro del giorno: Sopdet di Lara Manni (Fazi editore)












Ho apprezzato il primo lavoro di lavoro di Lara Manni “Esbat” edito da Feltrinelli nel 2009, una vera e propria “fan fiction” ovvero in gergo tecnico una storia che si ispira liberamente a un manga, che uscì in rete nel 2007 ed è stato con un semplice passaparola un vero e proprio successo. Ne apprezzai la freschezza dello stile, e quella capacità di descrivere contesti che ti inchioda alla pagina e non vedi l’ora di capire come va a finire. E lo stesso posso dire dell’ultimo lavoro edito dalla casa editrice Fazi “Sopdet, la stella della morte” (la civiltà egizia era solita indicare la celeberrima – anche in campo ufologico – stella Sirio), dove Lara Manni è in grado di creare meticciamenti e ibridazioni di genere dal manga al fantastico con pochi tocchi di penna così stuzzicanti da farti leggere tutto d’un fiato le ben 380 pagine. Dunque grazie a Sirio, i demoni Hyoutsuki e Yobai giungono nella nostra dimensione assumendo sembianze terrestri, ovviamente sotto mentite spoglie! Una guerra millenaria intanto si protrae da millenni ed ha come scenario le guerre degli uomini. Splendide le “quote in rosa” del romanzo: una Dea che ne controlla il Destino degli uomini, ostacolandoli e traendoli in inganno, e due donne, la misteriosa Adelina e la teeny Ivy dai capelli bianchi e dagli occhi melanconicamente “tristi e mielosi”, che adora le storie fantastiche e ha il dono di poterle trasformare a suo piacimento. Il libro è un simbolico viaggio interiore alla scoperta dei limiti dell’uomo e delle sue potenzialità, nel Bene e nel Male. Un libro imperdibile.

Sulu di Dario Muci (Anima Mundi edizioni/ Kurumuny)













Cantautore, cantore e musicista salentino, Dario Muci presenta Sulu, il suo secondo disco solista (dopo Mandatari, Anima Mundi edizioni, 2007), pubblicato in collaborazione da AnimaMundi e Kurumuny. Dopo l’esperienza di sperimentazione con l’etno jazz di Mandatari, Muci sceglie qui uno stile acustico, che ritorna alla tradizione musicale del meridione d’Italia per raccontare il suo Sud, senza però rinunciare a misurate tessere blues e jazz. L’amore profondo per la terra che vive da sempre lo rende sensibile verso la faccia scura del Sud, e in particolare del Salento. Quella lontana dalle bandiere blu e dall’edonismo estivo, quella dei mali eterni e irrisolti, a cui se ne aggiungono di nuovi come le difficili condizioni dei migranti. E proprio la sofferenza che ne scaturisce lo spinge a denunciare «le sue spiagge libere che appartengono ai privati del Sud / le terre abbandonate, le coste deturpate dal cemento / e le facili concessioni con i permessi dello stato». Un impegno sociale per cui compone (Il mio sud, Tre doni) e reinterpreta alcuni classici della canzone di denuncia, sia tradizionali (Canto di carcere, l’America) sia d’autore (Quistione meridionale, della fervida intellettuale salentina Rina Durante, La ballata de li porci e Soccu vonnu del cantautore siciliano Pino Veneziano). Sulu è accompagnato da un libretto di 45 pagine (brossura 13x17) con interventi di studiosi, musicisti, scrittori e degli editori sull’autore e sulla cultura popolare salentina. Per la sua pubblicazione hanno collaborato due realtà editoriali salentine complementari. L’etichetta indipendente AnimaMundi è proiettata verso il presente della tradizione e impegnata a perpetuarla nella modernità, in equilibrio tra musica popolare e world music (con in catalogo alcuni tra i più importanti artisti pugliesi, come Officina Zoè, Ghetonìa, Tonino Zurlo, Mascarimirì, Enza Pagliara, Anna Cinzia Villani, Raffaella Aprile, Insintesi, Rossella Piccinno), mentre la casa editrice Kurumuny documenta e ripropone i tesori della cultur ra popolare, attraverso un vasto repertorio di studi, racconti, documentari, poesie e canti dei portatori della musica salentina (Ernesto de Martino, Antonio Verri, Cecilia Mangini, Gianfranco Mingozzi, Rossella Piccinno, Uccio Bandello).
Track list:
1. Tre doni
2. La ballata di li porci
3. Quistione meridionale
4. Lu tristu furese
5. Soccu vonnu
6. Canto di carcere
7. Il mio sud
8. L'America
9. Jundulu di mare
Musicisti: Dario Muci, voce e chitarra; Valerio Daniele, chitarra acustica ed elettrica, tar, kazoo, glockenspiel; Rocco Nigro, fisarmonica; Emanuele Licci, chitarra classica, voce; Raffaella Aprile, voce; Marco Bardoscia, contrabbasso; Fiore Benigni, organetto; Mauro Semeraro, mandolino; Paolo Rocca, clarinetto, clarinetto basso; Marco Tuma, armonica; Angela Cosi, arpa
Interventi di Eugenio Imbriani, Antonio Errico, Luigi Chiriatti, Sabrina Chiarelli, Umberto Leone, Valerio Daniele, Dario Muci

venerdì 15 aprile 2011

TRAMONTALBA Lirica e poesia in scena al Teatro Paisiello di Lecce














Domenica 17 aprile (ore 20.30) il Teatro Paisiello di Lecce ospiterà Tramontalba, serata di lirica e poesia organizzata dall’Associazione Culturale Nubes e Lupo Editore in collaborazione con Paul Gilcrist, con il patrocinio del Comune di Lecce e l'intensa attività organizzativa del dott. Gianluca Pasca, uno dei collaboratori personali del Sindaco Paolo Perrone. Un concerto-spettacolo inedito che condurrà il pubblico in un viaggio fatto di musica e parole con brani che attingono a piene mani non solo al repertorio della lirica ma anche a quello popolare. Protagonista della serata è il tenore Salvatore Cordella accompagnato da Eliana Eunjoo Park, soprano coreana al suo debutto e dal poeta e scrittore Pierluigi Mele che leggerà brani tratti dai suoi libri “Ho provato a non somigliarti”, “Tramontalba” e “Da qui tutto è lontano”. Sul palco i maestri Eliseo Castrignanò e Vincenzo Rana curatori degli arrangiamenti, Matteo Spedicato (percussioni), Antonio Mariano (chitarra) e Salvatore Mariano (chitarra).
Tramontalba è anche un’occasione speciale per presentare l’anteprima del tour mondiale Pietro e Lucia - The Requiem for 20th Century, rock-opera in due atti firmata Dusan Rapos e realizzata con il patrocinio del Ministero della Cultura della Russia, in cui Salvatore Cordella è protagonista insieme al soprano Doriana Milazzo. Lo spettacolo, che ha debuttato al Tesla Arena di Praga lo scorso dicembre 2010, è ispirato al romanzo “Pierre et Luce” di Romain Rolland, umanista francese nobel per la letteratura nel 1916. Pietro e Lucia racconta la storia sofferta di due innamorati tragicamente colpiti dal primo conflitto mondiale, una relazione che diventa il pretesto per raccontare una società in cui i contrasti sociali impediscono il fiorire di quell’amore che Rolland definiva “puro”, una storia che è inevitabilmente tragica forse anche a volerla immaginare in assenza di una guerra così cruenta. Nel “Pietro e Lucia” di Dusan Rapos non c’è solo un tentativo di porre le basi per una riflessione sul senso della guerra e più in generale sulla sofferenza dell’uomo ma c’è soprattutto l’anelito alla riconciliazione, al superamento dei conflitti e la speranza in un nuovo millennio di pace. Dopo l’anteprima italiana il tour farà tappa in Russia e da qui toccherà moltissimi teatri europei per poi arrivare in Cina, Giappone, Australia, Nuova Zelanda e concludersi nel 2012 in Sud America, Stati Uniti e Canada.
(la tournée e tutte le informazioni sull’opera sono visibili sul sito www.pietroelucia.com) Ingresso per invito fino alle 20,15 - Libero dopo le 20,15 fino ad esaurimento posti

Natale a Saint Oyen" (Youcanprint) di Giuseppe Lascala a Saint Oyen













La Biblioteca di Saint Oyen e il Comune di Saint Oyen presentano sabato 16 Aprile 2011 alle ore 20.30 presso la Casa Ospitaliera Chateau–Verdun - Rue de Flassin, a Saint Oyen (AO) il romanzo di Giuseppe Lascala dal titolo "Natale a Saint Oyen" (Youcanprint.it)
Il Romanzo - I dipendenti di un’azienda organizzano una gita a Parigi. Al termine di quel viaggio, una serie di circostanze spingono l’Autore ad approfondire la conoscenza di Ferruccio, Ciccino e Fabienne (tre dei cinquanta partecipanti alla gita) e a farci conoscere le loro storie personali. Nel passaggio dall’uno all’altro degli stessi racconti copriamo anche la grande forza evolutiva che è in lui e che lo sta portando a cambiare in maniera profonda il suo rapporto con Dio e il proprio modo di muoversi nel mondo.
L’Autore - Giuseppe Lascala è nato ad Arzona, piccolo e antico borgo del Vibonese, nel 1949. Da oltre quarant’anni vive e lavora a Milano. Autore di pubblicazioni su varie riviste e vincitore di premi letterari con brevi racconti e poesie, è alla sua seconda esperienza con l’impegnativo genere del romanzo.
Segreteria organizzativa: Biblioteca di Saint Oyen - Rue du G. S. Bernard, 64 - Saint Oyen (AO)
Tel. e Fax: 0165/78578 E-mail: biblioteca@comune.saintoyen.ao.it

Il libro del giorno: Storie dal Salento di Raffaele Polo (Lupo editore)











In questo libro sono compresi gli scritti principali che Raffaele Polo ha ambientato nel “suo” Salento. Inediti, correzioni e aggiornamenti che rendono il testo fluido ed attuale. C’è il seguito de “Il silenzio del Pesciolino Rosso”, ovvero “I disegni di Albarosa” con la riproduzione delle opere originali. E anche per “L’isola delle Pazze” è prevista un’aggiunta con nuovi spunti ...e prospettive. Ma la cosa più consigliabile sta nel considerare questi scritti come un vero e proprio cantiere aperto. Ce ne sono e ce ne saranno altri, che aggiungeranno tessere colorate a questo mosaico che si va componendo e che, come la tela di Penelope, pare non debba mai terminare di ripercorrersi. Immergersi in queste storie vuol dire comprendere l’anima del Salento, dei suoi abitanti, della sua contemporaneità. Scoprire un luogo affascinante e misterioso che nessuna carta geografica può delimitare. Scrive l’autore: “Ho raccolto alcune storie dal Salento, nel tentativo, nell’illusione che la lettura di queste pagine possa dare un’idea di questa terra, che io, come tanti, mi illudo di conoscere; ma che, in realtà, è un vero e proprio mistero, ricchissimo di sollecitazioni e curiosità. Basta fermarsi ad osservare il pinnacolo di un campanile o il fregio di un portone e ci si incammina subito in un percorso fiabesco surreale che chissà dove può portarci. Ho vissuto in questa Terra respirando il profumo del mare e della campagna, ascoltando il dolce idioma dei suoi abitanti, ammirato dalla bellezza e dalla cultura che promana da ogni piccola realtà del suo tessuto. Ho sperato, per lungo tempo, di poter cantare l’incredibile fascino che il Salento offre ai visitatori. Ma ho capito, quando era forse troppo tardi, che l’omaggio più vero, più sincero, più giusto da fare a questi luoghi è di fermarsi. Fermarsi e stare ad ascoltare. Il vento, i rumori della quotidianità, i sospiri e le voci. Ascoltare con il cuore, con il sentimento. E accorgersi che non si può descrivere tutto questo. Non si può neppure tentare di spiegare perché, adesso, mi viene da piangere così, senza motivo. Forse perché sono diventato vecchio ma sento ancora che la vita è bella, e mi dispiace andarmene perché devo abbandonare questi luoghi, questi volti, questi sorrisi. Restano le Storie. Le Storie dal Salento che sono il mio testamento, il mio microscopico contributo alla Memoria dei Padri, dei Nonni, dei nostri Avi che, anche loro, erano tutti, ma proprio tutti, innamorati della propria terra.
Raffaele Polo (Piacenza, 1952) è uno scrittore e giornalista italiano. Ha cominciato la sua attività di scrittore nel 1985, scrivendo testi pubblicati da case editrici come Cingolani Editore, Edizioni del Grifo, Editore La Notizia, Acustica Edizioni, Lupo Editore e Edizioni Antica Roma.

Il Muchacho, il libro di Roberto Parpaglioni (Cavallo di Ferro)




Da ieri in libreria Il Muchacho, libro di Roberto Parpaglioni, Cavallo di Ferro. Un viaggio Un viaggio nell'Italia che cambia, l'Italia del Boom economico, attraverso il rock 'rivoluzionario' dei Rolling Stones, dei Beatles o dello Spencer Davis Group, la chitarra di Trini Lopez e Nat King Cole e le canzoni di Gilbert Becaud, Nilla Pizzi e Claudio Villa, o il grande cinema di Fellini, Antonioni, Visconti. Il Muchacho è Saverio, un bambino di otto anni, che ci racconta un'infanzia a Roma, tra il 1962 e il 1967. Siamo nel pieno del boom economico, è la Roma della Dolce Vita, di Cinecittà, delle industrie cinematografiche. Si ascolta "We can work it out" dei Beatles, "Let's spend the night together" dei Rolling Stones, "Gimme some lovin" dello Spencer Davis Group. Si viaggia in Fiat 850. Escono film come "Il Gattopardo", "Per un pugno di dollari"...
Di seguito il booktrailer e qui il link per leggere le prime 36 pagine del libro

Al libro Il Muchacho è stato dedicato un sito http://www.ilmuchacho.it/ ricco di materiale: si possono ammirare le foto delle auto d'epoca, vedere le partite di calcio con i campioni famosi e spezzoni di film che ricordano quei magici anni. Presto arriveranno anche dei premi speciali per il lettori e appassionati degli anni 60.

giovedì 14 aprile 2011

Il libro del giorno: La voce del ventre di Giovanna Politi (Aletti)












“Ricordi …// Ritorni infedeli// appropriazioni indebite// di immagini, colori, parole.// Pause nostalgiche rubate alla realtà//sincera!// Del passato il ricordo come lo svuole//bello, sempre, comunque, // … nostalgia sleale!”. Questi sono alcuni dei versi di Giovanna Politi salentina che esordisce con una casa editrice “fuori dalle mura” pugliesi di grande tradizione e impegno nel fare libri di qualità: Aletti editore. Il titolo della raccolta poetica è “La voce del ventre”, e descrive una vera e propria geografia delle emozioni di un tracciato biografico che va oltre l’intimismo e al di là di superficiali stereotipi sentimentalistici. Scrive Antonio Alemanno nella prefazione “La Voce del ventre è il racconto di un “sentire” esplorato nelle sue diverse manifestazioni: dalle infinite sfumature affettive della percezione sensoriale alla vicenda degli stati d’animo, dagli umori alle emozioni, dai sentimenti alle passioni. Libera da ogni metrica, come la vibrazione di un suono profondo, questa raccolta esprimere la verità di ciò che vuole trasmettere attraverso l’incarnazione della poesia nel corpo stesso dell’autrice.Sono infatti soprattutto le sensazioni del corpo a descrivere la scoperta di un’alterità in ciò che appare più prossimo e scontato. L’amore, gli affetti, la solitudine, la passione, la femminilità sono spesso scoperti con i cinque sensi, sempre pronti a cogliere le vibrazioni tra coscienza e mondo.”.

Canti di Passione 2011 "CE CUSTI O GADDHO NA CANTALÌSI" dal 15 al 23 Aprile 2011







UNIONE DELLA GRECIA SALENTINA, KURUMUNY EDIZIONI, PARCO PALMIERI, SUD ETHNIC presentano nei comuni di Martano, Soleto, Lecce, Cutrofiano, Castrignano De' Greci, Zollino, Sternatia, Carpignano Salentino, Martignano, Melpignano, Corigliano D'Otranto, Calimera la nuova edizione di Canti di Passione 2011 "CE CUSTI O GADDHO NA CANTALÌSI" che si terrà dal 15 al 23 Aprile 2011. Nella Grecìa Salentina il Canto di Passione ha resistito al tempo e alle mode, consegnandoci, attraverso il suo svolgimento liturgico, l’essenza del divenire umano. La Passione in lingua grica può sicuramente essere considerata una delle forme più antiche di teatro popolare e espressione più genuina delle Sacre rappresentazioni che nel XII secolo erano presenti in tutta Italia. La Passione, infatti, può essere inserita a pieno titolo nella grande tradizione italiana del “Bruscello”, nome con cui si intende solitamente una rappresentazione popolare che ha per oggetto eroi o personaggi biblici e che avveniva nella piazza o nei crocicchi dei paesi, di solito in un periodo dell’anno che andava dal carnevale alla settimana delle Palme, su dei palcoscenici che avevano come scene rami fronzuti. La Passione veniva cantata nella settimana delle Palme: la vita nelle comunità a base agricola-pastorale era scandita dai grandi avvenimenti liturgici e fra essi c’era sicuramente la Pasqua con la sua liturgia complessa e piena di simbolismi, quali morte rinascita e resurrezione, che sono un chiaro riferimento al risveglio della natura, al passaggio dall’inverno alla primavera. In genere due cantori, un fisarmonicista o organettista accompagnati da un portatore di palma si presentavano nei crocicchi dei paesi e a turno, una strofa a testa, cantavano e mimavano la Passione di Gesù. Spesso si recavano anche nelle masserie a portare e a rappresentare la morte e resurrezione di Gesù. Il ramo di palma (un pezzo di ulivo) era adornato con nastrini rossi o arance. Essendo la Passione un rito di passaggio, e cadendo anche in un momento assolutamente particolare della vita cioè il passaggio dall’inverno alla primavera, che simboleggia la vita e la morte, questo canto si inserisce nei riti di passaggio propiziatori di benessere. Il contenuto della Passione narra della vita e delle pene che patisce Cristo e del dolore straziante di una madre che si aggira dolente in cerca del frutto della vita: il figlio. La Passione rappresenta la pietas popolare e la modalità più complessa e articolata attraverso la quale il popolo esprime il suo misticismo e la necessità di comunicare con la divinità. La Passione è anche una delle poche rappresentazioni sonore e gestuali presente in tutti i paesi della Grecìa salentina, tanto forse da poter affermare che uno egli elementi caratterizzanti e unificanti la stessa Grecìa sia proprio la Passione. Ogni paese ha avuto in passato, ma anche adesso, dei cantori che hanno caratterizzato il canto della Passione attraverso la propria personale interpretazione sia gestuale che mimica. Da qualche tempo il canto della Passione è stato ripreso nel suo più genuino significato sia canoro che gestuale e in quasi tutti i paesi della Greca gruppi di giovani, spesso aiutati e guidati da qualche cantore anziano, hanno ripreso a cantare la Passione. Anche nelle scuole, negli oratori, il canto della Passione è riproposto e a volte drammatizzato. Durante la settimana delle Palme cantori locali e alcuni provenienti dall’Italia centro-meridionale danno vita ad avvenimenti di grande interesse sia spettacolare che devozionale.

“CANTI DI PASSIONE”

CE CUSTI O GADDHO NA CANTALÌSI

15-23 aprile 2011

Calendario

Venerdì 15 aprile

• Martano – Chiesa Maria Ss. Rosario ore 19.30

- Compagnia di Casarano

- Cantori di Zollino della Bottega del Teatro

• Soleto – Circolo Anziani ore 19.30

- Fratelli De Santis ensemble

• Lecce – Chiesa Greca ore 17.00

- Antonio Melegari e Andrea Stefanizzi

- Asteria.

Sabato 16 aprile

• Cutrofiano – Piazza Municipio ore 19.00

- Cantori di Alezio e Sannicola

- Gruppo Melegari-Stefanizzi

- Arakne Mediterranea

- Lina Bandello

e con la partecipazione dei ragazzi delle Scuole Medie ed

Elementari

• Castrignano De' Greci – Chiesa Maria Ss. Annunziata ore 19.30

- Asteria

- Giovani Cantori di Galatina

Domenica 17 aprile

• Martano – Piazza Assunta ore 10.30

- I Cantori di Martano

• Zollino – pressi Chiesa SS. Pietro Paolo Apostoli

ore 11.00

- Cantori di Zollino della Bottega del Teatro; ore 19.30

- Marce di Banda

- Stella Grande e Anime Bianche

Lunedì 18 aprile

• Sternatia – Centro Studi Chora-Ma, ore 20.00

- Asteria

- Stella Grande e Anime Bianche

• Carpignano Salentino – Chiesa dell’Assunzione di Maria Vergine; ore 19.30

- Lina Bandello

- Antonio Melegari e Andrea Stefanizzi

- Cantori di Zollino della Bottega del Teatro

• Sogliano Cavour – Chiesa di San Lorenzo ore 19.00

- Arakne Mediterranea e Cantori di Martignano

Martedì 19 aprile

• Martignano – Chiesa di Santa Maria dei Martiri ore 19.30

- Arakne Mediterranea;

- Cantori di Zollino della Bottega del Teatro.

• Melpignano – Chiesa degli Agostiniani ore 19.30

- Fratelli De Santis

- Antonio Melegari e Andrea Stefanizzi

Mercoledì 20 aprile

• Corigliano d’Otranto – Castello De’ Monti – Sala Cavallerizza ore 19.30

- Cantori di Zollino della Bottega del Teatro;

- I Lazareni Matinesi.

• Martignano – Cappella del Mantovano ore 19.30

- Arakne Mediterranea e Cantori di Martignano

- Famiglia Giagnotti “Mascarimirì - Criamu”

Giovedì 21 aprile

• Zollino – Chiesa SS. Pietro e Paolo Apostoli ore 20.30

Ta Prakalìmmata jô Paska (Le Preghiere per Pasqua)

Tratte da “Prakàlıso mín glòssasu” (Prega con la tua lingua)

Lettura di preghiere in lingua grika per la Pasqua a cura

dell’Associazione Kaliglossa

Venerdì 22 aprile

Ta Prakalìmmata jô Paska (Le Preghiere per Pasqua)

Tratte da “Prakàlıso mín glòssasu” (Prega con la tua lingua)

Lettura di preghiere in lingua grika per la Pasqua a cura

dell’Associazione Kaliglossa

• Sternatia Chiesa di Maria SS. Assunta ore 11.30

• Calimera – Chiesa Madre ore 15.00

Sagrato Chiesa Madre 19.30

- Asteria

- Compagnia di Casarano

Sabato 23 aprile

• Zollino – Chiesa di S. Anna ore 7.30

- Cantori di Zollino della Bottega del Teatro

Edizione 2011 Gruppi Ospiti

Antonio Melegari e Andrea Stefanizzi

Già dalla prima edizione dei Canti di Passione sono stati invitati a partecipare perché Antonio Melegari e Andrea Stefanizzi sono i portatori de Lu Santu Lazzaru di Cutrofiano tradizionale. Antonio e Andrea sono stati da sempre attratti dal canto de Lu Santu Lazzaru, ed è per questo che hanno fatto un'accurata ricerca per tramandare e portare avanti la melodia originale, priva di variazioni. I due insieme ad altri musicisti da sempre seguono la tradizione de Lu Santu Lazzaru come proprio la storia insegna, andando in giro per le case a cantarlo la notte. In questo 2011 lu Santu Lazzaru eseguito da Melegari-Stefanizzi è interamente dedicato ad Uccio Aloisi, l’ultimo cantore di Cutrofiano scomparso lo scorso Ottobre con il quale i due hanno sempre eseguito Santu Lazzaru.

Arakne Mediterranea e Cantori di Martignano

La Compagnia Arakne Mediterranea, fondata da Giorgio Di Lecce e diretta daImma Giannuzzi, con l’utilizzo di tamburelli, chitarre, organetto, violino, flauti, nacchere, le mani, la voce, mette in scena il suo viaggio sonoro – ritmico, vocale e danzato della tradizione popolare che va dalle tarantelle più antiche ai canti di taranta, dalle ninne nanne alle serenate, dalle pizziche della Puglia ad arie e cantilene grike, per coinvolgere e trasportare lo spettatore nella magica terra del Salento. In questa edizione propongono Lu Santu Lazzaru e, accompagnati dai Cantori di Martignano, i Passiùna tu Cristù.

Asteria

Il gruppo nasce nel 1993 su iniziativa di Giorgio V. Filieri appassionato di cultura e tradizioni della Grecìa Salentina ed erede di una famiglia di “sonaturi atse travudia”, cioè suonatori di canti popolari. Grazie a questo gruppo sono ritornate a vivere a Sternatia tante tradizioni come I Passiuna tu Cristù, cantata in griko nelle masserie della zona durante la settimana santa, e la Strina, canto natalizio della Strenna e tante manifestazioni legate al carnevale ed alle feste dei santi. Cantori di Alezio e Sannicola Sono un gruppo di amici provenienti da Alezio e Sannicola che da qualche anno portano avanti il canto tradizionale de Lu Santu Lazzaru nella versione in minore, proprio come si esegue nei paesi come Sannicola, Alezio, Aradeo, e limitrofi.

Cantori di Zollino della Bottega del Teatro I Passiuna tu Christù rappresenta per Zollino la testimonianza più alta della propria identità grica. Antimo Pellegrino, uno dei cantori più anziani della Greca Salentina, è depositario dell’autenticità di questa cantica tramandata, con viva voce ed appassionata gestualità, sino ad oggi.

Compagnia di Casarano

Casarano è una delle cittadine salentine che conservano la tradizione de “U Santu Lazzaru”, tramandato da generazione in generazione fino ai nostri tempi. Il quartetto ripropone la nenia quaresimale così come imparata dai predecessori, ancora viventi, portandola ancora per quelle poche masserie o case di gente che non aspetta altro durante la settimana fatidica. Il quartetto è composto, da Luigi Cavalera, Salvatore (Totò) Cavalera, Michele Costantini e Francesco De Donatis.

Famiglia Giagnotti “MASCARIMIRÌ - CRIAMU”

La "Famiglia Giagnotti", è l'ensemble nel quale confluiscono gli elementi di Mascarimirì e Criamu, ovvero Claudio "Cavallo" Giagnotti (Voce, Ciaramella), Cosimo Giagnotti (Voce), Katia Giagnotti (Voce), assieme a Valentina Mazzotta (Chitarra), Vito Giannone (Mandolino) e Alessio Amato (Piano Forte). "lu Santi Lazzaru" è il canto sacro e tradizionale che affonda nella nostra cultura più profonda. Il progetto dei Mascarimirì e la loro "tradinnovazione" prendono inizio sul finire degli anni novanta, tra il 1997 e il 1998, per poi assumere forma definitiva e consolidarsi negli anni duemila, grazie alle collaborazioni con alcuni tra i musicisti più importanti della scena internazionale della World Music. Claudio "Cavallo" Giagnotti è fin dall'inizio anima di questa condivisione musicale. Con la loro ultima produzione "Gitanistan. Lo stato immaginario delle famiglie rom salentine" pongono accento e riflessione sulla valorizzazione degli aspetti e influssi della cultura rom, punto di partenza del loro 'viaggio' sonoro. Criamu è il gruppodi Cosimo Damiano Giagnotti, che con Valentina Mazzotta e Valeria Giagnotti e Katia Giagnotti, ripercorre la tradizione musicale salentina. L'unione artistica degli elementi amplia in senso artistico l'idea della famiglia, epicentro di irradiazione della cultura, tradizionalmente inteso.

Fratelli De Santis

Gianni e Rocco, Cultori della Poetica ancorata alle proprie radici, depositari di un tesoro che conserva come uno scrigno la propria memoria grika, eredi di una lingua e una cultura in grave pericolo di estinzione, figli d’uno straordinario cantore e poeta come Cesare De Santis. Fratelli De Santis ensemble Cultori della Poetica ancorata alle proprie radici, depositari di un tesoro che conserva come uno scrigno la propria memoria grika, eredi di una lingua e una cultura in grave pericolo di estinzione, figli d’uno straordinario cantore e poeta come Cesare De Santis, Gianni e Rocco accompagnati dalla fisarmonica di Rocco Nigro e dalla voce narrante di Laura Giannoccaro elaborano una commistione fra vecchio e nuovo con uno spettacolo che mozza il fiato per tensione emotiva e forza espressiva.

Giovani Cantori di Galatina

Il giovane gruppo, presenterà Lu Santu Lazzaru, cercando di far rivivere gli stessi vecchi momenti che hanno caratterizzato i giorni della Quaresima. I componenti dei Giovani Cantori di Galatina presenti da anni nella scena della musica popolare salentina perché fondatori e membri del gruppo Scazzacatarante.

Gruppo Melegari-Stefanizzi

Già dalla prima edizione dei Canti di Passione sono stati invitati a partecipare perché Antonio Melegari e Andrea Stefanizzi sono i portatori de Lu Santu Lazzaru di Cutrofiano tradizionale. Antonio e Andrea sono stati da sempre attratti dal canto de Lu Santu Lazzaru, ed è per questo che hanno fatto un'accurata ricerca per tramandare e portare avanti la melodia originale, priva di variazioni. I due insieme ad altri musicisti da sempre seguono la tradizione de Lu Santu Lazzaru come proprio la storia insegna, andando in giro per le case a cantarlo la notte. Quest’anno lu Santu Lazzaru eseguito da Melegari-Stefanizzi è interamente dedicato ad Uccio Aloisi, l’ultimo cantore di Cutrofiano scomparso lo scorso Ottobre con il quale i due hanno sempre eseguito Santu Lazzaru. Per l’occasione Melegari-Stefanizzi saranno accompagnati da Stefano Calò alla chitarra, Totò Cavalera al Mandolino.

I Cantori di Martano

Martano è stata da sempre una delle culle del canto della Passione. Sin da tempi remoti si sono susseguiti una serie di cantori fra più importanti e più bravi della Grecìa salentina. Dagli anni cinquanta essi sono stati preziosi cantori per Alan Lomax, Gianni Bosio e altri studiosi. Hanno contribuito con la loro passione e la loro bravura mimica a tenere viva una tradizione fra le più importanti dell’intera zona. Attualmente Cosimo Chiriatti, Luigi Trové, Antonio Costantini e molti altri tengono viva la memoria di un canto e di una gestualità antica presente nell’immaginario collettivo.

I LAZZARENI MATINESI

Giovani Cantori di Matino nasce quando un gruppo di amici decidono di ripristinare l’antica tradizione di “Santu Lazzaru”, ormai andata persa da molti anni (a Matino), nell’intento di aiutare le famiglie più bisognose del proprio paese con gli oboli delle famiglie generose… Questo progetto è stato apprezzato e sostenuto dall’associazione “Arco Della Pietà” e dal Comune di Matino, che hanno fatto tutto il possibile per far sì che l’evento si svolgesse nel migliore dei modi. Si può facilmente dedurre dal nome il fatto che tutti i componenti siano originari di Matino.

Lina Bandello

Lina Bandello è figlia dello storico Uccio Bandello, ed eseguirà i Canti della Settimana Santa non solo il tradizionale Santu Lazzaru. E’ accompagnata per l’occasione da Agostino Cesari (Chitarra) e Michele Bianco (fisarmonica).

Marce di Banda

“Marce di Banda” è un collettivo di ragazzi tutti nati nelle Bande di Paese, e per i Canti di Passione eseguiranno con trombe, clarinetti, sassofoni, ecc Santu Lazzaru, Passiùna tu Cristù, e altre marce del Venerdì Santo.

Stella Grande e Anime Bianche

Le Anime Bianche coniugano la tradizione popolare con una poesia attuale e coinvolgente. Musica e testi di tradizione ma non solo. La cantante Stella Grande è affiancata da, Michele Bianco (fisarmonica), Mattia Cavaiola (chitarra) Luigi Marra (violino), Silvia Calò (percussioni), Elio Coriano (voce recitante) fondatore del gruppo, è uno dei poeti più affermati in campo nazionale e inoltre un attento animatore culturale.

“Canti di passione” è un evento dell'Unione dei Comuni della Grecìa Salentina, prodotto da Kurumuny in collaborazione con Parco Palmieri e Sud Ethnic.

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Info Point Evento - Parco Palmieri 0832.821827

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