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domenica 14 novembre 2010

“Scienza e Verità” di Giovanni Paolo II (Pensa MultiMedia, 2010) a cura di Mario Castellana






















«…dobbiamo compiere ogni sforzo per approfondire e consolidare la nostra fede ascoltando, accogliendo, proclamando, venerando la Parola di Dio, scrutando alla sua luce i segni dei tempi e interpretando e vivendo gli eventi della storia». Parliamo di “Scienza e Verità” di Giovanni Paolo II (Pensa MultiMedia, 2010) a cura di Mario Castellana.

Ma ancor prima dobbiamo inquadrare la figura di un Papa che è passato alla storia. Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyla, 1920-2005), eletto pontefice nell’ottobre 1978, è stato uno dei personaggi più incredibili non solo nella storia della Chiesa, ma anche per la storia del mondo e di tutto il Novecento. Giovanni Paolo II è stato molte cose: primo pontefice straniero dal 1522, viaggiatore infaticabile (all’attivo oltre cento viaggi in tutto il mondo), indagatore delle meraviglie celesti e di quelle realizzate dall’uomo. E’ stato il mio Papa come quello di tutti gli over trenta. Dopo il 13 maggio 1981 (giorno dell’attentato da parte del killer turco Mehmet Ali Ağca) il suo stato di salute comincia a deteriorarsi fino ad aggravarsi notevolmente nel 2005. Si spense il 2 aprile dello stesso anno.

La casa editrice salentina Pensa MultiMedia di Lecce, proprio da pochi giorni, porta a conoscenza del pubblico dei lettori un libro interessantissimo che ha come autore proprio Giovanni Paolo II ed ha per titolo “Scienza e Verità” a cura di Mario Castellana docente presso l’Università del Salento di Epistemologia e Scienza della Filosofia con in appendice scritti di Arcangelo Rossi e Demetrio Ria.

L’intera pubblicazione tenta di centrare l’obiettivo di fornire uno spettro quanto più ampio possibile di un personaggio carismatico, religioso, politico, in una parola straordinario come lo fu proprio Giovanni Paolo II.

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sabato 13 novembre 2010

Il libro del giorno: Resistenze innaturali. Attivismo radicale nell'Italia degli anni '80 di Beppe De Sario (Agenzia X)

















Con un linguaggio personale e a tratti sorprendente, Beppe De Sario inserisce nella storiografia nazionale una prospettiva che non cessa di essere utopica pur mantenendosi fortemente storica in ogni momento della trattazione. Luisa Passerini Anni ’80: il limbo di un tempo minore o un fondamentale anello di congiunzione tra il passato e il futuro dei movimenti sociali? Nei circuiti dell’attivismo culturale e dell’underground italiano muovono i primi passi le esperienze che daranno vita ai centri sociali, all’autoproduzione, al consumo critico e all’utilizzo alternativo delle reti telematiche. Prende corpo nelle pratiche delle giovani generazioni la via di fuga da due fenomeni legati e convergenti: la sconfitta del precedente ciclo di lotte e l’incitamento a godere e consumare immediatamente successivo. Attraverso fonti orali e un’originale analisi storiografica, Resistenze innaturali percorre le scene di Torino, Milano e Roma nell’intreccio tra punk e sottoculture di strada, tra soggettività emergenti e processi politici e comunicativi in radicale trasformazione. Frammenti, linguaggi sommersi, un ampio apparato di foto e documenti d’archivio compongono il mosaico di un decennio per molti versi ancora inedito. Beppe De Sario (1973), storico e studioso delle culture e dei movimenti sociali, ha conseguito il dottorato di ricerca in sociologia e ha partecipato come attivista alle più importanti manifestazioni di protesta dal G8 di Genova a oggi. Prefazione di Luisa Passerini

Parte Prima - Diecimiliardi di lire tratto da "Anche i lupi mannari fanno surf (remix)" di Roberto Saporito (Senzapatria Editore)













Il furgone rosso, un Bedford mezzo arrugginito, è parcheggiato lungo il marciapiede, tra una Mercedes nera e una Golf verde. Tu sei al posto di guida, vestito completamente di nero, occhiali scuri avvolgenti, i Sex Pistols dal riproduttore di cassette cantano Anarchy in the U.K. Nel retro del furgone Marco e Andrea vestiti di nero impugnano dei corti fucili a pompa, e indossano queste maschere di plastica molle raffiguranti lupi mannari. I due saltano fuori dal furgone e in un attimo spariscono nell’androne di un condominio signorile. Il più alto dei due entra veloce nel gabbiotto della portineria e con il calcio del fucile a pompa colpisce lateralmente la testa di questa grassa portinaia che stramazza a terra con un rumore di sacco di patate. I due si ricongiungono al secondo piano. Il più basso, occhi piccoli e grigi, ma corpo modellato in palestra, con una spallata apre un portone nero. Il tipo alto, occhi azzurri rotondi a palla, entra e punta il fucile a pompa contro un tizio in doppio petto blu, camicia bianca, cravatta regimental blu e rossa, quarant’anni, che conta una montagna di soldi che coprono completamente una scrivania antica, enorme, di noce chiaro. Occhi grigi punta il suo fucile a pompa contro quest’altro tizio, anche lui in doppio petto blu, trent’anni, fisico imponente, intento ad estrarre una pistola da sotto la giacca. Occhi grigi non apre bocca ma colpisce giacca blu alla testa col calcio del suo corto fucile. Occhi azzurri infila la canna del fucile in bocca al tizio intento a contare i soldi, che non si è mosso di un millimetro, e gli intima di riempire duegrossi zaini neri. “Solo i tagli più grossi” aggiunge sorridendo sotto la maschera da licantropo. Nel furgone i Clash cantano I fought the law. Tu guardi nervoso la strada, ma appare tutto tranquillo. Poi arriva una Saab rossa e scendono due tizi, doppio petto blu, camicia bianca, cravatta regimental, alti almeno un metro e novanta, venticinque, trent’anni. I due entrano tranquillamente nella stessa casa dove sono all’opera i tuoi compari, ex compagni d’università. Prendi il fucile a pompa, lo nascondi sotto l’impermeabile nero e li segui. Nell’androne ti infili la maschera da lupo mannaro. Raggiungi i due tizi in giacca e cravatta a metà scala del secondo piano. Si girano entrambi e quando vedono un lupo mannaro che punta un fucile a pompa alzano lentamente le braccia. “Andate avanti, forza” intimi. I due si fermano di fronte alla porta e all’unisono dicono “Ti stai mettendo in un brutto guaio stronzetto, ma lo sai chi siamo noi?” “Entrate e non aprite più bocca, non lo voglio ripetere, è chiaro?” dici con voce un po’ stridula, tu purtroppo lo sai bene chi sono loro. La paura è difficile da controllare. Marco occhi grigi prende in consegna i due tizi e tu ritorni di sotto. Scendendo le scale ti sfili la maschera da licantropo. Appena fuori una terza persona esce dalla Saab rossa e ti osserva corrugando esageratamente le sopracciglia. Tu ritorni dentro e il tizio entra di corsa nell’androne. Fa alcuni scalini di corsa ma tu salti fuori dal tuo nascondiglio nel sottoscala e gli urli di fermarsi. Lui si volta e abbassandosi come da addestramento ricevuto spara nella tua direzione. Ti butti a terra e spari a tua volta colpendolo alla testa. Anche i lupi mannari fanno surf chiappa destra, asportandola quasi del tutto, vista la carica a pallettoni del tuo fucile a pompa. Corri su per le scale, evitando di scivolare sul sangue che perde il tipo urlante a terra, e col calcio del fucile lo zittisci. Corri fino al secondo piano ed entrando in casa urli “Andiamocene da questo cazzo di posto.” Marco e Andrea ti guardano per un secondo come se fossi un orribile mostro e insieme dicono “La maschera, mettiti quella cazzo di maschera.” Dici “Cazzo” e ti infili la maschera. “Andiamo via” ribadisci. La paura non ti permette quasi di respirare. “Via” dici con un sussurro, più a te stesso che ai tuoi compari. (su concessione dell'autore e dell'editore)

venerdì 12 novembre 2010

Il libro del giorno: Il gioco delle spie di Georgina Harding (Minimum Fax)






















Siamo in un paesino della campagna inglese nel 1961. Un mattino d’inverno, quando Anna ha solo otto anni, sua madre muore in un misterioso incidente stradale. La sera stessa, il telegiornale annuncia la cattura di tre agenti del KGB in incognito, che conducevano insospettabili esistenze piccoloborghesi in provincia. Colpiti da questa e altre storie di spionaggio (è l’epoca della Guerra Fredda e della minaccia comunista), Anna e il fratello Peter si convincono che anche la madre, tedesca di nascita, fosse un agente segreto, e iniziano a indagare, guardando con occhi meno innocenti la loro routine domestica e la vita quieta del villaggio. In effetti nel passato della donna si annida una sconvolgente verità nascosta; ma Anna la scoprirà solo dopo quarant’anni.
Un’appassionante storia di spionaggio e un ritratto del mondo adulto visto dai bambini, ma anche un grande romanzo storico sulla memoria, la perdita, i legami d’amore.

"Calpestare l'oblio. Cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale" (Collana Argo, ed. Cattedrale)












"Calpestare l'oblio. Cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale": una grande opera di poesia civile, recensita dai maggiori media nazionali e internazionali. Dopo due versioni elettroniche, ecco l'edizione integrale (Collana Argo, ed. Cattedrale). Dunque ecco "Calpestare l'oblio. Cento poeti contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana", grande opera di poesia civile che nel novembre 2009 e nei mesi seguenti ha scatenato un acceso dibattito sui principali media nazionali (L’ Unità, MicroMega, Corriere della Sera, Radio 24, Reset, Gli altri, Il Giornale, Libero, Il Foglio, Il manifesto) e internazionali (Le Monde diplomatique).

«Come il poeta García Lorca è diventato il simbolo della cultura violentata dalle orde franchiste, come Eluard e Aragon che con i loro versi combattevano il nazismo trionfante, così la poesia italiana degli anni berlusconiani va in trincea, riscopre l' impegno civile, crea simbolicamente il legame emotivo che unisce la vecchia e la nuova resistenza.»
Pierluigi Battista, «Corriere della Sera», 26/11/2009

«Solo il tempo dirà se questa antologia, in cui figurano anche nomi di spicco come Maurizio Cucchi, sia destinata a rivaleggiare con la Commedia nei programmi scolastici o a finire rapidamente al macero.»
Alessandro Gnocchi, «Il Giornale», 26/11/2009

«Il delinquere autorizzato non è delinquere se non siete capaci di reazione baciate la mazza muti e rassegnati. Prima viene l'Idea poi viene il Credo poi viene la Fede capito landazzo se me ne viene qualcosa sono fedele militante furbetto.» Commento alla notizia della pubblicazione dell'e-book nel sito di MicroMega (16/11/09)

Info: www.casacultureancona.it | argo@argonline.it | 335 1099665 Cento poeti italiani contro la minaccia incostituzionale, per la resistenza della memoria repubblicana
Collana Argo, Cattedrale, Ancona, 2010, € 15 | Copyleft

A cura di Davide Nota e Fabio Orecchini
Illustrazioni e grafica a cura di Nicola Alessandrini e Valeria Colonnella

Testi di: Francesco Accattoli, Annelisa Addolorato, Nadia Agustoni, Fabiano Alborghetti, Augusto Amabili, Viola Amarelli, Antonella Anedda, Gian Maria Annovi, Danni Antonello, Luca Ariano, Roberto Bacchetta, Martino Baldi, Nanni Balestrini, Maria Carla Baroni, Vittoria Bartolucci, Alberto Bellocchio, Luca Benassi, Alberto Bertoni, Gabriella Bianchi, Marco Bini, Brunella Bruschi, Franco Buffoni, Michele Caccamo, Maria Grazia Calandrone, Carlo Carabba, Nadia Cavalera, Enrico Cerquiglini, Antonino Contiliano, Beppe Costa, Andrea Cramarossa, Walter Cremonte, Maurizio Cucchi, Gianluca D’Andrea, Roberto Dall’Olio, Gianni D’Elia, Daniele De Angelis, Francesco De Girolamo, Vera Lùcia De Oliveira, Eugenio De Signoribus, Nino De Vita, Luigi Di Ruscio, Marco Di Salvatore, Alba Donati, Stefano Donno, Fabrizio Falconi, Matteo Fantuzzi, Anna Maria Farabbi, Angelo Ferrante, Loris Ferri, Fabio Franzin, Tiziano Fratus, Andrea Garbin, Davide Gariti, Massimo Gezzi, Maria Elisa Giocondo, Marco Giovenale, Mariangela Guatteri, Raimondo Iemma, Andrea Inglese, Giulia Laurenzi, Maria Lenti, Bianca Madeccia, Maria Grazia Maiorino, Francesca Mannocchi, Giulio Marzaioli, Emiliano Michelini, Guido Monti, Silvia Monti, Davide Morelli, Renata Morresi, Giovanni Nadiani, Davide Nota, Opiemme (laboratorio), Fabio Orecchini, Claudio Orlandi, Natalia Paci, Adriano Padua, Susanna Parigi, Fabio Giovanni Pasquarella, Giovanni Peli, Enrico Piergallini, Antonio Porta, Alessandro Raveggi, Rossella Renzi, Roberto Roversi, Lina Salvi, Stefano Sanchini, Flavio Santi, Lucilio Santoni, Giuliano Scabia, Francesco Scarabicchi, Alessandro Seri, Marco Simonelli, Enrico Maria Simoniello, Giancarlo Sissa, Luigi Socci, Alfredo Sorani, Pietro Spataro, Roberta Tarquini, Rossella Tempesta, Enrico Testa, Fabio Teti, Emiliano Tolve, Adam Vaccaro, Antonella Ventura, Lello Voce, Matteo Zattoni Con una introduzione di Valerio Cuccaroni e un intervento di Luigi-Alberto Sanchi

In libreria da dicembre

giovedì 11 novembre 2010

Il libro del giorno: NUVOLE RAPIDE VOL. 2 di Paolo Castaldi (Edizioni Voilier)











“Acqua e Aria” é il secondo volume che conclude Nuvole Rapide, il romanzo a fumetti del fumettista milanese Paolo Castaldi.
Sono passati due anni dalla partenza di Martino, Ale e Fabiano alla volta della Thailandia con il loro furgone. E come sempre capita, la vita ha disegnato trame insolite nei loro destini. Dentro queste 40 tavole conclusive si racchiude tutta la “filosofia” di Nuvole Rapide.
La vita è quel che accade ad ognuno di noi tra la creazione di un progetto ed un altro.
Dopo 2 anni Martino è in Grecia, convive con una ragazza, l’amore della sua vita, che ha incontrato durante la prima tappa del viaggio. Ale e Fabiano hanno continuato da soli: Martino era contento così, o così almeno aveva scelto d’essere contento.
Ale, invece, si è sposato e vive in Olanda, mentre Fabiano ha ceduto al richiamo del mare, da sempre forte in lui, e dopo l’accademia si è imbarcato sulle navi mercantili come ufficiale. Mentre Martino aspetta la nave al porto di Patrasso, incontra Stella, tre anni dopo che la loro storia è finita…

NUVOLE RAPIDE VOL.2 di Paolo Castaldi
64 pagine brossurato colori (Edizioni Voilier)

I’m Where I Live: Emanuele Spano per un progetto di Eco Visione










Emanuele Spano. Classe 1978. Il suo background nasce e si sviluppa a partire da due esperienze ad alto potenziale di “creatività”: il FORMA ovvero il centro internazionale di fotografia e la Nuova Accademia di Belle Arti di Milano (NABA). Per descrivere in cosa eccelle o cosa è in grado di realizzare, ci vorrebbe un hard disk più grande di quello della Nasa. Emanuele Spano è visual designer, photographer, street photographer e molto, molto di più. Con l’architetto Yona Friedman, realizza per il Mart di Rovereto una casa/installazione di origami. Nel suo entourage circolano nomi “immensi” come Peter Gehrke o Eikoh Hosoe. E’ stato assistente/fotografo ufficiale per campagne pubblicitarie di aziende del calibro di Armani, Yamamay Richmond. Ha vinto diversi premi di importanza nazionale e internazionale, suoi lavori compaiono nelle più prestigiose e autorevoli pubblicazioni a livello mondiale del settore fotografico e del design. A partire dal 2008 il pulsare della sua incontenibile voglia di manipolare e realizzare nuovi linguaggi artistici, lo portano a creare I’m Where I Live a Muro Leccese, a pochi chilometri dal capoluogo salentino . Un concetto di bio/compatibilità tra arte e vita, ovvero un bio/spazio dove il concetto stesso di factory si trasforma in pura funzionalità, comfort e bellezza A suggerirgli l’idea nominale dello spazio e regalargli uno stile di vita, è stata la grande Marina Carrara direttrice della storica rivista CASAVIVA. Ora Emanuele Spano sta lavorando ad un progetto per immagini di “eco/visione” dove l’obiettivo cattura ombre, immagini, colori, quasi fosse senziente. Un progetto di intelligenza naturale della fotografia.

http://www.emanuelespano.it/

Acme Lab presenta D/battiti – fra le righe. Prima puntata con Kurumuny














“D/battiti – fra le righe” è una rubrica letteraria da me curata. Novità, curiosità e recensioni dal mondo letterario. Sarà un web format d’inchiesta, per parlare di libri, per far parlare gli autori, per far conoscere gli editori. “D/battiti – fra le righe” vuole diventare un punto di riferimento per tutti gli appassionati della lettura, per gli operatori dell’editoria, ma soprattutto vuole portare il libro e tutti quello che vi ruota attorno a coloro i quali non sono lettori forti: insomma tanti contenuti tra informazione e approfondimento. “D/battiti – fra le righe” è una rubrica letteraria pensata per diffondere il piacere della lettura in modo assolutamente totale, soddisfacendo le curiosità più diverse, con un approccio puntuale, serio e con una comunicazione molto diretta e “friendly”. La principale peculiarità di questo web format consisterà nell’essere una rubrica letteraria popolata dagli scrittori, e dagli editori e dedicata ai lettori .
Nella prima puntata si parlerà di Kurumuny edizioni con l’editore Giovanni Chiriatti. Essenza di luoghi e personaggi. Oracolo di vicissitudini e passioni umane. Kurumuny è un termine che in grico descrive il germoglio dell’albero d’ulivo. Kurumuny si propone di conservare e trasmettere i suoi “saperi” anche attraverso una raccolta scritta che, nel dicembre 2001, nasce con l’omonimo titolo e con il seguente sottotitolo: “rivista di umanità varia”. Le finalità del lavoro editoriale consistono nel dare voce e volto a chi non ne aveva mai avuti (poeti contadini, cantori, artisti vari, giovani), e nell’accettare anche i preziosi interventi dei primi autorevoli antropologi e ricercatori del meridione, come Ernesto de Martino ed Annabella Rossi, nonché delle riflessioni e degli scritti di importanti autori partiti dal Salento come Antonio L. Verri, Carmelo Bene, Aldo De Jaco. È all’insegna di questa ricerca, della riscoperta e di un lavoro fortemente motivato e appassionato, che nel gennaio 2004 si materializza l’attività, configurandosi come la naturale continuazione di un dibattito e di un fermento culturale avviato dal 2001 con la rivista omonima. È nell’incontro, nello scambio, nella sintesi di nuove e diverse modalità comunicative e espressive che Kurumuny Edizioni pone le basi per il suo essere e divenire; nell’alchimia tra la riaffermazione delle radici e l’evoluzione delle conoscenze che trova la sua ragione, è per la necessità di una più larga diffusione della cultura in tutte le sue forme e al di sopra di ogni restrizione, che aderisce senza riserve alla filosofia open source del copyleft, sostenendo l’ideologia della condivisione intellettuale attraverso la divulgazione telematica delle opere e favorendo, con ogni mezzo, il libero processo di circolazione delle idee.

Lettura: Viaggio nel Salento di Maria Brandon Albini a cura di Sergio Torsello

Maria Brandon Albini, una delle protagoniste di maggior rilievo della letteratura meridionalista del secondo dopoguerra, ci racconta il suo “Viaggio” nel Salento con una scrittura dall’andamento leggero e brioso, tanto che si ha quasi l’impressione di leggere degli appunti, delle notazioni di viaggio prese giorno per giorno.

L’autrice s’immerge in un universo composito dove convivono antiche credenze e istanze della contemporaneità, dove le leggende s’incrociano con storie di santi e il mondo magico e rituale della cultura contadina non è in contraddizione con il sindacalismo e le leggi di difesa operaia.

L’Albini si sofferma sulla condizione delle donne nel Sud, registra il persistere di tradizioni popolari che sopravvivono agli assalti della modernità, la pratica della lamentazione funebre, la lingua grika e il tarantismo, pagine queste ultime di estremo interesse da un punto di vista della documentazione storica: scopriamo infatti che un anno prima del suo viaggio in Salento, era stata proprio l’Albini a inviare nell’Italia del sud un amico francese, il fotografo Andrè Martin. Come è noto, saranno proprio le foto di Martin a spingere Ernesto de Martino a occuparsi del tarantismo salentino. In questa realtà variegata e complessa l’autrice si lascia orientare da guide sapienti, giovani studiosi, intellettuali e non solo: la sua, quindi, non è una conoscenza libresca, ma è un approccio critico che tiene conto delle situazioni e dei problemi reali. Questo breve resoconto di viaggio redatto con uno stile a metà strada tra reportage e cronaca, storia e antropologia, politica e religione è l’istantanea preziosa di un mondo colto alle soglie del grande mutamento e l’Albini sembra chiedersi se il rinnovamento della società demolirà o meno la cultura tradizionale imperniata sul dialetto e sul folclore.

La prima puntata qui
http://www.youtube.com/watch?v=Uc8gx0nv7yc

e qui

mercoledì 10 novembre 2010

Il libro del giorno: Cleo di Mirka Ruggeri e Valentino Sergi (Edizioni Voilier)

La Trama - Ci si può innamorare di una ragazza conosciuta in sogno? Cleo è una storia d’amore, delle più semplici, tra un ragazzo e una ragazza. E potrebbe bastare questo, con l’atmosfera magica di Trieste e la nostalgia della Barcellona del passato, per descriverne l’incanto.

Ma amare a volte significa saper mentire, nascondere piccoli turbamenti, gelosie, segreti. Cleo non ne è capace, una seconda bocca all’altezza della gola rivela senza pudori i suoi desideri, le sue paure. E non resta che soffocarla con bende e sciarpe, perché la verità può farti perdere la persona che ami, soprattutto se ti tradisce con un sogno…

Il libro
- Il libro unisce una narrazione intimista a elementi fantastici, in una cornice intrisa di romanticismo e nostalgia, tra la bellezza di due città marinare e i paesaggi mozzafiato delle terre del sogno. Cleo è il primo romanzo grafico di Mirka Ruggeri, giovane disegnatrice dal tratto europeo e delicato capace di trasmettere il complesso spettro delle emozioni in un volto, come la meraviglia di un ambiente onirico.
Valentino Sergi, autore a suo agio con le atmosfere fantastiche e vincitore di vari premi letterari e di fumetto, firma la sceneggiatura del volume con una scrittura lieve, valorizzando al massimo la componente visiva.

La protagonista

Cleo è un nome di provenienza greca che deriva dall’antico verbo “kleio”, ovvero raccontare, rendere noto. Un destino nel nome, data la strana deformazione della ragazza: una bocca all’altezza della gola incapace di mentire e indipendente dalla sua volontà.
Cleo vive a Trieste con il padre, vittima di una forte depressione dopo l’abbandono della moglie. Per pagare le spese quotidiane e le tasse universitarie scrive racconti pornografici, anche se il suo sogno è diventare giornalista.
Durante le sue pause al bar di facoltà, la giovane s’innamora di Andrea, uno studente di Scienze della Comunicazione come tanti, se non fosse per quegli strani sogni…

Cleo, brossurato colori 72 pagine, collana Oblò

Storia di un metronomo capovolto di Giuseppe Cristaldi (Libellula edizioni). Nota di Franco Battiato













Una solida struttura narrativa sostiene questo sorprendente libro. Il racconto, ambientato a Messina, è costellato puntillisticamente (in senso muiscale) da ardite sentenze. Mirabile la descrizione del suicidio del protagonista Antonio Gardini. Leggere per credere. (Franco Battiato)

L’autore - Giuseppe Cristaldi nato a Parabita nel 1983, dove vive e lavora, è autore di “Un rumore di gabbiani. Orazione per i martiri dei petrolchimici” (Besa editore), un docudramma con libretto annesso con la collaborazione di Franco Battiato e la prefazione di Caparezza, “Belli di papillon verso il sacrificio” (Controluce, ed. Besa), con prefazione di Teresa De Sio. “Storia di un metronomo capovolto” è il primo romanzo, che viene pubblicato per la prima volta. L’edizione è curata da Libellula Edizioni.

martedì 9 novembre 2010

“Un Caso di Stalking” scritto da Ilaria Ferramosca e disegnato da Giovanni Marco De Francisco (Edizioni Voilier)















Edizioni Voilier é lieta di annunciare l’uscita del romanzo a fumetti “Un Caso di Stalking” scritto da Ilaria Ferramosca e disegnato da Giovanni Marco De Francisco.

Paolo è uno scrittore, entrato in fase di declino e conseguente depressione dopo aver vissuto un periodo di successo. Le attenzioni telematiche di una sua fan, lo portano per un po’ a recuperare l’autostima perduta e gli forniscono lo stimolo per portare a termine un lavoro per il suo editore, lasciato in sospeso ormai da troppo tempo. Tuttavia questo evento, da lui vissuto inizialmente come provvidenziale, si rivela ben presto un vero dramma; la donna, infatti, dopo aver instaurato un rapporto con Paolo mediante lettere e telefonate adulatorie, decide di sottoporre alla sua attenzione un proprio manoscritto. Vedendosi rifilare una risposta negativa dal suo idolo, se pur non priva di tatto, la donna diviene repentinamente minacciosa e aggressiva. Da quel momento, Paolo inizia a essere oggetto di comportamenti ossessivi e morbosi, che lo conducono lentamente in una spirale di angoscia e terrore. A poco a poco inizia a perdere il senso della realtà, tanto da non riuscire più a comprendere se la sua persecutrice sia reale, una proiezione della propria smania per il successo perduto, o una sorta di “mercenaria” appositamente assoldata per portarlo alla follia; i sospetti ricadono, nella sua logica ormai malata, su sua moglie e sul proprio agente letterario. Tale diffidenza, mista al senso di inquietudine, lo trascinano verso una crisi nei rapporti con le persone che lo circondano, cui reagisce in maniera sempre più violenta e autodistruttiva. La vicenda è condotta a metà strada tra il giallo e l’esplorazione psicologica e indaga nel vissuto di chi, in apparenza, dovrebbe vivere un’esistenza di gloria e agi grazie al successo e alla fama, e che spesso ne rimane invece vittima, mettendo inoltre in risalto quanto possa essere difficile, in un caso di attenzioni morbose, essere uomo e rivelare di subire molestie proprio da una donna.
“Nella maggior parte dei casi” commenta infatti il protagonista, “ti verranno a dire che evidentemente hai fatto qualcosa per meritartelo”.

Collana: Oblò – Brossurato 72 pagine b/n – € 10.90 – Uscita: 30 ottobre 2010

Una donna di troppo, di Carl Hiaasen, traduzione di Luca Conti e Luisa Piussi (Meridiano zero). Intervento di Nunzio Festa











La narrativa di Carl Hiaasen, alzata a livello massimo di qualità con questo ultimo “Una donna di troppo”, uscito negli Stati Uniti d’America già nel 2004 e col titolo di “Skinny Dip” – ma per fortuna esiste Meridiano zero, almeno - , è una prova di forza: una prova di forza della letteratura: del poi 2000. Che, su tutto, siamo oltre le migliori pellicole cinematografiche ‘autoriali’. A qualche centimetro di prossimità con la migliore tradizione letteraria internazionale. Hiassen, con questo romanzo, specifichiamo, riesce a tenere perfettamente sullo stesso piano il disastro ambientale che lentamente (ma neppure così tanto) sta annullando il mondo con la bella aderenza dell’ironia, a volte vergata d’ondate piccine di sarcasmo, e persino con la sagacità del noir più giovane come attuale; ma il gioco del ‘noir’ aumenta solamente, eppure forse non ce ne sarebbe perfino bisogno, l’intensità di stretta col romanzo che andiamo a leggere. Insomma Chaz, lo si capisce proprio da subito subito, è un gran pezzo di merda, uno stronzo più che stronzo, un professionista, ma assolutamente non di valore, che ha scelto la biologia quale rifugio per la sua volontà, e possibilità, di carrierismo e soldi in tasca. Un uomo, per di più, atletico e di bel successo con le donne. Di successo, però, almeno fino a quando queste capiscono chi davvero hanno davanti e spesso dentro. E il bastardo, insomma, fa partire la storia, che si chiuderà alle sue spalle anzi sulle spalle sue rovinate infine dagli insetti vari, gettando nell’acqua dell’oceano la moglie che in realtà proprio non merita. Ma, malgrado lui, la donna si salva. Povero lui. Dunque la moglie, gettata in acqua oceanica quale regalo d’anniversario, Joey inizia invece, appena può, dallo sperimentare la progettazione della vendetta. Perché l’ex suo marito, insomma, aveva scelto di sacrificarla, e non per divertirsi maggiormente con l’amante. Darla in cambio alle sua foga di fare il furbo. Sempre contro l’ambiente. Ai servigi d’un inquinatore di prim’ordine. Una persona, tra l’altro, in tutto e per tutto di primo piano. Ma nella trama arriva l’investigatore, pronto ad andare via dalla Florida che più non sopporta, Rolvaag. E il salvatore Mick Stranahan. E il guardiaspalle, redento o quasi, Tool. E, quindi, l’amante Ricca. E il fratello della morta Joey. E i serpenti dell’investigatore Rolvaag. Oltre, chiaramente, a una serie di comparse non proprio secondarie. Carl Hiaasen, giornalista investigativo del Miami Herald con l’obiettivo di documentare proprio lo scempio dell’ambiente, innesca da un’idea di fondo semplicissima una bomba d’avvenimenti e rimandi ad altri episodi sparati nella pagina. Con cattivi e cattivissimi. Traccia pure approvvigionata delle spoglie d’alcuni soggetti che provano a rendere conto al bene. Per essere davvero attenti, si dovrebbe raccontare, facendo magari delle schede, d’ogni personaggio. Persino, appunto, dei serpenti dell’investigatore. Però meglio assicurarsi d’essere presi alla gola dall’ironia impareggiabile di Hiaasen e farci, quindi, incastrare dalla sua opera. Il ‘moderno’ di C. Hiaasen, comunque, forse sta proprio nell’essere moderno a condizione di non tralasciare il punto d’ascolto dell’impegno con la Letteratura. Ovvero tenendo insieme contenuti e scrittura, trama e stile e talento di rara misura. Un brindisi, allora, per la natura. E che i concimi che ammazzano le riserve naturali degli States non diventino persino più imponenti del cemento che s’allarga a dismisura. Come in Italia. Al pari di tanti altri lembi d’universo sventrati solo dalla protervia degli interessi esclusivamente particolari. Assassini ecc. compresi e botte in mezzo.

lunedì 8 novembre 2010

Miti della Massoneria di Lino Sacchi (Età dell'Acquario)











Dopo il successo planetario dei libri di Dan Brown, l’ultimo in particolare, i «miti» massonici riscuotono grande interesse. Vi si sono avventati divulgatori (televisivi e cartacei) di ogni qualità, che trovavano magari un po’ appassiti altri soggetti.
D’altra parte non vi è dubbio che intorno alla massoneria le leggende sono sempre fiorite copiose, incoraggiate dall’alone di mistero che fin dai primordi ha circondato le logge, legato soprattutto a quella ritualità che i massoni hanno sempre cercato di mantenere segreta (sia pure con poco successo). Alcune di esse si sono sviluppate e strutturate in narrazioni complesse, ispirate dai massoni stessi o dai potenti nemici che l’Istituzione annovera soprattutto nell’area latina. Valga per tutte l’esempio della «connessione templare», ancora oggi una delle più vitali.
Sull’argomento, questo libro cerca di fare «ordine nel caos» (per usare un motto massonico), tenendo presente che la distinzione dell’aspetto storico da quello mitico non è sempre ovvia, nemmeno nelle logge. E senza tradire il principio che non esistono storia sacra e storia profana: solo buona storia e cattiva storia.

L'AUTORE

Lino Sacchi ha un curriculum variegato. Dopo giovanili trascorsi musicali (socio pianista dell’Accademia Filarmonica di Bologna) il suo mestiere di geologo lo ha portato in varie parti del mondo. Ha poi intrapreso la carriera universitaria diventando Professore Ordinario a Torino. Negli ultimi anni ha messo al centro dei suoi interessi l’istituzione massonica, della quale fa parte, e della quale si è dato a volgarizzare la storia in alcuni suoi aspetti poco frequentati. Presso le nostre edizioni ha già pubblicato Massoneria per principianti e Storie sorprendenti di Liberi Muratori (certi e presunti). Ha collaborato con le principali riviste massoniche italiane. Ha percorso un lungo itinerario sia nel Grande Oriente d’Italia, sia nel Rito Scozzese Antico e Accettato.

Lo strano caso di Stoccolma di Christoffer Carlsson (Newton Compton)











Vincent Franke e la donna venuta dal nulla. Un viaggio infernale nella Svezia più segreta e trasgressiva, in un thriller che colpisce al cuore. Vero e proprio caso letterario in Svezia, Lo strano caso di Stoccolma è l’esordio fulminante del giovanissimo Christoffer Carlsson: un thriller psicologico che colpisce al cuore, una storia di segreti e ambiguità, ambientata negli oscuri meandri della capitale svedese. Vincent, giovane tossicodipendente e spacciatore, trascina i suoi giorni, stretto nell’abbraccio mortale della morfina, in uno squallido appartamento nei bassifondi di Stoccolma. La sua triste routine viene scossa quando il suo amico Marko gli lascia in casa una ragazza legata e bendata, picchiata a sangue, di cui Vincent non sa nulla tranne il nome: Maria Magdalena. A poco a poco tra i due giovani nasce un’inaspettata complicità… Il desiderio di salvare la sconosciuta porterà Vincent a lottare disperatamente contro la brutale violenza del mondo che lo circonda e lo costringerà a guardare in faccia, per la prima volta, un passato oscuro che non ha mai avuto il coraggio di affrontare. Ma fino a dove dovrà spingersi per scoprire il segreto della ragazza venuta dal nulla?
“Uno - Vedo il mio riflesso nel vetro scuro della vetrina. Ecco come tutto ha inizio. L’immagine è deformata, bugiarda. Le mie mani inquiete come uccelli. Dalla tasca interna della giacca estraggo goffamente un pacchetto di sigarette mezzo pieno, ne tiro fuori una e la osservo. Poi la infilo tra le labbra e con un clic la accendo, senza esitazioni. Non chiudo gli occhi da due settimane. Probabilmente sono due settimane che non dormo. L’insonnia mi rende insicuro di me stesso e del mio corpo. Comincio a camminare. Il riflesso scuro mi segue, esce dal margine della vetrina e poi scompare. La locandina di un’edicola mi informa su come bisogna vestirsi e apparire quest’anno. La sigaretta ha un effetto meraviglioso su di me e lentamente torno un essere umano. Mi sento distaccato, fresco come l’odore di banconote nuove di zecca, libero da quello che ero una volta. I movimenti e i pensieri fluttuano. Ecco come tutto ha inizio”.

domenica 7 novembre 2010

Il libro del giorno: Ditemi com’è un albero. Memorie della prigione e della vita di Marcos Ana (Crocetti editore)














“Questo libro è una lezione di umanità”.
José Saramago


La vita avventurosa di un grande poeta spagnolo come biografia del 900: è la storia incredibile e commovente di Marcos Ana.
Incarcerato a soli 18 anni durante la guerra civile spagnola, trascorre 23 anni in diverse prigioni del regime franchista, subendo torture e maltrattamenti di ogni genere.
Le sue poesie, che i compagni di prigionia imparano a memoria e diffondono dopo la loro scarcerazione, fanno il giro del mondo.
Scarcerato nel 1961, ed esiliato a Parigi, Marcos Ana intraprende la missione della sua vita, promuovendo la difesa dei diritti umani e sostenendo le vittime della repressione politica e le loro famiglie, a cui vuole restituire voce attraverso le sue poesie e la sua testimonianza.

Da questo libro il regista Pedro Almodóvar ha deciso di trarre il soggetto per un suo prossimo film.

Prefazione di José Saramago.

Libri reattivi (gioco) sett.-ott. 2010. Intervento di Michele Rosa
















Cercare di fare un riassunto del gioco reattivo di Settembre e Ottobre rappresenta un' impresa che delfinerei improba; cito soltanto qualche numero: oltre 270 autori citati, più di 300 libri che hanno fatto da materiale per la contesa tra agguerritissimi competitori che si sono sfidati a suon di citazioni.
Enorme il parco autori, nella maggior parte dei casi di primissima scelta. Abbiamo tentato una
sintesi cercando di mantenere dei riferimenti logici. Partendo dal capostipite Omero e discendendo dai coetanei Cervantes e Shakespeare abbiamo diviso i filoni per nazionalità partendo dai francesi De Sade, Stendhal, Balzac, Hugo Dumas, Flaubert Proust, Verne e Céline; per i britannici Defoe, Wilde, Joyce, Wolf, Conrad e Agata Christie, il filone mitteleuropeo con Goethe, Mann, Musil e Kafka, proseguendo con i russi: Turgenev, Gogol, Goncarov, Dostoevskij, Tolstoj e Bulgakov; gli americani Hawtorne, Twain, Mellville, Poe la Austen, Fitzegerald, Fante, Bukowsky e Kerouac per finire con i non meno importanti autori latini Calderon de la Barca, Joao Guimaraes Rosa e Jorge Luis Borges.
Gli italiani sono in numero così notevole che è arduo ricordarli tutti: non poteva mancare il padre Dante e Alessandro Manzoni, Carducci, D' Annunzio, Rodari, Pasolini, Gadda, Calvino, la Deledda, Pirandello, Dario Fo, Pavese, Buzzati, Fenoglio, Elsa Morante, Oriana Fallaci e via discorrendo. Per i moderni poi, accanto a golden writer del calibro di Follet, King, la creatrice di Harry Potter J.K. Rawling, Isabel Allende e i nostri Camilleri, Ammaniti, Benni e Baricco sono comparsi nomi come Reno Bromuro, Ignacio Taibo o Aldo Fichera insieme a tanti altri che testimoniano l' impegno dei partecipanti di andare a scovare anche in pagine semi-ignote le parole necessarie.
Tra i giocatori ormai si è sviluppata una specie di simbiosi e non è infrequente che si posti qualcosa intuendo quale sarà la risposta del collega. Certo un maggior numero di partecipanti sarebbe auspicabile e renderebbe il gioco ancor più bello e vario, anche perché aldilà di concorrere per la vittoria, puramente simbolica e premiata con un buon libro, è bello anche lasciare un messaggio saltuario che, per effetto della concatenazione susseguente, resta comunque collegato alle altre tracce.
Un ultima curiosità: gli autori più citati con sono stati Gadda e Stefano Benni che spesso nella carriera è stato accostato proprio al grande autore milanese, mentre Gente di Dublino di James Joyce è risultato il libro maggiormente segnalato, doveroso omaggio al geniale autore dell' Ulisse.
Mentre per i giocatori, ho tentato di trovare il più assiduo nell' arco dei due mesi e non ce l' ho fatta, Cristina Fanni, Eleonora Neves e Sara Antiglio (in rigoroso ordine alfabetico) hanno lasciato una tale messe di segnalazioni da risultare impossibile il dipanare della matassa e da adombrare il sospetto che alloggino in una biblioteca.
Un giorno Prima
La sintesi sta per arrivare, ma c' è stata una vera valanga di autori e libri, stento a raccapezzarmici.

libro reattivo gioco per ora solo su Facebook

sabato 6 novembre 2010

Il libro del giorno: Viaggi e altri viaggi di Antonio Tabucchi (Feltrinelli)

Dice Antonio Tabucchi: "Sono un viaggiatore che non ha mai fatto viaggi per scriverne, cosa che mi è sempre parsa stolta. Sarebbe come se uno volesse innamorarsi per poter scrivere un libro sull'amore". Eppure, in "Viaggi e altri viaggi" ci sono i luoghi del mondo, un mondo sufficientemente grande per non essere quel "villaggio globale" che vorrebbero i sociologi e i mass media. Vi entrano "alla rinfusa" la Lisbona di Pessoa, il Brasile distante dalle mete obbligate di Congonhas do Campo, la Madrid dell'Escorial, il Jardin des Plantes a Parigi, l'Australia di Hanging Rock, la Séte di Paul Valéry, e poi Creta, la Cappadocia, Il Cairo, Bombay, Goa, Kyoto, Washington. Tabucchi ci accompagna con sovrana gentilezza a conoscere e a riconoscere i luoghi di una mappa singolare, certo, ma condivisibile attraverso la lingua familiare del racconto. Una mappa che si apre volentieri ad "altre" forme di viaggio la rassegna delle città fantastiche degli scrittori, le letture di Stevenson, la misteriosa frase di uno zio davanti agli affreschi del Beato Angelico, le montagne di Eça de Queirós, l'Egitto di Ungaretti, l'evocazione dell'Amazzonia attraverso un grande libro come Il ventre dell'universo. Nell'uno e nell'altro caso - nei viaggi effettivi e in quelli evocati dalla letteratura - Tabucchi ci invita a vedere e a restare, a muoverci e a ritornare. Ogni volta l'appuntamento è una sorpresa, perché il mondo è sempre un altrove, una scoperta di noi stessi attraverso gli altri.

Aurore siderali di Gianluca Conte tratto da Il riflesso dei numeri (Centro Studi Tindari Patti)













Emisferi di cartapesta
/stelle filanti/
a Carnevale
tutto vale,
nel valzer degli amori,
accovacciati ad aspettare
che qualcosa, o qualcuno
li liberi da una prigione
di false speranze,
di ordini mancati.
Pagliacci imbacuccati ridono,
tristi e banali,
ormai
perduti nel tempo

venerdì 5 novembre 2010

Il libro del giorno: Appunti di un venditore di donne di Giorgio Faletti (Baldini e Castoldi Dalai)














Nella Milano degli anni di piombo e delle Brigate Rosse si muovono i protagonisti di Appunti di un venditore di donne, il nuovo, attesissimo romanzo di Giorgio Faletti. Un romanzo ambientato all’ombra della "Madunina", in una Milano prossima a diventare "da bere", ma ancora legata agli sconvolgimenti degli anni 70.

1978: a Roma le Brigate Rosse hanno rapito Aldo Moro, in Sicilia boss mafiosi come Gaetano Badalamenti soffocano ogni tentativo di resistenza civile, all'ombra della Madonnina le bande di Vallanzasca e Turatello fanno salire la tensione in una città già segnata dagli scontri sociali. Ma anche in questo clima la dolcevita del capoluogo lombardo, che si prepara a diventare la "Milano da bere" degli anni Ottanta, non conosce soste. Si moltiplicano i locali in cui la società opulenta, che nella bella stagione si trasferisce a Santa Margherita e Paraggi, trova il modo di sperperare la propria ricchezza. È proprio tra ristoranti di lusso, discoteche, bische clandestine che fa i suoi affari un uomo enigmatico, reso cinico da una menomazione inflittagli per uno "sgarbo". Si fa chiamare Bravo. Il suo settore sono le donne. Lui le vende. La sua vita è una notte bianca che trascorre in compagnia di disperati, come l'amico Daytona. L'unico essere umano con cui pare avere un rapporto normale è un vicino di casa, Lucio, chitarrista cieco con cui condivide la passione per i crittogrammi. Fino alla comparsa di Carla che risveglierà in Bravo sensazioni che l'handicap aveva messo a tacere. Ma per lui non è l'inizio di una nuova vita bensì di un incubo che lo trasformerà in un uomo braccato dalla polizia, dalla malavita e da un'organizzazione terroristica. Un noir fosco su uno dei momenti più drammatici del dopoguerra italiano, in una Milano che oscilla tra fermenti culturali e bassezze morali.

SOSPETTI MARGINALI di Michela e Alessia Orlando Nicoletti (Edizioni Scudo). Un'anteprima














Scrutando in quella profonda oscurità, rimasi a lungo, stupito impaurito sospettoso, sognando sogni, che nessun mortale mai ha osato sognare; ma il silenzio rimase intatto, e l'oscurità non diede nessun segno di vita; e l'unica parola detta colà fu la sussurrata parola «Eleonora!» Soltanto questo, e nulla più.

Da: Il corvo, Edgar Allan Poe

Un uomo che medita la vendetta mantiene le sue ferite sempre sanguinanti.

Bacone, esergo al nostro Sospetti Marginali, Edizioni Scudo

Edgar Allan Poe, LENORE, l’amore e il nostro SOSPETTI MARGINALI

Altri tempi! Ben altri amori? Boh! C’è il sospetto che in un paio di secoli, o giù di lì, l’umanità non cambi poi così tanto, perlomeno tra le lenzuola, malgrado l’intervento del silicone che arrotonda allo spasimo i corpi umani. Certo, la scienza sembrerebbe suggerire il contrario: di internet ancora neppure l’ombra, nell’Ottocento, e le notizie circolavano farraginosamente di bocca in bocca o grazie a messi incolpevoli, si muovessero a piedi, a cavalcioni di quadrupedi o, addomesticati, piccionescamente, sfruttando le ali; l’odore sulfureo che si diffondeva nei vicoli di mezzo mondo era dovuto alla illuminazione, non al demonio; non c’erano tubi di scappamento, ma non mancavano essenze da minzione e defecazione, finanche nelle corti principesche e nelle mura domestiche dei reali di Francia, di Prussia, delle città che avrebbero fatto parte della Italia cosiddetta unita e così via. Non parliamo, poi, dell’inquinamento: pare sia dimostrato che quello da carbone non fosse meno gravoso di quello da petrolio-benzina.

Non è cambiato molto tra le lenzuola…ma c’era chi si riteneva peccatore (adesso mai), forse anche per le sue scorribande o evoluzioni circensi, Kamasutra in mani; ed Edgar Allan Poe in Lenore poteva scrivere:

Infami! Amaste di lei sol il soldo e la odiaste assai per l’orgoglio e quando il suo spirito fu flebile e assorto, la veneraste – fu oltre la soglia! E come faremo il rituale? Come farà il vostro Requiem nel canto, uomini dall’occhio malvagio, con lingua grondante calunnia nel pianto che ha fatto morire la donna innocente, che ha avuto la morte sì giovane tanto? “Siam peccatori “; ma niente delirio! Inno del Sabbath sia il canto che vada al Signore, sì morte, solenne, non senta rimpianto! La dolce Lenore ben già è dipartita, Speranza al suo fianco le vola e furioso ti lascia, per lei, la cara fanciulla, che esser doveva tua sposa, per lei, la bella, l’affabile, che adesso sì umile giace, con vita sui biondi capelli ma non dentro agli occhi. La vita è ancor lì, sopra i capelli – la morte sugli occhi.

Non è cambiato molto tra le lenzuola…ma noi possiamo rappresentare, con la fotografia e con le parole, un mondo in cui altre cose appaiono normali. E questo va benissimo, giacché se si tratta di norme, di voci deputate a dire cosa sia normale e cosa no, ci pare corretto concludere che tutto ciò che accade è normale. O naturale, se si preferisce, malgrado si debba spesso rilevare come l’uomo, interferendo con la natura, tenti di sviarne il corso. E lei-essa si vendica. È solo questione di tempo. Edgar Allan Poe in Lenore ci narra la morte e quattro voci in quattro stanze diverse. Con il suo componimento intesse un dibattito a tensione altissima. Tutto accade a un funerale, quello di Lenore, appunto, fra un personaggio anonimo, forse un congiunto, e l’amante della defunta, un certo Guy de Vere. La morte…la vita e la morte. Tutto ciò che accade è normale…anche la vendetta? È questa la domanda intorno alla quale si sviluppano le vicende che narriamo in Sospetti marginali. Forse è inutile dirlo: a noi sono servite molte più parole di quelle impiegate da Poe per rendere il clima drammatico. E sono servite molte più stanze; oltretutto collocate in varie città: Roma; Torino e la sua cintura; Palermo; Bologna; Nizza… Sono serviti anche altri luoghi: quelli mentali e, così come accade ne Il corvo, sempre del maestro Poe, abbiamo dovuto inoltrarci nei sogni, nel subconscio, nel mistero degli omicidi seriali perpetrati al di là della porta. Inevitabilmente chiusa dall’interno. Non è una novità, ovviamente, eppure è stato richiesto l’intervento di due prestigiatori, utilizzati come consulenti tecnici da chi indaga, per poter risolvere un problema investigativo. Sono figure essenziali, i due prestigiatori, che apparentemente intervengono in maniera quasi casuale (non è così, giacché anche situazioni spazio-temporali lo hanno imposto). E sono figure davvero esistenti: Il Mago Massimo e Gianni Loria, che ha tenuto spettacoli anche da noi, alla Carnale, entrambi operanti a Bologna: la città dove, grazie alle intuizioni e al lavoro del Maestro Chun Chin Fu, al secolo prof. Alberto Sitta, il mondo della prestidigitazione italiana ha potuto creare profili organizzativi davvero rilevanti.

giovedì 4 novembre 2010

Il libro del giorno: Il nostro traditore tipo di John Le Carrè (Mondadori)















Perry e Gail, lui insegnante idealista a Oxford, lei avvocato rampante: una coppia di fidanzati inglesi in vacanza nello scenario da sogno di Antigua, nei Caraibi. E un russo di nome Dima, rozzo eppure magnetico, che possiede una tenuta sull'isola. Un incontro destinato ad avere conseguenze inimmaginabili per i due giovani, quando il russo chiede a Perry di giocare a tennis con lui è solo una normale partita quella che si svolge alle sette di mattina davanti agli occhi stralunati di Gail e alla più strana accozzaglia di persone che le si sia mai parata davanti? Chi è veramente questo russo carismatico che ostenta amicizia e giovialità nei confronti della giovane coppia? E, soprattutto, cosa vuole da loro? L'esito della partita di tennis andrà ben oltre il risultato. Ha inizio un'avventura che vede i due fidanzati coinvolti dai servizi segreti inglesi e dal "riciclatore numero uno al mondo" di denaro, dapprima chiusi in un asfissiante seminterrato, poi spettatori della finale del Torneo del Roland Garros a Parigi e infine catapultati in uno chalet sulle Alpi svizzere. La posta in gioco è alta: volti nuovi della mafia russa cercano una propria "rispettabilità ufficiale" nei mercati di tutto il mondo, intrecciando i loro affari con quelli delle multinazionali e inevitabilmente con le politiche degli Stati sovrani. John le Carré reinventa il romanzo di spionaggio, strappandolo alle sue definizioni classiche.

Lo sposo impaziente, di Grazia Livi (Garzanti). Intervento di Nunzio Festa




















A quattro anni di distanza dalla prima uscita, datata 2006, e a due da “Il vento e la moto” (sempre Garzanti, 2008), l'editore di Vitali e tante altre firme indispensabili, ha deciso di far tornare in libreria “Lo sposo impaziente”; scelta più che giusta: azzeccata. Perché, questo soave romanzo, che, comunque, nulla concede alla tranquillità sorniona e addomesticante della fiction, tratta un pezzo del rapporto fra lo scrittore, ufficiale, insegnante e proprietario terriero Lev Tolstoj con quella che diventò la sua giovane moglie Sof'ja Bers. I due si presero in matrimonio, in virtù delle spinte delleo scrittore, nel 1862; quando lei era ancora una diciottenne e lui un, soprattutto navigato, trentaquattrenne. La coppia si ritirò, dovremmo dire, nella tenuta tolstojana di Jasnaia Polyana. E il loro viaggio di nozze, ricorda la gentile scrittrice Grazia Livi, che con tono leggero ma ugualmente urticante ci porta nella storia, fu il tragitto in carrozza destinato a chiudersi nella tenuta pronta a divenire fuoco domestico, focolare famigliare. Tolstoj, dice il vero immesso nella trama dalla Livi, prese quale predestinazione il suo incontro proprio fatale con la giovane. Tanto da lì a poco, appunto, chiedere – al padre di lei – la mano sua. Il romanzo anticipa l'atmosfera di vita che i due innamorati vivranno per decenni. Ma soprattutto 'accenna' alle divergenze ideali che corrono tra lei e lui. Che la ragazza, oltre a essere molto giovane e ancora vergine secondo tante aspetti, per Lev Tolstoj non sarà solamente una testolina piena di sogni e incertezze. Come, è da capire, Sof'ja sarà piena di comprensione. In primo luogo per un marito così diverso dal resto del mondo. Tanto antico e antiquato, quanto innovatore e animato da buoni propositi. La penna di Grazia Livi, con garbo e senza smontare le proprietà d'intimità del materiale utilizzato, spiega la psicologia della coppia e, allo stesso tempo, spiega la psicologia d'un dato momento storico. Altrimenti tutto varrebbe alla maniera delle soap opera. Punto che naturalmente la scrittura e ogni scelta della Livi scongiura. Il fascino del romanzo è altissimo, grandioso. Seppure ci si fermi a un momento preciso della vicenda. Lasciando aperta la restante parte della Storia. I presupposti di questa impenitente storia d'amore e i protagonisti della trama-storia incantano. “Lo sposo impaziente” è pregno di bellezze e sentimenti da rivivere. Gli incroci e gli assalti di lui, a notte fatta, non sono che un'ulteriore nota concepita per spiegarci questa vita tutta romanzata. Queste vite in romanzo. E un romanzo, sappiamo, deve pulsare per grazia di ciò.

mercoledì 3 novembre 2010

Il libro del giorno: Diciotto secondi prima dell'alba di Giorgio Scianna (Einaudi)





















«Lei era lì sul marciapiede ad aspettare me: troppo fuori mano per un incontro casuale, troppo vicino a casa mia, troppo bionda, troppo bella, troppo straniera perché non fosse niente». Cinquanta scalini separano la casa di Edoardo Gregotti dallo studio in cui lavora. Marta lo ama. La sua famiglia l'ha sempre supportato. Forse è per questo che lui non ha mai dovuto scegliere: nei momenti difficili c'è sempre stato qualcuno che l'ha fatto al posto suo.
La sera in cui incontra Ksenja non sa ancora quale dramma gli sta scoppiando tra le mani, non sa che sta per mandare all'aria tutto quello che la vita gli ha regalato, per conquistarsi - quasi suo malgrado - qualcosa che finalmente gli appartiene.
Un romanzo intenso, sottile e spietato: il ritratto di una generazione che prima o poi sarà costretta a crescere.
A Edoardo Gregotti la vita non costa fatica. Ha trent'anni, un bell'aspetto, ed è appena diventato avvocato, anche se in fondo non gliene importa poi molto. Il mondo accogliente che lo circonda gli basta per non farsi troppe domande: ama Marta, che «vede quello che gli altri non vedono, la rotta che c'è dentro di lui», suo padre è uno dei soci dello studio in cui lavora, il collega Mauro è un buon amico. Le sere nei locali sono un'abitudine, come la musica del suo iPod e i saluti notturni su Facebook prima di prendere sonno.
Edoardo ha imparato a riempire lo spazio e il tempo come se a guidarlo per le strade di Milano ci fosse un pilota automatico, ma quando incontra Ksenja - che adora passeggiare nel parco e la sera si esibisce nei locali «stringendosi al violoncello come se volesse aggrapparsi» - niente gli sembra più naturale che passare la notte con lei. È una storia qualsiasi, clandestina e casuale, che metterà sottosopra le certezze di Edo. Lo attende un risveglio tragico, un viaggio che lo porterà fino a Novgorod, sulle tracce di un destino che - anche se non lo riguarda - stava aspettando proprio lui.
Giorgio Scianna costruisce un meccanismo narrativo di forte tensione: una storia fatta di direzioni stabilite e scarti imprevisti, dove i continui ribaltamenti di prospettiva - anche i più drammatici - si trasformano in un'occasione per conoscere se stessi. I giovani personaggi di questo romanzo si comportano come se «il mondo potesse bussare ed entrare da un momento all'altro»: hanno a disposizione tutte le carte che la vita può offrire - l'amicizia e il tradimento, l'amore e la morte - e stanno per scoprire che scegliere significa sempre dover anche rinunciare.

Imperial bedrooms di Bret Easton Ellis (Einaudi)












Partiamo dal soundtrack. Per il libro di cui parlerò consiglio vivamente “Black Rain” dei SoundGarden, ovvero il brano tratto dal loro ultimo spettacolare lavoro dal titolo “Telephantasm”. Riavvolgiamo per un attimo il nastro. C’era un prima. Il prima di Bret Easton Ellis è per questa occasione “Meno di zero”. Romanzo video/paranoico, “slangale”, depresso, assente, intriso di sesso facile, spinelli, cocaina, feste sempre più hot, in una sinfonia totale di amoralità e devastazione interiore che sconfina presto nell'orrore. Bret Easton Ellis è di sicuro uno tra i migliori scrittori in circolazione oggi, uno che fa delle situazioni paradossali di cui scrive, veri e propri manifesti di lucida critica alla società americana contemporanea. Il qui e ora ha un titolo: “Imperial bedrooms”. Casa editrice Einaudi. Questo è un libro che non lascia scampo. Non serve a nulla tentare di capire dove la storia vuole andare a parare, perché Ellis esagera, va giù pesante, gioca sporco lavorando molto sulla costruzione di più livelli semantici che addirittura rendono difficoltosa la lettura dell’opera che dunque richiede una/due/tre/quattro/cinque letture. E vi posso assicurare che sto parlando di un vero e proprio lavoro di trincea a cui il lettore viene sottoposto. Clay torna a Los Angeles sono passati venticinque anni. Clay è uno sceneggiatore (mediocre ma pur sempre uno sceneggiatore …) che deve organizzare il cast per il suo nuovo film: ma Blair, Trent, Julian, sue vecchie conoscenze di “perdizione”, sono affamati d’inferno e vogliono trascinare il loro vecchio amico sempre più in basso. Costi quel che costi. La “ciliegina sulla torta” per Clay è l’incontro con la meravigliosa quanto inquietante Rain che lo rinchiuderà in un labirinto di terrore e paranoia. Il cocktail narrativo è ben riuscito: disperazione, violenza, paranoia, autoindulgenza, e degradazione sono gli atomi costitutivi del mondo di dannati che popolano le pagine di “Imperial bedrooms”, dove Ellis diventa il nostro Virgilio. A mio avviso, con questo “Imperial Bedrooms” Ellis si conferma uno scrittore di proporzioni stratosferiche, dimostrando come un’attenta sorveglianza sul linguaggio, può generare un multiforme e pulsante groviglio di immagini, sensazioni, stati d'animo, vicini alla granulosità dell’onirico e del surreale. Ellis passa in rassegna i disperati del mondo del cinema, fatto di festini, attricette disposte a tutto per ottenere dei ruoli, produttori dallo spessore morale di uno sciacallo Insomma una meravigliosa perla letteraria, con una sola controindicazione.: andrebbe letto dopo aver deglutito tutte le precedenti opere di Ellis.

martedì 2 novembre 2010

Il libro del giorno: XY di Sandro Veronesi (Fandango Libri)



















Un albero ghiacciato, di un rosso vivo, pulsante, intriso di sangue. È la prima immagine che appare a don Erme-te, Zeno e Sauro. Una strage indicibile si è consumata ai piedi di quell’albero, e solo una prodigiosa nevicata ha lenito l’orrore di quegli undici corpi straziati da undici cause di morte diverse, avvenute contemporaneamente, in un lampo. I quarantadue abitanti di Borgo San Giuda, travolti dall’onda d’urto di quel mas-sacro, si ritrovano al centro del mondo mediatico. Semplici testimoni del male, diventano i protagonisti dimenti-cati di questa storia, e tutti insieme scivolano nella follia. Don Ermete non può abbandonare la sua gente e insieme a Giovanna Gassion, giovane psichiatra della ASL in fuga da un amore finito, cercherà in tutti i modi di mettere in salvo quel mondo di poche anime perse e mute, che sembrano lontanissime ma che in realtà siamo noi. Pagina dopo pagina sembrerà di essere lì a calcare forte il passo per non essere spazzati via da quel vento che tira gelido e senza sosta, di entrare in quelle case modeste dove germina la follia, di incrociare quegli sguardi disperati e soli, e infine di sentirsi lievi e salvi, una volta arresi davanti al mistero. X e Y, uomo e donna, fede e scienza, si incontrano e si scontrano fin quasi a sovrapporsi in un’eroica libera-zione dalla dittatura della ragione, umiliata dall’assurda danza del male. Dopo Caos Calmo, Sandro Veronesi tor-na con un romanzo profondo, sapiente, pieno di umana comprensione: la sua scrittura avvolgente, che disegna curve morbide e leggere come scivolando sulla neve fresca, ci regala altri momenti di esilarante bellezza e due nuovi personaggi indimenticabili – salvo scoprire alla fine che uno dei due lo conoscevamo e lo amavamo già

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lunedì 1 novembre 2010

J.A.S.T di Lorenza Ghinelli, Daniele Rudoni, Simone Sarasso (Marsilio)













New Jersey, 2007: qualcosa di molto pericoloso viene rubato da una base militare del governo americano. Quattro agenti segreti si mettono sulle tracce dell'oggetto misterioso, lo inseguono attraverso tre continenti sfidando la morte per portare a termine la missione. Aisha, l'esotico fiore all'occhiello della CIA, Mordechai Dekhnavitsh, il numero uno del Mossad e Viscardi, lo spietato assassino del Vaticano. Tutti i Servizi del mondo sono a caccia della Spia, l'uomo senza nome che ha rubato ciò che potrebbe cambiare le sorti dell'intero pianeta. Un oggetto narrativo senza precedenti, un'esperienza d'intrattenimento unica nel suo genere: J.A.S.T. è un romanzo, ma non è solo un romanzo.
I tre volumi contenuti nel prezioso cofanetto raccolgono i dieci episodi della serie che rivoluzionerà la narrativa d'azione. Ogni episodio di J.A.S.T. ha la durata, il ritmo e lo stile narrativo delle puntate delle fiction televisive americane.

Le origini della Cabala di Joseph Leon Blau a cura di Fabrizio Lelli (Edizioni Controluce)








Cosa sappiamo in realtà della Cabalà? Possiamo provare a definirne i confini, a perimetrarne le eventuali eccedenze, procedendo per esclusioni e inclusioni di contenuti che magari potrebbero indurre a confusione, ma sempre sarà difficile farne un ritratto esaustivo. Facciamo riferimento innanzitutto ad una forma di sapienza che riguarda la mistica e la spiritualità, che attinge il suo sapere dalla Bibbia ebraica. Questa forma di sapienza consegna a quanti vi si avvicinano insegnamenti di altissimo valore e profondità, indispensabili ad intraprendere un percorso di gioia alla ricerca di Dio e della Verità. Questo sapere, è un propulsore eccellente per l’interiorità dell’uomo, nel senso che è in grado di sostenere un completo processo di trasformazione consapevole che può portare l’uomo alla Verità assoluta. Ma non solo … La Cabalà con la sua dottrina può unificare i molteplici modi coi quali scienza e religione decodificano la creazione e la vita. Alla scienza la Cabalà insegna l’essere umili, insegna l'importanza dell’evoluzione dell'essere umano, l'apertura e l'elasticità mentale, le affascinanti profondità degli insegnamenti spirituali, e molto molto di più! Le edizioni Controluce ora danno alle stampe uno splendido lavoro di Joseph Leon Blau, pubblicato negli Stati Uniti, e per la precisione a New York, nel 1944. Questo lavoro affronta in maniera scientifica la Cabbalà, cercando di mettere per un po’ da parte gli aspetti magico/esoterici, e portando nuova luce a tutta quella interpretazione cristiano /rinascimentale di questo sapere, ancora oggi oggetto di facili critiche e numerose malversazioni. Ma grazie ad un’attenta ricerca sulle fonti e sui testi da parte dell’autore, “Le origini della Cabbalà” è destinata ad essere un’opera di sicuro successo. Blau considera l’evoluzione della dottrina fiorita nell’Europa occidentale alla fine del XV secolo, dai suoi primi “vagiti” ancora radicati nel pensiero cabbalistico ebraico medievale e contemporaneo, fino alle opere ormai pienamente autonome degli inizi del XVII secolo. Nel volume sono presenti numerose testimonianze di una multiforme produzione letteraria trascurata dalla ricerca accademica, che fino a non poco tempo fa ha considerato la Cabbalà – sia quella ebraica che quella cristiana – alla stregua di un groviglio ciarlatanesco di miti e leggende più consono a un pubblico infervorato dall’amore per le scienze occulte. La ricostruzione filologica del Blau ri/consegna a questa dottrina il ruolo di potente strumento alla base della ricerca intellettuale del Rinascimento europeo, nonché la sua funzione significativa per il rinnovamento dell’ermeneutica testuale moderna e per la formulazione di nuovi criteri di accesso alla conoscenza universale.

Joseph Leon Blau (1909-1986), insigne studioso americano di storia e pensiero ebraico, è stato docente nel dipartimento di studi religiosi della Columbia University di New York dal 1944 al 1977. Tra le sue principali pubblicazioni menzioniamo: Men and Movements in American Philosophy (1952); The Story of Jewish Philosophy (1962); The Jews of the United States, 1790-1840 (curato con S. Baron, 1963); Judaism in America (1976).

Fabrizio Lelli insegna lingua e letteratura ebraica all’Università del Salento. Si occupa principalmente delle tradizioni cabbalistiche ebraiche fiorite nell'Italia del Rinascimento. Ricordiamo le edizioni da lui curate: Yo’anan Alemanno, ‘ay ha-‘olamim (L’Immortale). Parte I: la Retorica (1995); Eliyyah 'ayyim ben Binyamin da Genazzano, La lettera preziosa (Iggeret Êamudot) (2002). Ha inoltre curato l’edizione italiana dei saggi di M. Idel, Cabbalà: nuove prospettive (1996); Id., Mistici messianici (2004); Id., La Cabbalà in Italia (1280-1510) (2007).

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Tower of god. Vol. 13 di Siu

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