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martedì 19 febbraio 2019

Per il Tempo di un caffè il Progetto Crizia (Sofistica 3.0) oggi al 300mila lounge Bar a Lecce. Si parla di Parmenide e retorica


























Alle origini la parola sofista rappresentava il sapiente ed il saggio, facendo riferimento  ad un uomo esperto conoscitore e dall' ampia cultura. A partire dal V secolo, invece, si denominarono «sofisti» quegli intellettuali che professavano la loro conoscenza per poi insegnarla dietro compenso. Questa commercializzazione del sapere rese i sofisti  antipatici a molti poichè, per l'aristocrazia del tempo, il fatto che un filosofo si facesse remunerare per i suoi insegnamenti era un vero scandalo. Solo a partire dal XIX secolo la Sofistica venne rivalutata, e oggi è riconosciuta come un periodo fondamentale della filosofia antica. Ecco i principi del loro sapere: Centralità dell’uomo. I sofisti si interessarono soprattutto di problematiche umane ed antropologiche. Per i sofisti non esiste una verità, ma molte verità. Vi sono una molteplicità di opinioni soggettive le quali, proprio perchè relative, divengono similmente valide ed equivalenti. Dialettica e retorica sono le basi dunque per la trattazione e divulgazione del sapere.  E partendo da queste basi e sull’idea dell’azione editoriale come azione di politica culturale per e con la società civile l’editore de I Quaderni del bardo Edizioni Stefano Donno, organizza  periodicamente una serie di appuntamenti chiamate Lezioni Pubbliche nella rassegna Il tempo di un Caffè inaugurando il Progetto Crizia (Sofistica 3.0) Lezioni pubbliche sul Sapere (storia, letteratura filosofia, arte, altro e oltre). Intervento sull’arte della retorica a cura di Mauro Ragosta. Il secondo appuntamento che si terrà in data 19 febbraio 2019 presso il 300 mila lounge bar in Via Centoquarantesimo Reggimento Fanteria 11 avrà come oggetto della seconda pubblica lezione i principi fondamentali che sono alla base del pensiero di Parmenide. Nel Poema sulla natura Parmenide indica che la molteplicità e i cambiamenti del mondo fisico sono illusori, e afferma, contrariamente al senso comune, la realtà dell'Essere: non transeunte e, ingenerato, finito, immortale, unico, omogeneo, immobile, eterno. La narrazione si snoda intorno al percorso intellettuale del filosofo che racconta il suo viaggio immaginario verso la sede della dea Dike (dea della Giustizia) la quale lo condurrà al «cuore inconcusso della ben rotonda verità». L ‘avvenente donna, in quanto tutrice dell'ordine universale, sarebbe vista in tal senso anche come garante dell'ordine logico, cioè del retto filosofare. La dea illustra  al filosofo la via dell'opinione, che conduce all'apparenza e all'inganno, e la via della verità che conduce alla sapienza e all'Essere (τὸ εἶναι, tò èinai). Pur non comunicando cosa sia questo essere, Parmenide è il filosofo che per primo ne mette a tema esplicitamente il concetto; su di esso egli esprime soltanto una lapidaria formula, la più antica testimonianza in materia, secondo la quale «l'essere è, e non può non essere», «il non-essere non è, e non può essere»-  Si tratterà di appuntamenti agevoli nell’approccio, utili didatticamente, che si svilupperanno nell’arco di non oltre un’ora e sono rivolti sia ad un pubblico generalista che a studenti che vogliano approfondire le tematiche affrontate di volta in volta

iQdB edizioni di Stefano Donno (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)

Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 - 73107 Sannicola (LE)

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