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mercoledì 25 marzo 2020
Spariamo ai mandanti di Nunzio Festa (I Quaderni del Bardo Edizioni per Amazon di Stefano Donno)
“Il titolo
ha sapore di vendetta. O di giustizia. Di una sentenza pronunciata tra pene e
colpe da espiare. Intanto si leggono i versi di Nunzio Festa, “Spariamo ai
mandanti” e nel mentre, le parole in canna danzano a ritmi vorticosi. Ritmati.”
(dalla prefazione di Alessandra Peluso)
“Un’antologia
di versi realistica e visionaria allo stesso tempo, nella quale il poeta con la
sua anima intatta racconta, denuncia, illumina la conflittualità dei rapporti
umani della nostra civiltà. Nunzio Festa vive non di emozioni ma di
sentimenti.” (da una nota di Giovanna Giolla)
“Spariamo ai
mandanti” è, già di per sé, titolo che avverte del proposito di raschiare a
condanna il mercato dell’involuzione per così rendere all’uomo una salvifica
sua impronta solitaria di modo che sappia dissetarsi nella tenerezza che
resiste quale aria nutriente al contrattacco dell’inedia. (da una nota di Daìta
Martinez)
Nunzio Festa
è nato a Matera e vive a Pomarico. Collaboratore giornalistico del Quotidiano
del Sud e altri spazi cartacei e telematici – tra i quali Book and other
surrows di Francesca Mazzucato; ha collaborato con, fra le altre cose,
Liberazione, Il Resto, L’Altra Voce, Mondo Basilicata, Appennino, Focus-in;
poeta, narratore e consulente editoriale, già editore e direttore di collane
editoriali, editor (fra le altre della casa editrice materana Altrimedia
Edizioni.). Per I Quaderni del Bardo ha pubblicato anche “Matera dei margini.
Capitale Europea della Cultura 2019” e “Lucania senza santi. Poesia e narrativa
dalla Basilicata”, oltre a diversi e-book su Scotellaro, Infantino sulle
origini lucane di Lucio Antonio Vivaldi. Ha dato alle stampe per Historica
Edizioni “Matera. Vite scavate nella roccia” e “Matera Capitale. Vite scavate
nella roccia”; come il saggio pubblicato prima per Malatempora e poi per Terra
d’Ulivi “Basilicata. Lucania: terra dei boschi bruciati. Guida critica.”. Più i
romanzi brevi, per esempio, “Farina di sole” (Senzapatria) e “Frutta, verdura e
anime bollite” (Besa). Tra le altre cose, la poesia per Altrimedia Edizioni del
libro “Quello che non vedo” e il saggio breve “Dalla terra di Pomarico alla
Rivoluzione. Vita di Niccola Fiorentino”.
Info link
I Quaderni
del Bardo Edizioni
Spariamo ai
mandanti
Librerie
Giunti al Punto
https://www.giuntialpunto.it/product/b084dg18qm/libri-spariamo-ai-mandanti-nunzio-festa
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martedì 24 marzo 2020
Blue di Attila F. Balázs (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Attila
F. Balázs è un poeta di origine rumena che vive in Slovacchia e scrive in
lingua ungherese: partendo da questa mescolanza di culture appartenenti all’est
europeo si può comprendere la varietà di toni e di stili della sua poesia. I
luoghi descritti trasmettono al lettore un senso di straniamento, una
percezione del tempo che segue un ordine proprio all’interiorità del poeta:
“torno a me stesso/il tempo merita interesse/oltre la catarsi/e l’estasi”.
Questo probabilmente spiega anche il fatto che alcune poesie, sono la stessa
versione modificata solo in alcuni versi, come se il poeta avesse sentito il
bisogno di fissare nella parola l’inarrestabile mutare delle cose, dei
sentimenti, di noi stessi. (dall’introduzione di Laura Garavaglia)
Attila
F. Balázs è nato in Transilvania il 15 gennaio 1954. Dopo il diploma di scuola
superiore, si è iscritto al Theological College di Alba Iulia nel 1973. Ha
abbandonato gli studi nel 1976 e completato un corso di marionette al State
Puppet Theatre a Targu Mures. Ha conseguito un diploma in scienze bibliotecarie
e traduzione a Bucharest nel 1982 (1977-1982). È stato capo bibliotecario della
Library of Miercurea Ciuc Country fino al 1989. Si è trasferito in Slovacchia
dove si è stabilito nel 1990. È direttore della casa editrice Madách Publishing
House (1993). Nel 1994 fonda la casa editrice AB-ART Publishing House, di cui è
direttore tutt’oggi. Sono stati pubblicati 32 volumi di poesia e di prosa, poi
tradotti in 20 lingue diverse in 18 paesi. È membro dell’Unione degli Scrittori
Ungheresi, Rumeni e Slovacchi e membro dell’European Academy of Sciences and
Arts di Parigi. Ha vinto numerosi premi internazionali.
Traduzione dall’inglese
di Laura Garavaglia
In
copertina Laura Pitscheider - Particolare dell’opera “Il Monte Analogo”
Info
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lunedì 23 marzo 2020
Mi lamento della mia immaginazione di Michail Kuz’min (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Michail
Savel’evič Kuz’min è nato nel 1949 a Leningrado/Pietroburgo, dove vive tuttora.
Ha studiato psicologia nell’ateneo della sua città. È poeta, critico
letterario, giornalista. Negli anni Settanta e Ottanta del Novecento è stato
tra i fondatori della scuola leningradese dei caricaturisti con V. Bogorad,
L.Pesok V.Billevic e B Petrušanskij. È stato tradotto nelle principali lingue
europee. Suoi testi sono apparsi in traduzione italiana nelle riviste
“L’immaginazione”, “Hebenon”, “Fermenti”, “Poesia”. Michail Kuz’min1 dichiara:
“La parola ‘comporre’ è troppo volitiva, costruttiva... Preferisco la parola
‘giungere’. Cosicché non occorre inventare nulla. I pensieri giungono e se ne
vanno... Alcuni si riescono a catturare e a mettere in un acquario, in una
piscina... Sono pesciolini-aforismi, esistono da più di mille anni. È molto
difficile allevare una nuova razza di pensieri. Penso che sia anche
impossibile. Semplicemente catturo i pensieri che mi sono piaciuti, poi tento
di vivere con essi...” Come ha scritto Fabrizio Caramagna, gli aforismi di
Kuz’min sono tra i più importanti nell’ambito contemporaneo mondiale. L’opera
di Kuz’min offre la possibilità di percepire il vasto spettro espressivo degli
aforismi. Spicca l’effetto shock: fa deragliare, crollano gli schemi. Gli
aforismi possono essere lievi, sentimentali, ma è sempre presente l’ironia,
talora ben celata. Sono come fermenti: eccitano il pensiero, inducono processi
creativi. (Paolo Galvagni)
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