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mercoledì 17 agosto 2016

Ecco la prima di “E libera non nacqui” di Eliana Forcignanò (iQdB Edizioni di Stefano Donno) alla Ubik di Maglie (Lecce, Puglia, Italy)



Il volume “E libera non nacqui” di Eliana Forcignanò (iQdB edizioni di Stefano Donno – collana Salento d’Esportazione) sarà presentato dall’editore Stefano Donno il 20 agosto alle ore 20,00 nell’ambito della Rassegna Li Santi Lumi presso la Libreria Ubik di Maglie in via Roma 51.
“La poesia di Eliana Forcignanò è attraversata da un concerto di voci differenti che s’intersecano in un equilibrio armonico, oppure si puntellano a vicenda in un controcanto che dà al lettore un senso di vertiginosa precarietà, rispecchiando, in questo modo, l’esibito disagio interiore dell’autrice. Al ‘referto’ di una lucida e spesso cinica autoanalisi («Misurando a passi slabbri l’ego / calcolando senza voglia l’ipse / trovo netta questa solitudine») si sovrappone la naturale inclinazione per una postura iniziatica, coltivata, credo, attraverso la lunga confidenza con la scrittura di Claudia Ruggeri, cui è dedicata la poesia che apre la raccolta; al frammento, usato come veicolo di fulminanti agnizioni, si oppone un andamento ragionativo che arriva persino, a un certo punto, a distendersi nei tempi lunghi della prosa; accanto al culto della madre («perdonami se vi confondo nel pensiero, se trasformo te in una divinità, se quasi mi prostro ai tuoi piedi e ti dedico inni aspersi con l’incenso»), si sviluppa il tema della sessualità, vissuta come congiunzione/profanazione («Corri! Le mani gli occhi i seni scorri / con il tuo ventre sul mio»; «Spolverami le spalle con un ramo di bosso / graffiamele quando gli alberi sono tetri / quando si chiude sulle mie nebbie la sera / e tu vorresti sottrarmi la malinconia / per tesserne una veste leggera»); a un ritmo ‘jazzato’ fa da contrappunto una predominante intonazione elegiaca, col conseguente recupero di arcaismi e di un armamentario retorico ora intenzionalmente desueto e classicheggiante (penso, per esempio, all’overture larga, ‘proemiale’, della sezione De_siderea), ora baroccamente sovraccarico di «sillogismi ascensionali» e di snervanti allitterazioni ai limiti della cacofonia («e ride il re ride radioso rappezzando i rimasti rostri», «permettimi pavore quando persa»; «ruvidi riottosi rasposi per rancori», «…agli stuporosi stupri / del sole segnanti aspri scrigni»,ecc.). In questo suo continuo gettar semi per poi nasconderli, è come se l’autrice volesse invitare il lettore nel suo giardino privato, che è assieme lucente e tetro, e cioè nella parte di sé più segreta; ma poi è come se innalzasse attorno a quel giardino, per complicarne o comprometterne l’accesso, un intricato groviglio di rovi. Nella confessione di Il mio gioco è farvelo credere, per esempio, Eliana Forcignanò chiarisce che l’urgenza della sua poesia è giustificata e sorretta da un’istanza che non è di ordine intellettuale, ma sensuale; e che la cogente necessità di quest’ultima non può che essere depistata, per una sorta di pudore, attraverso lo schermo della prima, oppure attraverso il paziente esercizio della scrittura: «e la strada della scrittura la percorro / per tacere il vuoto della fede in te / dio della secca che mi trascini / contro lo scoglio e mi scavi la notte»; «Non scrivo di getto / m’inforco il verso all’uncinetto / scavo nelle asole i bottoni / mi cucio addosso le ossessioni». I continui rimandi a un repertorio filosofico e psicoanalitico (autori, temi, lessico: Kant, eone, Kierkegaard, darwinismo, Zenone,il prediletto Jung, ecc.) funziona, allora, più che come vezzo stilistico o ricerca di punti fermi, come un’ulteriore e rassicurante maschera dell’io, che se da una parte rinvia il momento della sua ostensione piena e completa, dall’altra permette all’autrice di prolungare il ricamo attorno al vuoto del suo privato e annientante ‘inferno’:«che mi manca un dio si sente / per venerare la pienezza di questo dissolversi». (Simone Giorgino)

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martedì 16 agosto 2016

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

Nicholas Hoult Reveals His Surprising Secret Talent

Equals Official Trailer #1 (2016) - Kristen Stewart, Nicholas Hoult Movi...

La libreria Ubik di Maglie nell’ambito della rassegna Letteraria Li Santi Lumi il 19 agosto 2016 ospiterà Alessandra Peluso e il suo “Sul Boxer del nonno verso la Poesia” (iQdB/Salento d’esportazione di Stefano Donno)


























La libreria Ubik di Maglie nell’ambito della rassegna Letteraria Li Santi Lumi venerdì 19 agosto 2016 alle ore 20,00 ospiterà la presentazione del nuovo lavoro di Alessandra Peluso “Sul Boxer del nonno verso la Poesia” (iQdB/Salento d’esportazione di Stefano Donno) che sarà presentato dal poeta Pierluigi Mele, e dall’editore Stefano Donno.

Un “vademecum” per passeggiare tra versi e pensieri. Non conosce stagioni la poesia né tempo, “comincia nel punto in cui le parole che di solito pronunciamo si rivelano banali o comunque inadeguate, quando non riescono ad esprimere il nostro rapporto con gli esseri e le cose, con le esperienze che attraversano la vita, con le esistenze con cui ci confrontiamo, di cui abbiamo bisogno di stringere il senso, di comprendere la trama, di svelare l’intreccio”. In questo “prezioso libello” gli incontri di Alessandra Peluso con Antonio Errico, Carlo Stasi, Eliana Forcignanò, Elio Coriano, Enrico Romano, Francesco Aprile, Francesco Pasca, Gianluca Conte, Giuseppe Greco, Lara Carrozzo, Marco Vetrugno, Marcello Buttazzo, Maria Pia Romano, Maurizio Leo, Anastasia Leo, Mauro Ragosta, Pierluigi Mele, Stefano Donno, Vito Adamo, Vito Antonio Conte, Walter Vergallo e Lorenzo Martina.


L'Entusiasmo e la Passione sono le prerogative necessarie affinché ogni idea, o sogno si possa realizzare, e così è stato con “Sul boxer del nonno verso la poesia”: amo la poesia, questa terra, e desidero offrire innanzitutto una cartina tornasole a chiunque voglia avvicinarsi al testo. Vorrei che i poeti di oggi siano ricordati e soprattutto, si conoscano le loro origini; vorrei..., non solo, il desiderio anche di rendere chiara l'atmosfera che si respira nel Salento, e  poi, un sogno verriano, creare rete tra di noi salentini ed esportare la nostra poesia al nord, senza presunzioni o pregiudizi di genere, solo per quell'unico grande amore che unisce ed è la POESIA.”   (Alessandra Peluso) 

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martedì 9 agosto 2016

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

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"Sono nato cantando… tra due mari. Radici e canto nella poetica di Franco Simone cantautore salentino ", il nuovo libro di Carlo Stasi alla Ubik di Maglie

























"Sono nato cantando… tra due mari. Radici e canto nella poetica di Franco Simone cantautore salentino ", il nuovo libro di Carlo Stasi (iQdB Edizioni di Stefano Donno) verrà presentato dalla giornalista Angela Leucci l’11 agosto 2016 alle ore 20,00 presso la Libreria Ubik di Maglie in via Roma 51 nell’ambito della rassegna letteraria Li Santi Lumi. Interverrà l’editore Stefano Donno. SPECIAL GUEST IL CANTAUTORE FRANCO SIMONE.
«Prima la musica o la poesia? Dilemma proverbiale quasi quanto quello dell’uovo e della gallina, e di fronte al quale le menti più sagge dell’antichità si sono rifugiate in miti rassicuranti come quello delle comuni origini o del loro primordiale legame ritmico e sonoro. Un legame indissolubile, in ogni caso, che ritorna puntuale ed accresciuto nelle sue infinite sfaccettature quando si è di fronte ad un personaggio di grandissima levatura quale Franco Simone, il cantautore di Acquarica del Capo che nella musica ha infuso tutta la sua poetica e sensibilità» scrive Eraldo Martucci, «le canzoni, è noto, si ascoltano, si cantano, si respirano, vanno via, ma ritornano. Sono sempre con noi e portano i ricordi, rappresentano anche, in alcuni particolari momenti storici, dei documenti straordinari in grado di indicarci il suono del cambiamento, come quello che riguardò i mutamenti sociali, antropologici, linguistici e lessicali dell’Italia del secondo dopoguerra. E a ripercorrere in maniera assolutamente originale l’incontro di Franco Simone con quel processo, che non riguardava però solo l’Italia, è ora questo eccellente pamphlet scritto dal poeta Carlo Stasi, che con grande maestria è riuscito a mettere insieme vicende personali del cantautore, legate soprattutto alla sua infanzia ed al periodo scolastico ed universitario, alle tante canzoni che si sono ispirate proprio a quei ricordi.
La figura che emerge è quella di un artista non solo legata alle canzoni d’amore, che pure hanno una notevole importanza nella sua produzione e ne hanno sancito l’iniziale fama (“Tu… e così sia” e “Respiro” fra tutte), ma anche di un uomo che racconta esperienze non personali con una grande sensibilità ed una forte immedesimazione emotiva nei drammi della società contemporanea. Come quello collegato al problema della deforestazione dell’Amazzonia ed alle prevaricazioni subite dalle popolazioni indigene. Un tema, quello dell’ecologismo, sempre attuale e che troverà collocazione nella magnifica “Amazzonia” del 1988. Ed un altro punto sapientemente sottolineato dall’autore è la grande passione, anzi l’amore sconfinato, che l’America Latina nutre verso Franco Simone, autentico “divo” in Sudamerica con il merito aggiuntivo di aver lanciato e portato molti talenti salentini, come recentemente accaduto con Michele Cortese».

Carlo Stasi, poeta, scrittore e saggista di Acquarica del Capo (Lecce), è docente di Lingua e Letteratura Inglese presso il Liceo Scientifico “De Giorgi” di Lecce. Ha pubblicato Poesie (Gabrieli, Roma 1981), La Speranza (Ricerche Poetiche, Fasano 1984), Leucàsia. Racconti, disegni e poesie) (Presicce 1993, 1996, 2001), Danza dei 7 pensieri (Bollate, 2001), Leucàsia e le Due Sorelle. Storie e leggende del Salento (Cavallino, 2008, 2012). Ha tenuto mostre-performance di poesia visiva a Bari (1984), Milano (1990), Como (1996, 1997), Tradate (1997), Maglie (2000), Lecce (2001), ecc. È inserito in numerose antologie. Collabora con articoli, saggi, recensioni, racconti e poesie a quotidiani e riviste, scrive testi per canzoni (ha inciso "Tango della Tangente", Nuova Fonit Cetra, Milano 1997), ed un suo testo poetico (“Tigi Luna”) è stato scelto e musicato dai Sud Sound System (2001). Nel 1992 ha creato la “leggenda” di Leucasia.



L'intervista a Gianluigi Nuzzi su vitalizi dei parlamentari, lobbies e m...

Gianluigi Nuzzi presenta il libro "Via Crucis"

sabato 6 agosto 2016

LIBERA UNIVERSITÀ ITALIANA DEGLI STUDI ESOTERICI

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“The Doors” – The Doors in direzione del prossimo whiskey bar di Giuseppe Calogiuri (iQdB Edizioni di Stefano Donno) alla Libreria Ubik di Maglie



















L’8 agosto 2016 ore 20,00 nell’ambito della rassegna letteraria Li Santi Lumi presso la Libreria Ubik di Maglie in via Roma 51, l’editore Stefano Donno presenta “The Doors” – The Doors in direzione del prossimo whiskey bar di Giuseppe Calogiuri (iQdB Edizioni di Stefano Donno).
“Ci vuole coraggio. Sì, ci vuole molto coraggio nel chiedermi di scrivere una prefazione a un libro su di una band degli anni ’60. Perché, anche a voi che leggete, qual è il primo pensiero che vi viene in mente? Sicuramente uno di quegli insopportabili gruppi frikkettoni, hippie, pacifisti, lenti e insulsi sul modello di Mamas&Papas o Jefferson Airplane (ne sono certo). Per fortuna, anche in quegli anni terribili dal punto di vista musicale qualche luce affiorava nel buio. E, forse, una luce più di tutte, quella di The Doors! Ed è di questa luce che questo libro vi parla. Meglio, ve la racconta. E Giuseppe Calogiuri, conoscendo questa mia debolezza, ha saputo trovare lo strumento e il coraggio giusto. Ma, forse, è necessario andare per ordine… Il 4 gennaio 1967 The Doors pubblicano il loro primo album omonimo. Non siamo in un anno qualsiasi, quel 1967 segnerà la storia degli Stati Uniti, prima, e dell’intero mondo occidentale, poi. Già da qualche anno le forze armate di Washington combattono lontano da casa una guerra non ufficiale. Dall’inizio del suo mandato presidenziale, il “progressista” John F. Kennedy ha cominciato a prendere i ragazzi del suo paese per scaraventarli dall’altra parte del mondo. The Golden One (citando The Human League), figlio di una famiglia arricchitasi spropositatamente grazie al commercio illegale di alcol, ha precipitato gli Stati Uniti nel fango del Vietnam. Il suo successore, Lyndon B. Johnson, ha continuato il lavoro. Anzi, lo ha portato alle estreme conseguenze. Il 7 agosto 1964, il Congresso americano – approvando la H.J. Res. 1145 (conosciuta come la “Risoluzione del Tonchino”) – ha consegnato al Presidente un assegno in bianco per portare le truppe ovunque ritenesse necessario. È l’inizio della presidenza imperiale. E’ anche l’inizio, in pratica, della coscrizione obbligatoria per i giovani americani. Quella carne fresca serve. È indispensabile per combattere nelle paludi e nelle giungle del sud-est asiatico. Nel 1968, saranno ben 500.000 i soldati impiegati in Vietnam (con infiltrazioni anche in Cambogia e Laos per inseguire i charlie). In questo clima, le Università sono le istituzioni che, più di altre, risentono della guerra. I ragazzi che “vincono” alla perfida lotteria della coscrizione hanno solo tre scelte: 1) accettare l’arruolamento; 2) scappare, magari in Canada (come Jack Nicholson); oppure 3) scegliere la strada dell’obiezione di coscienza. La terza è una scelta difficile, ti mette fuori dalla società e, per questo, ci vuole un coraggio enorme. Un campione sportivo all’apice della carriera rifiuterà più volte l’arruolamento e il 20 giugno del 1967 sarà giudicato colpevole di tradimento. Quell’uomo era Muhammad Ali! Una nuova strada doveva essere trovata. E qui la musica sarà fondamentale come mezzo di aggregazione per tutti coloro i quali volevano fare qualcosa. Il 1967 regalerà alla costa occidentale degli Stati Uniti la Summer of Love e al Vecchio Continente la spinta alla rivolta studentesca, che in Europa inizierà nel maggio dell’anno dopo. La scintilla partita dall’Università di Berkeley, in California, diventerà fiamma viva in altri atenei, per trasformarsi in incendio a Parigi. Il Monterey Pop Festival del giugno 1967 sarà il pretesto che permetterà agli studenti di unirsi, confrontarsi e cogliere tutti i segnali che artisti come Jimi Hendrix o The Who sputavano dal palco. Segnali che, in un modo o in un altro, volevano dire rabbia. Beh, The Doors sono figli e, insieme, strumento di quella rabbia e di quella società americana che è confusa e terrorizzata dai suoi stessi leader. Una società che ha visto cadere i propri miti politici con l’assassinio di Kennedy, o quelli sportivi, con l’arresto di Ali, e che vede, continuamente, partire i propri ragazzi verso luoghi lontani e impronunziabili per tornare, poi, in casse avvolte dalla bandiera a stelle e strisce. Una generazione di giovani e adolescenti che si rifugia sempre più nelle droghe. Magari nuove droghe come l’LSD, che aprono nuove porte. E queste porte sono quelle già narrate da William Blake e che Jim Morrison, Ray Manzarek, Robby Krieger e John Densmore faranno proprie e attraverseranno con l’arroganza, l’incoscienza e la rabbia dell’età. Arroganza, incoscienza e rabbia che non si possono non condividere e abbracciare. Abbracciare anche da parte di chi, come me, è cresciuto con e nel punk, prima, e nella new wave, dopo. Un triade di valori e sentimenti che tutti insieme risiedono in quella prima prova discografica e che, qui, Giuseppe Calogiuri analizza e descrive con sapienza tecnica assolutamente invidiabile (almeno da parte di chi crede che conosciuti due accordi si possa e si debba formare una band!). Quello che avete tra le mani non è un ennesimo libretto sulla band di Los Angeles, no. Sono pagine che vi faranno fare un passo avanti sulla strada della conoscenza di un album fondamentale. Un disco con veri gioielli. E alcuni sono gioielli sfrenatamente gotici: come non citare la bellezza fulminante di The Crystal Ship. Pezzo che, per il chiaro riferimento a leggende celtiche, avrebbe sicuramente fatto innamorare i membri della Confraternita Pre-raffaellita di vittoriana memoria. Il dolore che trasuda freddo e umido da End of the Night o l’incestuoso sangue che sgorga da The End. Pezzo, quest’ultimo, che non può non ricordare In Cold Blood di Truman Capote e a causa del quale, soprattutto, sono certo, il Re Inchiostro Nick Cave avrebbe venduto l’anima per poter scrivere una murder ballad come quella. Insomma, ora basta, inutile aggiungere altro. Giuseppe Calogiuri vi ha invitato, vi ha aperto le porte e, come avrebbe cantato Ian Curtis: “This is the Way… step inside!” (Prefazione di Daniele De Luca)

Giuseppe Calogiuri (1978) è nato a Lecce e qui vive e lavora come avvocato specializzato in diritto d’autore e degli artisti. Alla professione affianca l’attività di chitarrista ed ha all’attivo un decennio di militanza nella prima tribute band salentina dei Doors, con la quale ha portato il sound della band di Los Angeles in giro per la Puglia. Giornalista e scrittore, tra i suoi lavori “Una buona giornata” (premio “Corto Testo”), “Tramontana” (Lupo Editore, 2012), “Cloro” (Lupo Editore, 2016).

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Cocktail House, Bruno Vanzan porta i drink in tv: 'Il mio mantra? Qualit...

martedì 2 agosto 2016

Lucania senza santi di Nunzio Festa il 5 agosto a Lecce per la prima in Puglia






















Lucania senza santi edito da iQdB Edizioni di Stefano Donno del giornalista e scrittore lucano Nunzio Festa, sarà presentato venerdì 5 agosto 2016 ore 19,00 presso la sala Guenon dell’Associazione Arcadia Lecce in viale della Repubblica 21. Dopo i saluti del Presidente dell’Associazione Arcadia Lecce Valentino Zanzarella, presenterà l’autore il Dott. Giorgio Pala, Presidente dell’Associazione Carpe Diem.  Evento organizzato e promosso dall’Ass. Arcadia Lecce e dall’Associazione Carpe Diem di Lecce.
 “Prima di cominciare veramente. Siamo Scotellaro e siamo Gaetano Cappelli. Perché questo saggio sulla letteratura d’autrici e autori almeno nati in terra di Basilicata, nella Terra dei boschi (o era dei lupi?), o cresciuti sempre qui, deve iniziare da questa constatazione minima essenziale, quasi dovuta. Ma con la precisazione utile che contenuti, tematiche, ispirazione e creazioni finali abbiam capito esser completamente slegate dal legame con una certa religiosità, soprattutto con le professioni di fede come al contrario si potrebbe invece immaginare. Specie in lande, dobbiamo aggiungere, spuntate e rinate da quel che resta della tradizione del mondo contadino e insomma della “cultura” contadina - in buona sostanza quelle origini buone a dar debito a devozioni sicure per Santi Madonne e Dio. Il Novecento, infatti, ha lasciato alla Lucania d’oggi un fascio di nervi in forma d’inchiostro che parla certo dell’eredità dei dimenticati ai margini delle lettere nazionali, Rocco Scotellaro su tutti appunto, della bellezza moderna e imperdibile e sempre in divenire di Cappelli, come infine di più “giovani” - anagraficamente, certo ancora - penne almeno nate o che un po’ hanno vissuto come ritrovato l’anfratto del Meridione detto Basilicata. Dove però i gusti personali provano a intrecciare necessarie segnalazioni di storia letteraria, ovvero momenti vitali d’autrici e autori che sono l’universo letterario lucano. E con il sostegno di consigli e aiuti che ho cercato da diverse penne amiche - tra l’altro parte del discorso complessivo: ovvio! : ho voluto un dialogo-scambio con lo stesso Gaetano Cappelli. Come con Mariolina Venezia. Poi ho fatto ricorso, approfittando ovvero d’amicizia e fratellanza in temi e interessi, ad altri attenti lettori, tipo Andrea Di Consoli e vedi il meticoloso Giuseppe Lupo. L’ultimo grazie infine ad Angela, soprattutto per l’aiuto sul titolo. Per quanto sarà possibile, partendo dalla narrativa saranno associate, dunque, immagini state e che saranno domani ma a un titubante presente che dice di quel che era e che alla fine vedremo per gli anni almeno prossimi se i nostri strumenti, diciamo, ci sosterranno e se saranno adatti a raggiunger tale scopo. In virtù della nota quanto notoria curiosità di Stefano Donno, quindi, i miei gusti personali più i mezzi a disposizione cercheranno di trovare affinità e far sinergia con l’obbligo della ricerca finalizzata alla divulgazione, in un certo senso, di materiali, anzi materia che dovremmo portarci nel Grande Viaggio mentale e sensoriale insomma sentimentale di certo chiamati normalmente a compiere. La migliore narrativa sarà Raffaele Nigro, Gaetano Cappelli, Giancarlo Tramutoli, Giuseppe Lupo, Andrea Di Consoli, Rocco Brindisi, Mariolina Venezia, Claudia Durastanti, Pasquale Festa Campanile, Mimmo Sammartino, Francesco Sciannarella, Gina Labriola, Tommaso Claps, Francesca Barra. In ordine sparso. La migliore poesia sarà Alfonso Guida, Mario Trufelli, Beppe Salvia, Assunta Finiguerra, Leonardo Sinisgalli, Rocco Scotellaro, Vito Riviello, Franco Cosentino, Roberto Linzalone, Michele Parrella, Giulio Stolfi, Albino Pierro, Giandomenico Giagni, Giovanni Di Lena, Osvaldo Tagliavini, Nicola Sole. “ L’autore

Nunzio Festa è nato a Matera, nel1981, lavora fra Matera e il suo paese natale, Pomarico dove vive. Poeta, narratore, critico, collaboratore giornalistico; lavora nel campo dell’editoria, prevalentemente come editor per la materana Altrimedia Edizioni – della quale è anche co-direttore editoriale e direttore di alcune collane, e come consulente editoriale

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