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venerdì 3 giugno 2016

Dai culti di fertilità pagani alla neostregoneria
























Ospiti -  Enrica Perucchietti  (oltre a numerose pubblicazioni su riviste digitali e cartacee, collabora con la trasmissione televisiva «Mistero» di Italia 1), Paolo Battistel (collabora con la trasmissione «Mistero» e con «Mistero Magazine») e special guest Daniele Piccirillo (membro dei Ghost Hunters Team e ricercatore di parapsicologia e mediantà). A cura de La Libera Università di Studi Esoterici “Achille d’Angelo – Giacomo Catinella” di Lecce

Serata all’insegna dell’insolito e del mistero con personaggi d’eccellenza del panorama esoterico italiano. L’appuntamento promosso dalla Libera Università di Studi Esoterici “Achille d’Angelo – Giacomo Catinella” di Lecce e da non perdere assolutamente è previsto per l’11 giugno 2016 a partire dalle 21,15 presso Le Club Boutique Hotel in via Via Regina Isabella, 2 a Lecce. Una nuova formula di convivialità che prevede durante la cena e tra una portata e l’altra l’intervento di illustri ospiti studiosi e ricercatori del mondo esoterico e paranormale ed avrà per titolo “Dai culti di fertilità pagani alla neostregoneria”. Ospiti della serata saranno Enrica Perucchietti  (oltre a numerose pubblicazioni su riviste digitali e cartacee, collabora con la trasmissione televisiva «Mistero» di Italia 1), Paolo Battistel (collabora con la trasmissione «Mistero» e con «Mistero Magazine») e special guest Daniele Piccirillo (membro dei Ghost Hunters Team e ricercatore di parapsicologia e mediantà). La serata è ispirata liberamente alle tematiche trattate nell’ultimo lavoro di Enrica Perucchietti e Paolo Battistel dal titolo “Il Dio cornuto” edito da Uno Editori .  Fin dalla preistoria è esistito un culto di fertilità pagano che adorava un dio cornuto e la sua controparte femminile, la Dea Madre. Nel corso dei millenni il dio cornuto ha assunto molti nomi: Pan, Dioniso e il Minotauro per i greci, Cernunnos per i celti, Fauno e Mitra per il mondo romano e persiano ma la sua storia inizia molto prima con divinità dalle sembianze di toro, come Moloch, Api, Mnevis. Questa religione ancestrale è sopravvissuta in forme sotterranee, convogliando nella stregoneria e oggi nel neopaganesimo. Non riuscendo a estirpare i culti pagani, infatti, la Chiesa ha operato da un lato un’opera di sincretismo, assorbendo e rimodellando le antiche divinità e le festività a proprio uso e consumo, e dall’altra ha trasformato il dio cornuto nella figura del Diavolo. I rituali dell’antico culto (le danze, le orge e i sacrifici) divennero il Sabba mentre i seguaci furono perseguitati come streghe e stregoni dall’Inquisizione. Tracce dei rituali dell’antica religione sopravvivono in mezzo a noi, invisibili agli occhi dei profani…
Libera Università di Studi Esoterici “Achille d’Angelo – Giacomo Catinella” di Lecce
PER INFO E PRENOTAZIONI
Tel: 0832-246044 / cell: 335-7980622
Fax 0832-277828 / mail: info@leclublecce.com

mercoledì 1 giugno 2016

Salmo - 7 am

“Ho dimenticato il cappotto di pannonero vecchio alla fermata del pesce” di Maurizio Leo (iQdB edizioni di Stefano Donno) al Dimora Silente di Copertino



















Lunedì 6 giugno 2016 alle ore 20:30 presso il B&B Dimora Silente in Via Amendola n°1,  a Copertino (LE)  nelle vicinanze del Castello Angioino sarà presentato l’ultimo lavoro di Maurizio Leo dal titolo “Ho dimenticato il cappotto di pannonero vecchio alla fermata del pesce” (iQdB edizioni di Stefano Donno). Dialogheranno con l’autore Lucia Cordella e Valentina Chiriatti per VeleRacconto, Cristina Prenner per Laboratorio di Idee Vico Serpe ed Anastasia Leo de iQdB Edizioni di Stefano Donno. Interverranno Maurizio Nocera, Piero Rapanà, Vito Antonio Conte ed Elio Coriano. Perfomance musicali a cura di Gabriele Calasso e Pierpaolo Leo.
“Ho dimenticato il cappotto di pannonero vecchio alla fermata del pesce, ovvero dell'andamento discendente del verso nello sconfinamento nel nulla. È la tensione del vuoto come campo esperienziale che si rivela nella pratica di queste poesie di Maurizio Leo. Alla luce di un discorso antologico che ospita opere, che spaziano dalla poesia alla critica, dalla prosa poetica alla modulazione cronachistica, raccolte fra il settembre del 1991 e il maggio del 2015 sulla rivista Il Bardo, fondata dallo stesso Leo, occorre considerare come l’incasellamento delle parole produca e/o risponda ad un effetto di vuoto che permette l’allestimento della parola sulla pagina. Dare corpo e forma a questo vuoto, da una parte, lasciare che le parole ci sprofondino, dall’altra, è la condizione liminale di una poesia che passando dall’esperienza della Beat Generation americana percorre in lungo e in largo certe istanze, a questa sempre legate, tipiche del pensiero orientale – che va ad interessare appunto l’intelaiatura della parola – fino a modulazioni di matrice surrealista e, ancora, germinate in progress dalla poesia francese in un senso più ampio e nei cui territori l’autore sembra muoversi con disinvoltura. Maurizio Leo raccoglie a piene mani gli stimoli dei poeti Beat, dalle istanze culturali e quelle ritmiche, dalle geografie spazio-temporali a quelle esistenziali. L’incedere jazzistico della parola poetica, il ritmo incalzante del verso, una poetica fluidificata nell’automatismo del pensiero (di chiara discendenza surrealista, con riferimento puntuale a Breton) che aggira il blocco diurno della ragione e sposta l’asse dell’azione poetica su di un piano liminale, poi precoscienziale, che pare strizzare l’occhio agli strumenti offerti dal Kerouac teorico nei Fondamenti della prosa spontanea (1957). L’attenzione verso la sonorità della parola poetica affonda le proprie radici, in modo ampio e organico, nella letteratura francese. È secondo un percorso che dal “gergo nuovo” del Kerouac de I Sotterranei arriva dritto al verso asintattico surrealista, spostando e ampliando il raggio d’azione dalla letteratura americana alla tradizione francese. Delle successioni sillabiche, sconnesse, modulate nelle esperienze fonetiche del movimento Dada e poi ne I Sotterranei di Kerouac, Maurizio Leo conserva l’attenzione per la sonorità della parola letta fin nelle sue sillabe, senza sconfinare nel nonsense estremo, mantenendo viva e integra la parola. Questa è giocata nel verso come fosse un’isola, una costellazione di mondi che in diverse prove deriva dall’assenza di una consecutio logica volta a determinare una apertura di immagini eteroclite e plurivoche.” (dall’introduzione di Francesco Aprile)

Maurizio Leo è nato nel 1959. Vive e opera a Copertino in provincia di Lecce. Da circa 25 anni porta avanti con immensi sacrifici di impegno e di tempo una piccola casa editrice I Quaderni del Bardo. Ha pubblicato: L’Uac (Il Muro, Sondrio, 1984); Fobia (Odes Ed., Lecce, 1990); Nel volo del proprio inconscio (Ed. di Immaginale, Copertino, 1992); Dogmaginazione (I Quaderni del Bardo, Copertino, 1994); L’Albergo di Latta (I Quaderni del Bardo, Copertino, 1995); Fobia (I Quaderni del Bardo, Copertino, 1998); Non suona più il jukebox nell’appartamento di Allen (I Quaderni del Bardo, Copertino, 2002); Il bazar delle parole scomposte (I Quaderni del Bardo, Copertino, 2005); Il cimitero di memoria (Luca Pensa Ed., Cavallino, 2005); Ha rinchiuso le parole (Ed. Il Raggio Verde, Lecce); Del gatto delle fusa e del suo strusciamento (Lupo ed. , Copertino, 2007). Nel luglio 2014 ha ricevuto per i suoi meriti editoriali il premio Millenium nell'evento ''L'Olio della poesia''

iQdB edizioni di Stefano Donno  (i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno)
Sede Legale e Redazione: Via S. Simone 74 / 73107 Sannicola (LE)
Redazione - Mauro Marino
Social Media Communications - Anastasia Leo, Ludovica Leo

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