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giovedì 28 febbraio 2019
mercoledì 27 febbraio 2019
Vorrei mettere il mondo in carta (I Quaderni del Bardo edizioni per Amazon) di Giorgia Colucci
“Cerco rime/ per
sfuggire/ alla banalità/ (e nulla è più banale che dirlo)”, così scrive Giorgia
Colucci nella poesia che dà il titolo alla sua prima raccolta poetica. Una
scrittura matura quella di Colucci, tesa alla ricerca della rima. La rima come
punto di fuga alla contemporaneità in cui i sogni fuggono in avanti per non
essere ingabbiati da menti vecchie. In Giochi di parole scrive: “Non siate
versi/ tronfi e vanitosi/ che si declamano/ da soli/ a platee dormienti./ Dite
quel che vi pare”. Una riflessione sulla scrittura, sul suo ruolo salvifico e
consolatorio, ancora in Ad Amarante: “Prendo la penna in mano,/ rendo
impermeabile l’inchiostro, la carta/ che cola in rivoli nella testa,/ senza
connessione./ A fiume,/ oppongo fiume/ in una scialuppa di fiume”. Una
scrittura che rimanda al classicismo, ma che vive il suo presente attraverso le
tematiche che affronta, da quelle dei migranti, come in Madina, fino alle
riflessioni sul ruolo femminile. La giovane autrice afferma i suoi valori nelle
poesie dedicate alla famiglia, ai nonni, alla madre. Le sue poesie hanno una
struttura solida, ma ricercata nel linguaggio che si proietta dal passato al
futuro con l’uso dell’apocope, come in Atroce attesa: “Atroce attesa,/ pigiati
nelle carni/ ce ne stiam/ senza difesa./ Respiro su respiro/ Mischiam le ossa,/
volti estranei/ condividono la fossa. (Elisa Longo)
Nata a Tradate nel
1998, Giorgia Colucci vive a Vedano Olona, nella provincia di Varese.
Appassionata di lettura e di storie sin dall’infanzia, inizia ben presto a
coltivare la passione per la poesia, vincendo nel 2010 un premio assegnato dal
Comune di Locate Varesino per il componimento Questo amore di animale. Pubblica
poi nel 2015 la poesia Ricordo di mia madre per l’antologia di Sensoinverso
Edizioni Nessun dannato orologio. Giorgia inoltre si confronta con il
giornalismo, ottenendo nel 2012 una menzione di merito al premio Severo
Ghioldi. La scrittura è compagna di Giorgia anche durante gli anni al Liceo
Classico Cairoli di Varese, nei quali pubblica poesie e articoli
cinematografici su alcuni blog e sul giornale scolastico. Arricchisce inoltre
la sua esperienza artistica anche come attrice teatrale e aiuto regista,
mettendo in scena con una compagnia di amici diversi spettacoli. Oggi Giorgia
studia Comunicazione, media e pubblicità presso l’università IULM di Milano. Da
inguaribile sognatrice scrive ancora poesie e per il Natale 2018 pubblica il
racconto Un insolito cucciolo nella raccolta, targata i Quaderni del Bardo
Edizioni, XXL Mas. Racconti per un altro natale. Ogni volta che può cerca di
esplorare il mondo con storie o viaggi e continua la sua attività giornalistica
al microfono della radio universitaria, parlando di attualità e di rock’n’roll.
Collabora inoltre con alcune testate d’informazione, sport, cinema e cultura.
Guendalina Ebelli -
Nata a Varese nel 1999, dopo aver concluso gli studi classici attualmente
frequenta il corso di Ricerca biotecnologica in medicina. Coltiva peró la
passione per la fotografia da autodidatta, arricchendo la sua formazione con un
corso base. Nel 2018 é fotografa di scena per il Laboratorio Teatrale del Liceo
Classico Ernesto Cairoli e attualmente collabora con la compagnia teatrale
dell'autrice. (autrice della foto di copertina)
curatela editoriale
Valentina Sansò
Info link
martedì 26 febbraio 2019
Delrai Edizioni presenta l’esordio letterario della scrittrice Stefania Da Forno con il romance Semplice come fare le scelte sbagliate
Semplice come fare le
scelte sbagliate è l’esordio letterario di Stefania da Forno, giovane donna che
ha scoperto la passione per la scrittura alla soglia dei trent’anni per
sperimentare una vita diversa dalla sua. La storia infatti, ambientata a New
York, è molto “reale” e per nulla perfetta, fatta di scelte, insoddisfazioni,
errori e tormenti, ma anche di forti passioni. Semplice come fare le scelte
sbagliate non è la classica storia d’amore, o almeno non è solo l’amore il tema
centrale del romanzo. È la storia del percorso di vita alla scoperta di se
stessi di due persone comuni, con due lavori tanto rispettabili quanto diversi,
un avvocato e un muratore con due vissuti particolari. Mackenzie cresciuta
senza un padre e in cerca del principe azzurro, Reeve con un figlio e una ex
compagna da riconquistare. Lei disillusa dall’amore e dagli uomini, ai quali non
permette di avvicinarsi facilmente; lui ancora apparentemente innamorato della
sua ex compagna e madre di suo figlio, vuole tentare di ricostruire la sua
famiglia. Entrambi insoddisfatti della propria vita e del proprio lavoro, lei
sfoga la sua frustrazione nello shopping compulsivo, lui nel sesso occasionale:
Mac e Reeve sono diametralmente opposti, estremamente diversi, ma per alcuni aspetti
molti simili. Non sanno di volere qualcosa di diverso per il loro futuro,
finché uno non aprirà gli occhi all’altra. È sì una storia d’amore, ma di un
amore in primis per se stessi. I protagonisti sperimenteranno una crescita
personale e una nuova consapevolezza di loro stessi: capiranno chi sono davvero
e cosa è davvero importante per la loro felicità. Questo libro parla di un
amore adulto, di persone adulte, di scelte fatte che non sempre hanno portato
alla felicità e di decisioni altrettanto difficili; di personaggi alla ricerca
della propria strada, disposti addirittura a reinventare loro stessi per trovarla.
Con uno stile travolgente e incalzante e allo stesso tempo spontaneo, Stefania
Da Forno nel suo romanzo trasporta il lettore in una storia realistica e
appassionante, fatta di persone normali, di vite imperfette e priva dei soliti
cliché caratteristici dei romanzi rosa. Un invito a osare per conquistare la
propria felicità, a non lasciarsi andare all’inevitabile, pensando che non ci
sia più nulla da fare quando non ci si sente soddisfatti; uno sprone a non
accontentarsi, a non arrendersi e anche a sbagliare, pur di essere felici. “Se
in principio la stesura del libro è stata come un gioco – ammette l’autrice –
andando avanti è diventato un modo per capire quali erano le mie stesse paure e
i miei stessi desideri. Come Mac anch’io non ero del tutto soddisfatta, così ho
fatto in modo che almeno una delle due potesse trovare la propria felicità. Scrivere
è una specie di terapia che mi aiuta a razionalizzare la mia vita. Vedere le
mie scelte con occhi distaccati, e vedere come agiscono i personaggi è illuminante.
[…] Sono una persona alquanto noiosa, con una vita monotona, ed è forse per
questo che scrivo: per vivere vite che non potrei mai permettermi.” A
pubblicare il suo primo romanzo è Delrai Edizioni, casa editrice nata alla fine
del 2016 grazie all’entusiasmo e alla determinazione di Malia Delrai che, da
poco compiuti 30 anni e con una esperienza da autrice alle spalle, ha deciso di
fondare la propria casa editrice. Forte del successo di vendite della sua prima
trilogia erotica Piacere Russo, promossa e pubblicata online con il metodo del
self publishing, Malia Delrai ha deciso di scommettere anche su altri autori
mettendosi al loro servizio, investendo su di loro in un’ottica non solo commerciale,
ma di arricchimento, volontà e passione comune. 37 titoli per 14 autori in poco
più di 2 anni, una quota rosa quasi del 100% e un’età media degli autori che si
aggira intorno ai 30 anni, hanno sfidato pregiudizi, luoghi comuni e difficoltà
quotidiane che la piccola editoria porta con sé. Una scommessa vincente che in poco
tempo ha conquistato vari successi editoriali, come il teen romance Teach me di
Margherita Fray del 2017 e la serie romance How to Disappear Completely di Elle
Eloise e ancora nel 2018 l’erotico Ivan di Malia Delrai.
Sito web http://www.delraiedizioni.com
Delrai Edizioni presenta l’esordio letterario della scrittrice Beatrice Simonetti con il romanzo fantasy Rodion
La giovane scrittrice
marchigiana Beatrice Simonetti, classe 1994, ha esordito con il suo primo
romanzo fantasy Rodion, pubblicato da Delrai Edizioni alla fine del 2018. Un
racconto ucronico e distopico che analizza e descrive l’umanità in un mondo in
cui la seconda guerra mondiale è stata vinta dai nazisti. Rodion è un romanzo
ucronico che fa il verso a La svastica sul sole di Philip K. Dick, ed è
ambientato in un mondo dove la II guerra mondiale è stata vinta dai nazisti. L’autrice
sovverte le regole del tempo e della storia per narrare una realtà alternativa,
una direzione drammatica che il corso dell’umanità avrebbe potuto realmente prendere,
dove la crudeltà della mente umana la fa da padrona, deviata dal fanatismo e
dalle ideologie. Una storia tanto emozionante quanto cruda che parla semplicemente
di umanità, intesa in maniera univoca, senza fratture e contrapposizioni tra
protagonisti e antagonisti, buoni e cattivi, vincitori e vinti: tutti i
personaggi principali infatti vengono analizzati in una resa psicologica
definita al pari del protagonista, con i loro pregi, i difetti e le differenti
reazioni di fronte alle drammatiche atrocità della guerra. Con uno stile
fluido, crudo ed incredibilmente efficace, la giovane scrittrice delinea in Rodion
un’umanità non così lontana dalla nostra attuale, dove gli uomini dimenticano continuamente
la storia del passato anche più recente e non imparano mai dai loro errori, destinati
ciclicamente a ripetersi: “in un mondo anti-utopico dove regna l’intolleranza,
la superiorità razziale, in cui la vita umana conta ben poco, la storia di
Edmund cerca di essere il percorso di ogni piccolo uomo nella ricerca di se
stesso, in mezzo al caos degli ideologismi”, afferma l’autrice. A ispirare la
trama di Rodion sono stati diversi fattori, primo fra tutti la passione
dell’autrice per la letteratura russa: lo stesso nome del protagonista, nonché
titolo del libro, è un tributo al Rodion di Dostoevskij, il suo personaggio
letterario preferito, ma oltre a Delitto e Castigo anche i personaggi letterari
di Puškin hanno avuto un ruolo significativo, con le storie dei suoi “piccoli
uomini” che cercano di ribellarsi contro un sistema stringente. Oltre alla
letteratura russa, naturalmente anche l’amore per la storia e la fantascienza
hanno contribuito ad ispirare Beatrice nella stesura di Rodion, consentendole
di narrare il capitolo più buio della storia dell’umanità attraverso una sua
personale chiave di lettura, deviando il corso effettivo della storia con i
“se” e con i “ma” che hanno stimolato la sua fantasia.
Beatrice Simonetti,
nata a Loreto nel 1994 ma originaria di Castelfidardo (AN), studia oggi
Traduzione letteraria all’orientale di Napoli, dopo essersi laureata in Lingue
e culture occidentali e orientali, ma a prescindere dai suoi studi che l’hanno
portata ad approfondire la passione per le culture e per le lingue, soprattutto
russo e tedesco, ha sempre avuto un grande amore per la lettura. Le lettere
l’hanno affascinata fin da bambina, per questo ha poi deciso di mettere su
carta le sue storie, dando vita a nuove realtà con cui spera di coinvolgere chi
come lei non può
fare a meno
dell’immaginazione. A pubblicare il suo primo romanzo è Delrai Edizioni, casa editrice
nata alla fine del 2016 grazie all’entusiasmo e alla determinazione di Malia
Delrai che, da poco compiuti 30 anni e con una esperienza da autrice alle
spalle, ha deciso di fondare la propria casa editrice. Forte del successo di
vendite della sua prima trilogia erotica Piacere Russo, promossa e pubblicata
online con il metodo del self publishing, Malia Delrai ha deciso di scommettere
anche su altri autori mettendosi al loro servizio, investendo su di loro in
un’ottica non solo commerciale, ma di arricchimento, volontà e passione comune.
37 titoli per 14 autori in poco più di 2 anni, una quota rosa quasi del 100% e
un’età media degli autori che si aggira intorno ai 30 anni, hanno sfidato
pregiudizi, luoghi comuni e difficoltà quotidiane che la piccola editoria porta
con sé. Una scommessa vincente che in poco tempo ha conquistato vari successi
editoriali, come il teen romance Teach me di Margherita Fray del 2017 e la
serie romance How to Disappear Completely di Elle Eloise e ancora nel 2018
l’erotico Ivan di Malia Delrai.
Sito web http://www.delraiedizioni.com
lunedì 25 febbraio 2019
domenica 24 febbraio 2019
sabato 23 febbraio 2019
venerdì 22 febbraio 2019
IL FURTO DELLA GIOCONDA. Un falso al Louvre? Di Silvano Vinceti (Armando Editore). In libreria il 28 febbraio 2019
La Gioconda che tutti ammiriamo al Louvre
potrebbe essere un falso. Lo sostiene lo studioso Silvano Vinceti nel suo
ultimo lavoro Il furto della Gioconda. Un falso al Louvre? in libreria per
Armando Editore. Un libro estremamente documentato in cui l’Autore solleva il
dubbio che la Gioconda del Louvre possa essere un falso d'autore realizzato
dall'allievo prediletto di Leonardo: il Salai. Silvano Vinceti capovolge la
consolidata narrazione del clamoroso furto della Gioconda avvenuto nell'agosto
del 1911 nel museo del Louvre, secondo la quale fu il Peruggia l’ideatore e
realizzatore del furto. Per Silvano Vinceti il Peruggia non entrò mai al
Louvre, non rubò mai la Gioconda. La nuova ricostruzione del furto compiuto su
documenti originali, alcuni dei quali inediti, accende i riflettori sul vero
ideatore del furto, un mercante d'arte dedito alla vendita di opere
falsificate, di nazionalità francese che fece riprodurre varie copie della
Gioconda vendute ad ignari e facoltosi latifondisti americani.Grazie a questa
nuova ricerca sono emersi elementi tali da sollevare dubbi sulla autenticità
della Gioconda esposta al Louvre e hanno guidato l'autore dell'indagine a
raccogliere prove a sostegno di tale ipotesi: per esempio, la perizia
realizzata nel 1913, che aveva lo scopo d'accertare l'autenticità del dipinto è
risultata priva di fondamenti oggettivi. L’Autore recupera poi alcune
testimonianze storiche e indizi che fanno supporre che il Peruggia portò a
Firenze una copia, si auto-denunciò del furto e ne ottenne dei vantaggi
finanziari. E Ancora, Pascal Cotte, del prestigioso laboratorio francese
Lumiere tecnologie che ha realizzato un'accurata indagine sulla Gioconda del
Louvre, commissionata dallo stesso museo, dopo vari anni, scaduto l'impegno di
segretezza con il museo, ha reso noto che nell'ultimo strato della Gioconda,
quello che precede il dipinto che tutto il mondo ammira, figura una disegno di
una donna più giovane e senza somiglianze con la dama dallo sguardo sfuggente e
dal sorriso enigmatico. La presenza di tale raffigurazione solleva un
interrogativo sull'autore dell'opera. Un quesito che apre una congettura sulla
possibilità che un allievo della Accademia di Leonardo, come era prassi diffusa
nelle botteghe studio di grandi pittori fiorentini, abbia assunto come modello
da riprodurre l'opera realizzata da Leonardo. Altri indizi storici concorrono
ad alimentare la possibilità che la Gioconda del Louvre sia una copia
realizzata dal suo allievo prediletto: il Salai. Il Salai era un personaggio con pochi scrupoli: lo stesso
Leonardo in un dei suoi fogli lo descrive come «ladro, ghiotto e bugiardo».
Dopo più di 25 anni vissuti con Leonardo era perfettamente in grado di
riprodurre fedelmente le opere del maestro. Nel 1517 riceve una forte somma
dalla tesoreria del Re di Francia, presumibilmente per un dipinto venduto.
Sicuramente il Re di Francia non avrebbe pagato una cifra così alta per un
dipinto di uno sconosciuto allievo di Leonardo. Nello stesso testamento del
Salai, dove vengono elencati i dipinti che lascia alle sorelle, si trova la
dicitura “Joconda”. Era sicuramente una copia del famoso dipinto, come è stata
attribuita a lui anche un'altra copia presente in un importante museo
americano. Due Gioconde realizzate da lui. Il libro documento di Silvano Vinceti
confronta questi ed altri elementi (inediti) e conclude che sia giustificata
l’ipotesi che la Monna Lisa esposta a Louvre sia un falso d'autore.
Silvano Vinceti, scrittore, autore e
conduttore televisivo in Rai di programmi storico culturali. Fra gli ultimi
libri pubblicati, nelle nostre edizioni: L’enigma Caravaggio, Porto Ercole
l’ultima dimora di Caravaggio, Francesco il Rivoluzionario di Gesù, Leopardi il
filosofo della speranza, Il segreto della Gioconda, Alla ricerca della
Gioconda. È Presidente del Comitato per la valorizzazione dei Beni Storici,
Ambientali e Culturali. Ha concluso felicemente la ricerca dei resti mortali
della modella della Gioconda.
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