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domenica 16 giugno 2013

Uno scherzo di Roberta Pilar Jarussi




“E mi hanno fatto uno scherzo. Qualcuno s’inventa il social network, fantastica irrinunciabile insostituibile piattaforma virtuale, a tenere unite Tutte le persone Tutte della Vita Tua, presente passato e di là da venire, vite intrecciate sovrapposte smagliate smorzate mangiucchiate deformi finite zerbinate e marcie, andate, morte sepolte riesumate, insieme, tutti quanti, tutti, vicini vicini, belli e brutti, buoni, cattivi, sinceri e bastardi, umili e spocchiosi, pappa informe indefinita insipida inutile senza indentità, stesso spessore colore alone, piattume, stesso retrogusto sulla lingua, nessuna sfumatura, niente difetti né bellezza, niente nome e cognome, quel che trovi scritto, unica testimonianza dell'essere, è luce asciutta, non abbaglia e non da ombra.
Lascia perdere la verità. Lascia stare le cose come stanno. Dimentica quel che sei, e il sentimento blindalo altrove. E ci siamo finiti tutti. Sotto falso nome, senza volto o celati da finte identità. Siamo qui. Li conto su una mano, gli assenti. Il mio scrittore preferito. La mia amica d’infanzia. Il mio nuovo capo, un paio di fratelli dei miei…
E mi è piaciuto. All’inizio dicevo la verità. Il più giovane tra i miei ex mi dice No! Non parlare così! In principio mettevo certe foto, il mio amico mi prende in disparte, mi fa Ma dai, toglila quella! E ho postato la mia canzone del cuore, messaggio in codice per una e una sola persona, lui se ne accorge, e Non sbatterla qua! È roba nostra! Per non far danni, allora, scrivo solo al ‘chiuso’, quell’altro amico tira il labro di lato, mi fa Ma non capisci niente!
Mi metto da parte, mi guardo in giro, spio, sbaglio, apprendo, evito i coetanei, i più giovani mi svelano trucchi in privato, sperimento, divido invece che moltiplicare emozioni, sottraggo invece che aggiungere, smusso le intenzioni piuttosto che affilarle, mi tolgo gli occhiali perché mi torni una visione sfocata, distante e blanda, escludo il particolare e guardo solo al tutto, elimino l’individuo e penso alla folla, dimentico i miei gusti precisi e le mie idee, la mia etica, le mie inclinazioni politiche, sessuali, bestiali, umane, tradisco il mio brutto carattere e mi faccio garbata, normale, neutra, mezz’e mezzo. Cito nomi grandi per non citare me stessa. (…)”

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