La collezione bianca un po' einaudiana di Carta Bianca, giovanissima e
coraggiosa casa editrice della provincia bolognese, egregiamente presentata e
rappresentata dal poeta Stefano Massari, è una di quei contenitori di piccole
gioie che mai ci stancheremo d'osannare e della quale mai finiremo di cantarne
le lodi. (L'avevamo già fatto in un certo senso leggendo qualche tempo fa -
fine 2010 - la Paola
Turroni di "Il mondo è vedovo"). "La cronaca è
un albero che sgocciola / Un miliardo di liquido niente. / Mi bagno lì sotto,
come fossi placido, / accolgo la pioggia vegetale / sapendo che è senza tempo,
ma di breve / durata, nel mondo mortale". (...) Questo tassello della
sezione "Scuola di respiro", del volumetto "Atti impuri"
del poeta e narratore di Bologna Pier Damiano Ori possiamo assurgerlo a modello
stilistico e forse persino contenutistico dell'intero libretto, ultima
pubblicazione delle edizioni Carta Bianca. Perché Ori poi aggiungerà più
avanti, in apertura di "Esortazioni": "Allora, guarda, / io
prendo questo / fazzoletto di marmo / e ti dico che è un'ipotesi / astrusa. /
Cose così non esistono / se non nel gioco / delle parole. / Il discorso non è
il mondo / e il racconto / è un'altra cosa." E saremmo sciocchi a un farci
aiutare dalla dotta e permalosa nota accompagnatoria al testo vergata dal poeta
e critico Bertoni; dove Albero Bertoni, per esser chiari e sinceri fino al midollo,
però ci renderà d'un lirismo che "(...) muove da un punto di vista cinico
e disilluso, come è proprio di ogni moralista che si rispetti, ma è sempre
pronto - a ogni nuova piega o curva del suo dettato - ad accendersi di pietas e
soprattutto a rilevare che l'arte e la bellezza hanno ancora moltissimo da dare
e da dire, entro la realtà contemporanea. (...)". Mettendo mani a un
microscopio appuntito, appuntito con la puntina dei giradischi più vintage Ori
immerge la vista nel carattere del popolo non più sovrano. E non dimentica di
considerare che peso pesante hanno oggi gli oggetti, più che i soggetti, nelle
intenzioni e nelle constatazioni persino vitalissime e più che valide del
genere umano. Se Pier Damiano Ori vede una tenda che da sola vuole posizionarsi
nella lavatrice del lavaggio, fatta questa osservazione sensoriale il poeta Ori
trova un muro che non può non soppesare alla maniera dei solidi marmi. Nella
sostanza filante delle beatitudine cautamente, sommessamente e quasi sottovoce
invocata P. D. Ori trova le bellezze che dovrebbero selezionare un
miglioramento al futuro. Purtroppo, comunque, siamo tutti qui e ora.
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