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giovedì 26 aprile 2012

Oggi mangio da … n. 222: Ristorante Trattoria da Cicciotto


 “Adagiata sulle sponde della stessa Marechiaro tanto amata dagli antichi romani ed immortalata da celebri canzoni, prima fra tutte quella di Salvatore Di Giacomo e Francesco Paolo Tosti, la trattoria marinara Cicciotto nacque nel lontano 1942 e ad offrire lo spunto per il simpatico e burlesco nome fu l'imponente e paffuta mole del fondatore Vincenzo Capuano. Don Vincenzo subito attratto dalla poesia sprigionata dall'incantevole luogo si dedica alla cucina ed alle specialità marinare con lo stesso amore che i poeti ed i musicisti profusero per mettere in versi ed in musica il paradisiaco luogo. Marechiaro divenne quasi subito il piccolo regno di Cicciotto che intanto, con il suo locale diviso tra due piccole sale interne ed uno dei più spazi all'aperto più belli che la natura poteva offrire, comincia a rappresentare per i napoletani una delle più ambite e prelibate mete gastronomiche. Il lavoro di Don Vincenzo era incessante, diviso tra i tavoli della sua nascente stella culinaria partenopea e la cucina, era sempre il più rigoroso, vigilava su tutto e tutti, pretendeva il massimo dagli esperti cuochi come dai camerieri. Tra i suoi clienti più affezionati il meglio della cultura napoletana del momento e personaggi che avrebbero fatto la storia dello spettacolo e del teatro come Totò e Eduardo De Filippo. Dopo Vincenzo Capuano al timone del locale giunse il figlio Giovanni che assunto anch'egli ben presto il soprannome di Cicciotto riuscì a mantenere integro il buon nome del pittoresco ritrovo conducendolo con passione e sacrifici indenne da ogni contaminazione industriale fino ai giorni nostri. Oggi Giovanni Capuano, nonostante si aggiri ancora tra i tavoli del locale come un antico innamorato, ha lasciato il comando ai figli Vincenzo e Gianluca. Il caratteristico ristorante che ha appena compiuto 70 anni, ora nelle attente mani degli eredi Gianluca e Vincenzo, in fatto di specialità gastronomiche ha davvero un marcia in più, appena terminate quelle caratteristiche scalette che conducono sull'ultimo tratto della mitica discesa marinara, non si può che ammirare i tavoli di Cicciotto sparsi tra il tufo ed i resti di un antico tempio romano. Incantati ed inebriati dalla brezza marina e dal sapore di quanto proposto nel delizioso angolo baciato da Dioniso, da oltre settantanni i clienti, hanno sempre trovato la felicità, la saggezza di una vita priva di frenetismi e satura di allegri e distensivi attimi. Pesce crudo oppure alla brace, frutti di mare, inimitabili frittelle, sopressate di polipo, unitamente ad indescrivibili specialità come gli Schiaffoni all'aragosta, le Linguine ai granchi, da Cicciotto hanno l'inimmaginabile sapore del mare ma, soprattutto, proprio come i dolci che concludono i luculliani banchetti, lasciano in bocca quell'umana ed intramontabile poesia i cui versi conducono”


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