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venerdì 27 aprile 2012

LILLO BARTOLONI


“LILLO BARTOLONI (1948, Roma) Bartoloni appartiene alla generazione di artisti Romani che oggi è intorno ai cinquanta, generazione che non ha mai presentato una profonda uniformità. Ma come dichiarato da Cesare Vivaldi, allora direttore dell'Accademia delle Belle Arti di Roma, Bartoloni ha sempre avuto un posto isolato come unico appassionato dell'Art Brut del francese Dubuffet, sviluppando da subito un tocco molto personale. I suoi dipinti filtrano la realtà in immagini essenziali, in oggetti, creature, qualsiasi aspetto che rappesenta in maniera non convenzionalmente gravitazionale. Il suo precoce contatto con i malati mentali nei giardini dell'Ospedale Psichiatrico Santa Maria della Pietà diretto dal padre (dove giocava aspettandolo con la madre per portarlo in macchina a casa) lo hanno affascinato e hanno costruito la sua sensibilità artistica in un mondo simbolico speciale di silenzio, gioco e ironia. Una delle sue prime mostre si intitolava Mattoni su un gioco di parole a loro dedicato come tali e come pesi della società. La famiglia voleva per lui una vita da avvocato e così oltre alla facoltà di legge, frequentava contemporaneamente l'Accademia e lo studio del veneto Enrico de Tomi, pittore astratto. A meno di vent'anni ha partecipato su invito alla Biennale di Roma e del Lazio e viene premiato tra i migliori pittori giovani. Bartoloni nella sua carriera ha sviluppato oltre che su tela, i suoi temi anche su mezzi diversi come nell'esperienza denominata Metagrafica tra pittura e fotografia, ha dipinto su perspex e tuttora dipinge su forme originali di ceramica. Ha sempre amato viaggiare . Nel 1971 vive a Parigi dove entra in contatto con artisti dell'avanguardia internazionale postsessantotto. A Parigi tiene la sua prima personale in una galleria off. Combina e ricombina i sui temi in modo molto riconoscibile da mondi reali o letterari, o cinematografici con cui entra in contatto. I suoi viaggi gli hanno ispirato un lungo periodo in cui nei quadri dipingeva deserti e cammelli, una serie è stata intitolata "Camera con vista", il mare dell'amata Gaeta con il suo castello borbonico e le barchette sospese pilotate da strani personaggi è stato un lungo tema. Dal 1996 la lettura dei romanzi del premio Nobel Isaac B.Singer con l'incontro del mondo yiddish in essi vivacemente raccontato, e la conoscenza di Cracovia, città in cui tale mondo è ancora respirabile e dove ha tenuto due mostre personali (una nel Museo jagellonico e l'altra nel Centro Giudaico) lo hanno portato a dipingere solo di quella realtà particolarissima. I critici italiani hanno catalogato lo stile di quest'ultima fase come "corrente neo espressionista". Sicuramente la pittura è il suo genere prevalente, ma negli anni ha spesso lavorato come scenografo teatrale, e ultimamemente sul tema yiddish.” (l’opera qui proposta è di  LILLO BARTOLONI)

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