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sabato 31 marzo 2012

STORIA DI UNA CAPINERA di Giovanni Verga (Newton Compton). . Intervento di Vittoria Coppola


Giovanni Verga non scrive solo un romanzo, ma un “piccolo mondo” di costrizione e rinuncia. Maria, giovane e dolce, è la capinera.  Una Sicilia aristocratica e vittima di assurdi tabù, fa da triste sfondo alle vicende. La ragazza è indotta alla vita monastica: qualcosa di ineluttabile, che la condizionerà per sempre. Nulla fa, l’amore per un giovane, che pure è vero  ma resta segreto e intimo: anch’esso non conoscerà la ribellione. Nulla determina la corrispondenza epistolare e privata con un’amica: rifugio indispensabile. Maria non ha il coraggio di cambiare e si lascia perciò sopraffare da volontà altrui alle quali non vorrà, o potrà, opporsi. La giovane è una "triste capinera", che giunge fino alla pazzia.Verga delinea un personaggio e attorno ad esso una storia, che lasciano al lettore amarezza e riflessione: quanto è indispensabile essere liberi di vivere appieno la vita? Quanto conta il coraggio di scegliere? E infine, aggiungo io, la vicinanza di qualcuno può essere determinante quando si è fragili?  Una storia scritta in un tempo lontano ma affatto inattuale, in cui risalta in maniera lampante  quanto una gabbia, seppure dorata, resti pur sempre una gabbia!

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