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sabato 20 marzo 2010

Il Buddha bianco di Hitonari Tsuji (Marco Tropea editore)


Hitonari Tsuji nasce a Tokyo. Tutti nell’ “impero del sole” lo conoscono sia come poeta e romanziere che come voce rock. E’ considerato il nuovo guru della letteratura giapponese. Questo libro dal titolo “Il Buddha Bianco” edito in Italia per i tipi di Marco Tropea editore, che gli ha fruttato in Francia il Prix Femina Étranger, accanto ad autori del calibro di Erri de Luca, Javier Marías, Ian McEwan, Sandro Veronesi e Rose Tremain, ha come base ispirativa la vita del nonno. Si tratta di una recente uscita editoriale che arricchirà senza dubbio l’universo bibliografico italiano con un autore che vale la pensa di conoscere. La storia: siamo ad Ono, isoletta nell’estremo sud del Giappone. La famiglia Eguchi ha alle spalle una grande tradizione artigianale come forgiatori di spade, una vera e propria missione che si nutre del coraggio dei primi samurai che occuparono la regione. Minoru, il giovane di casa (siamo nei primi del Novecento) decide volontariamente di divenir prigioniero di tutto quel mondo rurale, colmo di ancestrali tradizioni che si perdono nella notte dei tempi, riuscendo con grande ingegnosità e un incrollabile forza di volontà, a superare gli alti e bassi della sorte e ben due conflitti mondiali. Ma questo sarà solo l’inizio di un percorso iniziatico che lo porterà dinanzi a quelle domande esistenziali ineludibili come il significato della vita e della morte, e il valore del ricordo. A vegliare su Minoru, un maestoso Buddha bianco che fin dall'infanzia lo sorregge nei momenti bui. "Un Buddha immacolato, alto fino al soffitto, stava ritto, immobile, al centro di raggi di luce abbaglianti. Minoru si rendeva conto che si trattava di un Buddha, anche se i lineamenti dell'apparizione rimanevano vaghi, non si distinguevano né gli occhi né la bocca, i particolari si perdevano nella nobiltà complessiva del suo aspetto. L'espressione del volto, tuttavia, si scorgeva chiaramente: serena e di una dolcezza infinita". Questo giovane autore, anche se appartenente al mondo iper-pop giapponese, ha una forza scritturale che lo rende unico, soprattutto perchè tra le righe si legge una vera e propria teoria del silenzio, quella voce interiore che permette ad ogni uomo lungo il corso della sua vita, quell’osservazione consapevole che è luce, e che permette di diradare definitivamente le nubi delle incertezze e dei dubbi. Il “Buddha bianco” è un libro unico, unico e prezioso aggiungerei, uno di quei libri che zippano l’esistenza nelle loro pagine: gioie, dolori, morte, quiete, e ritorno al nulla. Avete presente una Matrioška, quella bambola di origine russa che si compone di pezzi di diverse dimensioni realizzati in legno, ognuno dei quali è inseribile in uno di formato più grande? Beh, l’immagine corrisponde esattamente alla fitta e articolata trama del romanzo: la bambola più piccola rappresenta la storia dei quattro ragazzini nel loro percorso di crescita, la bambola più grande quella della famiglia Eguchi, la bambola ancora più grande che include le altre due la storia dell’isola e, infine, la bambola che le racchiude tutte e tre lo spaccato meraviglioso sulla storia del Giappone nella prima metà del XX secolo. Un’opera di grandiosa profondità, che vi terrà incollati alle sue pagine.

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