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giovedì 19 novembre 2009

La strada dell’odio, di Grazia Casavecchia (Lupo editore). Recensione di Raffaele Polo

Di solito le ‘opere prime’ non colpiscono particolarmente e, anzi, vengono esplicitate in tal modo proprio per richiedere una sorta di compiacente assoluzione. Non è questo il caso de ‘La strada dell’odio’ di Grazia Casavecchia, un romanzo ricco di interessanti spunti e di piacevolissima lettura. Bisogna, peraltro, inserirsi in quel filone di romanzi d’amore, o romanzi rosa, che tanto gradevolmente vengono accettati dai cultori del genere. Così come, del resto, sono vilipesi e messi da parte da chi li escluderebbe volentieri dalla storia della letteratura. Non a cassa, tempo addietro, nacque la definizione di ‘letteratura d’appendice’, quasi un voler evidenziare una diversa, inferiore considerazione per chi struttura storie connotate facilmente con l’amore e le vicissitudini di chi si ama e vuole coronare il proprio sogno…
Ora, la brava Casavecchia, scrittrice salentina di Veglie, non ci pare voglia adombrare il ricordo di Liala o, addirittura di Bianca De Maj o Luciana Peverelli. E’, piuttosto, il suo un incedere nelle vicende più vicino agli scritti dei maestri del secolo scorso, a partire da Saponaro ma giungendo fino a Scerbanenco, privilegiando una ambientazione tutta locale e legata alla tradizione della nostra terra. Ci sono, in questo agile romanzo, tutti i topoi più gradevoli che caratterizzano le narrazioni del genere e giungono gradite a rinverdire le obsolete strutture delle creazioni letterarie che i giovani contemporanei dimostrano di gradire, purchè esibiscano il marchio di Federico Moccia…
C’è, allora, la storia di un amore impossibile che finisce per realizzarsi nonostante mille impedimenti; ci sono i personaggi buoni e corretti che sono rappresentati con caratteristiche gradevoli ed esteticamente positive, mentre i cattivi sono sempre facilmente identificabili per il cipiglio e la rozzezza del comportamento; c’è la violenza gratuita e la rassegnazione; c’è il modo di essere donne e madri in antitesi al mondo insensibile e brutale dei maschi ignoranti; c’è l’amore per una Natura che è quella, squisitamente salentina, delle campagne e delle masserie dove si lavora e dove nascono amori e tragedie.
Nell’edizione di Lupo, con bella foto di copertina di Emanuela Bartolotti, c’è un profumo particolare: quello del fresco, coinvolgente fascino della ‘Letteratura d’Appendice’, senza età, senza confini….

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