Peggio, per bruttezza, delle larve. Il protagonista del romanzo di Morandini, quello principale e non il ritratto che fa da cornice a tutta la storia, che è un ricco abominevole, dovrebbe essere mangiato dagli insetti; mentre, per esempio, tratta male le sue serve, esattamente o forse solo idealmente come suo nonno-padre da lui vorrebbe. Che, per dirla tutta, il ragazzo è figlio del nonno. E non del padre. A volte (sembrerebbe) le cose non sono nella maniera esatta di come te le raccontano quando sei un bambino. La trama nebulosa, ma non per insufficienza di doti bensì per scelta, è impregnata del clima ampiamente asfittico del palazzaccio nel quale i fatti succedono. In qualche passaggio, Claudio Morandini somiglia alla Chiara Cretella di Annunciazione in metropolitana; principalmente per alcune scene e piccoli risvolti psicologici di alcuni personaggi. La storia, la quale si svolge in vite rurali e perfettamente borghesi, è zeppa della terra più melmosa che esista. Siamo di fronte, addirittura, a più generazioni di larve. D’esseri, anzi, ripugnanti come e molto più delle larve. Le larve non proprio astrali. Forse, più esattamente il male annidato in cellule di uomini persi. La trama ci fa sentire tutto quel profumo, a volte claustrofobico, delle temperature gotiche. Gli eventi sono carichi, ancora, di male. Una donna è fatta impazzire. Un omicidio. Una vita a stare perfettamente e di continuo contro gli altri. Il dominio del padrone. Una serie di elementi ficcati nel corpo della narrazione, narrazione di un io-narrante scrupoloso e duro. Il protagonista, a tratti, è sospeso tra sogno-incubo e realtà. Il fattore salvifico, invece, è rappresentato appunto dalla terra. Quella iniziale e vitale, nonostante sempre le larve. Claudio Morandini riesce nell'operazione di scrivere con cautela e ricchezza, chiaramente funzionali ai luoghi. Morandini, però, capisce persino che deve permettere a lettrici e lettori d'entrare meglio e di più nelle menti dei personaggi, ed è capace allo stesso tempo del “lavoro”. Con questo romanzo si può dunque giungere nel territorio delle miserie umane, delle bassezze, leggendo facce di uomini orribili. Le larve è un romanzo fitto di contenuti. Parte dell'umanità, e delle sue 'passioni' è tenuta in vita con la forza delle parole.
Le larve, di Claudio Morandini, Pendragon, (Bologna, 2008), pag. 227, euro 14,00.
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